Interventi |
PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'esame della seguente proposta di ordine del giorno n. mecc. 201404834/002, presentata in data 21 ottobre 2014, avente per oggetto: "Urgente appello al Parlamento ed al Governo per difendere il segreto del parto, la salute delle donne ed il futuro dei bambini non riconosciuti" PORCINO Giovanni (Presidente) Questa proposta di ordine del giorno è in Aula ai sensi dell'articolo 93. Comunico al Consiglio Comunale che i Consiglieri Furnari e Liardo sottoscrivono l'atto. La parola al Consigliere Centillo. CENTILLO Maria Lucia Questa proposta di ordine del giorno riguarda un urgente appello al Parlamento e al Governo per difendere il segreto del parto, la salute delle donne e il futuro dei bambini non riconosciuti. In Commissione Pari Opportunità più IV Commissione abbiamo audito l'Associazione nazionale famiglie affidatario, che ci ha presentato - attraverso la sua rappresentante, ma anche attraverso una testimonianza molto toccante di una ragazza figlia di una donna che si è avvalsa del parto segreto - una situazione che oggi è in discussione in Parlamento e che prevederebbe per le donne, dopo 25 anni, indipendentemente dalla possibilità di aver dato o meno l'autorizzazione a essere nominate e, quindi, rintracciate, la possibilità di essere nominate e rintracciate, qualora i figli chiedano di poterle rintracciare. In questa situazione parliamo di numeri apparentemente molto limitati, sia a livello nazionale che a livello Regionale, ma i dati che ci hanno trasmesso ci portano a dire che dal 1950 al 2013 sono nati 90.000 bambini non riconosciuti e che in Italia ne nascono circa 400 all'anno. Ora, la sentenza della Corte Costituzionale che richiama il diritto del figlio a rintracciare la propria madre, è un diritto che va certamente legiferato, ma noi pensiamo nella direzione di garantire la donna, perché se la donna non dà il consenso a essere eventualmente nominata a distanza di tutti questi anni, noi pensiamo che la volontà della donna debba essere salvaguardata, sia per quelli che sono i principi legati all'autodeterminazione della donna, ma anche per la stessa solidità dei nuclei familiari che eventualmente si sono poi costituiti, ma soprattutto perché l'opzione del parto segreto è un'opzione che le donne hanno a disposizione anche a tutela della maternità. Mettere le donne nella condizione di decidere tra l'essere rintracciate dopo molti anni e essere invece certe che la loro scelta sarà per sempre rispettata, è un'opzione che a mio parere costituisce persino una forma di violenza nei confronti delle donne. Quindi penso che il Parlamento debba tenere conto dell'appello dell'ANFA e che si debba intervenire affinché sia rispettata la volontà della donna fino in fondo. In questo modo, ci sarà la prossimità di avvalersi del parto segreto. Altrimenti credo che sicuramente questa Legge si perderà, perché non si capisce come mai una donna si debba sottoporre a una situazione che per anni la lascerà nella preoccupazione, nella disperazione e nel rischio. Quindi, questa situazione è stata ben rappresentata anche dai sentimenti di una ragazza cresciuta nella famiglia adottiva, che ci ha spiegato aspetti non solo di tipo giuridico, ma anche di tipo emotivo; e se c'era bisogno di essere persuasi, credo che sia stato particolarmente efficace. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Magliano. MAGLIANO Silvio Per sostenere e anche ringraziare dell'audizione che i due Presidenti di Commissione hanno voluto fare in Consiglio Comunale, perché ci pare veramente una scelta di coraggio, anche da parte nostra, quella di dire sosteniamo la scelta di donna che decide di continuare una gravidanza, dando la possibilità a quel bimbo (questo è un aspetto che abbiamo affrontato anche in Commissione) di essere subito adottabile, quindi a rischio giuridico zero. Molti Consiglieri sanno che cosa vuol dire rischio giuridico, in termini di adozioni, da parte dello Stato italiano; è qualcosa che porta le famiglie prima affidatarie o ipoteticamente adottive, a vivere sempre sul chi va là. Per cui la mia firma e la firma di tutto il Gruppo del Nuovo Centro Destra è una firma convinta; per cui, ringrazio la Commissione per il lavoro che ha fatto. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Araldi. ARALDI Andrea Chiedo di poter apporre anche la mia firma a questa proposta di ordine del giorno. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Io voterò a favore di questo provvedimento, perché credo che il Parlamento debba assumersi le responsabilità di decidere come mantenere il segreto del parto nel momento in cui la donna decide di avvalersi di questa possibilità. Voglio però far osservare che, primo, attualmente questa possibilità esiste, non è da introdurre. Tuttora è così. E sebbene alcune sentenze abbiano dato la possibilità di conoscere la madre, non mi risulta sia avvenuto ancora in modo così largo. La seconda questione è che la questione in oggetto è abbastanza controversa, tant'è vero che la proposta di Legge di rendere impossibile conoscere la propria madre dopo 25 anni, è sottoscritta da una deputata del Partito Democratico. L'origine sta nel fatto che nel panorama internazionale l'Italia non è la norma, è l'eccezione. Nel senso che nella stragrande maggioranza dei Paesi non è consentito il parto segreto, se non in Italia e in Francia, per una forte tradizione cattolica. Anche negli Stati Uniti il parto segreto è legato a una forte tradizione cattolica, in cui prevale l'interesse del nascituro e questo porta a far sì che tutto il resto vada in secondo piano. Nei Paesi a tradizione protestante, o legate ad altre tradizioni, prevale il fatto che la collettività si faccia carico della nascita, anche nel momento in cui decide di concedere l'esistenza segreta. Cioè successivamente viene stabilito che un bambino crescerà in modo segreto in una famiglia e nessuno lo può sapere, con responsabilità giuridica e legale. Lo dico perché il Consigliere Magliano ha fatto implicitamente un riferimento, secondo me improprio, perché la stragrande maggioranza delle madri che non riconoscono il proprio figlio, non sono madri che hanno rinunciato ad abortire per portare avanti la gravidanza, che sono pochissime, ma di solito sono madri che si trovano in una gravidanza in cui non è più possibile abortire, o durante la gravidanza sono cambiate le condizioni sociali, familiari, personali in cui la gravidanza era stata concepita, quindi si trovano al momento del parto in una condizione in cui ritengono di dover non riconoscere... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, perché una cosa è decidere entro il terzo mese che tu non abortisci e porti avanti la gravidanza. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Nel senso che è completamente differente, ci sono alcuni casi, ma sono sporadici, Una cosa è una gravidanza che è ormai arrivata a un limite in cui non si può più abortire, e la madre decide di avvalersi della possibilità di non riconoscere suo figlio. Peraltro, faccio notare che oggi la procedura è molto elastica, per cui non è che quando una donna decide di non riconoscere il figlio, il neonato viene portato via e non lo vedrà più. Ma vi sono giorni di riflessione e addirittura fino all'adozione c'è la possibilità di ripensarci. Peraltro vi è un altro istituto, in cui se una donna incinta decide, anche per motivi personali, di non tenere suo figlio, c'è la possibilità che il bambino sia dato in affido, ma lei rimane sempre la madre. Questo lo dico perché sia chiaro il contesto in cui si vota. Credo che questa proposta di ordine del giorno, su un'iniziativa dell'ANFA, serva perché il Parlamento ribadisca la possibilità del parto segreto e dia le possibilità affinché la madre mantenga questo segreto a vita, fino a che sia lei che decide eventualmente... anzi, direi entrambi, non è che uno dei due prevalga perché c'è un diritto innato. Perché se è vero che chi non è stato riconosciuto dalla madre, ha il diritto di conoscerla, ma la madre può non essere d'accordo, c'è anche la situazione opposta, in cui la madre, dopo 30/40 anni, vuole sapere che fine ha fatto il figlio che non ha riconosciuto, ma non è detto che il figlio lo voglia sapere. Per cui, da questo punto di vista, le sentenze hanno legiferato, compresa quella della Corte Costituzionale del 2013, su casi specifici, hanno dato un contesto che non è automaticamente ripetibile in tutti i casi. Questo lo dico per onestà. Quindi, condivido la proposta di ordine del giorno, la voterò, credo di averla anche firmata, perché credo che il Parlamento - di fronte all'evoluzione sociale, ma soprattutto scientifica della materia, perché oggi la possibilità di conoscere i genitori naturali è diversa, anche grazie alla tecnologia digitale - debba assumersi la responsabilità di decidere se mantenere o non mantenere questo aspetto e come mantenerlo. Io sono perché lo mantenga, e voto a favore della proposta di ordine del giorno. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Altamura. ALTAMURA Alessandro Intervengo solamente per ringraziare i primi due firmatari del documento, i Consiglieri Centillo e Genisio, e per chiedere che venga aggiunta anche la mia firma a questo ordine del giorno, che condivido completamente. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Genisio. GENISIO Domenica Ringrazio i due Colleghi che hanno deciso di sottoscrivere questo provvedimento. Ringrazio il Consigliere Viale per la lezione che ci ha fatto, ma gli vorrei porre una domanda, se prestasse un po' di attenzione. Lo eliminiamo il segreto sull'interruzione di gravidanza? Perché allora questo bambino che riesce a nascere, perché una mamma, qualsiasi siano state le condizioni, che sicuramente sono mutate nel tempo... perché ricordo che trent'anni fa una donna che rimaneva incinta, normalmente si allontanava dal proprio luogo di residenza, sono state attivate le comunità alloggio per aiutare queste donne a portare a termine la gravidanza e sono trent'anni, e io devo ringraziare anche l'ANFFAS che ci ha sollecitati a prendere delle posizioni. Le abbiamo prese come Commissione, convinti tutti quanti di quanto sia, per alcuni, molto importante che una vita non venga soppressa; per altri, che sia giusto tutelare la donna che ha fatto quella scelta. Ma un bambino che nasce, per me è un bambino che nasce… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, non ho parlato di infanticidio. Un bambino che nasce. E si sono attivate comunità alloggio per tutelare la donna incinta che si voleva allontanare dalla sua abitazione, per non far vedere in quel contesto che era rimasta incinta. Non vado a individuare la motivazione e le cause. Sono sempre personali, sono comunque da rispettare. Alla stessa stregua, ricordo che le interruzioni di gravidanza normalmente non venivano mai effettuate sul territorio di residenza o nell'ospedale di residenza, perché il contesto era quello. Oggi forse ci si stupisce di meno, si fa tranquillamente sul proprio territorio. Una ragazza che rimane incinta e non intende abortire, va sempre protetta e tutelata. Ma va tutelata anche dopo il parto, perché lei ha fatto delle scelte. Se non ha ritenuto di riconoscere il bambino, avrà le sue motivazioni, che vanno rispettate, a prescindere dal fatto che sono cambiati i contesti, che il Paese è meno cattolico, la tradizione è un'altra. Noi non possiamo consentire che le donne che fanno queste scelte vengano poi cercate dai figli o che loro stesse vadano a cercare il figlio, perché finirebbe per interrompere un percorso - 25 anni sono un quarto di secolo - che può produrre degli elementi negativi su tutti i due versanti, sia della donna che o del ragazzo. Questo lo abbiamo anche riscontrato in Commissione. Io credo che non si possa pensare di tutelare una volta la mamma, o la donna come la vuole definire qualcuno, perché avendo lasciato il bimbo non è giusto chiamarla mamma, ma io credo che sia una mamma comunque, ma questo è un pensiero personale; dicevo che non si può pensare di tutelare una volta i diritti della mamma e una volta i diritti del bambino; mettiamoci d'accordo, perché sembriamo un po' schizofrenici a livello di legislatori. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Onofri. ONOFRI Laura Mi riallaccio al finale del Consigliere Genisio. Qui, come spesso succede, si scontrano dei principi e dei diritti diversi: il diritto della madre a tenere segreto il fatto che lei ha partorito, con il diritto del minore, sancito anche dalla Carta Internazionale del Fanciullo, di conoscere la propria identità. Quindi è chiaro che, come spesso succede, confliggono due diritti. Bisogna vedere quale per noi è il diritto prioritario da proteggere. In ogni caso, la sentenza della Corte Costituzionale - qui voglio correggere il Consigliere Viale - dice che il Parlamento deve legiferare e quindi deve trovare una norma che cerchi di far incrociare i due diritti. Quindi, in questo senso, il nostro ordine del giorno invita il Parlamento a legiferare al più presto, proprio perché quando le situazioni sono grigie e non chiaramente normate, possono determinare casi non definiti. Anche perché vige il principio di non retroattività, perché le madri che hanno partorito con la Legge n. 184/83 (articolo 28, comma 7) sono al riparo da questa situazione. Oggi, con questa nuova sentenza della Corte Costituzionale, è chiaro che si trovano in una situazione diversa. È chiaro che noi abbiamo valutato che ci sono i diritti dei minori e i diritti delle donne, delle mamme che hanno partorito, che non vogliono far sapere, e magari per sempre tenere oscuro il loro parto. Però, proprio per questo, credo che sia importante che ci sia una legislazione, come c'è già in Francia, che determini e chiarisca gli aspetti. PORCINO Giovanni (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di ordine del giorno: Presenti 33, astenuti 1, favorevoli 32. La proposta di ordine del giorno è approvata. |