I silenzi di Italiaonline

La manifestazione del febbraio scorso in Piazza Palazzo di Città, durante l'audizione dei dirigenti di Italiaonline

Alla fondamentale domanda  sul futuro prossimo della sede torinese e dei suoi quattrocento dipendenti, Andrea Fascetti, responsabile del personale di Italiaonline risponde:” Attualmente questo per noi non è un tema”.  Poi aggiunge “Abbiamo rispettato l’accordo (è del dicembre 2016 e prevede per i due terzi dei dipendenti cassa integrazione straordinaria fino a giugno 2018, a fronte di 35 MIO di investimenti) e del futuro non parliamo perché siamo quotati in Borsa”.  Così i dirigenti dell’azienda in audizione davanti alla Commissione Lavoro del Consiglio comunale, mentre le voci dei lavoratori di Italiaonline in sciopero salgono dalla piazza ed entrano nella Sala Orologio, nonostante le finestre chiuse.
L’azienda, con sede legale ad Assago, nel milanese, è nata dalla fusione nel 2016 tra Seat Pagine Gialle e Italiaonline e occupa in Italia circa 830 persone.
Attualmente è proprietaria di Pagine Bianche e Pagine Gialle, dei marchi Virgilio e Libero (quasi 10 milioni di abbonati),  della concessionaria web IOL Advertising, leader della pubblicità on line in Italia, e di molti tra i più noti portali della Rete.
A Torino i dipendenti sono quasi 400 e la fine della cassa integrazione interesserà più di 270 di loro, ma le prospettive di continuità sono molto incerte oltre che per loro anche per i dipendenti delle aziende controllate o collegate ad Italiaonline.
Andrea Fascetti, è accompagnato da Marco Melino, responsabile delle relazioni sindacali e dagli avvocati Francesco Rotondi e Alessandro Paone. A tanto schieramento di forze purtroppo non corrisponde altrettanta disponibilità al

da destra Melino Fascetti Rotondi

confronto. E se il fantasma di Embraco aleggia nella sala e ispira l’ovvia obiezione dei Consiglieri: “Invece proprio il futuro della sede di Torino è il tema per noi!”, anche le altre similitudini non paiono incoraggianti.  Italiaonline infatti ha ben poco di italiano essendo controllata al 58,82% da Libero Acquisition società di diritto lussemburghese del magnate egiziano Naguib Sawiris (già proprietario di Wind) e, ad eccezione di un 11% flottante, il resto delle azioni appartiene ad Edge Found lussemburghesi.
L’invito da parte della commissione Consiliare, del suo presidente, e dell’assessore competente, per nulla convinti dalla regola del silenzio addotta da Fascetti, è di tornare in Commissione dopo essersi fatti autorizzare dai vertici aziendali… a dire.

Silvio Lavalle