Interventi |
PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201404495/002, presentata in data 7 ottobre 2014, avente per oggetto: "Passata la delibera, gabbato lo profugo di nuovo: il degrado del MOI continua" PORCINO Giovanni (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) Ho solo bisogno di un po' di tempo, perché ho dovuto raccogliere un po' di promemoria, ho dovuto fare la sintesi. Inizio a rispondere sul punto in merito alle iscrizioni anagrafiche, con il supporto dei dati fornitimi dalla Direzione Servizi Civici. A partire dal 3 febbraio 2014, giorno in cui si è avviata la procedura, e fino al 20 ottobre, sempre di quest'anno, gli iscritti all'anagrafe della popolazione residente in Torino all'indirizzo fittizio di via della Casa Comunale 3, perché aventi diritto alla protezione internazionale, quindi permesso di soggiorno per motivi umanitari, protezione sussidiaria, asilo politico, eccetera, sono stati 523. Sul totale, coloro che hanno dichiarato la loro dimora abituale nella zona dell'area ex MOI e limitrofe sono 450; mentre invece i restanti hanno dichiarato di essere presenti in altre zone della Città. Premettendo che le palazzine dell'area ex MOI sono contraddistinte dagli indirizzi corso Giambone 87, interni 7, 8, 14, 15, 20, 31, 34, 44, 52, via Giordano Bruno 191, 195, 201, che a seguito di segnalazione della Polizia Municipale, i Servizi Civici avevano bloccato gli accessi anagrafici agli indirizzi di via Giordano Bruno 191, 195, 201 e, a seguito di ulteriori approfondimenti, vista l'assegnazione di alcune palazzine a cooperative di housing sociale e associazioni, i Servizi Civici hanno poi sbloccato alcuni interni di corso Giambone 87 e di via Giordano Bruno 191 e 195, invece a bloccare alcuni interni di corso Giambone 87, dove qualche soggetto aveva già chiesto residenza, anche se ovviamente abusiva. I soggetti che hanno residenze anagrafiche nelle palazzine ex MOI, quindi esclusi gli aventi residenza in via della Casa Comunale 3, sono in corso Giambone 87, Falciola, 67 residenti; corso Giambone 87, interni 14, 15, 31 inibiti e nessun residente; interni 34, 44, 52 inibiti e nessun residente; via Giordano Bruno 191 e 195, la cui associazione Social Club Housing ha 56 residenti; via Giordano Bruno 201 inibiti, quindi nessun residente. Delle 450 persone di cui dicevo prima, che hanno presentato richiesta di iscrizione in via della Casa Comunale 3, la Sezione Territoriale 9 della Polizia Municipale, in adempimento agli accordi presi, ha provveduto a convocarli. Di questi, 62 non si sono presentati; 6 hanno presentato la documentazione con delle incongruenze e non hanno, quindi, ottenuto l'iscrizione anagrafica che avevano chiesto. Il Vicesindaco Tisi, sulla base delle interviste fatte dal Servizio Stranieri e Nomadi, mi ha fatto pervenire un documento che riguarda l'elaborazione definitiva delle schede delle interviste effettuate dagli Uffici ai soggetti che richiedevano residenza in via della Casa Comunale 3, perché questo intervento si è fatto agendo su tre direzioni diverse, quindi quella dei Servizi Anagrafici, la Polizia Municipale, che ha fatto le ulteriori verifiche per confermare le anagrafiche, e, poi, quindi, l'Ufficio Stranieri e Nomadi della Direzione Servizi Sociali. Ho qui una tabella sintetica. Le interviste hanno interessato 288 persone dal 2 al 28 febbraio e altre 71 persone dal 3 marzo al 20 ottobre. Di queste, sono 272 uomini e 16 donne, nel primo periodo, e 64 uomini e 7 donne nel secondo. Ho poi il dettaglio con le differenti nazionalità, la tipologia dei permessi di soggiorno, la Questura di rilascio, il Paese di frontiera del primo ingresso in Italia, l'anno di ingresso e soprattutto se beneficiari di progetti ENA, che sono quelli per il Nord Africa, o di altri progetti. Non so se il Consigliere Bertola lo chiede, perché è un elenco molto lungo, ma gli farei avere una nota scritta. Per quanto riguarda la pulizia, AMIAT, nell'ambito del contratto di servizio, interviene giornalmente per rimuovere i rifiuti ingombranti, molto spesso materassi o arredi, che sono abbandonati a fianco dei cassonetti ubicati in via Giordano Bruno, a fronte delle palazzine ex TOROC. Però, a luglio 2014, è stato effettuato da AMIAT, a titolo oneroso, un intervento molto rilevante di rimozione di un quantitativo consistente di materiali, a seguito della demolizione da parte della Città di una recinzione all'interno della quale erano immagazzinati materiali e rifiuti di ogni tipo, presumibilmente frutto di una cernita all'interno dei cassonetti dei rifiuti. Intervento che ha avuto un costo a valere su una parte del contratto di servizio. AMIAT non è in grado di sapere se all'interno delle palazzine occupate o degli scantinati, comunque in aree che non sono in vista, siano presenti ulteriori quantitativi di rifiuti ed, eventualmente, a quante tonnellate ammontino. Quindi non è possibile fare alcuna stima per la rimozione e per lo smaltimento di questa ulteriore parte di rifiuti che presumiamo, ma in realtà non ne siamo a conoscenza. Per quanto riguarda le utenze, abbiamo verificato con TOP 2006, che ci ha comunicato che le utenze acqua e luce sono attive, verosimilmente ancora intestate a Prelios SGR, come è stato dichiarato nel corso dell'ultima assemblea del Supercondominio. L'utenza del teleriscaldamento, invece, non è attiva. È stato effettuato un sopralluogo ancora il 28 ottobre presso le centrali termiche e sono state trovate chiuse e inattive. Abbiamo poi un promemoria di SMAT che dice che, per quanto riguarda il complesso ex MOI di via Giordano Bruno dal 191 al 201 e di corso Giambone 87, si considera un prelievo medio giornaliero di circa 150 metri cubi. Il contratto di utenza è intestato al Supercondominio del complesso di via Giordano Bruno 191, a cui è stato volturato il 5 gennaio 2010, su autorizzazione della Città. Ci sono rilevanti scoperti di pagamento che ammontano, in questo momento, a circa 193.000,00 Euro. Abbiamo ricevuto anche una nota da IREN Energia, da cui emerge che in corso Giambone 87, interno 14 e 15, non ci sono contratti attivi; mentre, invece, per quanto riguarda gli altri interni, la situazione è molto variegata e anche qui ho un promemoria, in quanto le utenze sono intestate a più soggetti, quindi la Fondazione Falciola, CONI Servizi S.p.A., Fondazione 20 Marzo, Nuova Battistoni S.r.l., Associazione Social Club, Supercondominio ex MOI, Palmieri S.n.c., FIGC - Sezione di Torino e Prelios. Quindi è un intrico enorme di utenze, ripeto, però c'è un dettaglio. Per quanto riguarda l'ultimo punto dell'interpellanza, il Vicesindaco mi ha fornito alcune informazioni rispetto ai passaggi effettuati con il Governo, anche attraverso l'ANCI nazionale, da cui emerge che non essendo, come Città, materialmente nelle condizioni di aggredire il problema di circa 500 occupanti, prevedendo delle soluzioni abitative di emergenza, abbiamo sollecitato più volte il Ministro Alfano per ottenere adeguate risorse e ci sono allegate le lettere del Sindaco, con i progetti ed i costi; è stato sollecitato l'ANCI nazionale per la presentazione di un progetto nazionale, che è già stato consegnato in bozza al capo dipartimento, dottor Morcone, per la gestione di una rete specializzata di assistenza per profughi stranieri e rifugiati cronici ad alto rischio di marginalizzazione legale e sociale, nonché soggetti beneficiari di protezione internazionale, in particolari condizioni di vulnerabilità. Progetto, questo, che dovrebbe essere coordinato da ANCI nazionale e riguardare, oltre che Torino, anche le Città di Roma e di Bari, oltre che forse anche di Milano, anche se non è segnato, che hanno problemi analoghi di occupazioni abusive da parte di rifugiati cronici. Abbiamo, inoltre, presentato, a valere sui PON metropolitani, che hanno come obiettivo l'inclusione, una specifica azione che recita: "Lotta al degrado urbano e sociale nell'area ex MOI, con azioni di contrasto al fenomeno della tensione abitativa e della legalità dovuta ad occupazioni abusive da parte di profughi e stranieri". Questa iniziativa si propone di programmare proprio un intervento finalizzato a ripristinare per fasi successive una situazione di legalità, ma soprattutto di maggiore integrazione socio-lavorativa e di deintensificazione dell'attuale concentrazione abitativa da parte dei migranti nell'area dell'ex MOI. A questo proposito, quello che si intende con questo PON è di attivare un programma di progressivo svuotamento dell'attuale occupazione, gestendo in maniera accompagnata la transizione verso soluzioni abitative che siano differenti, a seconda delle persone che hanno titolo diverso. Rispetto invece alla tematica della sicurezza, come Città, abbiamo posto più volte in sede di Comitato la questione di un monitoraggio, che ci assicurano viene fatto dalla DIGOS, cioè quella zona è in carico alla DIGOS, e quindi è deciso nell'ambito del Comitato della Sicurezza. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Ringrazio l'Assessore per tutta l'esposizione e so che il tema è complicato e devo dire anche nell'interpellanza ha cercato di andare abbastanza nel dettaglio, perché è facile parlarne per slogan, ma la realtà è che il problema è difficile da affrontare, quindi non invidio neanche chi lo deve affrontare. La questione di fondo è che oramai c'è questo insediamento di circa 400-500 persone, lei ha usato il termine di rifugiato cronico, che in effetti è un termine interessante, però di persone che effettivamente sono arrivate in Italia anche con una titolarità di diritti di protezione internazionale, eccetera, a cui l'Italia non è in grado di offrire, sostanzialmente, niente più di questa sistemazione. È chiaro che loro si siano accampati lì e che, peraltro, anche nel momento in cui dovessero venire mandati via, in qualche modo, non saprebbero dove andare. Per cui, non è che mandarli via risolverebbe il problema. D'altra parte, questa situazione è problematica per tutti quelli che ci stanno attorno. E dato che di fatto sta diventando una situazione definitiva, nel senso che un anno fa, quando abbiamo sollevato il problema per la prima volta, poi quando ci fu la discussione anche sulla concessione della residenza, eccetera, fu detto: "Ci saranno risorse dello Stato. Lo Stato se ne farà carico. Chiederemo di fare nuovi progetti di integrazione", eccetera. Però, dalla parte finale della risposta, ho capito che finora il Governo non è stato molto ricettivo rispetto a queste domande. Per cui, speriamo ancora che il Governo metta risorse per fare progetti di integrazione, ma di fatto queste persone sono lì e sono ancora lì dopo un anno. Anche la concessione della residenza su cui, se ricordate, avevo delle perplessità, non tanto sulla questione in sé, ma sul fatto che sarebbe stata un po' una presa in giro per tutti, perché non avrebbe portato poi a diritti effettivamente esigibili o, peggio ancora, avrebbe creato una guerra tra poveri, tra queste nuove persone inserite nelle liste e tutti quelli che già aspettano a fatica un aiuto dalla Città e dallo Stato. Mi sembra che la situazione sia effettivamente quella, nel senso che, alla fine, non c'è stato un vero percorso di inserimento di queste persone, se ho capito bene, a 60 è stata poi negata la residenza, quindi 390 residenze effettive in via della Casa Comunale 3. Però, non è che ci sia stato qualche processo di inserimento. Fatta salva la questione che magari apriremo poi in un'altra sede, del fatto che fra due anni queste persone dovrebbero maturare il diritto alla casa popolare e, quindi, quando arriveranno 400 persone in blocco a chiedere una casa popolare, vedremo cosa succederà. Però, non sarà sicuramente una situazione facile da gestire. Comunque, a parte questo, per ora non ci sono grandi prospettive di uscire di lì. Il problema è che la situazione sta diventando sempre più ingestibile per coloro che stanno intorno, perché c'è l'Ostello della Gioventù, c'è un albergo, tutti e due in difficoltà, che lamentano il fatto che i clienti arrivano e poi scappano. Tra l'altro, l'Ostello della Gioventù è l'unica struttura di questo genere a Torino, quindi generalmente l'utenza di questo tipo di struttura è straniera, sono magari ragazzi e ragazze giovani che arrivano lì e si trovano in questa situazione piena di rifiuti e di spaccio di droga, perché questo è quello che viene testimoniato da chi c'è e scappano a gambe levate, ovviamente. Lo stesso succede per i residenti, anche questi in gran parte immigrati, tra l'altro, del progetto Social Club, che invece è un progetto che legittimamente ha avuto in gestione una delle palazzine, ha cercato con fatica di ristrutturarla, trasformare in una struttura di housing sociale e poi si trova davanti, come dirimpettai, questa situazione totalmente ingestibile. Addirittura c'è una lettera al Prefetto, che penso l'Assessore abbia visto, che è molto interessante leggere, per cui il presidente della cooperativa Social Club pone tutta una serie di problemi, sostanzialmente gli stessi che vengono lamentati da anni, cioè mancanza di igiene, topi che girano, rifiuti abbandonati ovunque, spaccio di droga a cielo aperto, rumore notturno di vario genere incontrollabile e anche situazioni di scarsa sicurezza, perché poi penso che all'interno di queste palazzine si creino anche gerarchie, liti e cose spiacevoli. Quindi immagino persone sicuramente in difficoltà, non abbienti, trovano la possibilità di avere una casa in housing sociale lì davanti, poi si trovano questa situazione e scappano. Il rischio è che questa roba, di fatto, renda difficile la vita a tutto il quartiere, perché è già così. Per cui, qualche intervento è stato fatto, è stato citato il fatto di aver abbattuto la recinzione dentro la quale venivano scaricati rifiuti, perché pare che l'attività principale, a parte lo spaccio di droga, sia andare a recuperare rifiuti, recuperare, rubare, poi c'è chi dice che sono aumentati i furti, non lo so, perché poi queste sono voci, sarebbe interessante avere dei dati anche sull'eventuale aumento della microcriminalità nella zona circostante. Però, la sensazione del quartiere è che ci sia una crescente insicurezza. Per cui, se la Città non è in grado di risolvere questa situazione, di portare via queste persone, dargli un'altra sistemazione, una prospettiva, perlomeno, sarebbe il caso che la Città e le Forze dell'Ordine, la Questura, il Prefetto, eccetera, si mettessero nell'ottica di garantire un minimo di controllo di quanto accade. Secondo me, l'unica cosa concreta che si può fare a brevissimo è il pattugliamento, il presidio fisso, insomma, trovare una situazione per cui si abbia anche la sensazione, da parte di chi ci abita intorno, che ci sia un tentativo di tenere sotto controllo questa situazione, perché invece quello che viene segnalato da chi ci vive vicino, dal quartiere, persino dalle stesse Istituzioni Locali, è che la situazione sostanzialmente non è più controllabile. Quindi il rischio è che peggiori con l'inverno e che poi, alla fine, in qualche modo, scoppi. Per questo, l'appello accorato che mi sento di fare è che si trovi, da parte di chi gestisce l'ordine pubblico in Città, la modalità di garantire un controllo e, se è possibile, anche effettuare qualche operazione contro lo spaccio di droga. Capisco anche che queste persone sono accampate lì, non trovano lavoro, molte finiscono inevitabilmente a fare la piccola manovalanza dello spaccio di droga della criminalità, però questo non è accettabile. Per cui, forse anche un'operazione che faccia capire a chi sta lì dentro che quella non è la strada accettabile, che non è tollerata dalle Istituzioni, probabilmente potrebbe essere utile a riportare sotto controllo la situazione. Non so se possiamo riparlarne magari fra qualche tempo o, comunque, avere aggiornamenti su questo. Credo sia il punto dirimente. Poi, sulle utenze, le centinaia di migliaia di Euro, abbiamo già speso un milione di euro alla Continassa per i rifiuti abbandonati dell'occupazione precedente, finirà che, come al solito, "Pantalone" tirerà fuori centinaia di migliaia di Euro, però almeno interveniamo sul controllo della sicurezza dell'area. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola all'Assessore Tedesco, per una breve replica. TEDESCO Giuliana (Assessore) Volevo brevemente relazionare che la Circoscrizione è stata audita in seno al Comitato, quindi c'era il Presidente della Circoscrizione e anche, credo, il coordinatore del Comitato sicurezza locale. Questi problemi sono stati portati all'attenzione del Questore, il quale ha risposto, soprattutto in ordine allo spaccio di droga, dicendo che ci sono già delle cose in corso. Poi, venivano anche citati alcuni problemi su degrado, pulizia, eccetera, per il resto ci stiamo attivando, come ho spiegato. AMIAT ha già fatto un intervento grosso a luglio di un certo tipo e, se sarà il caso, lo ripeteranno. PORCINO Giovanni (Presidente) L'interpellanza è discussa. |