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Comunicazioni del Sindaco: - "Arresto di 22 persone legate alla criminalità organizzata nel quartiere San Paolo". PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'esame delle comunicazioni del Sindaco, aventi ad oggetto l'"Arresto di 22 persone legate alla criminalità organizzata nel quartiere San Paolo". La parola all'Assessora Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessora) Le comunicazioni odierne riguardano l'intervento che i Carabinieri hanno effettuato la scorsa settimana, con l'arresto di circa 22 persone legate alla criminalità organizzata e al sequestro dei relativi esercizi commerciali dislocati in tutta la città. Molti degli arrestati erano recidivi, perché erano già stati condannati e poi scarcerati nell'ambito dell'inchiesta Minotauro, e già questo solo fatto ci deve far riflettere su quanto le Istituzioni e le Forze dell'Ordine non abbiano mai abbassato la guardia, proprio perché le Forze dell'Ordine hanno continuato a monitorare i soggetti anche già coinvolti. Io non credo che il Capogruppo Ricca volesse avere qualche dettaglio in più sull'indagine, perché più di quello che è venuto fuori sui giornali evidentemente non è possibile dire, in quanto la Magistratura sta ancora continuando a lavorare e ovviamente ha tutto il nostro sostegno e tutta la nostra collaborazione. Quello che possiamo dire è che la tutela della legalità è un aspetto cruciale per la società e per le Istituzioni, perché significa tutelare l'imparzialità della Pubblica Amministrazione, significa garantire parità di trattamento a tutti gli operatori economici e poi dare sicurezza ai cittadini, sia dal punto di vista individuale che dal punto di vista collettivo, oltre che garantire la certezza del diritto ad ogni cittadino ed assicurare l'uguaglianza di tutti di fronte alla Legge e anche garantire la trasparenza delle Istituzioni. Ovviamente la tutela della legalità deve essere garantita anche da noi stessi, quindi da chi vuole riscuotere la fiducia dei cittadini, però la legalità è anche cultura; bisogna quindi sviluppare ogni iniziativa utile ad accrescere la cultura della legalità e a rimuovere ogni paura e ogni impreparazione da parte dei cittadini, che troppo spesso si sentono soli di fronte a fatti di questo genere. L'inchiesta e gli arresti hanno ancora una volta dimostrato che lo Stato qui è presente e quindi offre quell'affidamento che è la necessaria premessa di una collaborazione civica. Io voglio ricordare che, quando dico che la tutela della legalità è anche cultura, questa Città è stata tra le prime in Italia ad istituire una Commissione per la Legalità; sono andata a riguardare tutti i vecchi comunicati stampa di tutti i soggetti che poi fanno parte e hanno fatto parte di questa Commissione, che se non sbaglio poi è stata anche prorogata, quindi è stata salutata all'unanimità da tutti i soggetti presenti nel Consiglio Comunale, sia maggioranza che opposizione. L'istituzione di questa Commissione è proprio la dimostrazione che questa Amministrazione, questa Città non ha mai sottovalutato quanto accaduto con l'inchiesta Minotauro; tutti gli incontri che sono stati effettuati dalla Commissione ci hanno aiutati a tratteggiare uno scenario che ha fatto capire come è necessario alzare lo stato di allerta, perché ci è stato raccontato un territorio fortemente esposto alle infiltrazioni della 'ndrangheta, come appunto sia Minotauro che la recente operazione San Michele, che poi quella dell'altro giorno, del 14 gennaio, Big Bang, hanno dimostrato. Spiace dire, a chi rimprovera che non si sia fatto molto, che quella Commissione ha fatto poi anche delle cose concrete: oltre ad aver esaudito tutta una serie di soggetti, che ci hanno aiutato a raccontare questo scenario, quindi ci hanno dato maggiore consapevolezza, ha anche promosso per esempio una serie di incontri di formazione con agenti della Polizia Municipale, proprio per dare loro una maggiore preparazione che potesse poi essere restituita a tutti quei cittadini che sentissero il bisogno di denunciare e segnalare fatti di una qualche rilevanza. Voglio poi ancora ricordare che la stessa Commissione, anzi, il Consiglio Comunale ha promosso una ricerca che è stata poi coordinata, se non sbaglio, dal Professore Sciarrone, che in questi giorni è anche intervenuto nel dibattito su quanto è accaduto, una ricerca dal titolo, "Criminalità organizzata, contesto di legalità e sicurezza urbana. Un'indagine tra gli operatori economici di Torino". Questo a dimostrazione che questa Amministrazione (questo Consiglio Comunale, perché, se non sbaglio, è stato anche uno degli attori che ha promosso questa ricerca dal punto di vista economico) è fortemente consapevole dei problemi che ci sono in una città come Torino, che non è diversa dalle altre quanto a rischio di infiltrazione di organizzazioni mafiose. Quindi direi che va sottolineato forse maggiormente questo aspetto. Ritornando sulla ricerca, direi che, oltre al fatto di sottolineare il fatto che il Consiglio Comunale l'ha promossa, che è stata poi presentata anche con grande riscontro mediatico - e a questo hanno contribuito anche altri enti, come la Camera di Commercio e l'Università, perché, ricordiamo, nasceva proprio da una borsa di ricerca dell'Università -, probabilmente in questi giorni bisognerebbe dare maggiore risalto al fatto che, come è stato sottolineato sui giornali, uno dei temi in negativo sia proprio l'omertà da parte degli operatori economici; questa è una cosa di cui eravamo anche consapevoli, perché i risultati di quella ricerca sono stati poi presentati in Consiglio Comunale, però la Città è presente, è una casa di vetro ed è disponibile a tutti coloro che, cittadini o operatori economici, avessero delle segnalazioni da fare e continueremo.... È difficile continuare a parlare con questo brusio. Comunque la Città è a disposizione di tutti coloro che volessero segnalare fatti di questo genere. È chiaro che spiace anche dover sottolineare come i soggetti che sono stati coinvolti da questa seconda grande indagine fossero soggetti già coinvolti, condannati e scarcerati; forse bisognerebbe riflettere sull'entità delle pene per i reati di associazione a delinquere. PORCINO Giovanni (Presidente) Apriamo il dibattito su questo tema. Concederei cinque minuti a Consigliere, come per le precedenti comunicazioni. La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Il motivo per cui queste comunicazioni sono state richieste è che in questi anni siamo stati abituati a sentire il Sindaco intervenire praticamente su tutto, anche su accadimenti nazionali e internazionali, anche manifestazioni di piazza, comunque siamo stati abituati a sentirlo sempre partecipe delle cose che accadono nella nostra città. Oggi, che il New York Times inserisce Torino tra le 52 città da visitare nel mondo, sapere che un cittadino nel mondo apre Google, scrive Torino e legge di 19-20 arresti per 'ndrangheta, con sequestri di locali e attività commerciali, con un silenzio assordante da parte dell'Amministrazione, che non ha ancora ufficialmente condannato l'accaduto, mi ha costretto a fare questa richiesta di comunicazioni. Io voglio che il Sindaco si alzi e condanni fortemente la vicenda in Consiglio Comunale; so che lo farà e voglio che lo faccia. Per questo abbiamo fatto le comunicazioni, dato che non erano previste, per sentire la condanna del Sindaco, esattamente come tutti noi condanniamo. La preoccupazione nostra è quella, come diceva l'Assessora Tedesco, di tutte quelle attività commerciali che purtroppo sono state costrette anche a pagare il pizzo e a dover interfacciarsi con questo fenomeno. Questo è davvero preoccupante. È preoccupante che a denunciare sia stato un esercente cinese e non i tantissimi esercenti italiani che noi, con la nostra Commissione per la promozione della legalità, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare. Quindi, quello che vorrei è un segnale forte da parte dell'Amministrazione, che metta in tranquillità quelle persone che dovessero in futuro (io mi auguro che non ci siano più) andare incontro a questo fenomeno, di poterlo denunciare con assoluta tranquillità. Non possiamo permettere che a Torino, nel 2016, ci siano ancora fenomeni di questo tipo. Io credo che un dibattito in Consiglio Comunale sia fondamentale, anche solo per far sentire la vicinanza dell'Amministrazione. Ripeto, il silenzio che c'è stato in questi giorni mi ha preoccupato, perché ci sono persone che nei prossimi giorni potrebbero subire la stessa cosa, e sentire da questa Aula il silenzio. Quindi, se tutti quanti condanniamo, se il Sindaco si alzerà in piedi e condannerà insieme a noi, sarà più forte la città e saranno più forti tutte quelle persone che si imbattono in questi due fenomeni. CUNTRÒ Gioacchino (Vicepresidente) La parola alla Consigliera Nomis. NOMIS Fosca A questo punto dovremmo ringraziare il Consigliere Ricca per darci l'opportunità di parlare in Aula di un fenomeno che purtroppo ha radici lontane, lo sappiamo. Trentadue anni fa è stato ucciso il Capo della Procura, Bruno Caccia, in questa città, l'unico Capo della Procura ucciso in Italia, e questo era un assassinio. Abbiamo visto, tra l'altro, recentemente, messi in galera finalmente i responsabili dell'assassinio a Torino. In realtà credo che questa Città abbia un po' squarciato il velo della presenza della 'ndrangheta nella nostra città con il processo Minotauro, che ci ha colpito, ha colpito la Sala Rossa, ricordate. In quell'occasione abbiamo deciso di costituire la Commissione Legalità, tutti insieme, come Consiglio Comunale; inoltre, la Città ha deciso di costituirsi parte civile nel processo e di destinare i fondi che eventualmente arriveranno al termine del processo ad attività specifiche. Penso che sia stato quello un po' il momento di rottura e di consapevolezza da parte nostra, delle Istituzioni, della nostra Città, in maniera più forte, della presenza del radicamento di organizzazioni criminali sul nostro territorio, di cui magari prima sentivamo parlare, ma non avevamo altrettanto contezza. I giudici sono dei notai di quello che succede e purtroppo ci hanno notificato il fatto che la 'ndrangheta è presente su questo territorio. Come diceva l'Assessore, uno degli elementi che penso valga la pena sottolineare in questo caso è il silenzio che ha segnato tante vittime e tante persone che hanno subito atti particolarmente terribili e violenti, che appartengono forse più all'immaginario dei film, che non a quella che possiamo pensare sia la vita della nostra città. Nello stesso tempo ci colpisce che negli ultimi cinque anni siano soltanto 18 le persone che si sono rivolte agli sportelli del privato sociale per denunciare. A questo elemento aggiungo, come veniva citata prima, la ricerca che abbiamo fatto sull'argomento, finanziata in parte dal Consiglio Comunale, quindi tutti insieme, dove emergeva che l'85% degli operatori economici intervistati non conosce le norme che tutelano chi denuncia racket o usura. Quindi, una serie di elementi che da un lato probabilmente ci dovevano far pensare che c'era una situazione di criticità, alla quale abbiamo reagito sollecitando (sempre insieme, come Consiglio Comunale, e quindi come Commissione) la Polizia Municipale ad avviare un percorso di formazione, da un lato, affinché possano svolgere al meglio quel ruolo di vicinanze, di prossimità e di informazione nei confronti degli operatori economici del territorio, proprio su quello che prevede la legge, quindi sulle tutele che le persone hanno nel momento in cui decidono di esporsi. Sono stati circa 100 gli operatori della Polizia Municipale che sono stati formati in questa direzione e che hanno anche firmato un protocollo d'intesa e di collaborazione con la Procura e la Prefettura, proprio nella logica di poter partecipare, ognuno con il proprio ruolo e con le proprie competenze, al contrasto delle organizzazioni criminali. Su questo, l'aspetto che ognuno deve giocare un ruolo credo che sia importante ricordarlo, anche nella modalità con cui abbiamo lavorato tutti insieme in questi anni, costituendo la stessa Commissione, che vede insieme a ragionare e a lavorare le Istituzioni, quindi il Consiglio Comunale, con i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, dei sindacati, della società civile, proprio con l'idea che bisogna fare fronte comune per riuscire a sconfiggere quella zona grigia di corruzione, ignoranza, anche paura e timore in alcuni casi, dove attecchiscono le organizzazioni criminali. A tutela e pensando a chi ha paura, la denuncia è un atto, da un lato, di cittadinanza responsabile, questo non lo voglio dimenticare; dall'altro, anche un atto di responsabilità importante. La proposta, in questo contesto, che rivolgo sia all'Aula che al Sindaco, è quella di poter immaginare anche un fondo da parte della Città, a sostegno soprattutto delle spese legali, ad esempio, per chi decide di denunciare, perché da un lato c'è un atto di responsabilità e dall'altro si va incontro a dei percorsi che magari possono chiedere un impegno che magari gli operatori economici e il territorio non sono in grado di mettere in campo. Questo vogliamo che sia non un incentivo, passatemi il termine, ma un riconoscimento e un supporto da parte della Città, che così gioca un ruolo importante nell'emersione di fenomeni come quelli del racket e dell'usura, che sono le basi su cui poggiano le organizzazioni criminali nella nostra città. Voglio ribadire qui l'impegno di lavoro congiunto che abbiamo portato avanti in tutti questi anni, che si concluderà alla fine di questo mandato, con il termine dei lavori della Commissione Speciale. Questo è lo spirito con cui le Istituzioni e tutti gli altri corpi intermedi devono affrontare e sconfiggere le organizzazioni criminali, che altrimenti, se non si fa fronte comune, trovano negli interstizi e nei silenzi, nei timori e nelle perplessità di ognuno di noi la possibilità di insinuarsi, infiltrarsi e anche, come abbiamo visto in questo caso, radicarsi. CUNTRÒ Gioacchino (Vicepresidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Io sono contento di poter fare questa discussione cercando di rimanere al di fuori della polemica politica, che mi sembra veramente fuori luogo; semmai credo che questo possa essere un momento di riflessione generale su quello che abbiamo fatto in questi cinque anni sul tema della lotta alla criminalità organizzata, e di quello che però resta ancora da fare. A chi osserva le vicende di questa città è ancora evidente purtroppo che la criminalità organizzata, la 'ndrangheta in particolare, è molto diffusa; solo in questi cinque anni le inchieste grosse sono state almeno tre. Io ricordo la scena trasmessa dalla Rai, durante una trasmissione giornalistica, del pentito che gira per la città ed indica "questo lo abbiamo costruito noi, questo lo abbiamo fatto noi". Anche solo dai report sul caso D'Agostino, che abbiamo esaminato in Commissione, si è scoperto che molte opere olimpiche, molte delle grandi infrastrutture e dei progetti edilizi di questa città, in questi ultimi anni, hanno visto la partecipazione di un'azienda vicina alla criminalità organizzata. Per cui, c'è effettivamente un problema di penetrazione della criminalità organizzata, che colpisce tanto più perché poi questa penetrazione non si vede, perché il bar di piazza Sabotino che, secondo l'ultima inchiesta, sarebbe stata la base di questo ultimo giro individuato, si trova nello stesso palazzo dove abitano i miei suoceri; io ho parcheggiato ola macchina davanti a quel bar decine di volte, e mai mi sarei aspettato che lì potesse esserci una centrale della 'ndrangheta, se questo sarà confermata dalle indagini. In effetti non si vede, non c'è modo di vedere da fuori, non c'è scritto sull'insegna che il locale è collegato... quindi capisco anche la difficoltà che ha anche la politica a tenersi completamente al di fuori da queste vicende. L'elemento che io trovo importante sottolineare, specialmente da quest'ultima vicenda, è quello della paura. Io fui molto colpito anche nei lavori della nostra Commissione antimafia a sentire il sondaggio che fu fatto con la collaborazione dei ragazzi di Libera, eccetera, presso molti commercianti torinesi a cui gli si chiedeva secondo voi a Torino c'è il pizzo, e molti rispondevano sì, probabilmente c'è; gli si chiedeva: "conoscete qualcuno è stato vittima, a cui sono state fatte richieste di pizzo?", e lì, lo dicevano molti meno, ma dicevano "sì probabilmente conosco qualcuno", poi quando gli si chiedeva: "a te non è mai stato chiesto niente, sei stato vittima di una richiesta?", praticamente nessuno diceva "sì, io sono stato direttamente vittima", perché c'è la paura di esporsi. Tant'è vero che in questa indagine risulta che quello che ha denunciato è stato un commerciante cinese e non magari commercianti che sono qui da 30 anni e che avevano anche più modo di accorgersi di quello che stava succedendo. Credo che sia questo l'elemento su cui la politica debba lavorare perché le indagini è giusto che faccia la Magistratura e che sia lei a condurre e a individuare i responsabili, ma la politica deve dare coraggio a tutti e deve dare il segnale e le Istituzioni sono dalla parte di chi denuncia. In generale questo viene sempre fatto a parole, ma non sempre viene fatto con fatti, tant'è vero che la sensazione che hanno i cittadini e poi che forse certi poteri, non dico sono appoggiati, perché non è vero, ma sono tollerati ormai come se fosse una parte di questa città, e magari dentro il mondo dell'Istituzione della politica c'è qualcuno che gli dà sponda, o magari semplicemente c'è la sensazione che quel modo di fare tipico dell'organizzazione criminale, su scala molto più piccola, viene ripresa dalle Istituzioni nelle piccole cose, chiudendo un occhio per alcuni e non per altri, ad esempio, quando si fanno i controlli, o situazioni di questo genere. Forse è qui che la politica deve porre l'attenzione, non solo alle infiltrazioni che come abbiamo visto riguardano tutte le forze politiche e sono praticamente impossibili da combattere a priori, ma comunque proprio con l'approccio e con il segnale che diamo, con la volontà di mantenerci lontani da persone che siano chiacchierate e potenzialmente parte di questi fenomeni. Quindi, cercando di rassicurare i nostri cittadini sul fatto che la lotta contro la criminalità organizzata è importante e soprattutto è condivisa dalle Istituzioni. Per cui, nel momento in cui loro dovessero denunciare, avranno veramente le Istituzioni al loro fianco e non soltanto nelle parole e nei discorsi e nelle grandi occasioni in Sala Rossa, ma non nei fatti di tutti i giorni. CUNTRÒ Gioacchino (Vicepresidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Io sinceramente non avevo intenzione di intervenire, ma dopo aver sentito alcuni interventi dei Colleghi, ho questo desiderio. Io ho un'esperienza personale collegata al problema del pizzo, perché quando ai tempi dell'università, con alcuni amici, aprii un circolo con somministrazione a San Salvario (ben prima peraltro che ci fosse la vocazione della movida), dopo due settimane di apertura, arrivò la richiesta di pizzo. Mi ricordo che non ci ponemmo mai neanche un dubbio se denunciare la questione all'Autorità; però, ricordo anche l'assoluta solitudine e anche l'assoluta mancanza di certezza della pena che poi connotò tutta questa vicenda. Perché per quanto fummo lasciati per mesi a dover mettere le vasche di sabbia edilizia sotto le serrande e le finestre per tamponare i liquidi infiammabili della benzina che veniva messa per fare i roghi intimidatori, e la trafila dei riconoscimenti addirittura vis-à-vis dentro il locale, o altre esperienze davvero poco entusiasmanti come queste, nonostante la giustizia avesse fatto il suo corso, arrivò uno dei soliti periodici indulti, che questa Repubblica conosce con una certa ripetitività; per cui, quelle persone tornarono in libertà dopo meno di un anno, ed essendo ben radicate in San Salvario, non ho dubbi che abbiano ripreso quel business, ora che lì c'è una movida molto meglio avviata. Io non ho per nulla apprezzato la continuazione della retorica sulla cultura della legalità, perché secondo me è simbolico che alcune delle basi di questa attività criminale fossero proprio all'interno di un quartiere come Borgo San Paolo, che è anche il tempio di tutte le attività di associazioni come Libera, Acmos o tutta questa galassia di associazionismo che campa sull'antimafia, o meglio sulla promozione della cultura dell'antimafia. È capitato in una Circoscrizione dove il PD ha messo come Presidente proprio un esponente di Libera, eppure nessuno ne sapeva niente. Il bar cosca era a due passi dalla sede del PD e nessuno ne sapeva niente. Il fatto che una città come questa, dove si fanno i report conoscitivi, si finanziano le ricerche degli universitari a questionario, si ricostruiscono eventi quasi settimanali su questi temi, ha portato al brillante risultato per cui nemmeno una delle vittime del pizzo ha sporto denuncia e informato le autorità. Lo voglio dire perché siamo anche nella città dove il fondatore di Libera, Don Ciotti, passa alle cronache per aver querelato un Sostituto Procuratore di Napoli, quello - per capirci - che ha portato agli arresti il boss dei Casalesi, Michele Zagaria, solo perché si è permesso di dichiarare che secondo lui la gestione del tutto economica dei beni confiscati alla mafia, in chiave del tutto anticoncorrenziale e monopolistica, ricordavano in un certo senso delle dinamiche che non sono di sicuro di trasparenza e legalità. A me viene solo da dire che se sono questi i profeti della legalità, a cui intendiamo appaltare la promozione della cultura, della sicurezza e dell'ostilità alla mafia, allora lasciamo perdere, perché se continuiamo su questa rotta la mafia continuerà a vincere, come ha dimostrato, con l'omertà che si è riscontrata anche a Torino. Io direi che il messaggio è chiaro, le soluzioni sono: rinforzate le Forze dell'Ordine, dare strumenti e risorse alle Forze dell'Ordine e alla Magistratura, quella che davvero reprime la criminalità organizzata, perché sono quelle che danno i risultati. Noi, invece, ci ritroviamo ancora una volta dei banali commentatori di attività investigative di queste autorità, ritrovandoci a scoprire una realtà oscura del territorio, che dovremo amministrare, quindi ben conoscere, di cui - per ammissione del tutto trasversale e unanime - nessuno sospettava neanche l'esistenza. CUNTRÒ Gioacchino (Vicepresidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Io credo che i fatti di questi giorni ovviamente debbano portare a una riflessione, che mi piacerebbe fosse quanto meno banale possibile. Questo mandato amministrativo si è aperto con l'indagine Minotauro, che per certi versi ha fatto storia. Io ricordo il primo giorno in Consiglio Comunale: dopo aver letto gli atti di quell'indagine mi sentii per certi versi un po' in dovere di condividerla con il Colleghi, stampai dei cd e li distribuì sui banchi della Sala Rossa, perché ritenevo proprio che dopo quell'indagine nulla in questa città avrebbe potuto essere come prima. Alla fine di questo mandato credo che si debba un po' tirare la riga sotto, con onestà, evitando di perdersi in riflessioni che meriterebbero altri momenti di approfondimento, puntando per certi versi il dito sulla nostra azione, su quello che abbiamo fatto e su quello che avremmo potuto fare. Alle parole del Consigliere Marrone non voglio replicare, credo che Libera abbia tutte le capacità di difendere con la propria azione quotidiana e con la propria presenza, spesso purtroppo anche con la supplenza che svolge nei confronti delle Istituzioni democratiche, che rischia poi anche di far percepire una sovraesposizione con quel lavoro in grado di replicare con i fatti alle parole del Consigliere Marrone. Né tanto meno vorrei ricordare la necessità di un'analisi profonda sul nostro modello sociale e sulla nostra struttura, sul fatto che la maggior parte delle organizzazioni politiche a cui apparteniamo, di quelle sociali, dei sindacati, delle strutture di rappresentanza datoriale, oramai purtroppo hanno un elemento di capacità di presidiare il territorio molto scadente; quindi, ci sarebbe necessità di un profondo interrogativo e di una profonda analisi sulla nostra capacità di tenere insieme il corpo sociale. Vorrei utilizzare i tre minuti che mi rimangono per affrontare tre temi che questo Consiglio Comunale e questa Amministrazione dovrebbero provare a risolvere prima della fine di questo mandato, proprio per uscire a stare al passo con quella discussione che la Magistratura ha aperto con l'ennesima indagine sulla nostra Città. Sono temi che in realtà abbiamo attraversato in questi anni di lavoro con la Commissione Antimafia, ma che in realtà segnano, secondo me, la differenza fra un'azione amministrativa in grado di incidere e fare la differenza e un'azione che prende atto di quello che è successo. Parto da quello che non annovero nell'elenco, perché spero si è risolto, ma non è chiaro: il tema del CAAT di Torino, una società stragrande, patrimonio pubblico al 98%, il secondo sito produttivo del nostro territorio. E soprattutto una società che negli scorsi anni è stata al centro di diverse indagini della Magistratura e della DIA, ma una società che fino all'altro ieri continuava ad utilizzare una modalità privata di concessione degli appalti pur avendo un DNA chiaramente pubblico. Più volte abbiamo avuto modo di ascoltare l'Assessora Tedesco, che ci ha chiarito che almeno da parte di quest'Amministrazione non c'era condivisione su questo tipo di impostazione; abbiamo avuto modo di andare davanti al CAAT, però mi risulta che ad oggi non sia stata risolta pienamente questa vicenda. Io credo che rispondere significativamente ai fatti di questi giorni vuol dire chiarire qual è il nostro ruolo amministrativo. Allora, Sindaco, una volta per tutte, cosa fa il CAAT? Secondo punto. Per quanto riguarda il tema D'Agostino, citato dal Consigliere Bertola, pensare che l'esoscheletro di una parte importante delle Olimpiadi del 2006 sia stato costruito dalla 'ndrangheta, perché è un fatto incontrovertibile che un signore condannato per traffico internazionale di stupefacenti e sottoposto a misure di garanzia, ha realizzato i calcestruzzi delle principali opere olimpiche, come appaltatore della ditta Rosso (mi riferisco in particolare al Pala Vela, al villaggio MOI, al Pala Hockey alla sede di AMIAT), dimostra sicuramente una presenza pesante della criminalità organizzata. Questa non è una responsabilità, per carità; credo che già in quel periodo amministrativo sia stato fatto molto ed è oggettivo, basta vedere che a distanza di molti anni per ora non ci sono conclamate indagini della Magistratura su quei fatti. Però, dall'altra parte, credo che sia altrettanto doveroso chiarire come sia possibile che a Torino, durante le Olimpiadi del 2006, i calcestruzzi, che rappresentano un'attività imprenditoriale ad altissima densità, fossero gestiti dalla criminalità organizzata. Io credo che le dichiarazioni di Domenico Rosso in sede di incidente probatorio, in cui disse: "Ma noi con D'Agostino lavoriamo da 20 anni, tutto il controllo dell'antimafia lo hanno fatto le Istituzioni locali e la Prefettura di Torino", a distanza di quattro anni da quell'interrogatorio, penso che non possano rimanere come un punto pendente. Allora bisogna capire quale parte del nostro sistema di controlli ha fallito, partendo da una consapevolezza e guardando in faccia un fatto, cioè che i calcestruzzi delle Olimpiadi 2006 sono stati costruiti da una parte della 'ndrangheta di questa città. Terzo punto. Il tema del cantiere TAV, la realizzazione del cantiere, l'indagine San Michele. Abbiamo avuto modo di affrontarlo diverse volte nella Commissione Antimafia, l'indagine San Michele ha chiarito due fatti significativi: uno le responsabilità di Giovanni Toro, sub appaltatore dell'Italcoge e della Martina, che realizza una parte del cantiere della Maddalena, e che soprattutto, ad un certo punto, durante un'intercettazione dice: "Noi potevamo permetterci comodamente di posare poco asfalto perché Elia di LTF ci diceva prima dove venivano fatti i carotaggi, dove veniva bucato quel cemento per verificare quanto asfalto avevamo posato". Bene, sono passati mesi dal giorno in cui abbiamo ascoltato il dott. Virano in Commissione, stiamo ancora attendendo la risposta di LTF su quali provvedimenti interni siano stati presi, chi sia Elia e come sia stato possibile che la realizzazione del cantiere, in un'area di interesse strategico militare per questo Paese, sia stata spartita metà, per poter andare sotto soglia e poter essere affidata a due aziende, la Martina e l'Italcoge, entrambe note agli investigatori di questo territorio, note alle cronache di questo territorio, entrambi imprenditori fotografati in uscita nel 2007 dalla casa di Bruno Iaria, decano della 'ndrangheta di Cuorgné. Ultimo punto, quando siamo stati noi a essere sottoposti a un fatto intimidatorio. La vicenda che riguarda Set Up Live Nation e i biglietti che la 'ndrangheta chiedeva ai concerti di Torino. Quindi, anche le nostre attività ("nostre" per procura), i nostri spazi sono stati sottoposti al pizzo. Secondo la Procura di Torino si trattava di minaccia, secondo l'interdizione antimafia della Procura di Milano si trattava di altro. Io credo che sia arrivato il momento di fare chiarezza, perché questi fatti sono troppo gravi. CUNTRÒ Gioacchino (Vicepresidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Credo che il Capogruppo Ricca abbia fatto bene a chiedere queste comunicazioni, perché io la intendo in una maniera unica, ovvero che il Consiglio Comunale non ha paura di parlare di questi fatti, non ha paura di condannare questi fatti; credo che questo sia l'elemento essenziale. Soprattutto rimette al centro il concetto di legalità, che per noi è un faro assoluto. A mio giudizio esiste una realtà che è sotto i riflettori tutti i giorni, che è quella delle Istituzioni; ma poi c'è una realtà (che è quella del piccolo commercio o di altri settori della nostra economia) che non è tutti i giorni sotto i riflettori e per questo motivo subisce delle pressioni indebite o delle malversazioni 'ndranghetiste. Questo fenomeno è assolutamente da condannare e su di esso va posta una maggiore attenzione. Naturalmente, però, signor Sindaco, mi consenta di dire che noi siamo anche il Paese dove un poliziotto viene messo alla gogna mediatica su Facebook per dei fatti che magari non sono stati acclarati, o di cui il poliziotto non è responsabile. Lo dico perché questo è un paese strano, dove tutti professiamo la legalità come punto focale e poi abbiamo settori della nostra società che mettono al pubblico ludibrio dei poliziotti che magari hanno fatto esclusivamente il loro dovere. Questo, secondo me, dobbiamo dirlo e vorrei che il Sindaco lo dicesse nella sua replica. Poi siamo anche il Paese dove ci sono gli annunci. Ricordo che con il Prefetto avevamo fatto un ragionamento, nel quale avevamo detto di convocare i nostri deputati per cercare di individuare le depenalizzazioni legislative, giuridiche, all'interno del Parlamento, e porvi rimedio; parlo del furto, per esempio, che è stato oggettivamente depenalizzato. Nonostante questi annunci, non solo non abbiamo audito i nostri deputati, ma non abbiamo neanche posto rimedio a una deriva a mio giudizio pericolosa. Infatti, proprio nei giorni scorsi, il Consiglio dei Ministri ha depenalizzato tutta una serie di reati. Secondo me la forma è anche sostanza, o viceversa; quindi, nel momento in cui continuiamo a depenalizzare non facciamo altro che dare dei segnali sbagliati a un mondo, quello della delinquenza, che non aspetta altro che trovare un terreno fertile per poter mettere le proprie radici. Quindi, credo che sia fondamentale, signor Sindaco, affrontare questo dato anche dal punto di vista politico, anche dicendo al Presidente del Consiglio che forse in questo momento non è il caso di depenalizzare. E bene ha fatto anche la maggioranza del Governo italiano a evitare di togliere - speriamo che sia così per sempre - il reato di clandestinità, proprio per non infierire su una cosa sbagliata. Dopodiché (ed è l'ultima considerazione che faccio), nessuno più si scandalizza quando un ex Sindaco della Città di Torino dice che ha cercato di gestire i Murazzi da buon padre di famiglia, quando i gestori dei Murazzi non pagavano gli affitti e comunque numerose erano le discussioni sulle possibili infiltrazioni all'interno della movida da parte della 'ndrangheta o della mafia, intesa in senso lato. A fronte di quelle dichiarazioni, io sono scandalizzato e lo dico verbale, perché secondo me è veramente assurdo che un ex Sindaco possa permettersi di dire una cosa di questo genere, senza che nessuno apre bocca, neanche da parte della maggioranza. Però ci tenevo a dirlo, perché credo di fare una buona azione, visto che forse all'interno di quella questione, "il buon padre di famiglia" qualcuno poteva risparmiarsela come dichiarazione. CUNTRÒ Gioacchino (Vicepresidente) La parola alla Consigliera Ambrogio. AMBROGIO Paola Solo una brevissima considerazione rispetto agli interventi fatti e a quanto ha già giustamente detto il mio Collega. La considerazione che è emersa dai fatti dei giorni scorsi e che ci deve far riflettere è il silenzio attorno alle vicende, che ha coinvolto comunque tutti quegli operatori commerciali che hanno visto peraltro solo un cittadino di nazionalità non italiana a parlare, a raccontare fatti. Gli stessi operatori commerciali a cui, bene o mela, abbiamo distribuito il nostro questionario, studiato dalla Città di Torino, insieme all'Università, distribuito su tutto il territorio cittadino, che in effetti non aveva fatto emergere elementi di criticità. Perché faccio questo collegamento tra il silenzio dei giorni passati e il questionario? perché in realtà il dato che è emerso dalla nostra relazione era la scarsa fiducia non solo nei confronti dei politici, ma anche nella Polizia Municipale, anche verso chi ci deve difendere e guidare in un eventuale percorso in cui uno si mette contro certe forze e certe gruppi, che sicuramente fanno paura. Allora lì i cittadini avevano affermato in qualche modo una forma di disagio, una mancanza di sicurezza. Questo l'avevamo già detto anche nell'incontro con una Commissione Regionale, che è stata da poco istituita, proprio sulla legalità, anche in Regione Piemonte, proprio per dire fate qualcosa anche voi, ben vengano i corsi di formazione, proprio per adeguare anche e migliorare il servizio che deve essere offerto alle persone che si trovano in difficoltà, tutti quegli operatori commerciali che si trovano ad affrontare queste situazioni di pericolo. E, ovviamente, ben vengano anche i fondi che la Città, la Regione e il Governo devono stanziare proprio per sostenere tutte quelle forze che ci devono difendere e proteggere. CUNTRÒ Gioacchino (Vicepresidente) La parola al Consigliere Greco Lucchina. Ha un minuto. GRECO LUCCHINA Paolo Ci metterò davvero un minuto, perché mi ritrovo in tante delle considerazioni che sono state fatte da alcuni Colleghi. Detto questo, oggi non facciamo questo dibattito per promuovere la cultura della legalità, cosa che a mio avviso stiamo cercando di fare attraverso sicuramente le Istituzioni e i lavori della Commissione speciale presieduta dalla Consigliera Nomis; però, è bene dirsi che se esercizi commerciali come il bar già citato, piuttosto che la lavanderia di piazza Gran Madre, sono oggetto evidentemente di infiltrazioni da parte di associazioni malavitose, la preoccupazione di ognuno di noi deve essere assolutamente presente. Non basta la denuncia, non basta la preoccupazione, non basta l'incoraggiamento nei confronti dei cittadini torinesi a denunciare qualsiasi tipo di fatto che possa avere qualche contatto con la criminalità organizzata. Un tema che volevo toccare e che è stato solo sfiorato mi pare dal Consiglieri Curto, è che possiamo rilanciare quello che è fortemente un messaggio nei confronti dei nostri Parlamentari su misure più stringenti nel codice degli appalti. Questo lo dico per un motivo molto semplice, perché poi tutto parte da quelle che sono le grandi opere, perché diciamocela in maniera diversa, lì c'è un po' di ciccia; quindi, la preoccupazione che avevamo, nel periodo in cui ho fatto parte della Commissione legalità, e di cui non trovavamo le risposte da parte degli esperti, era il collegamento da appalto a sub appalto. È questo che ci preoccupa, perché vanno bene le white list, vanno bene tutte le procedure di aggiudicazione previste dal Codice degli Appalti, ma poi c'è un anello che manca, che secondo me deve essere un controllo ancora più stringente per impedire alle associazioni malavitose di infiltrarsi su tutto ciò che diventa economia reale. CUNTRÒ Gioacchino (Vicepresidente) La Presidente della Commissione Legalità ci ha fornito alcuni elementi del lavoro svolto dalla Commissione e mi pare che dal dibattito emerga che ci siano tutte le condizioni e i tempi per approfondire le questioni in Commissione. La parola al Sindaco. SINDACO Ringrazio tutti i Consiglieri per questo dibattito, che credo ci veda tutti d'accordo e uniti nel considerare la pericolosità dei fatti che sono emersi sulla base delle indagini dei Carabinieri e la necessità di non sottovalutare in nessun modo la gravità di questi episodi. Intanto parto da un ringraziamento nei confronti della Magistratura e delle Forze dell'Ordine, le quali hanno agito con molta determinazione, con una capacità di indagine e di inchiesta penetrante, che ha portato a smantellare quella cosca e ad assicurare alla giustizia i principali responsabili dei reati che sono stati scoperti. Credo che questo sia già un elemento di rassicurazione, cioè sapere che nella Città c'è un'azione della Magistratura e delle Forze dell'Ordine che è costante e continua (questa non è la prima inchiesta, come sappiamo), e che ha capacità di intercettare questi fenomeni, contrastarli e arginarli. Questo naturalmente comporta che da parte nostra ci sia il pieno sostegno alla loro attività, non solo in termini morali, ma anche in termini materiali. Io ricordo che sono decine e decine di Agenti dei Vigili Urbani che sono impegnati costantemente come Agenti di Polizia Giudiziaria e che una parte di questi sono distaccati presso la Procura, proprio perché affiancano e concorrono all'attività di indagine che viene fatta dalle Forze dell'Ordine. Quindi, non possiamo che ribadire in questa sede il nostro impegno a sostenere moralmente e materialmente tutto ciò che fanno le Forze dell'Ordine, e la nostra volontà a concorrere a garantire il contrasto a ogni forma di criminalità, in particole ad ogni forma criminalità organizzata come in questo caso. La seconda considerazione che voglio fare riguarda, ovviamente, la solidarietà agli operatori colpiti. Non mi scandalizzo del fatto che la gente abbia paura, mi pare del tutto normale, credo anche che siano impropri una serie di atteggiamenti moralistici rivolti a queste persone, non credo che dobbiamo fare la predica a nessuno. Dobbiamo sapere che chi è stato investito da un'azione di ricatto, di estorsione o di usura, perché siamo dentro questo perimetro di reati, matura legittimamente una paura, questo non significa che non si debba sollecitare a denunciare, ma dobbiamo anche metterci psicologicamente nella condizione di chi ha paura, perché ha paura che dalla denuncia possono derivare conseguenze ulteriormente penalizzanti per la propria attività, per la propria vita e per la vita dei propri familiari. Desidero, quindi, esprimere solidarietà a chi è colpito, naturalmente il modo con cui si può contrastare questa paura e possiamo legittimamente e doverosamente sollecitare un'azione di denuncia è non lasciare sole queste persone, a cui sia chiaro il nostro sostegno, il nostro appoggio, il nostro esserci al loro fianco, questo ovviamente legittima che giustamente da parte di tutti noi ci sia una sollecitazione alla denuncia, sapendo che abbiamo il dovere di essere al fianco di questi operatori economici, proprio perché non abbiano a patire e sopportare ulteriori atti di intimidazione, o, in ogni caso, di sfregio per aver denunciato; da questo punto di vista quindi c'è l'impegno della nostra Amministrazione ad essere al fianco di questi operatori. L'impegno della nostra Amministrazione non data da oggi, è stato già detto, come non data da oggi il fatto che emergano fatti che dimostrano l'esistenza di un tentativo della criminalità organizzata di infiltrarsi nelle attività economiche del nostro territorio, qualsiasi analisi fatta in questi anni - sono piene le biblioteche - sul fenomeno della criminalità organizzata in Italia ha concentrato l'attenzione sul fatto che la criminalità organizzata non è operante soltanto nei territori storici di insediamento della criminalità, ma questa criminalità tende ad espandersi, soprattutto laddove c'è maggiore ricchezza, maggiore attività, maggiore sviluppo economico con il tentativo di infiltrarsi e di contaminare, quindi è chiaro perché si manifestano questi fenomeni, ma proprio per questo dobbiamo essere assolutamente avvertiti della loro pericolosità e mettere in campo tutto ciò che è necessario per contrastare. L'inchiesta Minotauro già ci aveva reso evidente questo problema, altre inchieste che si sono succedute, questa; credo che abbiamo il dovere di fare la nostra parte nell'erigere una barriera di contrasto all'attività criminale. Ricordo le molte cose che questa Città ha messo in campo, a partire dal fatto che questo Consiglio Comunale ha nominato una Commissione sui temi della legalità, presieduta dalla Consigliera Fosca Nomis, e prima dal Consigliere Tricarico, che agisce costantemente e che ha un'attività permanente e costante, ha un'attività di monitoraggio, di consultazione, di relazione con i tanti attori e tanti mondi che sono investiti da questo tema; ha prodotto relazioni, rapporti che testimoniano un'attenzione del Consiglio Comunale e un'attività che credo sia importante e vada apprezzata. Abbiamo una costante azione di reciproca informazione, di consultazione e di decisione di azioni comuni con il Comitato per l'Ordine Pubblico e la Sicurezza, coordinato dal Prefetto, a cui partecipano, oltre alla Città, tutti i principali operatori del tema della sicurezza in Città. Questo tema è stato oggetto più volte di attenzione, nelle forme riservate e discrete che la materia richiedeva, da parte del Comitato Sicurezza. Ovviamente tutte queste vicende devono sollecitare e mettere a disposizione, da un lato delle Forze dell'Ordine e degli operatori di giustizia, dall'altro soprattutto degli operatori economici, strumenti e sostegni per sostenerli nel contrasto, per non subire il ricatto e, quando lo subiscano, non essere lasciati soli. Da questo punto di vista credo che abbiamo bisogno di rafforzare ulteriormente i dispositivi della nostra Amministrazione dove si possono denunciare i fatti, credo che dobbiamo anche prevedere risorse finanziarie per un fondo apposito che possa consentire di sostenere quegli operatori che si trovano nelle condizioni di difficoltà e nel bilancio che ci appresteremo a discutere nelle prossime settimane, di cui abbiamo discusso anche nel punto precedente, dovremmo avere un capitolo dedicato appositamente a queste questioni. È ovviamente decisivo il rapporto con le associazioni dei commercianti, degli operatori economici, e quindi nei prossimi giorni con loro affronteremo queste tematiche per vedere come insieme possiamo ulteriormente rafforzare dei dispositivi di sostegno e di accompagnamento degli operatori. Laddove si sono prodotti dei fatti che potevano essere pericolosi o comunque esponevano a rischio, abbiamo fatto anche interventi specifici. Consigliere Curto, lei sa che abbiamo patrocinato un accordo sindacale sulla condizione dei lavoratori del CAAT, che andava nella direzione esattamente di contrastare forme di lavoro nero e di spazi di illegalità. C'è il tema degli affidamenti, e questo tema continueremo a porlo alle autorità del CAAT. Sugli appalti, segnalo che la scorsa settimana, se non ricordo male, il Senato ha approvato la riforma del sistema degli appalti che adesso passerà alla Camera; tra l'altro, il relatore al Senato è un parlamentare torinese, il senatore Esposito, quindi c'è una strumentazione rinnovata sul tema degli appalti che potrà essere utilizzata dalla Città, ma su questo tema non ci siamo affidati soltanto alla legislazione nazionale, insieme alle categorie interessate, in questo caso in particolare al Collegio Costruttori, già due anni fa abbiamo messo in campo una revisione del Codice degli Appalti che, per esempio, superasse il massimo ribasso, che si presta come sappiamo a molte forme di rischio; così come abbiamo rimodulato tutto il tema dei subappalti. Quindi in queste settimane le Organizzazioni Sindacali hanno sottoposto all'Amministrazione Comunale ulteriori proposte di miglioramento del sistema degli appalti, abbiamo aperto un confronto, una discussione con le Organizzazioni Sindacali per introdurre ulteriori elementi di certezza in questa materia. Ricordo tutto questo per dire che non c'è da parte di nessuno di noi - su questo davvero che non ci sia distinzione tra maggioranza e opposizione - nessuna sottovalutazione di questi fenomeni, ma c'è la necessità di mantenere alta la vigilanza e soprattutto di mettere in campo tutte le azioni concrete che possono concorrere, insieme alle Forze dell'Ordine e alle forze della Magistratura, ad arginare questi fenomeni e misure di accompagnamento di sostegno degli operatori che possano essere destinatari o che ne siano colpiti. Ci sarà sabato un'iniziativa nella Circoscrizione su questi temi, ovviamente come Sindaco sarò presente, mi auguro che siano presenti molti Consiglieri Comunali, perché è chiaro che tutto questo richiede anche una mobilitazione civica, una mobilitazione dei cittadini. Questa è una Città che su molti fronti ha molte volte sperimentato quanto la mobilitazione dei cittadini fosse necessaria per rafforzare l'azione delle Istituzioni e renderla più efficace e certamente su un tema come questo abbiamo bisogno anche di una mobilitazione dei cittadini, perché una cultura della legalità si affermi e diventi patrimonio effettivamente comune nei comportamenti individuali e collettivi della nostra comunità. CUNTRÒ Gioacchino (Vicepresidente) Grazie, signor Sindaco. |