Interventi |
CARRETTO Damiano Mah, allora, io in linea di principio sono assolutamente favorevole a questo tipo di impostazione e non vorrei essere ripetitivo, ma nel programma del 2016 c’erano molti punti che richiamavano questo atto nelle intenzioni e nelle impostazioni, a partire dal sostentamento della cultura, di chi produce cultura, non solo dei fruitori; il problema grosso è sempre dare sostegno a chi la cultura la produce. Viviamo in un mondo di “cultura blockbuster”, di cultura per cui… siamo tutti consumatori di cultura e la cultura deve produrre reddito, deve far quadrare i bilanci, è importante quanti biglietti si staccano in una mostra, quanto la paghi, quanto guadagni, che sponsor hai, chi ti sponsorizza, chi non ti sponsorizza; questo è il mondo culturale, diciamo d’impostazione Franceschiniana, no? Non è il… uno dei più grandi sostenitori della cultura come veicolo economico, quindi con la cultura si deve fare economia, la cultura deve produrre reddito e bisogna mettere a reddito la cultura; questo lo ha detto il Presidente Napolitano, raramente siamo d’accordo, ma su questo tema sono sempre stato perfettamente allineato. La cultura, i beni culturali valgono se producono reddito, se non produci reddito, non servi; questa è un po’ l’impostazione che ci troviamo a fronteggiare da molti anni ormai e credo sia un’impostazione profondamente sbagliata, profondamente sbagliata. Giuro che non capisco come sia possibile che un Ministro come Franceschini sia Ministro da così tanto tempo, un Ministro capace di devastare la cultura, di svendere la cultura, incapace di capire che cosa è cultura e che cosa è banale economia, in un’impostazione neoliberista della cultura; assolutamente allucinante. Per cui mi chiedo anche, davvero, come si possa sostenere un Governo con Franceschini Ministro della Cultura; davvero, io me lo sono sempre chiesto: me lo sono chiesto nel Governo Conte II, me lo chiedo ora nel Governo Draghi, pazienza quando c’era solo il PD al Governo, però così è. Credo che davvero sia un cambio di impostazione che si dovrebbe dare a livello nazionale; forse questo atto potrebbe, in qualche modo, aprire un piccolo spiraglio, un dibattito, credo, che possa essere utile, d’altra parte però, un atto come questo è un atto simbolico, è un atto simbolico che andrebbe tradotto in politiche concrete. E in questi anni si è cercato, in qualche modo, in qualche ambito di produrre quel tipo di azione, in altri, invece si è fatto l’esatto contrario, si è trasformato un bene UNESCO, un bene storico e architettonico in una palazzina per uffici per una Fondazione, se così sarà. Si è avallata quell’idea che un luogo simbolo della cultura, del patrimonio storico e architettonico della Città di Torino, che per anni ha prodotto cultura…, si è avvallata la sua trasformazione in ristoranti, alberghi, palazzine per uffici; su quale impostazione? Esattamente sull’impostazione Franceschiniana, ovvero, se nessuno ci mette i soldi, i soldi ce li deve mettere chi ce li ha, per cui: palazzina per uffici? Palazzina per uffici; alberghi e ristoranti? Alberghi e ristoranti. Quindi, ripeto, io sono favorevolissimo a questo atto, ma ero favorevole anche alla sua applicazione concreta, che, in qualche caso, è mancata. Dubito fortemente - così eh, faccio una previsione come l’illustre -, dubito seriamente che l’impostazione che verrà data al comparto culturale nella prossima Amministrazione sarà quella indicata da questo atto, dubito seriamente; è giusto lasciarla a verbale, è giusto votarla, è giusto inserire questo aspetto, ma dubito seriamente; spero di essere smentito, ma diciamo che, viste le forze in gioco, non so, ho qualche piccolo dubbio che si vada verso un’impostazione diversa, quindi dubito che verrà messa in atto, ma è giusto lasciare come testimonianza un’idea politica di cultura che non sempre è stata messa in atto poi nell’alto pratico e che credo, purtroppo, non verrà messa in atto da chi verrà dopo di noi. Grazie. |