Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 3 Novembre 2014 ore 10,00
Paragrafo n. 37
ORDINE DEL GIORNO 2014-04834
(ODG N. 18/2014) "URGENTE APPELLO AL PARLAMENTO ED AL GOVERNO PER DIFENDERE IL SEGRETO DEL PARTO, LA SALUTE DELLE DONNE ED IL FUTURO DEI BAMBINI NON RICONOSCIUTI" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CENTILLO ED ALTRI IN DATA 21 OTTOBRE 2014.
Interventi

PORCINO Giovanni (Presidente)
Passiamo all'esame della seguente proposta di ordine del giorno n. mecc.
201404834/002, presentata in data 21 ottobre 2014, avente per oggetto:

"Urgente appello al Parlamento ed al Governo per difendere il segreto del parto, la
salute delle donne ed il futuro dei bambini non riconosciuti"

PORCINO Giovanni (Presidente)
Questa proposta di ordine del giorno è in Aula ai sensi dell'articolo 93.
Comunico al Consiglio Comunale che i Consiglieri Furnari e Liardo sottoscrivono
l'atto.
La parola al Consigliere Centillo.

CENTILLO Maria Lucia
Questa proposta di ordine del giorno riguarda un urgente appello al Parlamento e al
Governo per difendere il segreto del parto, la salute delle donne e il futuro dei bambini
non riconosciuti.
In Commissione Pari Opportunità più IV Commissione abbiamo audito l'Associazione
nazionale famiglie affidatario, che ci ha presentato - attraverso la sua rappresentante, ma
anche attraverso una testimonianza molto toccante di una ragazza figlia di una donna
che si è avvalsa del parto segreto - una situazione che oggi è in discussione in
Parlamento e che prevederebbe per le donne, dopo 25 anni, indipendentemente dalla
possibilità di aver dato o meno l'autorizzazione a essere nominate e, quindi, rintracciate,
la possibilità di essere nominate e rintracciate, qualora i figli chiedano di poterle
rintracciare.
In questa situazione parliamo di numeri apparentemente molto limitati, sia a livello
nazionale che a livello Regionale, ma i dati che ci hanno trasmesso ci portano a dire che
dal 1950 al 2013 sono nati 90.000 bambini non riconosciuti e che in Italia ne nascono
circa 400 all'anno.
Ora, la sentenza della Corte Costituzionale che richiama il diritto del figlio a rintracciare
la propria madre, è un diritto che va certamente legiferato, ma noi pensiamo nella
direzione di garantire la donna, perché se la donna non dà il consenso a essere
eventualmente nominata a distanza di tutti questi anni, noi pensiamo che la volontà
della donna debba essere salvaguardata, sia per quelli che sono i principi legati
all'autodeterminazione della donna, ma anche per la stessa solidità dei nuclei familiari
che eventualmente si sono poi costituiti, ma soprattutto perché l'opzione del parto
segreto è un'opzione che le donne hanno a disposizione anche a tutela della maternità.
Mettere le donne nella condizione di decidere tra l'essere rintracciate dopo molti anni e
essere invece certe che la loro scelta sarà per sempre rispettata, è un'opzione che a mio
parere costituisce persino una forma di violenza nei confronti delle donne.
Quindi penso che il Parlamento debba tenere conto dell'appello dell'ANFA e che si
debba intervenire affinché sia rispettata la volontà della donna fino in fondo. In questo
modo, ci sarà la prossimità di avvalersi del parto segreto. Altrimenti credo che
sicuramente questa Legge si perderà, perché non si capisce come mai una donna si
debba sottoporre a una situazione che per anni la lascerà nella preoccupazione, nella
disperazione e nel rischio.
Quindi, questa situazione è stata ben rappresentata anche dai sentimenti di una ragazza
cresciuta nella famiglia adottiva, che ci ha spiegato aspetti non solo di tipo giuridico, ma
anche di tipo emotivo; e se c'era bisogno di essere persuasi, credo che sia stato
particolarmente efficace.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Magliano.

MAGLIANO Silvio
Per sostenere e anche ringraziare dell'audizione che i due Presidenti di Commissione
hanno voluto fare in Consiglio Comunale, perché ci pare veramente una scelta di
coraggio, anche da parte nostra, quella di dire sosteniamo la scelta di donna che decide
di continuare una gravidanza, dando la possibilità a quel bimbo (questo è un aspetto che
abbiamo affrontato anche in Commissione) di essere subito adottabile, quindi a rischio
giuridico zero.
Molti Consiglieri sanno che cosa vuol dire rischio giuridico, in termini di adozioni, da
parte dello Stato italiano; è qualcosa che porta le famiglie prima affidatarie o
ipoteticamente adottive, a vivere sempre sul chi va là.
Per cui la mia firma e la firma di tutto il Gruppo del Nuovo Centro Destra è una firma
convinta; per cui, ringrazio la Commissione per il lavoro che ha fatto.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Araldi.

ARALDI Andrea
Chiedo di poter apporre anche la mia firma a questa proposta di ordine del giorno.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Io voterò a favore di questo provvedimento, perché credo che il Parlamento debba
assumersi le responsabilità di decidere come mantenere il segreto del parto nel momento
in cui la donna decide di avvalersi di questa possibilità.
Voglio però far osservare che, primo, attualmente questa possibilità esiste, non è da
introdurre. Tuttora è così. E sebbene alcune sentenze abbiano dato la possibilità di
conoscere la madre, non mi risulta sia avvenuto ancora in modo così largo.
La seconda questione è che la questione in oggetto è abbastanza controversa, tant'è vero
che la proposta di Legge di rendere impossibile conoscere la propria madre dopo 25
anni, è sottoscritta da una deputata del Partito Democratico.
L'origine sta nel fatto che nel panorama internazionale l'Italia non è la norma, è
l'eccezione. Nel senso che nella stragrande maggioranza dei Paesi non è consentito il
parto segreto, se non in Italia e in Francia, per una forte tradizione cattolica. Anche negli
Stati Uniti il parto segreto è legato a una forte tradizione cattolica, in cui prevale
l'interesse del nascituro e questo porta a far sì che tutto il resto vada in secondo piano.
Nei Paesi a tradizione protestante, o legate ad altre tradizioni, prevale il fatto che la
collettività si faccia carico della nascita, anche nel momento in cui decide di concedere
l'esistenza segreta. Cioè successivamente viene stabilito che un bambino crescerà in
modo segreto in una famiglia e nessuno lo può sapere, con responsabilità giuridica e
legale.
Lo dico perché il Consigliere Magliano ha fatto implicitamente un riferimento, secondo
me improprio, perché la stragrande maggioranza delle madri che non riconoscono il
proprio figlio, non sono madri che hanno rinunciato ad abortire per portare avanti la
gravidanza, che sono pochissime, ma di solito sono madri che si trovano in una
gravidanza in cui non è più possibile abortire, o durante la gravidanza sono cambiate le
condizioni sociali, familiari, personali in cui la gravidanza era stata concepita, quindi si
trovano al momento del parto in una condizione in cui ritengono di dover non
riconoscere... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, perché una cosa è decidere
entro il terzo mese che tu non abortisci e porti avanti la gravidanza. (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Nel senso che è completamente differente, ci sono alcuni casi,
ma sono sporadici, Una cosa è una gravidanza che è ormai arrivata a un limite in cui
non si può più abortire, e la madre decide di avvalersi della possibilità di non
riconoscere suo figlio.
Peraltro, faccio notare che oggi la procedura è molto elastica, per cui non è che quando
una donna decide di non riconoscere il figlio, il neonato viene portato via e non lo vedrà
più. Ma vi sono giorni di riflessione e addirittura fino all'adozione c'è la possibilità di
ripensarci.
Peraltro vi è un altro istituto, in cui se una donna incinta decide, anche per motivi
personali, di non tenere suo figlio, c'è la possibilità che il bambino sia dato in affido, ma
lei rimane sempre la madre. Questo lo dico perché sia chiaro il contesto in cui si vota.
Credo che questa proposta di ordine del giorno, su un'iniziativa dell'ANFA, serva
perché il Parlamento ribadisca la possibilità del parto segreto e dia le possibilità affinché
la madre mantenga questo segreto a vita, fino a che sia lei che decide eventualmente...
anzi, direi entrambi, non è che uno dei due prevalga perché c'è un diritto innato.
Perché se è vero che chi non è stato riconosciuto dalla madre, ha il diritto di conoscerla,
ma la madre può non essere d'accordo, c'è anche la situazione opposta, in cui la madre,
dopo 30/40 anni, vuole sapere che fine ha fatto il figlio che non ha riconosciuto, ma non
è detto che il figlio lo voglia sapere.
Per cui, da questo punto di vista, le sentenze hanno legiferato, compresa quella della
Corte Costituzionale del 2013, su casi specifici, hanno dato un contesto che non è
automaticamente ripetibile in tutti i casi. Questo lo dico per onestà.
Quindi, condivido la proposta di ordine del giorno, la voterò, credo di averla anche
firmata, perché credo che il Parlamento - di fronte all'evoluzione sociale, ma soprattutto
scientifica della materia, perché oggi la possibilità di conoscere i genitori naturali è
diversa, anche grazie alla tecnologia digitale - debba assumersi la responsabilità di
decidere se mantenere o non mantenere questo aspetto e come mantenerlo. Io sono
perché lo mantenga, e voto a favore della proposta di ordine del giorno.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Altamura.

ALTAMURA Alessandro
Intervengo solamente per ringraziare i primi due firmatari del documento, i Consiglieri
Centillo e Genisio, e per chiedere che venga aggiunta anche la mia firma a questo ordine
del giorno, che condivido completamente.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Genisio.

GENISIO Domenica
Ringrazio i due Colleghi che hanno deciso di sottoscrivere questo provvedimento.
Ringrazio il Consigliere Viale per la lezione che ci ha fatto, ma gli vorrei porre una
domanda, se prestasse un po' di attenzione. Lo eliminiamo il segreto sull'interruzione di
gravidanza? Perché allora questo bambino che riesce a nascere, perché una mamma,
qualsiasi siano state le condizioni, che sicuramente sono mutate nel tempo... perché
ricordo che trent'anni fa una donna che rimaneva incinta, normalmente si allontanava
dal proprio luogo di residenza, sono state attivate le comunità alloggio per aiutare queste
donne a portare a termine la gravidanza e sono trent'anni, e io devo ringraziare anche
l'ANFFAS che ci ha sollecitati a prendere delle posizioni.
Le abbiamo prese come Commissione, convinti tutti quanti di quanto sia, per alcuni,
molto importante che una vita non venga soppressa; per altri, che sia giusto tutelare la
donna che ha fatto quella scelta. Ma un bambino che nasce, per me è un bambino che
nasce… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non ho parlato di infanticidio.
Un bambino che nasce. E si sono attivate comunità alloggio per tutelare la donna incinta
che si voleva allontanare dalla sua abitazione, per non far vedere in quel contesto che
era rimasta incinta. Non vado a individuare la motivazione e le cause. Sono sempre
personali, sono comunque da rispettare.
Alla stessa stregua, ricordo che le interruzioni di gravidanza normalmente non venivano
mai effettuate sul territorio di residenza o nell'ospedale di residenza, perché il contesto
era quello. Oggi forse ci si stupisce di meno, si fa tranquillamente sul proprio territorio.
Una ragazza che rimane incinta e non intende abortire, va sempre protetta e tutelata. Ma
va tutelata anche dopo il parto, perché lei ha fatto delle scelte. Se non ha ritenuto di
riconoscere il bambino, avrà le sue motivazioni, che vanno rispettate, a prescindere dal
fatto che sono cambiati i contesti, che il Paese è meno cattolico, la tradizione è un'altra.
Noi non possiamo consentire che le donne che fanno queste scelte vengano poi cercate
dai figli o che loro stesse vadano a cercare il figlio, perché finirebbe per interrompere un
percorso - 25 anni sono un quarto di secolo - che può produrre degli elementi negativi
su tutti i due versanti, sia della donna che o del ragazzo.
Questo lo abbiamo anche riscontrato in Commissione. Io credo che non si possa pensare
di tutelare una volta la mamma, o la donna come la vuole definire qualcuno, perché
avendo lasciato il bimbo non è giusto chiamarla mamma, ma io credo che sia una
mamma comunque, ma questo è un pensiero personale; dicevo che non si può pensare
di tutelare una volta i diritti della mamma e una volta i diritti del bambino; mettiamoci
d'accordo, perché sembriamo un po' schizofrenici a livello di legislatori.

PORCINO Giovanni (Presidente)
La parola al Consigliere Onofri.

ONOFRI Laura
Mi riallaccio al finale del Consigliere Genisio. Qui, come spesso succede, si scontrano
dei principi e dei diritti diversi: il diritto della madre a tenere segreto il fatto che lei ha
partorito, con il diritto del minore, sancito anche dalla Carta Internazionale del
Fanciullo, di conoscere la propria identità. Quindi è chiaro che, come spesso succede,
confliggono due diritti. Bisogna vedere quale per noi è il diritto prioritario da
proteggere.
In ogni caso, la sentenza della Corte Costituzionale - qui voglio correggere il
Consigliere Viale - dice che il Parlamento deve legiferare e quindi deve trovare una
norma che cerchi di far incrociare i due diritti.
Quindi, in questo senso, il nostro ordine del giorno invita il Parlamento a legiferare al
più presto, proprio perché quando le situazioni sono grigie e non chiaramente normate,
possono determinare casi non definiti. Anche perché vige il principio di non
retroattività, perché le madri che hanno partorito con la Legge n. 184/83 (articolo 28,
comma 7) sono al riparo da questa situazione. Oggi, con questa nuova sentenza della
Corte Costituzionale, è chiaro che si trovano in una situazione diversa.
È chiaro che noi abbiamo valutato che ci sono i diritti dei minori e i diritti delle donne,
delle mamme che hanno partorito, che non vogliono far sapere, e magari per sempre
tenere oscuro il loro parto. Però, proprio per questo, credo che sia importante che ci sia
una legislazione, come c'è già in Francia, che determini e chiarisca gli aspetti.

PORCINO Giovanni (Presidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di ordine del
giorno:
Presenti 33, astenuti 1, favorevoli 32.
La proposta di ordine del giorno è approvata.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)