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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Febbraio 2016 ore 10,00
Paragrafo n. 7
INTERPELLANZA 2016-00641
(QUESTION TIME) "CATANIA SUCCURSALE DEL MUSEO EGIZIO" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RICCA ED ALTRI IN DATA 16 FEBBRAIO 2016.
Interventi
"Catania succursale del Museo Egizio"
"Museo Egizio a Catania"

PORCINO Giovanni (Presidente)
Passiamo alla discussione congiunta dell'interpellanza (question time) n. mecc.
201600641/002, presentata in data 16 febbraio 2016, avente per oggetto:

"Catania succursale del Museo Egizio"

e dell'interpellanza (question time) n. mecc. 201600699/002, presentata in data 18
febbraio 2016, avente per oggetto:

"Museo Egizio a Catania"

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Braccialarghe.

BRACCIALARGHE Maurizio (Assessore)
Innanzitutto consentitemi di fare tre premesse d'obbligo. La prima è che, come credo sia
noto a tutti voi, i reperti che sono nella disponibilità del Museo Egizio di Torino, e non
solo del Museo Egizio, sono di proprietà dello Stato.
La seconda questione che vorrei preliminarmente indicare è che grandi musei nel
mondo hanno lavorato per costituire in luoghi diversi del mondo medesimo delle loro,
definiamole, succursali; ovviamente sto parlando del Museo del Louvre, del
Guggenheim, e degli stessi musei veneziani.
La terza questione che vorrei fosse chiara è che allo stato il Consiglio Direttivo della
Fondazione Museo Egizio, del quale faccio parte anche io, in rappresentanza del
Comune di Torino, non ha mai discusso di questa ipotesi, che è un'ipotesi allo stato nata
da una interlocuzione avviata dal Sindaco di Catania, e quindi io attendo che il
Consiglio di Amministrazione sia chiamato a valutare tale questione.
Personalmente - qui sono finite le premesse -, ritengo che, nella valutazione eventuale di
un progetto di questo genere, si debbano salvaguardare due aspetti fondamentali: il
primo è una convenienza del Museo ad un'ipotesi di questo genere, una convenienza
che va valutata sotto i diversi aspetti, sicuramente cercando - seconda valutazione - di
portare eventualmente a casa un vantaggio competitivo per il Museo Egizio, ove sia il
caso di valutare la fattibilità di un'operazione di questo genere, che quindi non può
avere dei costi diretti per il Museo, in questa eventualità, deve avere, in questo carattere
di reciprocità, un adeguato meccanismo compensativo anche per il Museo medesimo, e
quindi anche per la Città di Torino.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Ringrazio l'Assessore per la risposta. Assessore Braccialarghe, sono parole che ci
tranquillizzano, ma anche io vorrei fare una premessa. È vero che il patrimonio è statale,
ma noi abbiamo un Sindaco che è talmente vanitoso di quella che è la capacità di
attrazione turistica che ha portato lui in questi cinque anni, che sarebbe uno scivolone
tremendo poter perdere qualcosa che, se sta in un magazzino, deve essere esposto e, se
non c'è spazio per esporlo, lo spazio si trova. Se lo spazio c'è, allora chi dirige quel
Museo si faccia delle domande sulla sua capacità di trovare e di valorizzare quello che
ha nei magazzini.
A detta di qualcuno, è vero che il Louvre ha delle dependance, ce le ha a Lens, sono 200
chilometri, sono 50 minuti con l'alta velocità e non sono due ore di aereo. Quindi, nel
calcolo delle opportunità di fare una cosa di questo tipo, uno dovrebbe immaginare
Milano, non 1.500 chilometri di distanza.
Se pensiamo che per il Guggenheim con Bilbao la distanza è quasi il doppio di quella
tra Parigi e Lens, però siamo sull'ordine di due ore con l'alta velocità, mi viene da
pensare che sono cose che, come ha detto lei, vanno a fare uno scambio reciproco: "Ti
do quando ottengo qualcosa in cambio a livello culturale".
Ripeto, sono contento delle parole dell'Assessore, vuol dire che Torino non perde
niente, anzi, io però, Assessore, a questo punto vorrei capire insieme a lei, magari
affrontando questo tema in Commissione, cosa c'è di questi reperti (il Sindaco Bianco
ha parlato di 17.000 reperti e io credo che un Sindaco non parli a caso, quindi, se aveva
un numero, evidentemente hanno già individuato cosa e come) e trovare, nel caso in cui,
degli spazi espositivi adeguati. Qualche anno fa si era ragionato di prendere in
considerazione la Reggia di Venaria. Abbiamo talmente tanto spazio a Torino per poter
esporre che, se il Museo Egizio è troppo piccolo, possiamo ampliarlo, magari con delle
dependance direttamente su Torino. Per quanto riguarda la Reggia di Venaria, siamo
riusciti a fare anche un bel collegamento dal centro città direttamente alla Reggia,
sarebbe una ragione in più per dare ai turisti che vengono nella nostra città un motivo
per visitarla.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Greco Lucchina.

GRECO LUCCHINA Paolo
In coda a quanto detto dal Consigliere Ricca, il tema a me pare un po' più da analizzare.
Perché lo dico? Perché dalle notizie giornalistiche che hanno portato il sottoscritto a fare
una richiesta di comunicazioni, poi sfociate in un'idea simile, e quindi ad un question
time che oggi stiamo discutendo, mi pare che l'Amministrazione Comunale di Catania
si fosse in qualche modo portata un po' troppo avanti e queste notizie giornalistiche da
parte di questa Amministrazione Comunale non sono state smentite per niente.
Mi riferisco al fatto che, al di là dei 17.000 reperti che devono ancora essere catalogati,
decriptati ed esposti, si faceva riferimento ad una sorta di succursale, già sapevamo
dove, cioè presso il Convento dei Crociferi, una volta ultimati i lavori di restauro.
Questa si dice fosse un'ambiziosa idea dell'Amministrazione Comunale, resa nota con
un accordo siglato con la direzione dell'Istituto Piemontese. A me pare che, dal
momento che si parla di un accordo siglato con i vertici, e quindi con la Presidente
Evelina Christillin e il dottor Greco, informato anche il Ministero dei Beni Culturali -
così dicono anche le notizie giornalistiche -, mi pare di capire che probabilmente o c'è
una mancanza di comunicazione tra i vertici del Museo Egizio e le Amministrazioni che
vengono rappresentate nel Consiglio di Amministrazione del Museo Egizio stesso - e in
questo caso faccio riferimento all'Assessore Braccialarghe -, o c'è un cortocircuito che
permette ai vertici del Museo Egizio, in qualche modo, di disporre o di avere iniziative,
senza tener conto di quelle che sono le valutazioni fatte dall'Amministrazione
Comunale di Torino.
Detto questo, condivido quanto detto dal Consigliere Ricca. A Torino ci mancano gli
spazi? E la Reggia di Venaria? Ha detto bene il Consigliere: facciamo le carrozze, gli
abiti ai Savoia, eccetera, e non ci possiamo mettere 17.000 reperti del secondo Museo
Egizio per importanza mondiale? La riflessione secondo me va fatta su questo e,
soprattutto, bisogna dirsi, una volta per tutte, che quello che è nostro va difeso.
Quindi, ci aspettiamo che l'Amministrazione, per voce dell'Assessore Braccialarghe,
ma anche del Sindaco Fassino, smentisca l'ipotesi di succursali ovunque.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Io ho fatto questa richiesta dopo aver sentito alcuni commenti un po' fantasiosi. Il fatto
che il Museo Egizio di Torino possa utilizzare una parte delle proprie collezioni, quelle
ovviamente utilizzabili, perché non è detto che tutti i reperti possano essere esposti e
abbiano un valore per il pubblico, perché un museo non è visitato soltanto dagli esperti,
in questo caso dagli egittologi, ma anche dalla gente normale; quindi, il fatto che ci
possano essere delle succursali del Museo Egizio di Torino in altre città non è una
bestemmia.
Per questo io ritengo che siano questioni da approfondire e da calibrare. Non è facile,
perché ho letto che il Museo Egizio ha circa 37.000 reperti, però ho letto anche che il
Museo Egizio di Londra vanta 110.000 reperti, ma non so se sia vero. Questo per dire
che la parte oggi esposta nei musei egizi (al Cairo penso sia la stessa cosa) è una
minima parte, perché è un pezzo di un percorso espositivo. Tant'è vero che il Museo
Egizio di Torino è stato riallestito diverse volte, affinché anche il visitatore medio, che
non ha una conoscenza approfondita e precisa di tutte le dinastie dell'Egitto, possa
capire e rimanere affascinato.
Una volta si diceva che visitando uno o due musei egizi in giro per l'Europa, alla fine
diventano ripetitivi; tant'è vero che quando gli italiani visitano il Louvre saltano sempre
la collezione dedicata all'antico Egitto, perché hanno l'impressione di aver già visto
tutto visitando il Museo Egizio di Torino.
Quindi, credo che non si tratti di fare polemiche, ma di capire quale sia la cosa più
importante per la città e per il Museo Egizio, dal momento che è un simbolo di questa
città, perché se io fossi un membro del Consiglio di Amministrazione del Museo Egizio
e avessi una logica privata, farei certamente altre sedi, non avrei dubbi su questo, perché
utilizzerei le mie collezioni.
Il fatto di allargare l'attuale collezione, come dice il Consigliere Ricca, mettendo tutti i
musei in esposizione, non diventa un'attrattiva maggiore. Io ricordo che quando da
ragazzino andavo al vecchio Museo Egizio (la domenica mattina era gratis, per cui ci
andavo spesso) saltavo tutte quelle vetrine in cui erano esposti centinaia di pezzi
minuscoli, dando un'occhiata veloce, altrimenti dovevo passare un giorno intero al
Museo. È un po' come quando vai in quei musei in cui trovi tanti frammenti di
porcellane: o sei un cultore della materia o altrimenti passi avanti. Quindi, la questione
non è il numero dei pezzi esposti.
L'unica cosa vera di questa vicenda è che Catania sembra essere interessata. Io non la
scarterei così a priori, perché a differenza di Milano, che invece rischia di essere
concorrenziale per Torino, perché un Museo Egizio a Milano rischia di essere il Museo
Egizio di Milano, con una succursale a Torino. Non capisco perché il Consigliere Ricca
(o forse lo capisco) abbia questa vocazione lombarda, però la lascio a lui. Mentre
Catania è da tutta un'altra parte; è ovvio che la reciprocità è più difficile, per spostare un
pezzo della collezione tra le due città, però credo che sia possibile e che non sia da
escludere.
È ovvio che il Museo Egizio di serie A rimarrà il Museo Egizio di Torino, a meno che i
catanesi siano bravissimi a metterci i soldi, eccetera, con i reperti che il Museo Egizio
vorrà dargli. L'interesse in questione è culturale. Se l'obiettivo dei musei è diffondere
cultura, è chiaro che avere più musei, anche sulla stessa materia, purché non siano
vicinissimi, sia un vantaggio. Per cui, un Museo Egizio in più in Italia, anche con una
sede in un'altra città, aumenta il prestigio di quello torinese. Questo aspetto è da
valutare e non va escluso assolutamente.
Ecco perché non la ritengo assolutamente una bestemmia e non vorrei che - mi pare di
capire - la proposta venga bocciata perché arriva da Catania, mentre se fosse arrivata da
Milano o da Bergamo, probabilmente erano più vicine e più amiche.

PORCINO Giovanni (Presidente)
L'interpellanza è discussa. Come richiesto dagli interpellanti rimandiamo l'argomento
in Commissione per approfondimenti, richiedendo altresì al Presidente di invitare anche
gli interessati, ovvero il Museo Egizio, per ulteriori informazioni.
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