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COMUNICATO STAMPA
SMAT: 83 CENTESIMI PER UN METRO CUBO DI ACQUA SICURA
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E I CITTADINI POTRANNO CHIEDERE ALL’ASL IL CONTROLLO DI QUALITA’ SULL’ACQUA DEL PROPRIO RUBINETTO

“L’acqua erogata dall’acquedotto costa all’utente poco più di 83 centesimi di Euro al metro cubo (come dire mille litri a circa una lira e mezza ciascuno) ed è sottoposta a controlli sanitari più frequenti rispetto alle acque minerali in commercio e la sua composizione deve rispondere a parametri di legge molto più severi”.
Lo hanno evidenziato il presidente e l’amministratore delegato di SMAT, Giorgio Gilli e Paolo Romano, nel corso della riunione odierna della Commissione Ambiente presieduta da Pier Giorgio Crosetto, che ha tra l’altro auspicato “un maggiore utilizzo dell’acqua di rubinetto nelle scuole e nelle comunità, anche per ridurre il volume degli scarti di materiale plastico”.

I rappresentanti di SMAT hanno fornito ai consiglieri un quadro generale dell’azienda e della situazione del servizio idrico, a Torino e in un’area ancora più vasta (sono più di cento i Comuni soci di SMAT).

La mission della SMAT, l’ex Azienda acquedotto municipale con sede in corso XI Febbraio, non è proprio “semplice come bere un bicchiere d’acqua”: garantire 250 litri a testa di acqua potabile di buona qualità a due milioni di utenti, 365 giorni all’anno per 24 ore al giorno, anche in periodi in cui le condizioni climatiche rendono più difficile l’approvvigionamento.

Le necessità idriche dell’area torinese richiedono l’impiego di 289 pozzi profondi fino a cento metri, delle sorgenti del Pian della Mussa e di Sangano, e l’utilizzo una certa quota di acqua di origine superficiale (più prosaicamente l’acqua del Po). Quest’ultima costituisce il 20% dell’erogazione, garantita per il 70% dai pozzi e per il rimanente 10% dalle sorgenti.
L’acqua fornita dalla SMAT risulta, secondo le analisi di laboratorio (100mila ogni anno, effettuate da SMAT ma anche dall’ARPA e dalle ASL) completamente priva di nitriti, cosa che poche acque minerali in circolazione possono vantare e con residui di cloro variabili ma sempre inferiori a 0,18 milligrammi per litro (al di sotto cioè della soglia, non fissata per legge ma consigliata, di 0,2 mg/l). Il cloro, hanno sottolineato i responsabili di SMAT, rimane indispensabile per garantire la salubrità dell’acqua nel percorso, talvolta lungo chilometri, tra l’impianto di potabilizzazione e il bicchiere.

Dal 26 dicembre, hanno inoltre sottolineato i dirigenti di SMAT, sono entrate in vigore nuove norme (adeguate a direttive europee) che non solo incrementano i controlli e introducono parametri di composizione chimica più rigidi ma che danno al singolo utente la facoltà di richiedere all’ASL il controllo della qualità dell’acqua al proprio rubinetto.

Il prezioso elemento viene convogliato in case e aziende da quasi 3.200 chilometri di tubazioni e, dopo l’utilizzo, viene raccolto (insieme alle acque piovane) da 3.500 chilometri di fognature, dotate di 37 impianti di depurazione per gli scarichi industriali. Ogni anno vengono prelevati 217 milioni di metri cubi d’acqua e 208 milioni - depurati con sistemi tecnologicamente avanzati negli impianti di Castiglione Torinese, Collegno e altri minori - vengono restituiti all’ambiente.
Nel corso dei lavori della Commissione sono intervenuti i consiglieri Lospinuso, Airola, Provera, Nigro, Ferragatta, Orlandi.

(c.r.)- Ufficio stampa del Consiglio comunale


Torino, 7 Gennaio 2004
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