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COMUNICATO STAMPA
PHONE CENTER, LA CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO INCONTRA I CITTADINI DI SAN SALVARIO
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La conferenza dei capigruppo ha affrontato questa mattina il problema della proliferazione dei phone center nel quadrilatero di San Salvario, denunciato da una petizione al Consiglio comunale firmata da centinaia di cittadini della zona.

I promotori della petizione hanno espresso ai rappresentanti di tutte le formazioni politiche presenti in Sala rossa “disagio e preoccupazione” a causa alla presenza di quasi cinquanta phone center in un’area ristretta compresa tra via Nizza, via Ormea, corso Marconi e corso Vittorio Emanuele, con “assembramenti ad ogni ora a danno della quiete pubblica e sospetti di attività illegali svolte all’interno di alcuni di questi locali”.

Nel corso degli interventi dei capigruppo, oltre alla mancanza di una legislazione nazionale adeguata per regolare l’attività di questi esercizi, è stata generalmente evidenziata la possibilità e la necessità di un’azione incisiva di controllo da parte del Comune, in collaborazione con le autorità locali.

L’assessore Gianluigi Bonino, presente alla riunione, ha precisato che i phone center “attualmente possono essere avviati senza alcuna richiesta al Comune ma ottenendo l’autorizzazione, con la norma del silenzio-assenso, dell’autorità di garanzia per le telecomunicazioni presso il Ministero delle Comunicazioni”. L’assessore ha quindi informato i capigruppo che “le attività di monitoraggio sono iniziate, e che l’amministrazione comunale promuoverà le necessarie intese con gli altri soggetti istituzionali e con le forze dell’ordine”.

Il presidente del Consiglio comunale Mauro Marino, a nome della conferenza dei capigruppo, ha garantito ai cittadini di San Salvario che “il problema sarà portato nella sede opportuna, cioè al Comitato provinciale per l’ordine pubblico e segnalato al prefetto come priorità. Prima di questo – ha aggiunto Marino – la Città potrà effettuare un monitoraggio su questi esercizi, che la legislazione nazionale non sottopone ad autorizzazioni previe da parte dei Comuni, incentrato sul controllo delle attività collaterali, come la vendita di cibi cucinati, stoffe o altro, che come segnalato dai cittadini si svolgono in una parte dei phone center. Questo– ha sottolineato il presidente – al fine di raccogliere dati da sottoporre alla Prefettura, ma anche per cominciare ad incidere sul problema per la parte di competenza del Comune, come nel caso della vigilanza sulle norme sanitarie”.
(c.r.)

Torino, 21 Ottobre 2003
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