Mobilità a Torino e nell’area metropolitana, un sistema complesso

La rappresentazione grafica del Sistema Ferroviario Metropolitano (SFM) presentata da AMP in commissione
Licia Nigrogno, la presidente dell’Agenzia della Mobilità Piemontese, ha illustrato sinteticamente ai consiglieri e consigliere della II commissione Trasporti (presidente Tony Ledda, vicepresidente Paola Ambrogio) il ruolo dell’AMP nella pianificazione del trasporto pubblico su gomma e ferro su tutto il territorio regionale. Naturalmente, particolare attenzione è stata riservata a Torino e alla sua area metropolitana, che hanno più di un milione e mezzo di abitanti e concentrano una parte rilevante degli spostamenti quotidiani a livello regionale.

Nata poco più di cinque anni fa come evoluzione della preesistente Agenzia Mobilità Metropolitana Torino l’AMP è un consorzio pubblico che esercita le funzioni degli enti territoriali in materia di trasporto pubblico locale.

Licia Nigrogno, presidente dell’Agenzia della Mobilità Piemontese, con il presidente della II commissione, Tony Ledda.

La Città di Torino detiene il 25% delle quote di partecipazione e altrettanto la Regione Piemonte mentre la Città metropolitana di Torino ne ha un 11%. La parte restante è detenuta da numerosi enti locali piemontesi, articolati nei Bacini di Sud Ovest (Cuneo), Sud Est (Asti e Alessandria) e Nord (Vercelli, Biella, Novara e VCO-Verbano Cusio Ossola).

Il sistema del trasporto pubblico in una regione vasta come la nostra è piuttosto articolato: nella sola area metropolitana torinese si contano, oltre alla linea 1 della metro, 8 linee tranviarie e 78 linee di bus incentrate su Torino, più altre 8, per un totale di circa 229 milioni di passeggeri/anno. Senza parlare del resto del Piemonte e della rete ferroviaria, sulla quale, ad esempio, si struttura il Sistema ferroviario metropolitano SFM, operativo dal dicembre 2012 su otto linee e che dal suo varo fino al 2017, secondo dati forniti da AMP, aveva incrementato i passeggeri del 48%.

Claudio Raffaelli