Ezio Bosso ricordato in Sala Rossa con un minuto di silenzio

La Sala Rossa ha ricordato Ezio Bosso con un minuto di silenzio, osservato questo pomeriggio in apertura dei lavori del Consiglio comunale. “La nostra città, la nazione, il mondo intero, perdono un grande maestro” ha commentato il presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari prima che l’Aula rispettasse il minuto di silenzio, deciso dalla conferenza dei Capigruppo venerdì pomeriggio, giorno della morte del musicista, pianista, direttore d’orchestra e compositore torinese. Ezio Bosso era nato a Torino il 13 settembre del 1971 e ha vissuto la sua infanzia e la sua adolescenza nel quartiere di San Donato. Per lui, una carriera classica che lo ha portato ad essere conosciuto in Italia e nel mondo. Ma i suoi primi passi musicali hanno radici profonde nella nostra città, nel quartiere dove è cresciuto. Insieme alle lezioni al Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’, per Bosso ci sono stati, infatti, gli scantinati e le prove con il gruppo degli Statuto.

Per questo, abbiamo chiesto a Giovanni ‘Naska’ Deidda, batterista e fondatore della band torinese, un ricordo personale di Ezio Bosso. Queste le sue parole: In Italia molti hanno conosciuto #EzioBosso dopo l’apparizione a Sanremo. Io ho avuto il privilegio di conoscerlo molto, molto prima. A metà anni ’80 la colonia Mod di Piazza Statuto era già molto nutrita e attiva in città. A metà 1986 arrivava in piazza un ragazzino poco più che quindicenne di nome Ezio, subito soprannominato Xico. Studiava contrabbasso al Conservatorio e grazie all’amicizia con Oscar Giammarinaro, anch’egli studente lì, ma molto più grande di lui, fu introdotto nel giro mod. Appena compiuti 16 anni comprò una Vespa 125 con la quale venne pure al raduno Mod a Rimini nell’87 e nell’88. La Torino underground di allora era molto molto attiva, con un sacco di locali nei quali i mods bazzicavano (Tuxedo, Yokese, Metrò). A metà ’87 Xico iniziò a suonare con gli Statuto il basso, in un momento clou per la carriera della band. Incise il primo Lp ‘Vacanze’, prodotto dalla torinese Toast Records (grazie anche all’opporto di Andrej Barbieri, altro Mod della Piazza e poi diventato faro del nightclubbing torinese, mancato da poco anche lui). Con quell’album arrivano anche le prime richieste di concerti in giro per l’Italia; con lui suonammo per la prima volta a Roma, Milano, Firenze, Bologna, Lucca e Pordenone. Negli anni ’90 i suoi studi e la sua carriera di musicista classico lo portarono lontano dall’Italia, partendo dalla Torino davvero working class, senza aiuti o protezioni dall’alto, permettendogli di percorrere la carriera che tutti conosciamo. Il suo legame con i #mods di #Torino e lo spirito #Mod non l’hanno però mai abbandonato. Queste le sue parole ‘Sono e resterò sempre Mod. Perchè Mod non si diventa, non si può ‘fare il Mod’. Si scopre di esserlo. Il Modernismo è uno stile di vita che ci rende uomini migliori’.

Marcello Longhin