A Palazzo Civico un convegno sul cat-calling e la violenza di genere

La vicepresidente del Consiglio comunale Ludovica Cioria ha partecipato, questa mattina, ai lavori del convegno, organizzato in Sala Colonne di Palazzo Civico dalla Consulta femminile: “Cat-calling le scuole guardano al futuro e contrastano la violenza di genere”. Un’occasione per concentrare l’attenzione sul fenomeno spesso sottovalutato, delle molestie di strada, dei commenti indesiderati, attraverso le testimonianze di esperti e la presentazione di alcuni questionari compilati dalle studentesse e dagli studenti del Liceo statale Domenico Berti, dell’Istituto Giovanni Plana e dell’Istituto Romolo Zerboni di Torino, oltre all’Istituto Bernardo Vittone di Chieri. La mattinata si è aperta con i saluti istituzionali dell’assessora alle politiche giovanili Carlotta Salerno, dell’assessore alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli, di Ludovica Cioria, dell’assessore regionale e consigliere comunale Andrea Tronzano e della presidente della Consulta Femminile Silvana Ferratello. Nella seconda parte sono intervenuti: Cristina Onesta Mosso, professoressa associata di Psicologia sociale dell’Università di Torino; Anna Clorinda Ronfani, avvocata e vicepresidente del Telefono Rosa Piemonte; Marco Bertoluzzo, criminologo. L’incontro è stato moderato dalla giornalista e scrittrice Carola Vai. Denominatore comune di tutti gli interventi, l’attenzione da dedicare al problema della violenza sulle donne e la necessità di educare in modo adeguato le giovani generazioni. In particolare, se per Salerno servono azioni mirate, Rosatelli chiede di non sottovalutare le varie forme di violenza che possono apparire meno gravi, piccoli comportamenti quotidiani di sopraffazione che devono essere invece stigmatizzati e Tronzano invita i ragazzi a mettersi nei panni delle ragazze per meglio capire il disagio e l’imbarazzo che possono provocare commenti non richiesti. Nel suo intervento, infine, Cioria ha chiesto di piantare semi di consapevolezza per consentire alle nuove generazioni di lavorare in modo diverso sul consenso e sulle relazioni spingendo il resto della società ad intervenire e non più tacere di fronte a determinati episodi.
Marcello Longhin