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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Giugno 2015 ore 10,00
Paragrafo n. 6
INTERPELLANZA 2015-02558
(QUESTION TIME) "COLLOCAZIONE DI EVENTUALI PROFUGHI SUL TERRITORIO CITTADINO" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RICCA E CARBONERO IN DATA 11 GIUGNO 2015.
Interventi

PORCINO Giovanni (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza (question time) n. mecc. 201502558/002,
presentata in data 11 giugno 2015, avente per oggetto:

"Collocazione di eventuali profughi sul territorio cittadino"

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola, per la risposta, alla Vicesindaco Tisi.

TISI Elide (Vicesindaco)
Nel merito della richiesta di destinazione del sito di Villa Cristina, credo che in qualche
modo la questione sia già stata chiarita a mezzo stampa ed anche nell'incontro di
venerdì dal Prefetto. Villa Cristina è una delle possibilità che erano emerse e,
probabilmente, ha avuto un'attenzione mediatica oltre quelle che erano le effettive
possibilità, tant'è che, ad oggi, non è tra i siti presi in considerazione per realizzare un
hub. Ricordo che Villa Cristina è una struttura privata e, quindi, in ogni caso non
avrebbe potuto esserci un'interlocuzione diretta tra la Pubblica Amministrazione ed un
soggetto privato, per cui, come ho detto, evidentemente è stata sopravvalutata come
questione.
Credo, però, sia importante dire che siamo in una fase nella quale l'arrivo di molte
persone nella nostra Regione (che, peraltro, finora, non ha generato situazioni di
particolare tensione, come è successo ad esempio alla Stazione di Milano, o in altre
città, e questo credo che vada evidenziato) sta richiedendo, in particolare in capo alla
Regione Piemonte, che ha la responsabilità di governare il sistema insieme alle
Prefetture, la possibilità di realizzare uno o almeno due hub sul territorio piemontese,
proprio perché il tessuto piemontese non è in grado di distribuire immediatamente tutti
gli arrivi, ma anche perché l'hub, peraltro, ha una funzione particolare che il Ministero
gli attribuisce, che è quella di una prima accoglienza, di una prima fase in cui si
effettuano screening e valutazioni anche sotto il profilo della richiesta del titolo
(permesso di soggiorno, piuttosto che di status di rifugiato).
Quindi, questo tipo di indicazione dal Ministero è stata data a tutte le Regioni. È
indubbio che la Regione ha chiesto anche la collaborazione della Città di Torino per
capire se ci possano essere degli spazi, non necessariamente sulla città di Torino, che
possano svolgere questa funzione.
È chiaro che la preoccupazione principale di tutti i livelli istituzionali che ho citato è
proprio quella di cercare di evitare il più possibile di creare ulteriori tensioni o
concentrazioni, anche dal punto di vista numerico, su territori che vedono una presenza
già importante. Io vorrei ricordare che la Città di Torino ha lo SPRAR e che, dal punto
di vista, invece, dei punti di accoglienza gestiti dalla Prefettura, proprio lavorando con
la Prefettura, si è cercato di mantenere un equilibrio tra la disponibilità che la Città ha
già dato attraverso lo SPRAR e i posti che la Prefettura ha individuato con questo altro
canale di accoglienza parallelo allo SPRAR, tant'è che - come è noto - ci sono molti siti
di accoglienza che sono fuori dalla città di Torino, proprio perché è stata anche
attenzione e cura della Prefettura cercare in questo di creare un equilibrio.
Io penso che sia assolutamente un aspetto che viene considerato; al momento, per
quanto mi è noto, non mi risulta che la Regione e le Prefetture abbiano definito e
individuato un luogo dove realizzare questo hub. Ciò non toglie, naturalmente, che ci
sia un lavoro che va in questa direzione, che riesca a svolgere questa attività di
accoglienza attraverso questo meccanismo di filiera, che dovrebbe passare dall'hub per
poi avere una distribuzione sul territorio, considerando appunto di avere un equo
impatto di queste accoglienze sul territorio piemontese.
Questo è quanto posso dire in questo momento più in generale relativamente a questo
question time, che, nello specifico, era riferito alla struttura di Villa Cristina.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Relativamente alla notizia che era circolata di Villa Cristina, è importante quanto ha
detto la Vicesindaco a verbale.
Condivido totalmente la linea che stanno utilizzando i governatori di Liguria,
Lombardia e Veneto sulla gestione, in quanto ci sono delle situazioni anche a Torino
che dimostrano che forse qui non c'è la capacità di saper gestire il fenomeno; pensiamo
al MOI: un hub ce l'avevamo già e abbiamo visto che fine ha fatto. Avendo già visto
questo film, posso immaginare che cosa succederà quando verranno inseriti questi hub e
quando, magari, a queste persone verrà negata la richiesta di asilo: decideranno di
occuparlo e avremo un MOI 2.
Questa è la mia preoccupazione, perché è stato dimostrato che non c'è la capacità di
saper gestire il fenomeno. Non so se il problema sia politico, se sia tecnico, se sia
tecnico-politico o se sia politico-tecnico, però mi piacerebbe avere una programmazione
di come si vorrà gestirlo nel momento in cui verranno fatti questi due hub.
Prima di tutto, non dovranno essere tutti e due a Torino, perché Torino ha le spalle
larghe, ma, in questo momento, non riesce a sopportare più di quello che c'è già,
nonostante abbia dimostrato nel tempo di essere, anche a livello di accoglienza, una
città avanti anni luce rispetto a tante altre in questo Paese. Poi, bisognerebbe avere una
programmazione di come potranno essere gestiti, perché un conto è dire che verranno
creati due hub e un altro è avere idea di come poterli far funzionare.
Quindi, Presidente, a me non dispiacerebbe se potessimo portare la discussione in
maniera più approfondita all'interno di una Commissione, per poter ragionare e per
cercare di capire insieme alla Giunta e al Sindaco (perché, poi, è lui che si occupa
direttamente, anche come Presidente dell'ANCI, di trattare determinate situazioni) se ci
siano delle soluzioni migliori. Vorremmo, quindi, capire come possiamo essere utili non
solo alla Città, ma, magari, anche alla Città Metropolitana o, più in generale, al
Piemonte per poter fare qualcosa di concreto.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola, brevemente, alla Vicesindaco.

TISI Elide (Vicesindaco)
Io l'ho detto prima, ma lo ripeto perché credo sia importante.
Lo strumento che hanno i Comuni sull'accoglienza si chiama SPRAR. Peraltro,
abbiamo così tanta consapevolezza che bisogna evitare le concentrazioni dei grandi
numeri che lo SPRAR della Città di Torino (470 posti, se non ricordo male), al di là di
due centri numericamente più importanti, per il resto è stato tutto impostato su piccole
accoglienze in alloggi e, quindi, piccoli numeri, proprio per evitare di creare quelle
situazioni che, come ricordava il Consigliere, generano poi un impatto sul territorio.
La questione degli hub, che ho riferito perché sono a conoscenza che è una richiesta che
i Ministeri stanno facendo alle Regioni, rientra davvero nella valutazione e nel lavoro di
programmazione che sta in capo alle Regioni e alle Prefetture. Dico questo, perché mi
riesce un po' difficile immaginare che all'interno di una Commissione si possa trattare
una materia che non è pienamente nelle nostre possibilità. Noi possiamo dare delle
indicazioni; l'indicazione principale che diamo come Città, anche alle scelte eventuali
della Regione, è proprio anche in una scelta di accoglienza, ma abbiamo anche chiesto
alla Prefettura di evitare di creare grandi concentrazioni e di caricare sulle stesse aree
territoriali (anche per Torino ci sono quartieri e quartieri) delle situazioni che, poi,
riescano a creare del conflitto. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, questo è
assolutamente escluso. Si era citato, ad esempio, il centro Fenoglio di Settimo da
trasformare eventualmente in hub, proprio perché ha una localizzazione anche fisica che
consentirebbe di fare un'attività di quel tipo in modo appropriato.
È chiaro che l'intenzione della Regione - sto riferendo cose su cui la Regione sta
lavorando prioritariamente - è quella di trovare due localizzazioni che corrispondano
anche a due aree della Regione piuttosto lontane, altrimenti non avrebbe l'utilità che
dovrebbe avere, ma credo di non dire nulla di nuovo perché l'Assessora Cerutti ha già
riferito ciò più volte anche agli organi di stampa.
L'altro aspetto che vorrei ricordare, senza voler assolutamente fare polemica, è che la
situazione del MOI è figlia di una fase storica - che spero si ricordino anche i
Consiglieri, perché era una preoccupazione che io avevo più volte riportato anche in
sede giornalistica - derivante dalla chiusura dell'emergenza Nord Africa.
Allora, io credo che bisogna imparare dagli errori per non ripeterli; certamente, quando
si chiudono delle fasi di accoglienza, non devono essere fatte in quel modo, ma,
soprattutto, ricordo che, in quella fase, di tutti gli sbarchi che arrivarono in Piemonte
una percentuale altissima fu collocata su Torino e prima cintura, generando
evidentemente proprio quella concentrazione che adesso tutti diciamo che non si deve
realizzare. Era anche un'altra Amministrazione regionale; credo che, oggi, ci sia la
necessità di guardare in modo responsabile a questo problema, seguendo delle linee
guida che ci aiutino ad evitare le concentrazioni, perché non servono a nessuno, né a chi
arriva né a chi accoglie. Stiamo lavorando come ANCI per sensibilizzare i piccoli
Comuni; proprio stamattina, qui c'è una riunione in questo senso, che è finalizzata a
sensibilizzare i piccoli Comuni, perché piccoli numeri anche in centri più piccoli sono
probabilmente di più facile gestione. C'è bisogno, ovviamente, che su questo la politica
lavori nella direzione dell'interesse prioritario dei cittadini.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Quindi, Consigliere Ricca, io considererei il question time discusso ed eventualmente,
se lo ritiene, può interloquire con il Presidente alla Commissione competente per
ulteriori approfondimenti sul tema di ordine generale.
L'interpellanza è discussa.

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