Francesco Tabusso: una retrospettiva lo ricorda a dieci anni dalla scomparsa

Nella foto: Nel 1970 Francesco Tabusso dipinse piazza Statuto sotto la neve.

Dai giorni scorsi le sale juvarriane dell’Archivio di Stato di Torino di piazzetta Mollino sono aperte al pubblico per una retrospettiva dedicata a Francesco Tabusso. Promossa dall’Archivio a lui intitolato e da Banca Sella alla vigilia del decennale della morte, la mostra ripercorre gli oltre sessant’anni di attività del pittore che ha esplorato strade solitarie, al di là delle mode e dei movimenti, conquistando l’apprezzamento della critica e dei non addetti ai lavori. Maestro dei pittori cantastorie invita a scoprire una realtà contadina fuori dal tempo e a recuperare uno sguardo incantato sul mondo. Fin dagli inizi mostrò predilezione al “racconto artistico” collaborando con alcuni dei nomi più noti della letteratura italiana del periodo: Piero Chiara, Dino Buzzati, Mario Soldati, Mario Rigoni Stern.
In esposizione fino al 7 gennaio 2022 la selezione di circa sessanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private delinea le tappe del suo cammino in dialogo con i maestri: i primi passi mossi alla scuola di Felice Casorati; l’approdo al linguaggio informale all’inizio degli anni Sessanta; la produzione di opere di grande formato eseguite a partire dal 1962 come ‘La sacra di San Michele’ esposta per la prima volta al pubblico. Una sezione è dedicata a numerosi quadri-omaggio (a Grünewald, Reycend, Pitocchetto, Chagall) che dagli anni Settanta si dispongono in cicli pittorici in dialogo con mondi artistici affini.
L’ultima produzione di Tabusso è articolata attraverso l’individuazione di nuclei tematici cari all’autore, in un viaggio-pellegrinaggio nei territori della storia dell’arte, della letteratura, delle tradizioni popolari.
La mostra è a ingresso gratuito ed è aperta fino al 7 gennaio 2022; da martedì a venerdì 13.00 – 18.00, il sabato e la domenica 14.00 – 18.00. Lunedì chiuso. Per scuole e gruppi sono previste aperture su prenotazione la mattina. Occorre scrivere a: info@archiviotabusso.it.
L’esposizione è corredata da bel un catalogo critico con testi di Veronica Cavallaro, Daniela Magnetti, Elena Pontiggia e Filippo Timo.

(Roberto Tartara)