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Comunicazioni del Sindaco: - "Patto di condivisione islamico". PORCINO Giovanni (Presidente) Procediamo con le richieste di comunicazione al Sindaco accolte. Consiglieri, siamo a pagina 8 del secondo supplemento. Dibattiamo delle comunicazioni del Sindaco aventi ad oggetto la "sigla del patto condivisione prevista per l'8 febbraio con i rappresentanti islamici". La parola all'Assessora Curti. CURTI Ilda (Assessora) Sono piuttosto lieta di rispondere a questa richiesta di comunicazioni urgenti da parte della Lega Nord, perché così posso informare l'Aula di quello che è successo da quando il 9 dicembre 2015 ho risposto alle stesse comunicazioni urgenti nelle quali lo stesso Gruppo mi chiedeva conto del patto di condivisione; così posso raccontare che cosa è successo nel corso di questo mese, perché si sta parlando esattamente della stessa cosa, ma mi è sembrato opportuno non leggere il mio intervento della scorsa volta, ma anzi aggiornavi su cosa è successo nel frattempo. Come ricorderete nel mese di novembre c'è stato un incontro richiesto da tutti i centri islamici della città con il Sindaco, nel quale è stato proposto, questo è il frutto anche di lunghi anni di lavoro, ma anche di una serie di incontri che c'erano stati precedentemente con me. I centri islamici hanno proposto alla Città e all'Amministrazione di firmare quello che abbiamo definito un patto di condivisione di cittadinanza attiva. Questo patto di condivisione ha un preambolo che ricordo di aver già relazionato, ma comunque ne ricordo i tratti essenziali. In questo patto di condivisione tra centri islamici con l'Amministrazione si intende valorizzare e promuovere un lavoro che in questi anni si è fatto per affermare i valori della convivenza, del rispetto reciproco e della comune conoscenza, si sottolineano alcuni aspetti fondativi del nostro essere concittadini, che sono quelli di riconoscersi nell'articolo 3 della Costituzione Repubblicana e nei principi fondamentali che regolano e normano la nostra convivenza civile, affermando che è necessario muoversi alla comune responsabilità di renderlo vivo e praticato quotidianamente. Questi sono preamboli dove, tra le altre cose, si sottolinea la preoccupazione da parte di tutti e la necessaria responsabilità da parte di tutti di fronte alla drammaticità della situazione internazionale e anche dei gravissimi fatti che in tutte le parti del mondo, compresa l'Europa, mietono vittime innocenti; quando fu scritto questo patto eravamo qualche giorno dopo i terribili e drammatici fatti di Parigi. Quindi si condivide l'orgoglio di un percorso già fatto per affermare i principi della convivenza, del rispetto, del dialogo e della possibilità di vivere pacificamente attraverso la costruzione di una cittadinanza attiva e un'attiva partecipazione alla vita della Città. Le proposte che contiene questo patto di condivisione sono tre e su queste abbiamo lavorato nel corso di questo mese. La prima proposta è quella che possa formalizzarsi la costituzione di un coordinamento permanente con le comunità religiose di fede islamica e con i luoghi di culto islamici, per aumentare le occasioni di cittadinanza attiva e partecipazione alla vita della Città. La seconda proposta è quella della redazione di una bacheca informativa - essere cittadini di Torino anche dentro la moschea - che tutti i centri islamici si sono impegnati ad avere al loro interno, dove si danno comunicazioni sulla vita sociale e civile della Città. Per fare questo noi abbiamo chiesto ai centri di segnalarci dei loro giovani ragazzi e ragazze di seconda generazione e si è costituita una redazione di una ventina di ragazzi e ragazze che stanno lavorando insieme alla città sulla redazione di articoli, interviste, in modo tale che la vita della città entri anche in luoghi che magari sono frequentati da un pezzo di popolazione che è meno usa a frequentare: dalle istituzioni culturali, alle occasioni di dibattito e di confronto all'interno della città. Una delle prime interviste a cui i ragazzi stanno lavorando è l'intervista al Direttore del Museo Egizio, per esempio, piuttosto che al Direttore del MAO, in modo tale che anche il patrimonio culturale e artistico possa sempre di più diventare un patrimonio condiviso collettivo e fruibile da tutti nello stesso modo. Quindi, la bacheca informativa ha queste caratteristiche. La terza proposta è quella di avere una giornata che si chiamerà "Moschee aperte, spazio per tutti", un po' come il giorno della cultura ebraica, un giorno in cui tutti i centri islamici e tutti i fedeli di religione musulmana possano restituire al territorio, raccontare, raccontarsi e far entrare la città dentro i propri luoghi di preghiera. Queste cose già succedono a livello di quartiere e a livello locale. Moltissime iniziative già oggi succedono in città. Ci sono momenti di dialogo interreligioso tra le varie comunità religiose in tutte i quartieri, però rimane sempre confinato fino ad oggi a un livello territoriale di quartiere. Invece la programmazione di attività che possano farci conoscere meglio reciprocamente, riteniamo che possa essere un aspetto importante per accrescere consapevolezza, inclusione, rispetto e dialogo. Nell'arco di questo mese abbiamo lavorato fattivamente a rendere operative e concrete queste proposte. L'8 febbraio, come avete letto sul giornale, ci sarà una firma più ufficiale e più formale del patto di condivisione. Nel frattempo è successo che (avrete letto sulla rassegna stampa di ieri) il Cardinale Scola ha invitato le Città e le Amministrazioni locali ad aumentare i momenti di dialogo tra le diverse confessioni religiose. La scorsa settimana a Rabat si è concluso un momento importantissimo per la comunità islamica, in cui si sono raccolti sapienti e intellettuali, proprio per sostenere la necessità di affermare valori civili all'interno di una religione che deve fare anche i conti con la sua contraddizione del fondamentalismo e dell'integralismo. Quindi, nel mondo musulmano, governi, università, sapienti e autorità religiose stanno lavorando sempre di più per promuovere un Islam capace di dialogare e di riconoscersi nei valori fondanti, che sono quelli della Carta dei Diritti dell'Uomo e della Donna. Inoltre è successo (ma su questo potrebbe sicuramente rispondere il Sindaco) che la scorsa settimana a Firenze è stato chiesto di questo patto di condivisione, perché nel momento in cui la Città di Torino l'ha annunciato, sono state tantissime le Amministrazioni locali che ci hanno chiesto di avere il testo e ci hanno chiesto di poter utilizzare il canovaccio del nostro lavoro per poter avviare un lavoro simile nelle loro città e nelle loro comunità locali. Riteniamo che questo sia un buon riconoscimento di un lavoro serio, che ha tenuto insieme senza mai smarrire i principi fondamentali di laicità delle istituzioni, che ha però saputo tenere insieme, in questi anni anche difficili, tutte le comunità facendole sentire parte della cittadinanza, parte dei soggetti sociali e di soggetti civili della città. Io credo che questo sia un investimento per il futuro e penso che soltanto un lavoro attento, serio e capace di riconoscere quali sono i valori fondanti della nostra comunità, che sono racchiusi nella Costituzione della Repubblica Italiana, ci permetterà tra venti anni di non rimpiangere del tempo perso. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Ringrazio l'Assessora Curti. Solo per essere sicuro che le sia stato trasmesso, quando è stata approvata in sede di Conferenza dei Capigruppo la richiesta della Lega Nord era stata verbalizzata una richiesta, di taglio completamente opposto, da parte del nostro Gruppo di utilizzare la comunicazione per avere notizie sulla proposta e sull'ipotesi di fare il cosiddetto "Ramadan in centro", cioè la proposta che ci risulta formalizzata da parte di diverse comunità della nostra Città per il prossimo Ramadan di tenere nel centro della città la cosiddetta colazione del mattino, eccetera. Quindi, chiedo all'Assessora Curti, qualora ne sia informata, se può dare un'integrazione su questo punto, in maniera da permetterci poi di commentare le due parti insieme; se non è un problema, Presidente. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola all'Assessora Curti. CURTI Ilda (Assessora) Non ne ero informata, ma sono in grado di rispondere. Come voi sapete da molti anni l'Id al-fitr, che è il momento finale della celebrazione del Ramadan, si tiene sotto lo strippaggio del Parco Dora, per una questione anche di capienza, perché è il momento più importante per la comunità musulmana, e sono circa 25.000-30.000 persone che si ritrovano per la cerimonia di fine Ramadan, alla quale partecipano ormai da anni non solo le autorità civili, con la Città e il Sindaco l'ultima volta, ma anche tutte le comunità religiose. Ormai sono anni che dalla Diocesi alla Comunità Ebraica vengono portati i saluti, proprio a segnare il fatto che questa è una città che è stata capace di contribuire, da patrimonio sociale e culturale, al dialogo interreligioso, che è ormai nel suo DNA, è assolutamente condiviso da tutte le maggioranze e minoranze religiose della Città. Poi ci sono invece altri momenti, che sono i momenti della rottura del digiuno; in particolare c'è un momento particolarmente significativo che tendenzialmente viene organizzato, per esempio, a San Salvario nelle strade insieme alla parrocchia di largo Saluzzo, alla comunità ebraica e al centro islamico di via Saluzzo; ormai sono almeno due anni che si fanno grandi tavolate a cui partecipano tutti. Lo stesso quest'anno è avvenuto in Barriera di Milano. Io credo che uno dei compiti del coordinamento dei centri islamici sia anche coordinarsi su iniziative di questo genere, che se occupassero anche una parte del centro della città sarebbero sicuramente iniziative positive. PORCINO Giovanni (Presidente) Mi confermano dagli Uffici che il nostro Ufficio Capigruppo aveva trasmesso la nota con cui si chiedeva l'integrazione; evidentemente si è persa tra gli Uffici. La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Sorrido a sentir citare i cardinali. A questo punto mi viene da pensare che si ascoltano solamente se fa comodo quello che dicono, perché se si ascoltano si ascoltano sempre, se no non si ascoltano mai. Motivo la richiesta di comunicazione. Leggo dichiarazioni del nostro Sindaco che dice "più che a un giuramento sulla Costituzione stiamo lavorando a un patto, che sia sottoscritto dalle autorità ai rappresentanti del mondo islamico, di cittadinanza per riconoscersi nella Costituzione". Io penso che se uno si vuole riconoscere nella Costituzione non ha bisogno di fare cose particolari; credo che si debba giurare sulla Costituzione nel momento in cui uno diventa cittadino. Mi fa pensare che ci sono comunità, come quelle che diceva prima l'Assessora Curti, come la comunità ebraica, che invece non hanno avuto bisogno di percorsi istituzionali. Loro si sono autonomamente organizzate e sono riuscite a stare perfettamente all'interno del nostro dettame costituzionale. Allora mi chiedo per quale motivo dobbiamo fare un favore a qualcuno; oggi è l'Islam, domani possono essere gli animisti; la cosa non mi interessa e non voglio entrare nel merito della religione. È il percorso privilegiato che viene dato a qualcuno rispetto a qualcun altro. Dato che a Torino, come qualcuno ci racconta, convivono diversi culti, non solamente quelli tradizionali, sapere che viene fatto un percorso privilegiato per un culto rispetto a un altro, dal mio punto di vista, è una discriminazione verso tutti quei culti che non vengono... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Il privilegio è di creare ad hoc una struttura che gli faccia fare delle iniziative. Quello che invece propongo io è fare una cosa di questo tipo ma verso tutti i culti. Anziché fare la giornata della moschea aperta, che credo non ci sia niente di male... io, signor Sindaco, ho visitato le moschee torinesi, ho parlato con gli Imam e mi sono confrontato nei luoghi in cui poteva essere fatto. Ricordo che oggi a Torino ci sono diverse realtà "abusive", dove una persona può autoproclamarsi Imam trovando tre, quattro, cinque persone che la ascoltano. Quindi bisogna anche stare attenti. Mi piacerebbe capire, Assessora Curti, a quali comunità fanno riferimento gli Imam che si sono dati disponibili, perché vorremmo capire il contesto generale. Detto questo, anziché fare una iniziativa pro Islam, perché non facciamo una cosa pro religioni, perché come ci è stato detto prima bisogna favorire il dialogo interreligioso. Anziché fare un giorno della moschea aperta, facciamo un giorno dei culti aperti, di tutti i luoghi di culto, che possono essere i Testimoni di Geova, le mosche, le chiese, la Chiesa Battista, la Chiesa Evangelica o i Templi Buddisti. Se si fa un ragionamento di questo tipo, a me piacerebbe farlo a 360°, altrimenti sembra di privilegiare esclusivamente una comunità. Io, poi, che penso sempre male, dico che tra poco si vota, magari tanti di loro votano e quindi... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Signor Sindaco, ci sono cittadini italiani nati in Marocco che sono in Italia da 25 anni, questi sono gli immigrati regolari; poi ci sono quelli del MOI, che non avete ancora sgomberato, che invece sono una piaga per Torino. Quindi esistono realtà virtuose e realtà molto poco virtuose. Detto questo, io non sto criticando l'atto in sé, dico che se si vuole fare una cosa inclusiva e fare integrazione vera, anziché fare un patto solo con i rappresentanti della religione islamica, lo si deve fare con tutti i rappresentanti delle comunità religiose torinesi. Se si vuole fare una giornata di "porte aperte", che si faccia con tutti i culti che sono presenti a Torino, perché non vedo per quale motivo non è mai stato fatto niente per la chiesa ortodossa presente a Torino in piazza Hermada, invece viene fatta per le comunità islamiche. La mia critica è solamente in questo senso. Io vorrei che fosse fatto per tutti, perché nessuno deve pensare che ci sia qualcuno più privilegiato di un altro. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Io vorrei solo porre due o tre questioni. Intanto il Consigliere Ricca è stato sicuramente più diplomatico e ha girato attorno alle parole, io invece sarò più esplicito, Assessore, come è un po' nelle mie caratteristiche. A me sembra, tradotto in una sola parola, sudditanza. Questo l'abbiamo dimostrato nei giorni scorsi, siamo riusciti anche a coprire le statue. E questo è tutto consequenziale, bisognerebbe anche finirla, perché ogni tanto, secondo me, si guardano in faccia e ridono. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Chi? Lo posso dire o magari salto in aria? Lo dico? Il popolo islamico. Tra l'altro, ieri ho partecipato a un incontro dove c'era una comunità ebraica, visto che vogliamo parlare di convivenza, di tante belle cose... che comunque sono tradotte in sudditanza nei loro confronti, perché questi qui fanno anche paura, siamo molto spaventati. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non vado certo a fare il ruffiano come fa lui. Vedo che il Sindaco prende appunti, probabilmente mi risponderà, ma io ho notato questo; non lo dico perché voglio andarle contro, dico solo che (è questo che si chiedono anche i cittadini) sembra che viviamo un rapporto di sudditanza, e allora per tenerli buoni cerchiamo di dialogare, come quando eravamo bambini, arrivava il più prepotente e dicevamo "facciamolo giocare, se no poi alla fine questo disturba il nostro gioco". Tornando al discorso di ieri, partecipando a un incontro con alcuni esponenti del popolo ebraico che dicevano come si fa a dialogare con persone che nella loro religione mettono in evidenza lo sterminio del popolo ebraico? Questo è il punto focale di tutta la situazione. Allora come possiamo dialogare... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, sto dicendo delle eresie, infatti quello che è capitato in Francia sono tutte eresie. A questo punto visto che fanno i cattivi cerchiamo di ricondurli dalla nostra parte, poveri illusi che siano. Non voglio spingermi oltre, magari lo farò in un'altra occasione, ma io ho una idea personale molto forte, ma la risparmio. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Facciamo magari un incontro anche con la comunità ebraica, vediamo se l'Assessora riesce a metterli tutti attorno a un tavolo. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Io sono convinto che chi può vantare un'esperienza istituzionale a vari livelli, come il Sindaco Fassino, sa benissimo che la competenza a stabilire intese a nome dello Stato Italiano o, in generale, a nome delle Istituzioni, nel nostro ordinamento giuridico, è proprio la sede nazionale del Governo. Non è un caso che nel nostro ordinamento sia previsto questo, e io non credo che sia una casualità se il nostro Stato, con i diversi governi che sono si succeduti, ha stabilito intese con la quasi totalità delle confessioni religiose esistenti in Italia, con tutta la pluralità di quelle cristiane, non cattoliche, con tutta la pluralità di quelle buddiste o indù, addirittura politeiste, quando poi in realtà con la comunità islamica, nonostante tanti tentativi, non si sia mai pervenuti a una reale e ratificata intesa con la confessione religiosa che disciplinasse normativamente i rapporti. Diciamoci la verità, voi avete fatto un'operazione che non può che avere un sapore strettamente simbolico e ne dovete essere pienamente consapevoli. Non è niente di più di un finto matrimonio omosessuale celebrato con una finta fascia tricolore, come ha fatto il Consigliere Viale questo weekend, non è assolutamente niente di più, siete consapevoli che quel giuramento ha un valore assolutamente nullo, lo sapete benissimo, non è il giuramento di un militare, non è il giuramento di un ministro, è un atto semplicemente simbolico che ponete in pasto ai media, evidentemente, per lanciare dei messaggi. È legittimo, però questa operazione non ha il minimo peso istituzionale, perché oggettivamente è così. Purtroppo delegare al simbolico una materia così complessa e delicata vi sta portando a una serie di inciampi, di cui penso che lei, signor Sindaco, sia solo parzialmente consapevole nell'aver delegato. Per esempio, siamo la Città dove un'Assessora, donna di sinistra, va ogni anno a portare i saluti, anche nostri, a un Ramadan, di fronte a una platea unicamente maschile, perché le donne sono tutte tenute come cagnolini dentro un recinto, diverse centinaia di metri fuori dall'area di preghiera, perché per loro le donne sono come cani. Ve lo dimostrano davanti e lei lo vede, perché l'ho visto anche io con i miei occhi in diverse occasioni, ma questo evidentemente non vi crea problemi, come non vi crea problemi il fatto che le moschee che vorreste aprire contano a Torino anche moschee salafite, che se ne stanno ben chiuse, e, cosa ancora più pericolosa, contano moschee legate ai fratelli musulmani che ve le aprono, che voi avete anche legittimato ai loro predicatori dalla faccia pulita, che hanno anche meno barba di me, nelle sale istituzionali, peccato che poi siano le stesse moschee che apprendiamo dai loro social network, dietro la scusa di raccogliere fondi per Gaza - causa che sarebbe anche lodevole -, diventa l'alibi per invitare sceicchi del terrore che possiamo trovare serenamente su YouTube ad inneggiare al martirio kamikaze dei bambini in Medio Oriente, di cui ci sono foto nelle vostre moschee aperte a Torino; questo succede a Torino. Così com'è anche la Città dove una ONG saudita e wahabita, quindi integralista islamica, quelli che, vorrei ricordare anche se fanno affari con l'Occidente, decapitano, frustano, lapidano uomini, donne, dissidenti, omosessuali, ricordiamocelo perché questo ce lo potremmo anche dimenticare, sono gli stessi che organizzano "Le notti della speranza" con Islamic Relief e raccolgono centinaia di migliaia di Euro, portando anche lì imam legati a quelle organizzazioni che, non Maurizio Marrone, bensì Israele, ha classificato come organizzazioni collaterali ad Hamas, organizzazione militare armata che fa gli attentati; questo succede a Torino. È troppo chiedere a una classe politico-amministrativa che vanta anche esponenti come il Sindaco Piero Fassino, che ha un'esperienza internazionale, che credo nessuno possa vantare in questa Sala, di monitorare questi episodi, di raccogliere sollecitazioni documentate che arrivano dall'opposizione? Perché va bene la propaganda, tutti siamo in campagna elettorale, lei signor Sindaco più di noi, perché l'ha ufficializzata mentre noi del centrodestra, ahimè, brancoliamo, però c'è un limite anche alla propaganda e alla campagna elettorale. Quando si parla di fratelli musulmani, quando si parla di wahabiti, quando si parla di salafiti, questa gentaglia si tiene fuori dalle nostre istituzioni. Chi decapita, chi perseguita, chi lapida, chi impone i veli alle donne, chi le tiene fuori dai momenti di preghiera pubblici, Assessora Curti, va tenuto distante da queste istituzioni. Non devono infangare i vessilli, signor Presidente, che stanno alle sue spalle, che rappresentano secoli di tradizione plurale e laica. Mi limito a dire questo: volete riscoprire un ruolo dell'Amministrazione Comunale, sapendo che non avete competenze? Invitate alla predicazione in italiano, invitate a segnali di reale trasparenza ed incontro. Non accontentiamoci di questi momenti di propaganda come il giorno della moschea aperta, che sono forse buoni per qualche flash, per qualche integralista che non ha tutta questa voglia di apparire pubblicamente come integralista, ma che non portano né alla integrazione né alla sicurezza della nostra Città. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio La settimana dopo la discussione sul crocifisso non speravo di trovare un argomento in cui i sostenitori appassionati della guerra di religione uscissero così allo scoperto, perché non ho altre parole. Noi abbiamo discusso una settimana fa di laicità, di pari dignità e oggi vediamo che nella comunità di Torino dovremmo discriminare sulla base del proprio credo religioso e lo ritengo intollerabile. Ognuno si assume le proprie responsabilità e ringrazio i Colleghi che una settimana fa sono usciti dall'Aula e non hanno votato contro il mio documento, perché è un passo avanti, un segnale di qualcosa che sta andando avanti in una certa direzione. Oggi confondere un rapporto con le comunità islamiche con le loro contraddizioni come fosse un open day per la conversione all'Islam è un grosso errore ed è una responsabilità che bisogna respingere perché non è così; si aprono le moschee così qualcuno in più si converte, io non temo una contaminazione con altre religioni. Il Consigliere Ricca è stato chiarissimo, ebrei e valdesi vanno bene perché stanno nei loro recinti, stanno lì, non vanno a rompere le scatole in giro, questo è l'unico modo per cui una religione diversa da quella che il Consigliere Ricca ritiene forse… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Io ho ascoltato, ho detto: vanno bene le comunità… PORCINO Giovanni (Presidente) Consigliere Ricca, per favore! VIALE Silvio Interrompa pure, poi non critichi quando viene interrotto. Va benissimo, vedo che sono tutti bravi a predicare bene e razzolare male. Sto solo dicendo che l'iniziativa presa può essere criticata, ha sicuramente una situazione da verificare. La comunità islamica ha molte sfaccettature sconosciute ai più, a cominciare da me, per cui non conoscere bene molti aspetti crea una certa diffidenza. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Guardi, proprio sul Cristianesimo, credo che sulla dozzina di intese fatte dallo Stato italiano approvate dal Governo, dieci sono religioni cristiane, questo per dire che anche il Cristianesimo è molto diviso. Poi noi pensiamo che Cristianesimo e Cattolicesimo siano sinonimi, ovviamente la Consigliera Genisio, non mi riferisco a lei, ma da questa parte molti lo pensano, hanno paura di dire: "Noi cattolici" e dicono: "Noi cristiani" molte volte, come se fosse una vergogna doverlo dire. Da laico e basta non aggiungo altro, credo che in questa Città tutte le confessioni religiose - e dico anche una bestemmia -, compresa Scientology… una quindicina di anni fa facemmo una riunione in questo Consiglio Comunale delle confessioni torinesi, all'epoca ero Capogruppo, la proposi alla Capigruppo e fu accettata, erano più di venti già all'epoca e molti furono stupiti di trovare molte confessioni, oggi saranno molte di più perché la comunicazione, il fatto che si legge, Internet fa sì che settori di popolazione sono magari a contatto con realtà nuove e ne sono affascinate. Qual è l'unico antidoto che ritengo fondamentale? Che le istituzioni rimangano laiche, che la laicità sia un valore. Il valore fa sì che il Sindaco di Torino vada al Ramadan come alla Cattedrale, come al Tempio Valdese, come alla Sinagoga, con lo stesso spirito. Se non riusciamo a fare in modo che l'autorità civile si rapporti con tutte le confessioni religiose, è ovvio che poi c'è una maggiore rappresentanza di questo e di quest'altro e c'è una maggiore capacità di essere presente all'interno della società. Nessuno lo mette in discussione. Credo che pochissimi di noi andranno a cercare le preferenze della comunità islamica, nonostante il Consigliere Marrone pensa che sia un serbatoio senza limiti per chiunque. Per chiudere il discorso e non ripetermi, da sempre io vedo tutti gli anni le Sinagoghe aperte. C'è una giornata nel Piemonte, credo sia un'iniziativa regionale, la comunità ebraica è limitata, d'altra parte è stata talmente maltratta nella storia che altro che secoli di intolleranza, Consigliere Marrone, vada a dirlo alla comunità ebraica secoli di intolleranza in questa Città! Se ho ben capito, è stata firmata l'8 febbraio, per coincidenza è quando Carlo Alberto annunciò lo Statuto Albertino che poi fu fatto dopo e febbraio fu un mese fecondo per quanto riguarda prima i Valdesi e poi gli Ebrei e poi lo Statuto Albertino, mi piace quindi la coincidenza, perché chiaramente il mondo va avanti. Quello che mi piace non è il fatto che si ceda alla comunità islamica come quando ero piccolo e si voleva dire qualcosa in piemontese di negativo si diceva: "A l'è 'n ebreo", per dire che era un ebreo, per dire che è uno diverso, contrario, un po' diffidente. Questo detto si è perso ormai, penso più nessuno lo dica. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lo dicono ancora, mi conferma la Consigliera Levi- Montalcini. Non vorrei che la stessa cosa si faccia con l'Islam: "È un islamico", come per dire che si tratta di una persona infida, inaffidabile, eccetera. Sicuramente ce ne sono, sicuramente ci sono situazioni dell'Islam che non sopporto, come la separazione maschi e femmine, mi pare evidente che sia arretrata rispetto al mio concetto di civiltà e di capacità di avere pari opportunità e pari dignità. Questo Consiglio Comunale addirittura nel linguaggio va a collocare differenze e pone tutto su un tema di parità di genere, perché è chiaro che una religione che nonostante tutte le giustificazioni e tutte le comprensioni ha quella che io vedo comunque una discriminazione di genere nel DNA… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). È così. Chiudo davvero, non vorrei più abusare dei secondi. L'altro giorno un Collega mi ha detto che io farei entrare tutti quelli dell'Islam, però gli farei firmare una dichiarazione in cui abiurano al primo sciué... in cui c'è da sterminare questi e sterminare quegli altri, perché comunque noi cattolici lo abbiamo fatto rispetto alla Bibbia. Io ho detto che non è così, comunque è vero, perché gran parte della comunità islamica di fatto non segue quel tipo di dettami, altrimenti avremmo una situazione differente. Viceversa una parte dei cattolici e di cristiani, attualmente integralisti, seguono ancora la Bibbia nella versione peggiore, bacchettona. Sottolineo quindi l'aspetto di laicità di questa intesa, di queste capacità e mi auguro che serva ad avvicinare le comunità a fare di Torino una comunità accogliente e non soltanto una comunità diffidente, dove a qualcheduno piace soffiare in continuazione sul fuoco e poi si lamenta dell'incendio. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Carbonero. CARBONERO Roberto Cosa non mi convince in tutto questo? Non mi convince il senso di eccitazione che pervade l'Assessora Curti quando parla di questo mondo islamico, che è lo stesso che pervade Paperon de' Paperoni quando trova un centesimo per strada, perché incomincio a leggerla così. Il Governo centrale continua a lasciare tutto aperto quando tutta l'Europa, in qualche modo, ha capito che bisogna iniziare a porre dei freni, perché l'Italia non si allinea a questo desiderio? In Italia, in questo momento, il mondo islamico sta diventando, per tutte le associazioni che ruotano dietro a un certo mondo politico, il più grosso business e in qualche modo hanno cercato di accennarcelo in mafia capitale come funzionavano i vari piani delle associazioni e Torino pullula in questo momento di associazioni che seguono tutte queste realtà. Queste realtà che continuano ad essere per buona parte occulte, che tutti sappiamo esattamente dove sono, ma nessuno le vuole tirar fuori, perché a sua volta hanno alle spalle invece associazioni assolutamente chiare e trasparenti, che sono tante per riuscire a seguire queste tante persone, quindi è un pulviscolo di denari pubblici che in qualche modo vengono spalmati in questo mondo. In questo mondo che, come già ho detto a suo tempo, diventa, ogni anno che passa, un bacino elettorale sempre più importante, sicuramente non decisivo per il momento, ma sicuramente importante. Ecco i due binari che bisogna seguire in questo ragionamento, perché l'integrazione è una cosa estremamente seria, soprattutto verso popoli che sono così diversi da noi, lontanissimi da noi. È un discorso che va affrontato intanto nell'intera comunità e non decisa da un piccolo gruppo di persone che comandano, perché in questo caso voi non condividete le decisioni di una comunità, ma comandate. La decisione sull'integrazione verso un popolo che, tra l'altro, continuo a dire, leggiamo tutti i giorni, non vuole saperne di integrarsi, non ha nessun interesse a farlo, ma una decisione di questo calibro va condivisa tra tutti. Va affrontata con molta calma, va affrontata passo dopo passo e bisogna capire esattamente quali sono gli spazi che possiamo occupare nelle loro culture, nelle loro mentalità e loro possono occupare nelle nostre. Tutto questo non sta accadendo. Si ha una fretta incredibile di voler accelerare i tempi e non si capisce perché. Forse ha ragione il Consigliere Marrone quando dice che, comunque, alla fine può assomigliare anche veramente a un becero spot elettorale politico fine a se stesso, perché non esiste tutta questa fretta quando tutto il mondo occidentale in questo momento sta frenando e si sta facendo domande importanti. Stiamo rischiando di trovarci in casa delle persone alle quali tutto interessa tranne fondersi nel nostro sistema di vita, che è ancora diverso dalla cultura, dalla religione, non c'entra niente, ma vogliono imporci, per qualche verso, determinate loro culture e imposizioni, ma soprattutto, ripeto, questo vorrei che rimanesse veramente sottolineato, in questo momento sono lo strumento di sopravvivenza di decine e decine di associazioni che, grazie a questo sistema, sopravvivono e forse un briciolino, chiaramente non tutte, benemerito a tutte quelle che lo fanno con assoluta passione e voglia di aiutare il prossimo, ma qualcuna magari ci specula anche. Stiamo attenti perché poi ad infilarsi in questa macchina si rischia di rimanere tritati e io non voglio che Torino rimanga tritata per le velleità o per la lungimiranza partitica di qualcuno, perché non è così che si affronta quello che voi continuate a chiamare voglia di integrare, voglia di allargare la comunità, voglia di condividere con il resto di altre popolazioni quello che è il nostro quotidiano. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Io avrei solo un appello da fare al signor Sindaco, se fosse ancora possibile, credo che tutti i Consiglieri Comunali sappiano, signor Sindaco, che il baricentro della democrazia in una Città è l'organo per eccellenza della democrazia rappresentativa, cioè il Consiglio Comunale. Io credo che, anche come Presidente dell'ANCI, lei dovrebbe o avrebbe potuto coinvolgere il Consiglio Comunale in questa discussione. Non è sufficiente una discussione fatta così all'ultimo minuto. Secondo me ci dovrebbe essere un approfondimento perlomeno in Capigruppo, ma lo dico anche al Capogruppo del PD che proprio l'altro giorno si lamentava che nessuno deve dettare l'agenda al Consiglio Comunale, io credo che anche in questo caso sia necessario, come diceva il Consigliere Carbonero o i Capigruppo Marrone e Ricca, veramente un approfondimento fatto insieme, perché ci possono essere, Consigliere Viale, anche richieste che sembrano dei dettagli, pleonastiche, ma che per chi, per esempio, celebra le cittadinanze, signor Sindaco, si rende conto che possono essere determinanti. Facciamo un esempio: io ogni tanto celebro le cittadinanze e il 90% delle persone di origine marocchina e di fede presumibilmente musulmana non sanno la lingua italiana. È un dettaglio, però faticano a leggere quatto righe di giuramento sulla Costituzione e sulle leggi dello Stato, per esempio. Allora perché, signor Sindaco, prima di attuare questo patto non proviamo a ragionare, non in questa sede, non così velocemente, ma in maniera approfondita e attenta a quello che in questo patto potremmo mettere? Questa è la mia domanda e spero che lei possa darci una risposta nella replica, se vorrà. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Non ritenevo di dover intervenire perché condividiamo pienamente quanto detto dall'Assessora Curti e non ho dubbi che il Sindaco nella sua replica risponderà punto per punto, però mi sento sollecitato rispetto alla fila di interventi del centrodestra, vedo che nelle opposizioni è l'unica che ha una posizione ben precisa, la usa e la agita come spauracchio e come strumento per la campagna elettorale che sta ormai entrando nel vivo, quindi comprendo e non condivido in nessun modo le loro argomentazioni. Altri non intervengono, la nostra posizione è chiara. Noi riteniamo che mai come in questo momento si sconfiggano i terrorismi e gli estremisti con il dialogo e l'apertura e si vince la paura non alimentandola e sfruttandola in termini di consenso, ma rendendo vive e vivaci le nostre città. Le nostre classi sono piene di ragazzi, figli di islamici, che vanno a scuola con i nostri figli, si confrontano con loro e crescono nella nostra Città e noi riteniamo debbano crescere e debbano sentirsi cittadini di questa Città. È in particolare a loro e ai loro genitori che noi ci rivolgiamo, proprio perché non vogliamo che nelle nostre Città la paura, la diffidenza diventino in qualche modo il cortile all'interno del quale si alimentano fenomeni di violenza. È spalancando le porte e non costruendo muri e recinti che si affronta il problema che sta vivendo il nostro tempo. Noi lo diciamo con convinzione ed è un altro dei modelli di Torino la politica di integrazione fatta in questi molti anni. L'ha già detto l'Assessora Curti, da noi il Tavolo Interfedi esiste da prima delle Olimpiadi, in funzione delle Olimpiadi. Il dialogo interreligioso è stato sostenuto dalle Istituzioni, in particolare dalla Città di Torino, perché questa è una risorsa per la Città, la fa crescere, evita che la paura e lo steccato creino l'opportunità per la violenza e per il terrorismo di trovare un brodo di cultura forte. Qui è un po' più difficile che alcune idee, alcune metodologie possano infiltrarsi, anche se la vigilanza deve essere altissima e sicuramente il sostegno di questa Amministrazione verso le forze dell'ordine e le forze inquirenti è totale. A fronte di una vigilanza molto forte e di una chiusura totale verso ogni forma di violenza, ci deve essere la disponibilità a confrontarsi. Queste persone vivono nella nostra Città, vivono con noi e dobbiamo tenerne conto. Come molti Consiglieri Comunali, direttamente o indirettamente, attraverso i nostri genitori abbiamo vissuto sulla nostra pelle che cosa era la diffidenza e la paura per chi veniva da fuori città. Noi riteniamo invece che questa Città oggi abbia l'opportunità per dimostrare ancora una volta di essere un po' più avanti, un po' più attenta, soprattutto pensiamo di fare il bene della nostra Città aumentando le occasioni della collettività e non solo delle istituzioni. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola alla Consigliera Nomis. NOMIS Fosca Ringrazio l'Assessora Curti, come diceva lei, per aver colto l'occasione di aggiornarci su un lavoro importante che ha radici lontane e che caratterizzano la nostra come una comunità accogliente e i cui principi di convivenza sono basati su valori di cittadinanza condivisi, questo credo che sia un punto rilevante. Penso che l'iniziativa presa anche a livello di ANCI sia molto importante e vada in questa direzione, che non è un caso che nasca anche in questa Città e ponga le comunità locali al centro di un meccanismo di dialogo e di riflessione che in questo momento è particolarmente importante. In questa stessa Aula avevamo lanciato, questo lo do come segnale, un progetto insieme alla Consigliera delegata per la Città Metropolitana, Domenica Genisio, un'iniziativa che coinvolge le scuole, a cui erano presenti anche l'Assessora Curti, il Sindaco e tanti Consiglieri. Quello che abbiamo registrato, anche a seguito di questa iniziativa, è stata una grandissima adesione da parte delle scuole torinesi proprio di attenzione e di riflessione su questi temi, penso che sia un altro elemento positivo da registrare in una cornice a livello europeo che anche in quel caso pone le Città e le comunità locali come nodo fondamentale di un processo di crescita, di convivenza civile della comunità di religioni, pensieri, modi di pensare diversi, ma che trovano una modalità di convivenza civile che fa crescere gli uni e gli altri in questo dialogo. Penso che questi elementi trovino una conferma e un elemento di sintonia e credo debbano essere valorizzati, quindi vi do un ultimo spunto che mi veniva in mente su quello che dicevamo e che ho apprezzato molto. Magari citare adesso Parigi può sembrare strano, ma nello stesso tempo consiglio a tutti l'esperienza della visita alla moschea che c'è a Parigi, perché è un'esperienza bellissima, di grande crescita culturale per tutti ed è veramente un modo di conoscere e scoprire non solo un'altra religione ma un'altra cultura. Penso che riuscire a costruire anche noi qui sul nostro territorio, nelle nostre città questo modo di reciproca conoscenza e convivenza sia il modo principale per riuscire ad evitare fenomeni di radicalizzazione e quindi quei fenomeni di violenza ai quali purtroppo assistiamo e che non possiamo non tenere in considerazione, ma la cui risposta deve essere costruita ogni giorno dalle Amministrazioni della comunità, così come stiamo facendo. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Presidente, in maniera un po' cautelativa, vorrei dire al signor Sindaco, lo dico con molta simpatia, lo vedo carico come uno svegliarino, se dovesse tirare in causa qualche Consigliere vorrei… PORCINO Giovanni (Presidente) Non facciamo il processo alle intenzioni, Consigliere Liardo! LIARDO Enzo Il processo alle intenzioni più che altro è l'esperienza passata, vorrei avere la possibilità sia io sia qualche altro Consigliere di rispondere. PORCINO Giovanni (Presidente) Dopo questa irrituale precisazione, la parola al Sindaco. SINDACO Rassicuro il Consigliere Liardo, lo tranquillizzo, quando la discussione ha anche toni accesi è sempre rispettosa dei Consiglieri e delle opinioni di ciascuno. Quello che voglio dire è che nella discussione non si è fatto nessun riferimento al momento di origine dell'iniziativa qui discussa. Non è che discutiamo di questa iniziativa in astratto. Questa iniziativa è stata messa in campo nei giorni immediatamente successivi agli attentati di Parigi, in un contesto che era caratterizzato nella società italiana da grandissimo allarme e preoccupazione e in quell'allarme si manifestavano anche preoccupazioni circa gli atteggiamenti, il ruolo, la funzione della presenza di tanti cittadini islamici e di comunità islamiche nella nostra società. Noi ci siamo fatti carico di prendere un'iniziativa che ha un doppio valore: il primo è riconoscere la funzione e il ruolo che ha nella nostra Città una presenza vasta e larga di cittadini di religione musulmana e in ogni caso provenienti da Paesi islamici o arabi, perché non tutti gli arabi sono islamici, o non tutti gli islamici sono arabi, quindi da un lato avere una iniziativa che riconoscesse la funzione, il ruolo, la presenza di questi cittadini e delle loro comunità e, dall'altro, assumere un atto che, nel momento in cui la comunità internazionale e anche il nostro Paese era turbato profondamente da atti che riconducevano alla matrice di terrorismo islamico, riconducesse all'impegno di tutti a contrastare il terrorismo, a condannarlo e a riconoscersi nelle regole, nelle norme e nelle leggi che regolano la convivenza civile in questo nostro Paese e in tutti i Paesi democratici, perché così è nata. Si può fare tutto il processo alle intenzioni, ma quando questa cosa è iniziata non c'era nessuno che pensava alle finalità elettorali, caro Consigliere Carbonero, è proprio una cosa che non mi è passata neanche un attimo per la testa, anche perché la stragrande maggioranza dei cittadini non vota, ma non mi è neanche passata. Siamo qui da cinque anni e probabilmente non ci conosciamo ancora a sufficienza. Io ho tanti difetti, non ho una concezione strumentale della politica, quando affronto un tema, affronto quel tema, non affronto quello per affrontarne un altro. Quando ci sarà la campagna elettorale la farò, se devo affrontare il problema di come gestire una delicata situazione nella quale c'è una grande tensione per eventi drammatici che hanno turbato la vita del mondo e che potrebbero anche turbare la vita della nostra società e l'hanno turbata; penso all'attentato di Tunisi, il tema di costruire un'iniziativa che dia una risposta a questa tensione mi pare sia un dovere di chi ha delle responsabilità istituzionali. Questa nostra iniziativa è venuta a valle di una presa di posizione del Sindaco di Firenze, che ha avanzato la proposta di chiedere ai cittadini di religione islamica o di origine islamica un atto di giuramento sulla Costituzione. A me è parso questo un atto ultroneo, perché in Italia non si chiede il giuramento alla Costituzione a nessun cittadino e se tu la chiedi a qualcuno piuttosto che ad altri significa che hai in partenza, a priori un pregiudizio sulla sua lealtà. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ci sono dei momenti, degli atti, ma la proposta di Nardella era chiedere un atto politico a tutti coloro che appartengono alle comunità islamiche, proposta fatta assolutamente con buone intenzioni, intendiamoci bene, dal Sindaco Nardella, un atto di giuramento. Io ho pensato che questo fosse eccessivo, perché se tu chiedi a una parte dei cittadini che vivono in questo Paese di fare una cosa che non chiedi a nessun altro, trasmetti il messaggio di una presunzione di slealtà, che ha bisogno di un atto ulteriore di conferma di lealtà, che francamente è opinabile e discutibile. Mi è parso invece giusto lavorare raccogliendo la proposta del Sindaco Nardella nel suo sostanziale valore, quello di lavorare a un patto, che è quello che è stato proposto, in cui i rappresentanti delle comunità islamiche che vivono a Torino si riconoscono nei valori fondamentali che presiedono la vita della nostra comunità. Certo, Consigliere Marrone, che ha un valore simbolico e non normativo, ma quanti sono gli atti di valore simbolico che nella vita politica si compiono? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non lo so se facciamo quelli, io capisco che bisogna essere polemici a tutti i costi. Non lo so se facciamo quelli, qui approviamo delle deliberazioni che non sono atti simbolici, ma poi ognuno le interpreta come vuole, io rispetto le opinioni di tutti. Resta il fatto che se si riunisce di fronte a un grave attentato in seduta solenne un Consiglio Comunale, un Parlamento, un Consiglio Regionale come è avvenuto di fronte a tante vicende drammatiche, quello è un atto simbolico da cui non scaturisce un atto normativo, però ha un valore, i simboli contano, se non contano i simboli, siamo nella società della comunicazione, non so quando contano. Da questo punto di vista quindi hanno valore gli atti simbolici. Io sono andato insieme al Presidente Mattarella allo scoprimento della lapide delle vittime della tragedia del Bardo, non è che il fatto che io sia andato lì ha cambiato quello che è accaduto e non ha restituito la vita a nessuno, ma aveva un valore simbolico che il Sindaco di Torino fosse là, o no? Che degli atti abbiano valore simbolico mi sembra del tutto evidente, perché i simboli trasmettono dei messaggi e trasmettono dei contenuti, assumono un significato per i cittadini. Siccome il problema che riguarda tutti è quello di mettere in campo un'azione di contrasto all'azione del terrorismo che sia efficace su tanti fronti, non solo uno, anche atti come questo vanno nella direzione di rendere evidente l'assoluta centralità di un impegno di contrasto al terrorismo che deve coinvolgere tutti coloro che vivono nella nostra comunità, compresi coloro che appartengono alle comunità islamiche che vivono nella nostra comunità. Dopodiché ci sono altre cose da fare per contrastare il terrorismo e i rischi di infiltrazione, certamente. Credo che lei possa confidare come me che ci sono forze dell'ordine e servizi dello Stato che sono preposti a questo e che quotidianamente lo fanno e credo che da qui dobbiamo esprimere apprezzamento e gratitudine a chi tutti i giorni è impegnato su questi fronti, ma non è un Consiglio Comunale che assolve a questa funzione e non è neanche la politica. Ci sono varie modalità con cui contrastare il terrorismo e i rischi di infiltrazioni che richiamano diverse responsabilità politico-istituzionali che devono essere assolte da coloro che da queste responsabilità sono richiamati. Detto questo, voglio aggiungere che noi siamo una Città nella quale vivono poco meno di un milione di abitanti, 150.000 cittadini di origine straniera, una parte dei quali, minoritaria, ha acquisito la cittadinanza, il 17% della popolazione, e sono una componente strutturale della vita della nostra comunità. Il compito delle istituzioni è quello di mettere in grado queste persone, da un lato, di sentirsi pienamente cittadini integrandosi e l'integrazione passa per il rispetto, da parte nostra la garanzia dell'uguaglianza dei diritti e da parte loro il rispetto di tutti i doveri che presiedono alla vita della nostra comunità e, al tempo stesso, una politica di integrazione deve essere anche capace di consentire a ogni cittadino che abbia un'origine straniera di non rinunciare a coltivare la sua identità. C'è una differenza tra integrazione e assimilazione e siccome lei è molto attento, Consigliere Marrone, anche per ragioni culturali e politiche al tema dell'italianità, le voglio dire che quando ho fatto il Sottosegretario agli Esteri e avevo tra le mie deleghe anche quella alle Comunità Italiane all'Estero andavo in giro per il mondo a chiedere alle autorità di quei Paesi che si garantisse l'insegnamento dell'italiano nelle scuole, perché i bambini dei nostri emigrati non perdessero la lingua, che venissero garantite attività culturali per le nostre comunità, perché non si perdesse il rapporto con la madrepatria e via di questo genere. L'assimilazione è una cosa, l'integrazione è un'altra. L'assimilazione è la richiesta a un cittadino di rinunciare alla sua identità originaria in nome della adozione di una diversa identità; l'integrazione è la richiesta a un cittadino di assumere tutti i comportamenti necessari a sentirsi cittadino del nuovo luogo, della nuova patria che ha scelto, senza rinunciare sul piano della sua identità culturale o religiosa a quello che lo caratterizza. Per questa ragione credo che in questa Città abbiamo sempre cercato di consentire ai cittadini che hanno origine straniera di coltivare le diverse modalità con cui un'identità viene tenuta viva. È un dato importantissimo, per esempio, il culto dei morti. Il culto dei morti è un tratto nella storia di qualsiasi civiltà di identità fondamentale, così come garantire la pratica religiosa, così come garantire la possibilità di coltivare momenti di presenza culturale. Noi abbiamo fatto l'anno scorso, se vi ricordate, a Palazzo Madama, organizzata insieme alla comunità albanese, una mostra dedicata alla civiltà e alla cultura albanese lungo mille anni di storia di questo continente e quello è stato un modo non solo per consentire a tutti gli albanesi che vivono a Torino di vedere riconosciuta in un'iniziativa pubblica la loro cultura, ma è stato anche un modo per consentire a migliaia e migliaia di torinesi che hanno visitato quella mostra di conoscere la cultura dei cittadini albanesi che vivono qui e con cui convivono tutti i giorni. Io credo che dobbiamo lavorare così, dobbiamo lavorare per costruire le condizioni di una convivenza, di un riconoscimento reciproco, contrastando ogni fenomeno di intolleranza, ogni fenomeno di chiusura, ogni fenomeno tanto più che possa comportare dei rischi per la nostra convivenza civile. Lei non può ascrivere, Consigliere Marrone, alla posizione estremistica tutti coloro che appartengono a una certa identità religiosa. Non è che tutti quelli che partecipano al Ramadan sono tutti estremisti, perché se la mettiamo così non ne usciamo più. Anzi, abbiamo il dovere di distinguere e abbiamo il dovere di fare in modo che le posizioni eventualmente inaccettabili, rischiose, pericolose, siano isolate e contrastate. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Questo lo dice lei, invece io penso che noi lo facciamo tutti i giorni. Questa è una sua opinione che io rispetto, non è la mia. Io penso che questa sia una Città nella quale, invece, coltivando una politica di integrazione intelligente e responsabile, lavoriamo per integrare tutti i cittadini stranieri che vivono qui e, integrandoli al meglio, isoliamo coloro che invece vorrebbero coltivare la distinzione, la separazione e la contrapposizione. Poi questa è la mia opinione, questa è la sua e naturalmente vedremo se ci sarà qualche possibilità di continuare questo confronto. L'atto che noi proponiamo non rappresenta un privilegio nei confronti di nessuno. Rappresenta un atto semmai, che è nato in un clima di preoccupazione che guardava verso tutti coloro che sono espressione di una cultura islamica con paura quando non con sospetto e l'atto che noi proponiamo cerca di liberare da questa paura, ribadendo tutti i principi di tutela, difesa e dei valori di libertà, di democrazia e di rispetto della dignità umana e di contrasto a tutto ciò che nega questi valori. D'altra parte questa è una Città che peraltro sul piano religioso ha un Comitato Interfedi che data da molti anni e che è un altro luogo di relazione, di confronto e di incontro e altri se ne potranno mettere in campo con la finalità unica che credo non ci veda distinti, che è quella di costruire una società che rifiuti e stigmatizzi ogni episodio di intolleranza, ivi compreso, lo dico in modo chiaro, l'iniziativa assunta da alcuni docenti al Politecnico di Torino di boicottare l'accordo tra il Politecnico e Technion, che è un'iniziativa che io penso questo Consiglio Comunale, e comunque il Sindaco lo fa, stigmatizza in modo preciso perché è un altro modo per introdurre nella nostra società veleni e tossine che alimentano soltanto tensione e paura. PORCINO Giovanni (Presidente) Il dibattito su questo tema è esaurito. |