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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Giugno 2015 ore 10,00
Paragrafo n. 17
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2015-02582
VARIANTE PARZIALE N. 288 AL P.R.G., AI SENSI DELL'ARTICOLO 17, COMMA 5, L.U.R. 56/1977 E S.M.I., CONCERNENTE LA ZONA URBANA DI TRASFORMAZIONE "AMBITO 2.6 LAGHETTI FALCHERA". APPROVAZIONE.
Interventi

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201502582/009,
presentata dalla Giunta Comunale in data 16 giugno 2015, avente per oggetto:

\"Variante parziale n. 288 al P.R.G., ai sensi dell'articolo 17, comma 5, L.U.R. 56/1977
e s.m.i., concernente la Zona Urbana di Trasformazione 'Ambito 2.6 Laghetti
Falchera'. Approvazione\".

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Comunico che in data 25/06/2015 le competenti Commissioni hanno rimesso il
provvedimento in Aula.
Sono stati presentati due emendamenti dai Consiglieri Bertola e Trombotto ed entrambi
gli emendamenti hanno il parere sulla regolarità tecnica sfavorevole, mentre il parere
sulla regolarità contabile è favorevole.
Se siete d'accordo, chiedo all'Assessore di illustrare la proposta di deliberazione e poi
lascerei la parola ai Consiglieri per la presentazione degli emendamenti.
La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Lo Russo.

LO RUSSO Stefano (Assessore)
La proposta di deliberazione in oggetto riguarda la definitiva approvazione della
Variante parziale n. 288 al nostro Piano Regolatore e riguarda la Zona Urbana di
Trasformazione Ambito 2.6 (quello dei Laghetti della Falchera). Ricordo al Consiglio
che, in data 9 giugno 2014, è già stata adottata la Variante Urbanistica e, in questo anno
che è trascorso, in seno alla Conferenza di Servizi ed a tutti gli iter normali che seguono
le questioni relative alle Varianti Urbanistiche, vi sono stati l'espressione dei pareri, le
controdeduzioni e, in generale, tutti gli adempimenti di carattere ambientale.
In estrema sintesi, la Variante si propone di localizzare una concentrazione edificatoria
all'interno di un ambito di proprietà privata. La concentrazione edificatoria, in buona
sostanza, è riconducibile ad un mix funzionale di residenza ed Aspi, con un'importante
quota, oltre 15.000 metri quadrati, di superficie da destinare a social housing ed una
premialità di 7.000 metri quadrati di superficie lorda di pavimento da destinare
nuovamente a social housing, qualora, ai sensi della normativa vigente, si sviluppino
questo tipo di interventi.
Questa concentrazione edificatoria, che viene a localizzarsi fondamentalmente nella
parte dell'area più prossima alla stazione Stura, libera (in termini fattuali, urbanistici e
patrimoniali) la gran parte di area più nota come quella dei Laghetti della Falchera, che
è oggetto di un'importantissima operazione di riqualificazione urbana atta a realizzare
un grande parco di valenza metropolitana proprio a cavallo tra il Comune di Torino, il
Comune di Settimo ed il Comune di Borgaro.
Si tratta di un grande parco che, in buona sostanza, attraverso la restituzione di quella
che per decenni è stata una delle aree più degradate della città, attraverso un'opera di
bonifica, di messa in sicurezza e di realizzazione di superfici e di funzioni tipiche di un
grande parco urbano vedrà la realizzazione di un importante polmone di grande qualità
ambientale proprio a cavallo di queste due aree.
Oltretutto, la concentrazione di diritti edificatori si sviluppa in una porzione di territorio
su cui è previsto l'innesto del cosiddetto secondo accesso a Falchera, che, come
ricorderanno i Consiglieri, proprio quest'Aula ha deliberato in via definitiva, su
proposta congiunta dell'Assessore Lubatti e mia, utilizzando dei fondi nazionali
all'interno del Piano Città e dando pertanto completezza e risposta definitiva alle
strutturali problematiche di inserimento territoriale del borgo della Falchera, sia esso
quello esistente, sia esso quello che andrà a realizzarsi proprio in prossimità di questo
intervento in cui verranno concentrati questi diritti edificatori.
Con l'approvazione definitiva si completa l'iter urbanistico, si dà compiuta definizione
all'iter di carattere patrimoniale che prevede la cessione delle aree da destinare a parco
urbano da parte del soggetto privato alla Città e, conseguentemente, si mette in
condizione la Città di poter far partire effettivamente i lavori a suo carico (essendo stati
condotti a cura e spese della proprietà privata quelli di bonifica) proprio per la
realizzazione del grande parco urbano che è la seconda gamba della Variante, attraverso
l'utilizzo del PON Piano Città per oltre 5 milioni di Euro a valere su questo tipo di fondi.
Al termine dell'approvazione della Variante (con la votazione della proposta di
deliberazione di oggi), daremo formale avvio anche in termini strutturali alla
strumentazione urbanistica esecutiva, al Piano Esecutivo Convenzionato, che
svilupperà, all'interno dell'ambito in cui vengono concentrati i diritti edificatori, proprio
i diritti edificatori in termini planivolumetrici, in termini compositivi ed in termini di
destinazione d'uso. Ancorché, proprio a causa delle modifiche legislative, atto di
competenza della Giunta, come ho avuto modo di dire in Commissione, non appena la
proprietà privata svilupperà almeno il planivolumetrico dell'intero Piano Esecutivo
Convenzionato, sarà mia cura relazionare alla Commissione Consiliare competente,
proprio in virtù degli elementi anche positivi di riqualificazione indotta sul quartiere.
Chiaramente, la Variante n. 288 in oggetto deve essere vista anche in connessione con
tutto il grande progetto di trasformazione urbana che sta riguardando l'intera area
nell'intorno della stazione Stura, che, in buona sostanza, riassumerei nella cosiddetta
Variante di corso Romania e che, in seno al Consiglio Comunale, ha già visto l'avvio
formale dell'atto d'indirizzo, atto a riconoscere la trasformazione urbana. Pertanto,
questa si completa come Variante parziale, deve essere inquadrata in questo
ragionamento più ampio che riguarda la zona nord e, attraverso un lavoro positivo
svolto in questi anni (che ha visto congiunte le attività dell'Assessorato all'Urbanistica e
dell'Assessorato al Verde, con l'Assessore Lavolta), avremo l'occasione per dare una
risposta chiara e molto efficace ai problemi d'inserimento ambientali e di
riqualificazione di quella che, oggi, in taluni casi è ancora una periferia che ha bisogno
di questi interventi.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Vi sono interventi da parte dei Consiglieri? Se non ve ne sono, passerei all'illustrazione
degli emendamenti da parte dei presentatori; non so se vogliono fare un intervento per
emendamento oppure uno solo che li rappresenti tutti e due, lascio a loro la scelta.
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Vorrei commentare anche la proposta di deliberazione e, ovviamente, introdurre gli
emendamenti. La proposta di deliberazione riguarda peraltro parte delle famose aree
Borsetto, che si trovano al confine tra Torino, Borgaro e Settimo (come suggerisce il
nome); si tratta di aree che hanno una lunghissima storia di tentate costruzioni e
speculazioni immobiliari, che risale addirittura all'epoca di Sindona, passando poi per
Ligresti e, adesso, credo che, dall'eredità dell'impero di Ligresti, siano arrivati ad
Unipol (ma non so se questo riguardi anche l'area in questione).
Questa operazione però non ci convince, nel senso che è sicuramente bella l'idea di
costruire un fantastico prato sull'area degradata e da bonificare della discarica dei
Laghetti, però non capiamo il senso di disegnare una soluzione che prevede di costruire
le case in una parte dell'area che è completamente agricola, attualmente non coltivata,
ma comunque ancora dotata di suolo non consumato, mentre nell'area che era già
degradata dei Laghetti andiamo a spendere dei soldi, tra l'altro pubblici (perché c'è
anche un investimento di 5 milioni di Euro del Ministero dell'Ambiente), per risanarla e
prendercela in carico. Se questa idea è molto bella in termini di disegno urbano, è meno
bella in termini di chi mette i soldi e di chi porta a casa qualcosa.
In particolare, ci lascia perplessi anche la scelta di concentrare un edificato di
dimensioni rilevanti (28.000 metri quadrati) in un'area relativamente piccola e
soprattutto in un'area chiusa tra la tangenziale ed i quartieri di Falchera Vecchia e
Falchera Nuova. Considerando poi che di questi 28.000 metri quadrati, 15.000 sono per
il social housing, naturalmente speriamo che il social housing finalmente sia un vero
mix che porti a vivere insieme persone meno abbienti, che hanno bisogno del sostegno
alla casa, con persone più abbienti e che non si crei un quartiere ghetto. Il dubbio, però,
è che questo progetto, battezzato Falchera Nuovissima, sia un'ulteriore spedizione di
famiglie povere, con problemi sociali, all'estrema periferia della città, in un quartiere
come Falchera, che ha già faticato a togliersi di dosso un'immagine di degrado e di
ghetto sociale.
Anche qui, forse, sarebbe stato bello - lo abbiamo già detto in Commissione -
perlomeno avere dei progetti di accompagnamento e chiarire quale sarà l'impatto sul
quartiere, perché al quartiere è stato anche chiesto che cosa voleva e il quartiere tutto
voleva tranne che un nuovo insediamento così pesante di circa un migliaio di abitanti.
Forse, il quartiere avrebbe bisogno magari di investimenti sociali sulle sue strutture.
L'ultima questione è quella relativa all'area commerciale, perché, ovviamente, sono
previsti anche circa 4-5 mila metri quadrati di area commerciale, la quale nella Variante
precedente aveva dei chiari limiti: c'era un limite massimo al 50% di questa ASPI
dedicabile a superfici commerciali, con un limite anche di 2.500 metri quadrati sulla
dimensione della singola superficie. Questi due limiti vengono eliminati con questa
proposta di deliberazione che noi stiamo approvando, quindi, invece, si crea la
possibilità di insediare un vero e proprio ipermercato da 4-5 mila metri quadrati; tra
l'altro, il 20% di superficie da dedicare ad ASPI è il minimo, quindi in teoria se ne
potrebbe fare anche decisamente di più.
Si è giustificata questa cosa, dicendo che il piccolo commercio di Falchera sta morendo
e che noi dobbiamo sostenerlo, però non capisco la logica per cui, per sostenerlo, gli
facciamo un po' più in là un grosso supermercato o un ipermercato; credo che, al
contrario, questo ammazzerà gli ultimi e piccoli negozi che resistono alla Falchera.
Io e il Consigliere Trombotto abbiamo presentato un emendamento, anzi due, che, però,
sono collegati perché dicono la stessa cosa, che chiedono di ripristinare semplicemente
quello che è previsto nell'attuale Piano Regolatore, cioè questi limiti che, comunque,
consentono di insediare fino a 2.500 metri quadrati di superficie di vendita, che è già
quasi un ipermercato, un supermercato piuttosto grosso, però pongono almeno qualche
piccolo freno a questa possibile espansione commerciale di cui, francamente, in una
zona dove già c'è Auchan, di cui è previsto il raddoppio, e nuovi insediamenti
commerciali su corso Romania, eccetera, non si sente veramente il bisogno.
Poi, abbiamo letto che il parere tecnico su questo emendamento è negativo.
Ovviamente, rispetto l'opinione del Dirigente, ma chiedo una verifica alla Presidenza
del Consiglio Comunale, perché, se si legge il parere tecnico sfavorevole, ci si rende
conto che, in realtà, è una valutazione politica, in quanto il parere tecnico dice che,
comunque, anche se togliamo il limite, quindi permettiamo fino a 5.000, non c'è
l'obbligo - e ci mancherebbe - di fare un centro commerciale o un ipermercato (cosa
che, però, non capisco come possa rendere irregolare il fatto di rivolere inserire questo
limite), e poi si dice che, comunque, il progetto sarà più bello, ci sarà più
multifunzionalità e così possiamo mettere un ipermercato più grosso. Anche questo,
magari, è vero dal punto di vista della competenza architettonica - io non sono né un
architetto né un urbanista -, ma in termini di rispetto delle normative, che mi sembra che
sia ciò che dovrebbe valutare un parere tecnico, credo che sia un'opinione, ma che non
voglia dire che se, invece, il Consiglio ritenesse che lì è meglio avere dei negozi più
piccoli stia violando le norme di Legge attualmente vigenti.
Secondo me, quindi, il Consiglio Comunale è pienamente legittimato a ripristinare, tra
l'altro, quello che è il Piano Regolatore attuale. Quindi, se veramente quanto scritto qui
non è a norma con le Leggi, è il nostro Piano Regolatore attuale che non è a norma con
la Legge e quindi credo che sia pienamente legittimato ad approvare questi due
emendamenti e cercare di limitare almeno un pochino l'impatto sul commercio di questa
zona di Torino Nord e, quindi, evitare anche l'insediamento di un potenziale, ma forse
quasi certo, nuovo ipermercato in quest'area. Se, invece, poi, ci sarà l'ennesima
inaugurazione Ipercoop, andremo a vederla.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Consigliere Bertola. È chiaro, però, che il Dirigente, per la funzione e il ruolo
che ha, scrivendo questo parere si assume la responsabilità di quello che scrive, per cui
non è prassi fare un'ulteriore verifica. Nel caso, avrà altri luoghi per contestare questo
tipo di parere.
La parola al Consigliere Trombotto.

TROMBOTTO Maurizio
È già stato detto molto da parte del Consigliere Bertola. È vero che questo tema è già
stato oggetto di una votazione da parte del Consiglio Comunale, credo circa un anno fa,
in sede di adozione della Variante del Piano Regolatore, ed oggi quindi siamo in sede di
approvazione della stessa. Ora, è altresì vero che noi, in Commissione, l'abbiamo
liberata per l'Aula la scorsa settimana e credo che, per onestà intellettuale, da parte mia,
questo vada richiamato, però, anche in quella sede, avevo avuto modo di lamentarmi
con l'Assessore rispetto al fatto che una Variante così importante venga portata in
Commissione il giovedì, chiedendo che, poi, venga liberata per l'Aula il lunedì
successivo.
Ribadisco, è stata già approvata l'adozione un anno fa, quindi il tema è noto
probabilmente a buona parte dei presenti, però, personalmente, credevo che vi potesse
essere ancora la possibilità per un ulteriore approfondimento della discussione.
Lo dico, perché stamattina con il Consigliere Bertola abbiamo, per l'appunto, presentato
due emendamenti. Riconosco che, almeno da parte mia - poi il Consigliere Bertola è
all'opposizione -, avrebbe potuto esserci un coinvolgimento preventivo nei confronti
degli altri gruppi della maggioranza, che in futuro non mancherà di esserci.
Detto questo, però, vorrei richiamare l'attenzione di tutta l'Aula rispetto a ciò che oggi
l'Assessore ci propone, perché, tutto sommato, il contenuto dei due emendamenti, che
riguardano nello specifico la parte commerciale e le caratteristiche che questa potrebbe
eventualmente - sottolineo "eventualmente" - andare ad assumere in futuro, è del tutto
coerente con ciò che l'Aula aveva già approvato in sede di adozione e, tutto sommato, è
anche coerente con la scelta - che io giudico positiva - che l'Amministrazione, da alcuni
provvedimenti in avanti, ha deciso di adottare, cioè quella di tentare, in queste nuove
realtà residenziali, di riproporre un tessuto commerciale analogo a quello che
tradizionalmente in passato ha caratterizzato la città, ovvero un commercio di vicinato,
un commercio che sta ai piedi, allo zoccolo degli edifici residenziali, quindi un
commercio che, in qualche modo, per le sue dimensioni, non solo dal punto di vista
fisico, ma per le caratteristiche che poi queste possono avere nella loro gestione anche,
mi permetto di dire, dal punto di vista umano, può in qualche modo aiutare e contribuire
alla costruzione o ricostruzione di un tessuto sociale.
Altra cosa sono, innegabilmente, per le loro caratteristiche oggettive, la media e
soprattutto la grande distribuzione, dove evidentemente sono presenti dei dipendenti -
non sono presenti dei proprietari, dei locatari o degli affittuari che gestiscono un
esercizio in proprio -, che, quindi, hanno altre modalità comportamentali nelle relazioni
che stabiliscono o che, meglio, non stabiliscono con i residenti.
Dico questo, perché appare un po' curioso il fatto che la Giunta, dopo aver proposto, in
sede di adozione un anno fa, un atto che, coerentemente con le cose che ho detto e che
io condivido, poneva sostanzialmente due limiti al commercio, cioè quello del 50%
dell'ASPI totale da destinare alle attività commerciali e, poi, il limite dei 2.500 metri
quadrati di vendita oltre i quali la singola attività commerciale non poteva andare, oggi
proponga di eliminare questi due limiti, non in coerenza - mi permetto di dire - con ciò
che aveva proposto la stessa Giunta, non un'altra, un anno fa e non in coerenza con altri
tipi di politiche che vengono portate avanti da parte di questa Amministrazione. Per cui
io chiederei all'Assessore di riflettere su questo aspetto.
Poi, capisco la risposta che è stata data anche in sede di controdeduzioni ad
un'osservazione che era stata formulata su questo punto specifico, credo da Pro Natura
e, forse, anche da parte di un Comitato di cittadini, ovvero quella di mantenere la più
ampia possibilità d'intervento, quindi una pluralità di soggetti per quel che riguarda la
parte commerciale, per non rischiare di vanificare e di rendere meno interessante questa
trasformazione urbanistica. Capisco questo elemento di cautela, dopodiché credo che le
scelte debbano essere fatte e che dovrebbero essere coerenti con quelle che sono le
azioni che vengono poste in essere in altre parti della città con strumenti urbanistici
analoghi o anche diversi, vedasi la vicenda Regaldi.
Quindi, Presidente, non accetto - e mi avvio alla conclusione - il fatto che quest'oggi ci
si nasconda, mi permetta Assessore, dietro un parere tecnico sfavorevole, perché, o me
lo si spiega, e io magari lo posso comprendere, ma in questo momento non lo
comprendo, altrimenti non riesco proprio ad intravedere le ragioni tecniche che oggi
impedirebbero di accettare tecnicamente questi due emendamenti, che, invece, non
sussistevano evidentemente un anno fa, quando questo Consiglio Comunale approvò
l'adozione della Variante che conteneva questo tipo di caratteristiche per quel che
riguardava la parte commerciale.
Di conseguenza, io colgo il suo invito, Presidente, e procederò formalmente a tutti gli
approfondimenti necessari rispetto alla discrezionalità che un Dirigente all'interno di
un'Amministrazione Comunale ha di cassare tecnicamente degli emendamenti che io
ritengo essere prettamente e squisitamente politici. Credo che questa Giunta e questa
maggioranza, qualora oggi votassero con queste caratteristiche questo provvedimento,
commetterebbero un errore politico.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Ringrazio per la brevità degli interventi.
Siccome la Consigliera Levi-Montalcini e il Consigliere Altamura avevano già chiesto
la possibilità d'intervenire sulla proposta di deliberazione nel suo complesso, chiedo se
ci siano altre richieste di intervento.

LIARDO Enzo
Potrebbero scaturire degli interventi anche successivamente, in base anche...

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Capogruppo, non so se è stato attento, penso di no. Visto che abbiamo fatto...

LIARDO Enzo
Io penso di sì invece.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Va bene. Stavo solo dicendo che i due emendamenti sono stati discussi dai due
presentatori dopo la presentazione della proposta di deliberazione e chiedevo se c'era
qualcuno che voleva intervenire solo per prendere l'ordine dei lavori. Tutto qui, non me
ne voglia, le chiedo scusa.

LIARDO Enzo
No, non è il caso.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola alla Consigliera Levi-Montalcini.

LEVI-MONTALCINI Piera
Credo che l'abitudine invalsa già da parecchio tempo, ma che sta prendendo sempre più
piede in questo Comune, di adottare delle deliberazioni di Varianti di Piano Regolatore
e poi modificarle completamente tra l'adozione e l'approvazione sia una cosa che non
può andare avanti così. Quando l'adozione prevede delle norme e l'approvazione le
cambia integralmente, in mezzo, secondo me, è necessaria una nuova adozione. Non si
può, tra l'adozione e l'approvazione, proporre delle cose per poi approvarne delle altre.
Questo perché dopo l'adozione ci sono 30 giorni - mi pare, se non di più - in cui i
cittadini e chi ne ha interesse possono avanzare le loro osservazioni.
In questo caso, noi trasformiamo quello che è stato adottato e non lo sottoponiamo
all'esame della Circoscrizione o di chi ha il potere di opporre delle osservazioni,
negando così loro la possibilità di esporre le proprie osservazioni.
Secondo me, quindi, questo modo di procedere non va assecondato, per cui io,
sicuramente, non parteciperò al voto su questa proposta di deliberazione, perché mi
sembra che stiamo veramente oltrepassando il segno.
Oltretutto, vorrei anche sapere che cosa ne è dell'altra area limitrofa, quella che è stata
discussa per lungo tempo, davanti a Stazione Stura, tra corso Romania e la ferrovia, che
è proprio lì vicino; qui pensiamo di insediare mille abitanti, dall'altra parte invece non
sappiamo ancora quanti ne insedieremo. Non sapendo lo stato dell'arte, anche quello
che oggi andiamo ad approvare potrebbe essere da rivedere completamente se noi
guardassimo le cose nella loro globalità.
Ripeto - e l'ho detto molte volte nelle mie osservazioni in Consiglio Comunale - non
possiamo continuare ad esaminare un pezzettino per volta senza capire che cosa succede
nella macroarea. Quella è una macroarea che sta diventando una zona importante.
Ricordiamo, oltretutto, che dietro alla Michelin, vicino ad Auchan, è già stata adottata
ed approvata (non mi ricordo se approvata, ma mi sembra di sì) un'altra trasformazione,
ancora più grande con una metratura - se non ricordo male - intorno ai 40.000 metri
quadrati, per cui stiamo caricando quella zona di abitanti in modo pesante senza capire
qual è il progetto finale, cioè chi vogliamo andare ad insediare in quella zona: se
vogliamo relegare lì i poveri di Torino, come sembrerebbe, oppure se vogliamo
riqualificare veramente la zona.
Oltretutto, non mi pare che l'Assessore abbia presentato nessun piano su quanto ci
costerà la manutenzione di tutta l'area, "Laghetti" e zone limitrofe, che dovrebbe essere
ceduta all'Amministrazione. Mi sembra superfluo sottolineare in quali condizioni si
trovi il Comune da un punto di vista economico; mi piacerebbe sapere come è
giustificata la manutenzione e la valorizzazione di quella zona. Per tutto quanto detto,
non parteciperò al voto di questa proposta di deliberazione.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola al Consigliere Altamura.

ALTAMURA Alessandro
Anticipando il voto favorevole alla proposta di deliberazione, farei però un invito alla
Giunta: che gli aspetti legati alla cessione dell'area, quindi gli aspetti patrimoniali,
possano essere affrontati anche in una futura I Commissione congiunta con la II, proprio
perché, come d'altronde l'Assessore Lo Russo sa bene, la discussione su questo ambito
va avanti da circa 13 anni e un pezzo di quella discussione ha cercato di riassumerlo
anche la Consigliera Levi-Montalcini.
Però, proprio rispetto ad un percorso che aveva già visto due Varianti al Piano
Regolatore - se non ricordo male, ma credo che sia confermato anche dai Dirigenti del
Settore - e proprio per questo puntare sull'housing sociale, da un lato, e sull'aspetto
commerciale che viene lasciato libero, credo si possa chiedere che l'aspetto
squisitamente patrimoniale, che ovviamente non è quantificato, possa essere affrontato
nella discussione anche con la Commissione competente per materia, proprio perché
l'aspetto più delicato è emerso anche oggi nella discussione da parte di coloro che sono
intervenuti per la presentazione di emendamenti.
Ovviamente, l'auspicio è che su questo percorso si possa valorizzare un'area su cui si è
lavorato molto, ma su cui i risultati non sono ancora quelli auspicati.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola, per la replica, all'Assessore Lo Russo.

LO RUSSO Stefano (Assessore)
La mia replica sarà molto breve. Per essere molto espliciti, le considerazioni sugli
emendamenti prescindono dai pareri di regolarità tecnica che sono stati espressi dai
Dirigenti e, ovviamente, come è stato correttamente richiamato dal Vicepresidente
Magliano, è ai Dirigenti che va eventualmente attribuita una valutazione in ordine ad
un'eventuale difformità rispetto alla norma. Lo dico, però, con questa franchezza: a
prescindere dal parere di regolarità tecnica sfavorevole, anche fosse favorevole, il parere
politico agli emendamenti è contrario.
La ragione per cui il parere politico è contrario è che, ovviamente, c'è una ragione
precisa per cui è stato eliminato il vincolo sulla distribuzione ad ASPI dei 2.500 metri e
la ragione precisa deriva dal fatto che qui, come peraltro detto in Commissione,
dobbiamo guardarci nelle palle degli occhi ed essere molto franchi tra di noi. Forse,
molti sanno quelli che sono i valori immobiliari della zona della Fachera; qualora
qualcuno non li avesse chiari, invito caldamente a visionare annunci immobiliari
piuttosto che annunci di aste giudiziarie per poter avere un'idea di quelli che sono i
valori immobiliari medi connessi a quella zona e a quell'ambito.
È del tutto evidente che gli obiettivi e gli scopi sono: riqualificare una zona che oggi ha
l'esigenza di essere riqualificata; dare una dotazione e costruire un parco urbano per una
zona che, oggettivamente, è stata oggetto di progressivo abbandono nell'arco dei
decenni e di tutta una serie di altre vicende di carattere urbanistico e patrimoniale. A
differenza del Consigliere Bertola io ho molti meno elementi di lui; se lui ne ha, fa bene
a tirali fuori, ma onestamente io non li ho. Io quello che rilevo è che per 30 anni di
quest'area non è stato fatto nulla, questo è un fatto, non è un'opinione.
Ci riempiamo la bocca frequentemente di problemi connessi al fronteggiare l'emergenza
abitativa, che, se non sbaglio, cari Consiglieri Bertola e Trombotto, è tra i cavalli di
battaglia delle forze politiche che voi, in qualche modo, esprimete e mi pare che, più di
una volta, abbiate rappresentato alla Giunta e alla maggioranza consiliare
l'individuazione di politiche che avrebbero dovuto essere favorenti operazioni atte a
fronteggiare l'emergenza abitativa di questa città.
A noi è parso assolutamente coerente con questo percorso cogliere gli elementi peraltro
sollecitati a più riprese, cioè quelli di individuare un'operazione che attraverso l'housing
sociale e attraverso le modalità di housing sociale potesse, in qualche modo, bilanciare e
mixare (proprio per evitare quel fenomeno di ghettizzazione, a cui, purtroppo, talvolta,
non a Torino, ma in altre grandi città si assiste), da un lato, una risposta a queste giuste
esigenze, che venivano rappresentate non solo da voi, ma da altre forze politiche,
facendolo con operazioni che - badate bene - stessero in piedi dal punto di vista
economico. Altrimenti, ho la sensazione che si facciano tanti bei discorsi retorici,
assolutamente anche nobili, nel dibattito politico alla retorica della riqualificazione di
carattere teorico. Se io avessi, ribadisco, fondi pubblici da poter spendere per poter
fronteggiare l'emergenza abitativa e per poter attivare, con mezzi d'iniziativa pubblica
della Città di Torino, interventi di housing sociale, credetemi sarei il primo in fila a
farlo. A me non risulta che abbiamo questo tipo di capienze per dare questo tipo di
dotazione, però, magari, invece a voi risulta e, se vi risulta, vi pregherei di
segnalarmelo.
Mi pare che in un rapporto positivo e non negativo di partnership tra pubblico e privato,
la definizione pianificatoria di questo quadrante risponda ad una pluralità di esigenze,
che riassumo. La prima: consentire la realizzazione di un'area a parco che non sia una
sola area verde, un prato, ma che sia un'area che svolge una serie di funzioni atte a
promuovere anche operazioni sociali di coinvolgimento della cittadinanza, perché il
progetto (che, ovviamente, ha seguito l'Assessore Lavolta, ma di cui sono a conoscenza
in termini sostanziali oltre che formali) non prevede la realizzazione di un parco fine a
se stesso, ma prevede la realizzazione di un parco con attività, cito ad esempio gli orti
urbani, che serviranno esattamente a rispondere alla dinamica sociale di quel quartiere, a
processi attivi di partecipazione sociale e a processi di inclusione e di riqualificazione.
Secondo: c'è un tema connesso al fatto che gli interventi di social housing - ed è la
ragione per cui già in fase di adozione prevedemmo la possibilità di riconoscere 7.000
metri quadrati di SLP additiva - sono tra le priorità politiche del welfare di questa Città
e, conseguentemente, non sono così tanti gli interventi degli operatori su cui si possano
immaginare operazioni urbanistiche di questa portata. Io auspico davvero che
quell'operazione dal punto di vista economico-finanziario stia in piedi e che abbia
gambe per poter procedere, ma dotare la Città di oltre 15.000 metri quadrati di SLP da
destinare a social housing è una grande operazione - rivendico - di sinistra di questa
Città, caro Consigliere Trombotto.
Il terzo elemento riguarda l'elemento della distribuzione commerciale. Ho già avuto
modo di dire a più riprese, compreso in Commissione, che non vanno mescolati i
modelli di sviluppo in termini di planivolumetrie con le Superfici Lorde di Pavimento.
Noi possiamo tranquillamente avere modelli a bassa Superficie Lorda di Pavimento, in
termini volumetrici, ma con uno sviluppo planivolumetrico che non traduce l'esigenza
di riqualificazione e, soprattutto, la dinamica di relazione tra la residenza e il commercio
in quanto, cito schematicamente l'esempio del modello Spina 3, da una parte, e del
modello Piano particolareggiato Regaldi, dall'altra, proprio perché anche la SLP
commerciale che noi sviluppiamo all'interno di un ambito è un numero, ma che senza
distribuzione planivolumetrica definita è un numero spurio, che non ci dà alcuna
informativa.
Ringrazio il Presidente Altamura e, ovviamente, oltre al tema pianivolumetrico, verrò
anche a relazione in termini formali in I Commissione per quello che riguarda gli assetti
patrimoniali. Noi auspichiamo che questo intervento, attraverso anche il motore
attivatore commerciale, proprio alla luce della presenza commerciale già in essere
nell'area al di là del corso Romania, trovi effettivamente sviluppatori immobiliari,
ancorché in una porzione difficile della città e ancorché con valori immobiliari molto
bassi, che, conseguentemente, non consentono nel Piano Economico Finanziario le
operazioni di riqualificazione, di bonifica e di nuova edificazione. Questo se vogliamo
raggiungere l'obiettivo di fare l'housing sociale, perché, se non vogliamo raggiungere
quell'obiettivo lì, azzero il discorso, tanto per essere molto espliciti e franchi anche in
Aula come lo sono stato in Commissione, ce lo diciamo con franchezza e torniamo a
ripristinare limiti e vincoli sul tema della distribuzione commerciale, che non è che sono
ideologicamente buoni o cattivi, ma sono banalmente degli elementi che fanno o non
fanno partire l'operazione.
Io invito il Consiglio, come peraltro ho fatto in Commissione, a vedere l'operazione
nella sua interezza, non sfogliando il carciofo, perché, se si guarda l'operazione nella
sua interezza, si nota che vi sono certamente alcuni elementi che possono essere, in
qualche modo, positivi per quello che riguarda l'attivazione di flussi commerciali.
Questi sono elementi essenziali per poter reggere numeri così importanti come i 15.000
metri quadrati di social housing su 27.000 metri, perché di questo stiamo parlando, che,
necessariamente, proprio perché si chiamano "social housing", non avranno margini di
redditività tali da poter garantire questo tipo d'investimento. Dopodiché, ovviamente, a
me pare che sotto questo profilo l'operazione sia positiva e anche il territorio l'ha
accolta con grande favore, proprio perché c'è un vissuto da parte dei cittadini di quel
territorio, che da 30 anni aprivano le finestre e trovavano le carcasse delle auto e i
copertoni all'interno dei laghetti e che da domani, aprendo le finestre, troveranno uno
dei più bei parchi urbani della città.
Altra cosa che va rivendicata a quest'Amministrazione è la scelta di allocare i 5.300.000
Euro del Piano Città su quell'area, perché non è che non ci fossero altre aree dove poter
localizzare quei fondi, perché i fondi erano destinati al Piano della Città di Torino, ma il
fatto di destinare l'intero ammontare di 5.300.000 Euro sulla periferia, in particolare
sulla periferia Nord, è una scelta politica chiara e netta, che, insieme alla scelta politica
chiara e netta di individuare operazioni urbanistiche che servano a fronteggiare
l'emergenza abitativa di questa città, ci pare coerente con la linea d'impostazione che
questa Amministrazione si è data, che è quella di dare risposte al fabbisogno di
domanda abitativa, di riqualificare le periferie, a partire dalla periferia Nord, e di farlo
in un rapporto positivo di partnership pubblico e privato che, ovviamente, abbia
caratteri di percorribilità di numeri economici e che, conseguentemente, non demandi,
una volta deliberato il provvedimento dalla Sala Rossa, ad un'ipotetica funzione (chissà,
si vedrà e poi al limite prorogheremo), ma provi a dare dei legami in maniera tale che,
effettivamente, anche dal punto di vista operativo, il processo parta e parta in fretta,
perché credo che la periferia Nord della Città abbia un gran bisogno di questo.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 1, che ha parere tecnico sfavorevole e parere
contabile favorevole.
Qual è il parere della Giunta?

LO RUSSO Stefano (Assessore)
Il parere della Giunta è negativo.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 1:
Presenti 23, astenuti 3, favorevoli 3, contrari 17.
L'emendamento n. 1 è respinto.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
Passiamo all'emendamento n. 2.
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2:
Presenti 24, contrari 19, favorevoli 3, astenuti 2.
L'emendamento n. 2 è respinto.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente Vicario)
La parola al Consigliere Trombotto.

TROMBOTTO Maurizio
Ho ascoltato con attenzione la replica dell'Assessore, che ringrazio per l'attenzione che
ha voluto porre rispetto alle ragioni dei Consiglieri, che hanno cercato di migliorare la
Variante nella sua fase di approvazione. Capisco anche lo sforzo da parte dell'Assessore
nel cercare di realizzare un intervento sicuramente complesso.
Ho capito meno l'enfasi (forse non era rivolta al sottoscritto o al nostro Gruppo, però,
l'Assessore ha richiamato specificamente il mio intervento) che l'Assessore ha voluto
utilizzare anche rispetto all'housing sociale, perché ovviamente non c'è nessuna
contrarietà rispetto a questa parte dell'intervento, nonostante che si utilizzi ancora (si
spera che sia l'ultima volta) un'area non già pregiudicata, ma che aveva una
destinazione di tipo agricolo, o comunque di verde, all'interno del contesto urbano.
Rimane, però, il problema che riguarda la parte commerciale. Io capisco il tentativo che
sta facendo l'Assessore e auguro a lui e a questa Giunta di avere ragione; saranno i
posteri che ci spiegheranno se quella sarà, invece, un'ulteriore grande struttura
commerciale, di cui la città e un lavoro di ricostruzione del tessuto delle relazioni sociali
non hanno bisogno.
Noi continuiamo ad essere convinti che questa Giunta poteva fare un altro tipo di scelta,
coerentemente con l'atto che ha presentato, di cui ha chiesto ed ottenuto l'approvazione
non più tardi di un anno fa. Per queste ragioni, come Gruppo Consiliare di Sinistra
Ecologia e Libertà, il nostro voto su questa proposta di deliberazione sarà di astensione.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di
deliberazione:
Presenti 20.
Avendo risposto 20 Consiglieri ed avendo constatato l'assenza del numero legale,
procediamo ad una nuova verifica del numero legale.

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