Interventi |
FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per l'introduzione, al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Signor Sindaco, signor Presidente, signori Consiglieri, mi sia consentito di aprire questa relazione con alcuni dati essenziali, ma significativi, che danno la misura dell'impegno profuso in questi mesi dai sette membri della Commissione: per la maggioranza Laura Onofri, Michele Curto, Michele Paolino e Marco Muzzarelli, per la minoranza Vittorio Bertola e Roberto Carbonero ed il sottoscritto, come Presidente della Commissione stessa. Si sono tenute 49 sedute, per una durata complessiva di oltre 150 ore. Si sono audite 61 persone, che, per un caso del genere, risulta essere un numero elevatissimo, ma tuttavia necessario ad ottenere il massimo possibile dei riscontri oggettivi. Prezioso è stato l'apporto dato dagli Uffici Comunali, che, con il loro impegno serio e puntuale, hanno consentito lo svolgimento ottimale dei lavori della Commissione d'Indagine. Ringrazio pertanto il dottor Mauro Penasso, la dottoressa Carla Piccolini, il dottor Flavio Roux, Antonella Cecchin e tutto lo staff, che hanno apportato un contributo importante per lo svolgimento della Commissione. Penso vada innanzitutto riconosciuta a tutti i componenti della Commissione, in particolar modo a quelli della maggioranza (che avrebbero potuto nutrire delle remore nei confronti di conclusioni che, oggettivamente, censurano l'azione passata di un mondo genericamente ascrivibile alla sinistra), una grande onestà intellettuale per non aver mai fatto mancare l'impegno e l'unitarietà finale della relazione. In secondo luogo, ritengo di essere stato agevolato nel mio compito di Presidente della Commissione dalla competenza professionale e personale che ha condotto all'esauriente relazione conclusiva di una vicenda complessa; un particolare grazie a Vittorio Bertola, che ha magicamente unito il puzzle del nostro lavoro. La relazione si fonda essenzialmente sulle audizioni rese in Commissione e mi permetto di dire che si è realizzata una sorta di fotografia dei fatti, al netto di opinioni e giudizi. Le parole dei protagonisti sono i fatti che la Commissione ha recepito con la necessaria oggettività; naturalmente, il carattere del metodo non può essere estraneo al contesto amministrativo e storico dei fatti. Così si può ben comprendere che, in queste ore, c'è chi ha lamentato un uso strumentale della Commissione; si tratta dello stesso personaggio che ha avuto un ruolo apicale nell'Amministrazione cittadina di Torino, proprio quando le vicende dello CSEA si stavano sviluppando assieme - non dimentichiamolo - ad alcuni episodi di gestione amministrativa altrettanto censurabili: affidamenti poco chiari, concorso dirigenti, vicenda Murazzi, vicenda mercato corso Racconigi e gestione GTT. Sarà un caso, ma l'esito di questa amministrazione allegra è stato per Torino il rischio del commissariamento e l'uscita dal Patto di Stabilità, cui è dovuto ricorrere il suo successore all'inizio del mandato. Da qui in poi si può dire che la Città abbia sofferto una vera e propria emergenza finanziaria permanente, che ha prodotto tagli ai servizi, alle esigenze primarie (pensiamo all'emergenza buche nelle strade) e ai bisogni fondamentali, in particolare all'assistenza, ai trasporti e ai servizi per l'infanzia. In conclusione, nel sottolineare l'esito congiunto emerso dalla sottoscrizione della relazione da parte di tutti i Commissari, mi permetto di richiamare il fatto che le avvenute fughe di notizie sono da considerarsi gravi e deprecabili, ma non possono incidere né sul contenuto della relazione, né, tanto meno, possono mai e poi mai inficiare lo spirito costruttivo con cui si è tutti - sottolineo "tutti" - lavorato in questi mesi e grazie al quale si sono raggiunti risultati comunque significativi. Mi sia concesso, a questo punto, un distinguo tra le responsabilità di un Consorzio che ha fallito e l'insieme del mondo della formazione, soprattutto quello definito da un autorevole giornale cittadino, affermazione riferita alle scuole di natura religiosa, che non ha nulla da rimproverarsi. Non tutta la formazione professionale è un carrozzone ingestibile e destinato a gravare sulle casse pubbliche. Vi è anche chi, in questi anni, ha operato con la dovuta serietà. Così come l'impegno non è mai mancato da parte dei lavoratori anche dello CSEA, nei confronti dei quali il salvataggio parziale lascia comunque l'amarezza per la parte che non è stata riassorbita. Mi sia concesso, al termine, di affermare che su questa brutta vicenda una cosa non si può omettere: che non vi fossero avvisaglie ed episodi capaci di richiamare ad un controllo o ad una vigilanza non dico attenta, ma almeno doverosa. Vi erano interpellanze, mozioni, denunce dei lavoratori e manifestazioni di studenti per il mancato pagamento delle borse di studio, passati puntualmente sotto silenzio; vi sono stati disinvoltura nella redazione dei Bilanci, ritardi sul pagamento di stipendi e contributi, segno di un approccio arrogante alla gestione del potere, che si è inevitabilmente trasformata in una voragine di conti. Chi era preposto a controllare non lo ha fatto, convinto probabilmente che nulla sarebbe cambiato, qualunque cosa fosse accaduta; non è andata così. Perché la festa foraggiata con le risorse pubbliche è finita, sia per il venir meno delle solite condizioni, ma anche per l'azione benemerita ed incisiva della Commissione che ho avuto l'onore di presiedere. |