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COMUNICATO STAMPA
NUOVI ARRIVI, DAL 9 OTTOBRE AL 2 NOVEMBRE A SAN FILIPPO
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NUOVI ARRIVI 2003
GIOVANI ARTISTI A TORINO

Borderline

GALLERIA SAN FILIPPO NERI / VIA MARIA VITTORIA 5 – TORINO

9 OTTOBRE / 2 NOVEMBRE 2003


La Città di Torino ha conquistato da tempo un ruolo di primo piano nell’ambito della valorizzazione dell’arte contemporanea. E’ dunque perfettamente coerente con le tradizioni culturali della città rinnovare l’appuntamento dell’ultimo periodo dell’anno con Torino Contemporanea Luce e Arte: un’iniziativa che vede impegnate tutte le forze torinesi, dalle istituzioni cittadine, agli spazi museali, alle gallerie private, nella promozione dell’incontro tra l’arte contemporanea e il pubblico più vasto.
In questo contesto si inserisce la nona edizione di Nuovi Arrivi, la rassegna nata nel 1995, e organizzata dal Centro Documentazione Arti Visive dell’Ufficio Creatività e Innovazione della Città di Torino, in collaborazione con la Regione Piemonte, con l’intento di presentare in anteprima al pubblico l’attività di artisti esordienti, attivi a Torino e in Piemonte, d’età inferiore ai 35 anni.

L’edizione del 2003, che inaugura giovedì 9 ottobre, alle ore 18, nel Chiostro di San Filippo Neri, in via Maria Vittoria 5 a Torino, è a cura di Guido Curto, critico d’arte del quotidiano La Stampa e docente di Storia dell’arte all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Dopo un’indagine condotta sul campo, incontrando tanti giovani che hanno studiato all’Accademia Albertina o che si sono avvicinati all’arte autonomamente, Curto ha selezionato in tutto nove artisti, alcuni dei quali lavorano in coppia.

La mostra è stata intitolata Borderline perché tutti gli artisti invitati nel loro lavoro conducono una ricerca incentrata su soggetti e tematiche di “confine” - le periferie urbane, la marginalità, l’esclusione, la solitudine, l’angoscia - utilizzando materiali e tecniche tradizionali come la pittura, la scultura, l’installazione, la fotografia in bianco e nero. Per una precisa scelta curatoriale, quest’anno in mostra non troviamo videoinstallazioni o lavori eseguiti col computer. In tutte le opere determinante è infatti la manualità dell’artista.

Gli artisti invitati a Nuovi Arrivi 2003:

ALICE BENESSIA
MANUELE CERUTTI & LAURA PUGNO
SILVIO DEALESSANDRI & ENRICA SALVADORI
FRANCESCA FORCELLA
HILARIO ISOLA & MATTEO NORZI
FABIO VIALE

La mostra è aperta al pubblico fino al 2 novembre.
Orario: tutti i giorni / 15.30-19.30. Ingresso gratuito.

Per informazioni e per il materiale fotografico:
tel. 011.4430045/ 011.4430034 - fax 011.4430033
e-mail: patrizia.rossello@comune.torino.it / chiara.bobbio@giovaniartisti.it
www.comune.torino.it/gioart



ALICE BENESSIA è nata nel 1973 a Torino, vive e lavora tra Torino e New York; è laureata in fisica all’Università di Torino; ha conseguito un Master in Fine Arts alla Columbia University di New York, dove si è specializzata in fotografia. Alice Benessia presenta un’installazione costituita da una trentina di fotografie in bianco e nero, di medio formato, incorniciate e appese a parete in modo da formare un’elegante e lineare composizione astratta-geometrica. Tutte le immagini, stampate a mano dall’artista, raffigurano “una linea tra caduta ed equilibrio, dove ci si arrischia e accade d’imparare. Una linea di perpetua instabilità, mai comoda”, come lei stessa dichiara in una scritta-poesia che fa parte integrante dell’opera. Le immagini diventano quindi espressione lirica di una ben precisa condizione esistenziale e i luoghi fotografati sono correlativo oggettivo di uno stato d’animo, inquieto e vibrante.

MANUELE CERUTTI è nato il 1976 a Torino, dove vive e lavora; LAURA PUGNO è nata nel 1975 a Borgosesia (VC), vive e lavora a Torino; entrambi sono diplomati in Pittura all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Cerutti e Laura Pugno non lavorano più “a quattro mani” sulla stessa tela, come facevano nei loro esordi da studenti; oggi dipingono singolarmente, con uno stile tra loro assai simile, ma personalmente ben caratterizzato. Insieme però scelgono i soggetti, le tematiche e sviluppano progetti comuni. In passato erano interessati soprattutto all’iconografia degli animali selvatici come i lupi, gli scimpanzé e gli orsi. Per questa mostra hanno condotto una nuova ricerca sui tanti nuovi cittadini torinesi provenienti dall’Est Europa (un tempo si diceva d’oltrecortina). Li hanno cercati, incontrati, hanno parlato con loro, in alcuni casi sono diventati anche un po’ amici, e poi li hanno ritratti in grandi quadri ad olio su tela, mescolando uno stile intensamente realistico a parti dipinte con una pennellata quasi informale, a dripping. I quadri raffigurano belle ragazze e bei ragazzi, dagli sguardi intensi, fieri, raffigurati in tutta la loro dignità, altro che extracomunitari!

SILVIO DEALESSANDRI è nato nel 1978 a Torino, dove vive e lavora. ENRICA SALVADORI è nata nel 1977 a Torino, dove vive e lavora e dove s’è diplomata in Scultura all’Accademia Albertina delle Belle Arti. Insieme hanno realizzato un’installazione che accosta le sculture in cemento di Enrica Salvadori alle fotografie in bianco e nero di Silvio Dealessandri. Le sculture, a forma di parallelepipedo, hanno l’aspetto degli alti condomini del quartiere E 14 di Torino, l’ultima periferia della città nell’area nord-est, situata vicino all’ingresso della superstrada per l’Aeroporto di Caselle. Un luce artificiale viene proiettata su quei parallelepipedi e attraversa i fori-finestre di quelle anonime case popolari, così l’ombra si staglia sulla parete retrostante diventando parte integrante dell’installazione, e su quello stesso muro bianco sono affisse le foto in bianco e nero di Silvio Dealessandri che documentano l’algido aspetto di quegli anonimi, alienati condomini. Grazie a quest’intervento artistico, riusciamo però a scoprire come questi Non Luoghi (per usare la fortunata definizione del sociologo Marc Augè) abbiano in realtà un’anima metafisica. Quella che piaceva tanto al grande pittore Mario Sironi.

FRANCESCA FORCELLA è nata nel 1974 ad Atri (TE), vive e lavora a Torino. E’ diplomata al Liceo Artistico di Pescara; ha studiato alla Facoltà di Lettere dell’Università di Chieti. Francesca Forcella realizza dei quadri in cui si vedono ritratti di persone qualunque, ragazzi che chiacchierano tra loro, fumano, si divertono. Osservando con più attenzione, però, si scopre che ogni personaggio è dipinto su un cartoncino nero ritagliato lungo i bordi come se fosse una silhouette, e questa è stata poi incollata sulla tela bianca del quadro. In altri dipinti, più recenti, Francesca Forcella dipinge stanze vuote e desolate, e si ha l’impressione che le camere siano appena state abbandonate da qualcuno, tanto che s’avverte una presenza, o c’è una sorta d’attesa come se qualcuno dovesse arrivare da un momento all’altro.

HILARIO ISOLA e MATTEO NORZI sono entrambi nati nel 1976 a Torino; lavorano insieme dal 1999 e hanno il loro studio a Bagnolo Piemonte (CN) in una cascina attigua allo splendido Castello medievale che appartiene al padre di Hilario, l’architetto Aimaro Isola. A quattro mani, Isola & Norzi costruiscono grandi installazioni ambientali, realizzate in prevalenza col legno, che lavorano usando la sega elettrica o addirittura l’ascia e solo a volte la sgorbia, senza però mai intagliarlo o lucidarlo. L’aspetto delle opere è volutamente ruvido, grezzo e questa forma estetica è in sintonia con i soggetti, che spesso sono bambine “messe nell’angolo, oppure nascoste dietro ad una tenda dalla quale emergono facendo capolino, sempre colte in una situazione d’inquietante fragilità e di solitudine, in quella condizione emotiva di disagio mentale che gli psicologici definiscono, appunto, borderline”.

FABIO VIALE è nato nel 1975 a Cuneo, vive e lavora a Torino. Fabio Viale ama la scultura ed ama soprattutto il marmo, quello bianco, statuario, di Carrara, col quale ha realizzato persino una barca, virtuosisticamente scolpita, anzi michelangiolescamente liberata da un solo gigantesco blocco. Già in questo lavoro, intitolato argutamente Ahgalla, era presente la volontà di portare al limite non solo le capacità d’una tecnica, ma anche la valenza espressiva insita nel materiale. Il marmo, così apparentemente pesante e inamovibile, può in realtà galleggiare e navigare veloce sull’acqua. Questo paradosso-ossimoro lo ritroviamo anche negli aeroplanini di carta presenti in mostra. Sia quando essi hanno l’aspetto di grandi sculture a tutto tondo, sia quando sono dei bassorilievi “dimezzati” e poi assemblati in una grande installazione specchiante appesa alla parete. Gli aeroplani sono tutti scolpiti nel marmo, e se in verità non possono volare, esprimono un’idea di leggerezza e di cartacea, morbida e candida fragilità.

Torino, 16 Settembre 2003
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