http://www.comune.torino.it
http://www.torinoartecontemporanea.it


DOWNLOAD :: newsletter [.pdf 654 KB]

IN SEDE - QUI SI STA BENE
31 ARTISTI STRANIERI CHE LAVORANO A TORINO
24 novembre 2006 – 27 settembre 2007
Via San Francesco da Paola 3
Città di Torino - Divisione Servizi Culturali

INTRO
ARTISTI
INFO
ENGLISH

Dopo le prime due edizioni, il ciclo delle mostre In Sede prosegue con una mostra dal titolo un po’ bizzarro: Qui si sta bene - 31 artisti stranieri che lavorano a Torino. In questi spazi non convenzionali, per la prima volta, vengono proposte delle opere di quegli artisti stranieri che, per i motivi più diversi, hanno scelto di vivere e lavorare a Torino o nella nostra regione. Si tratta di artisti di tutte le generazioni, ma in particolare giovani, che provengono dai più svariati paesi del mondo. Alcuni di loro vivono qui ormai da decenni, altri da qualche anno, altri ancora hanno le loro gallerie di riferimento nella capitale sabauda.Tutti sono impegnati in ricerche di notevole qualità nel campo della pittura, della scultura, delle installazioni, della video arte o della fotografia. L’intenzione di questa singolare rassegna è di dimostrare la vitalità e l’apertura internazionale della scena artistica torinese anche dal punto di vista della produzione “in loco”, e non solo da quello delle attività espositive dei musei e fondazioni, delle gallerie, delle fiere e delle triennali.Torino sta progressivamente rafforzando il suo ruolo di città di punta dell’arte contemporanea in Italia anche per il fatto che continua ad aumentare il numero dei giovani artisti che la scelgono come punto di riferimento privilegiato per la loro attività. Gli artisti stessi con viva voce ci danno la loro testimonianza del perché “Qui si sta bene” in un bellissimo video realizzato da Felipe Aguila, durante una animata cena che, per certi versi, ha assunto le caratteristiche di una performance collettiva.
Il video viene proposto in mostra insieme a tutti gli altri lavori, che sono stati installati nell’androne, negli atrii, nei corridoi e in stanze d’uffici con grande libertà di accostamenti per un confronto aperto e piuttosto stimolante.
L’androne, da cui tutti devono passare, è fortemente connotato innanzitutto dalla presenza di una grande installazione con elementi di pietra e cavi in tensione del tedesco Johannes Pfeiffer, ma anche sul muro di fronte, da una grande tela sul tema del lavoro in Africa, dipinta con vitale incisività dal giovane senegalese Ibrahima Diaw. Sempre all’entrata, su uno schermo collocato all’interno della guardiola si possono vedere un video del cileno Felipe Aguila, intitolato Strisce pedonali, e quello della serba Jelena Vasiljev, che documenta la performance Pensavo di essere un lupo, in cui si vede una azione di cucina con forti valenze simboliche. Nell’atrio e nei corridoi del piano terra sono collocati i lavori del rumeno Radu Rata, un grande bassorilievo bianco con crani di animali che si mordono; le nitide foto di reportage dello spagnolo Pablo Balbontin Arenas; un grande dipinto di poetica tensione astratta orientale, che fa parte di un ciclo dedicato all’Odissea, del giapponese Horiki Katsutomi; il lavoro con singolari effetti ottici dell’algerino Rédha Sbaïhi e la sua installazione dal titolo Cow cold.
Salendo su per le scale troviamo, oltre a delle sculture di lupi della Vasiljev, una strana scultura polimaterica a forma di chiocciola del rumeno Emanuel Rata; e una serie di forme convesse ovoidali in plexiglas colorato del tedesco Klaus Munch che sembrano galleggiare sospese sui muri.Nella strettissima tromba delle scale la tedesca Claudia Haberkern ha sospeso delle sue sculture con forme organiche astratte. All’ultimo piano sempre nell’invaso dello scalone ecco pendere dall’alto un’articolata struttura in legno e carta del giapponese Hiroaki Asahara che appare come uno strano Bozzolo.
Dello stesso artista in un corridoio del terzo piano c’è un lavoro a muro che si presenta come una finta porta. Nell’atrio del primo piano si fronteggiano sulle pareti, The Dry Season uno scorcio di bosco secco dipinto su una grande tela dall’americano Victor Kastelic; e le figure femminili della tedesca Elke Warth di forte carattere espressivo. Sempre nell’atrio, vicino all’ascensore troviamo due sculture in marmo di Carrara e malachite di estrema raffinatezza realizzate dall’americana Jessica Carroll.
Nel corridoio vicino sono esposti il lavoro concettuale della francese Sabine Delafon, incentrato sul problema dell’identità del proprio stesso nome; alcuni dipinti quasi informali dell’americano David Ruff; e Fluxus metropolitan, un lungo e stretto dittico della belga Amélie Lecarré. Allo stesso piano, in alcune stanze dell’Ufficio Creatività e Innovazione, si è voluto rendere omaggio a un artista russo, Serghej Potapenko, purtroppo scomparso troppo presto, presentando una piccola personale con un decina di quadri in cui emerge tutto l’incanto poetico del suo immaginario figurativo.
Al secondo piano, l’atrio è animato da una installazione video interattiva della tedesca Antje Rieck, dove onde del mare si muovono in vario modo in relazione al passaggio delle persone. Un lavoro di suggestivo significato metaforico. Nello spesso spazio, da un lato è collocata la grossa e grottesca testa in tessuto bianco imbottito realizzata dall’americana Marguerite Kahrl e su una parete, come un ironico trofeo di caccia, una testa di panda costruita con carta e pelliccia sintetica dal giapponese Kimitake Sato. Nel corridoio troviamo due grandi stampe fotografiche su alluminio dell’israeliana Tarin Gartner; e anche alcune foto dell’olandese Bastiaan Arler. Ma il lavoro più significativo di quest’ultimo è costituito da un nastro adesivo giallo con l’ossessiva sequenza alternata di due parole “question” e “answer”, nastro che è stato attaccato ai bordi di varie scrivanie e tavoli.
Al terzo piano, nell’atrio è installata su una parete una grande mensola, con bicchieri blu e altri elementi bianchi, del rumeno Radu Dragomirescu, una sorta di “natura morta” che spicca per la sua nitida eleganza formale e per la sua enigmatica tensione allusiva.
Sul muro di fronte si apre con aerea e luminosa intensità l’ampio paesaggio montano, Alpes-Tramonto del peruviano Lorenzo VillaCorta Noya, realizzato con carta e luci sapientemente regolate.
Nel corridoio troviamo i lavori di fresca aromaticità pop del giapponese Shinya Sakurai. A sostenere virtualmente la parete principale dell’atrio all’ultimo piano ci ha pensato l’argentina Elizabeth Aro con una sequenza di fragili cariati di realizzate in tessuto. Di fronte si può vedere il trittico dipinto con calligrafica leggerezza astratta dalla cinese Chen Li.
E infine nel corridoio sono collocati le lievi e fluttuanti figure lineari femminili tracciate dalla polacca Gosia Turzeniecka; e un dipinto di singolare informalità segnica dell’iraniana Maryam VafaeiNejad.
Naturalmente una descrizione così sintetica non può assolutamente dar conto della variegata e sorprendente vitalità di questa mostra davvero sui “generis”.

FRANCESCO POLI

ARTISTI

01 : Ameliè Lecarrè
02 : Antje Rieck
03 : Bastiaan Arler
04 : Chen Li
05 : Claudia Haberkern
06 : David Ruff
07 : Elizabeth Aro
08 : Elke Warth
09 : Emanuel Mihai Rata
10 : Felipe Aguila
11 : Gosia Turzeniecka

12 : Hiroaki Asahara
13 : Horiki Katsutomi
14 : Ibrahima Diaw
15 : Jelena Vasiljev
16 : Jessica Carroll


17 : Johannes Pfeiffer
18 : Kimitake Sato

19 : Klaus Munch
20 : Lorenzo VillaCorta Noya
21 : Marguerite Kahrl
22 : Maryam VafaeiNejad
23 : Pablo Balbontin Arenas
24 : Radu Constantin Rata
25 : Radu Dragomirescu
26 : Redha Sbaihi
27 : Sabine Delafon

28 : Shinya Sakurai
29 : Tarin Gartner
30 : Victor Kastelic

OMAGGIO A
31 :
Serghej Potapenko

Russia, San Pietroburgo 1962-2003

TOP
Condizioni d'uso, privacy e cookie

IBRAHIMA DIAW FELIPE AGUILA SERGHEJ  POTAPENKO ELKE WARTH JESSICA CARROLL DAVID RUFF DAVI RUFF SABINE DELAFON AMELIE' LECARRE' MARGUERITE KAHRL SERGHEJ  POTAPENKO CLAUDIA HABERKERN KIMITAKE SATO TARIN GARTNER VICTOR KASTELIC CLAUDIA HABERKERN CHEN LI GOSIA TURZENIECKA RADU DRAGOMIRESCU LORENZO VILLACORTA SHINYA SAKURAI MARGUERITE KAHRL MARYAM VAFAEINEJAD BASTIAAN ARLER BASTIAAN ARLER BASTIAAN ARLER BASTIAAN ARLER HIROAKI ASAHARA ELIZABETH ARO HIROAKI ASAHARA BASTIAAN ARLER CHEN LI ANTJE RIECK KLAUS MUNCH CLAUDIA HABERKERN EMANUEL MIHAI RATA SERGHEJ  POTAPENKO PABLO BALBONTIN ARENAS PABLO BALBONTIN ARENAS VICTOR KASTELIC HORIKI KATSUTOMI REDHA SBAIHI RADU CONSTANTIN RATA JELENA VASILJEV REDHA SBAIHI IBRAHIMA DIAW JELENA VASILJEV JOHANNES PFEIFFER