Interventi |
GIOVARA Massimo Grazie, Presidente. Io non mi dilungherò. Ringrazio il Presidente Napolitano per questo atto importante, che renderebbe Torino probabilmente la prima città a considerare come bene primario la cultura e potrebbe essere il primo passo per cui altre città e finalmente anche il Governo italiano lo considerino non soltanto nelle parole, ma anche negli atti. Invito anche i Consiglieri della Minoranza a dire qualche parola in merito perché per molti anni a Torino ci si è pronunciati sulla riconversione di Torino da città industriale monoculturale a città fondata sulla cultura e sull’istruzione. Qui a Torino, in un momento di difficoltà economica molto grave, le due istituzioni che hanno tenuto molto bene sono il Politecnico e l’Università di Torino, che generano continuamente cultura e istruzione. Vorrei ricordare che nell’arco di questi cinque anni all’interno della Commissione Cultura, e ringrazio tutti quelli che hanno partecipato a questo processo, si sono svolte due indagini conoscitive: una su ispirazione della Consigliera Artesio sulla partecipazione culturale e un’altra su ispirazione del Capogruppo della Minoranza del Partito Democratico sulla candidatura a Capitale europea della cultura. È per questo che la cultura, anche… io invito a non sottovalutare questo tema perché la cultura dovrebbe essere un tema sostenuto da tutti, ma invece spesso viene considerato come il sovvenzionamento ad una sorta di élite di soggetti che portano avanti, come dire, i loro hobby, il loro divertimento; non è così, lo sappiamo tutti, lo sappiamo nei dati, ma è come se leggessimo i dati e il giorno dopo ce ne dimenticassimo perché, come ha ricordato il Presidente Napolitano, pur producendo il 4% del Prodotto Interno Lordo europeo, in Italia si concede lo 0,3% di sovvenzione, quindi è anche una cattiva pratica quella di tagliare il comparto culturale. Ricordo ancora un ultimo dato, cioè l’Agenda culturale europea che propone gli indicatori per la cultura per l’Agenda 2030, gli indicatori tematici, che riguardano l’ambiente, la resilienza, la prosperità economica, la conoscenza e le abilità, l’inclusione e la partecipazione e nel secondo punto c’è sicuramente la salute. Questo comporta, e l’abbiamo detto tante volte, che il comparto culturale non deve più essere considerato come un comparto a sé, che serve a sé stesso e serve, come dire, ad arricchire, ma che se non c’è, insomma, si vive lo stesso; quando si sovvenziona la cultura, non si sovvenzionano solo gli operatori culturali, si alimenta una buona pratica che porta benessere e prosperità economica a tutti quanti. Questo cambio di paradigma ci viene indicato dalla tanto reclamata Europa, come spesso si dice: “Ce lo dice l’Europa”, no? Allora, ricordiamoci, in questo momento, che Torino con questo atto può davvero essere la pioniera di un nuovo passo, di un cambio di passo, in merito alla gestione amministrativa della cultura. Non vedo l’Assessora Leon, ma forse ci sente dall’ufficio o da casa. In questo mandato amministrativo, ma correggetemi se sbaglio, dopo un primo avvio in cui, come sempre, come sempre siamo stati abituati, ci sono stati dei tagli, proprio al comparto culturale - perché, quando c’è una necessità è indispensabile, è anche comprensibile…, si preferisce finanziare altre cose, altrimenti probabilmente crollerebbe tutto, mentre la cultura va avanti con grande resilienza, perché spesso, ad esempio, gli operatori dello spettacolo, o della cultura in generale, continuano a produrre cultura, anche quando non vengono pagati e questo è grave -, per la prima volta, forse, da diversi anni, negli ultimi bilanci, anzi senza forse, sicuramente abbiamo smesso di tagliare; da adesso in poi sarebbe il caso di continuare ad aumentare le risorse nella Città di Torino per il comparto culturale. Grazie, Presidente. |