5G: “Ampliare il tavolo di pianificazione per una maggiore sicurezza”

Ripetitori per la telefonia cellulare

Il Tavolo tecnico sulla pianificazione e sviluppo del 5G sul territorio cittadino, varato dalla Giunta nel marzo scorso, deve essere integrato da altri soggetti. Lo chiede una mozione discussa oggi nel corso di una riunione congiunta delle commissioni Smart City, VI Ambiente e Sanità, proponendo che del tavolo facciano formalmente parte delegati degli Ordini professionali  di Medici e Avvocati, dell’ISDE-Associazione medici per l’ambiente, nonché della Consulta ambiente e verde della Città di Torino, con in più la partecipazione dell’Istituto Ramazzini di Bologna, sede di studi sulle onde elettromagnetiche e già ascoltato in sede di commissione l’anno scorso.

Nel corso del confronto, la Giunta ha da parte sua confermato la validità dell’assetto attuale, che oltre alla Città di Torino vede coinvolti il Ministero dello sviluppo economico (MISE), l’ARPA Piemonte, gli operatori di telecomunicazioni assegnatari di frequenze ed infine AssoTelecomunicazioni, non escludendo la possibilità di interloquire su temi specifici con altri soggetti.  In più, è stato specificato da parte dell’assessore all’Innovazione, la normativa nazionale (“Decreto semplificazione”) prevede  che il Comune  non possa bloccare nuovi impianti di ripetitori se la valutazione di compatibilità effettuate dall’Arpa  è positiva, valutazione che si effettua in una cornice normativa non delineata dalle amministrazioni locali . Il Tavolo tecnico, conseguentemente, a parere della Giunta rappresenta un passo in avanti per salvaguardare salute delle persone e qualità dell’ambiente.

A detta dei promotori della mozione, che dovrà essere sottoposta al voto del Consiglio comunale in seduta plenaria, la presenza istituzionalizzata di rappresentanti di medici, avvocati e associazioni ambientaliste  – soggetti terzi ed indipendenti – potrebbe appunto contribuire ad una ancor miglior valutazione  in relazione ai possibili effetti delle onde elettromagnetiche. Di queste ultime, sottolinea il documento,   quelle in classe 2B sono stata classificate come possibili sostanze cancerogene dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dal 2011.

Claudio Raffaelli