Fiorenzo Alfieri un anno dopo

Per ricordare un protagonista della vita pubblica cittadina come Fiorenzo Alfieri scomparso il 13 dicembre dello scorso anno vittima  del Covid, l’Associazione consiglieri emeriti della Città ha organizzato a Palazzo civico il convegno ‘Fiorenzo Alfieri, amministratore: strategie di cambiamento’.
Alfieri maturò una lunga esperienza di amministratore della Città di Torino che lo vide Consigliere comunale in più periodi – tra il 1975 e il 1993 – e assessore con deleghe diverse nel corso del tempo per circa 26 anni complessivi; dal 1976 al 1985 alla Gioventù e allo Sport; dal 1995 al 2000 prima al Sistema educativo poi alla Promozione della Città; dal 2001 al 2011 alla Cultura.
Introducendo i lavori del convegno, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo ha ringraziato l’Associazione organizzatrice dell’evento. La presidente ha definito Fiorenzo Alfieri, citando le parole di persone che meglio lo avevano conosciuto, come una persona straordinaria: innovatore, rivoluzionario, enciclopedico, pioniere, tessitore di relazioni, visionario, portatore di ottimismo strategico, instancabile lavoratore…
Unire le parole che raccontano di Alfieri pronunciate dai tanti che lo hanno amato, ha aggiunto Grippo, le ha consentito di formare un ritratto che è al tempo stesso rimpianto, per non averlo potuto conoscere personalmente e icona, per l’eredità politica e amministrativa che ha lasciato. Eredità la quale si manifesta nelle iniziative che resistono al logorio del tempo – e talvolta al vuoto delle idee – nel mondo dell’arte e della scuola permeate di una reputazione nuova che nonostante tutto ancora illumina Torino. La illumina anche letteralmente. La presidente ha augurato a sé stessa, al Consiglio comunale, a sindaco e Giunta di sapersi meritare questa eredità.

Il sindaco Stefano Lo Russo, da parte sua, ha ricordato l’entusiasmo, la passione e l’amore di Alfieri per la nostra città, che ha reso migliore. Aveva una dote straordinaria, quella di avere visione e al tempo stesso la capacità di realizzare le idee, cosa essenziale per un politico e amministratore pubblico. Poche iniziative sono state pervasive della nostra città come Luci d’Artista. Fiorenzo, ha continuato il sindaco, era un intellettuale curioso, tenace e profondo: trovava tempo e spazio per l’elaborazione culturale anche essendo un amministratore, che aveva caro il tema dell’accessibilità della cultura, conferendole un ruolo centrale. Lo Russo ha poi rievocato l’autorevolezza acquisita da Alfieri, la cui assenza a un anno dalla scomparsa si sente molto: sarebbe stato importante potersi ancora confrontare con lui in questo periodo di rinnovamento, di sfida culturale. Il sindaco ha concluso riaffermando la necessità di investire sulla cultura e chiedendo a tutti un aiuto concreto alla rinnovata stagione che la città si appresta a vivere.
Giancarlo Quagliotti, presidente dei Consiglieri emeriti, ha evidenziato il ruolo di Fiorenzo Alfieri a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, quando divenne uno dei giovani assessori della giunta di Diego Novelli, caratterizzata da ampio confronto al proprio interno, rievocando alcune delle sue prime realizzazioni come Estate Ragazzi o la diffusione della refezione scolastica. Quagliotti ne ha salutato la memoria sottolineando come gli uomini forti costruiscono le istituzioni, mentre i deboli le disprezzano.
Gli interventi degli ospiti si sono articolati lungo quattro temi conduttori. A ricordare l’invenzione alfieriana dell’assessorato alla Gioventù negli anni Settanta sono stati due ex assessori della Città: Marziano Marzano e Giampiero Leo. La scuola fu un elemento che attraversò l’esperienza di Alfieri come hanno ricordato gli interventi di Eleonora Artesio e Gianni Gardiello. Due sindaci di Torino del recente passato, Valentino Castellani e Sergio Chiamparino, e il segretario dell’Associazione delle Città d’Arte e di Cultura (CIDAC), Ledo Prato, hanno esplorato le proprie esperienze per rievocare la dimensione nazionale e internazionale dell’amministratore pubblico.
In conclusione, due protagoniste della vita culturale cittadina, Angela La Rotella e Antonella Parigi, hanno rimarcato il lascito delle visioni alfieriane ancora oggi riferimento e prospettiva nelle azioni della politica torinese.

C.R. – R.T.