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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 5 Luglio 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2021-14764
RICONOSCIMENTO DELLA CULTURA COME BENE PRIMARIO.?MODIFICA?ARTICOLO?2?STATUTO?DELLA?CITTA'?DI?TORINO.?APPROVAZIONE.
Interventi
GIOVARA Massimo

Grazie, Presidente. Io non mi dilungherò. Ringrazio il Presidente Napolitano per questo

atto importante, che renderebbe Torino probabilmente la prima città a considerare come

bene primario la cultura e potrebbe essere il primo passo per cui altre città e finalmente

anche il Governo italiano lo considerino non soltanto nelle parole, ma anche negli atti.

Invito anche i Consiglieri della Minoranza a dire qualche parola in merito perché per

molti anni a Torino ci si è pronunciati sulla riconversione di Torino da città industriale

monoculturale a città fondata sulla cultura e sull’istruzione. Qui a Torino, in un

momento di difficoltà economica molto grave, le due istituzioni che hanno tenuto molto

bene sono il Politecnico e l’Università di Torino, che generano continuamente cultura e

istruzione. Vorrei ricordare che nell’arco di questi cinque anni all’interno della

Commissione Cultura, e ringrazio tutti quelli che hanno partecipato a questo processo,

si sono svolte due indagini conoscitive: una su ispirazione della Consigliera Artesio

sulla partecipazione culturale e un’altra su ispirazione del Capogruppo della Minoranza

del Partito Democratico sulla candidatura a Capitale europea della cultura. È per questo

che la cultura, anche… io invito a non sottovalutare questo tema perché la cultura

dovrebbe essere un tema sostenuto da tutti, ma invece spesso viene considerato come il

sovvenzionamento ad una sorta di élite di soggetti che portano avanti, come dire, i loro

hobby, il loro divertimento; non è così, lo sappiamo tutti, lo sappiamo nei dati, ma è

come se leggessimo i dati e il giorno dopo ce ne dimenticassimo perché, come ha

ricordato il Presidente Napolitano, pur producendo il 4% del Prodotto Interno Lordo

europeo, in Italia si concede lo 0,3% di sovvenzione, quindi è anche una cattiva pratica

quella di tagliare il comparto culturale. Ricordo ancora un ultimo dato, cioè l’Agenda

culturale europea che propone gli indicatori per la cultura per l’Agenda 2030, gli

indicatori tematici, che riguardano l’ambiente, la resilienza, la prosperità economica, la

conoscenza e le abilità, l’inclusione e la partecipazione e nel secondo punto c’è

sicuramente la salute. Questo comporta, e l’abbiamo detto tante volte, che il comparto

culturale non deve più essere considerato come un comparto a sé, che serve a sé stesso e

serve, come dire, ad arricchire, ma che se non c’è, insomma, si vive lo stesso; quando si

sovvenziona la cultura, non si sovvenzionano solo gli operatori culturali, si alimenta una

buona pratica che porta benessere e prosperità economica a tutti quanti. Questo cambio

di paradigma ci viene indicato dalla tanto reclamata Europa, come spesso si dice: “Ce lo

dice l’Europa”, no? Allora, ricordiamoci, in questo momento, che Torino con questo

atto può davvero essere la pioniera di un nuovo passo, di un cambio di passo, in merito

alla gestione amministrativa della cultura.

Non vedo l’Assessora Leon, ma forse ci sente dall’ufficio o da casa. In questo mandato

amministrativo, ma correggetemi se sbaglio, dopo un primo avvio in cui, come sempre,

come sempre siamo stati abituati, ci sono stati dei tagli, proprio al comparto culturale -

perché, quando c’è una necessità è indispensabile, è anche comprensibile…, si

preferisce finanziare altre cose, altrimenti probabilmente crollerebbe tutto, mentre la

cultura va avanti con grande resilienza, perché spesso, ad esempio, gli operatori dello

spettacolo, o della cultura in generale, continuano a produrre cultura, anche quando non

vengono pagati e questo è grave -, per la prima volta, forse, da diversi anni, negli ultimi

bilanci, anzi senza forse, sicuramente abbiamo smesso di tagliare; da adesso in poi

sarebbe il caso di continuare ad aumentare le risorse nella Città di Torino per il

comparto culturale. Grazie, Presidente.

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