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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 5 Luglio 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2021-14764
RICONOSCIMENTO DELLA CULTURA COME BENE PRIMARIO.?MODIFICA?ARTICOLO?2?STATUTO?DELLA?CITTA'?DI?TORINO.?APPROVAZIONE.
Interventi
ARTESIO Eleonora

Grazie. Intervengo per ringraziare e condividere sia gli estensori sia il contenuto di

questa proposta di modifica dello Statuto. Può apparire forse pleonastico a fine mandato

che il Consiglio si cimenti con un dibattito di questa natura, le cui ricadute, dal punto di

vista operativo e dal punto di vista della comprensione, della volontà e dell’intenzione,

non potremo, direttamente come Assemblea Consiliare, verificare; ma a me sembra che

invece, il momento nel quale è stato preparato e nel quale ci viene proposto sia

esattamente il momento giusto per riproporre una riflessione collettiva intorno a questo

tema e al significato che vi attribuiamo. Hannah Arendt diceva: “La società di massa

confonde la cultura con lo svago” ed è una di quelle questioni che io ho sentito

richiamare in moltissimi dei dibattiti del periodo che abbiamo alle spalle e che ci

auguriamo di poter aver definitivamente superato, nel quale il momento della

promozione e dell’esercizio nelle attività culturali è stato profondamente segnato e

sacrificato dalla necessità del distanziamento, e non era soltanto un venir meno di

un’opportunità che, come individui, come persone, come territori, come gruppi sociali

avvertivamo, ma era il venir meno di un momento di crescita, di un momento di

formazione, di un momento di cambiamento perché, appunto, la cultura, la promozione

della cultura, la produzione della cultura non è un’attività finalizzata allo svago, ma è

esattamente l’esercizio fondamentale di una funzione di civiltà. Molto spesso la

trattazione di temi come questi sembra dover essere confinata all’esercizio di coloro che

ne sanno, cioè all’esercizio dei professori, degli intellettuali, degli operatori della

cultura, degli artisti, eppure il concetto fondamentale di cultura è sempre stato quello di

un’attività finalizzata all’evoluzione della civiltà; in questo senso è una definizione

onnicomprensiva e in questo senso è una definizione democratica, proprio perché

interviene sul cambiamento e sul progresso civile e complessivo e quindi ci riguarda

tutti e deve poter coinvolgere tutti. Quindi la cultura si associa al principio del

miglioramento sociale, si associa al principio del progresso contrapposto a quello della

decadenza o contrapposto, se si vuole, a quello dell’indifferenza o della inattività. Da

questo punto di vista quindi, voler costruire tra i pilastri del nostro Statuto questo

particolare riferimento, questa interpretazione e anche l’impegno che ne discende è

sicuramente lodevole; io lo ritengo anche assolutamente condivisibile per il momento

che stiamo attraversando, che dovrebbe, in questa consapevolezza, averci ormai tutti

orientato, non fosse che per l’assenza, per le interruzioni, per la discontinuità; come si

suol dire: la capacità di apprezzare ciò che ci manca deriva drammaticamente proprio

del momento delle assenze. Quindi non un fatto aggiuntivo, che si percorre e si

promuove quando ci sono le condizioni, non una sovrastruttura: lo svago che può essere

sacrificato alle necessità più essenziali, ma, come dicevo, un principio di promozione

civile.

Ora, che questo possa, questo nostro impegno, l’iscrizione nello Statuto, possa

modificare e orientare i pratici comportamenti amministrativi, lo desidererei; non lo

ritengo necessariamente meccanico. I simboli sono importanti, quindi, da questo punto

di vista, aver voluto simbolicamente affermare il tema nella nostra discussione è

importante; le parole lo sono altrettanto e, se sono scritte in atti formali come uno

Statuto, ancora di più, che poi si possa praticarle è ancora un elemento che richiede uno

sforzo aggiuntivo: quello che la politica riesca a riconoscere, in tutti i suoi

comportamenti, il rispetto degli stessi principi che dichiara. Noi, all’inizio di questo

mandato, avevamo votato un ordine del giorno che si intitolava: “I diritti prima del

pareggio di bilancio”, ecco, se abbiamo questa consapevolezza del valore della cultura

e ci impegniamo come pubblici amministratori, per noi e per quelli che verranno dopo, a

introdurre questo principio all’interno dello Statuto, dobbiamo poi saperlo praticare

anche nel momento della determinazione delle priorità che ci riguardano, ma anche nel

momento della relazione con le politiche generali perché, passata la fase in cui qualcuno

pensa che tutto debba tornare come prima, per affermare questi principi non si deve

tornare come prima e quindi il pareggio di bilancio non deve essere la stella polare alla

quale siamo vincolati e dalla quale facciamo dipendere anche i principi generali che

oggi affermiamo. Grazie.

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