Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo con il punto n. 24, la mozione n. mecc. 202002657, presentata dal Capogruppo Petrarulo, che ha come oggetto: “Pista ciclabile controviale di corso Novara: si sposti immediatamente la sede attuale” SICARI Francesco (Presidente) Do ora la parola al Capogruppo per l’illustrazione dell’atto. Prego. PETRARULO Raffaele Questa, Presidente… speriamo di fare almeno due voti, Federica, perché sarebbe importante. No, questa è stata approfondita perché, come diceva il Presidente Malanca, giustamente… approfondita il 27 gennaio 2021, 26 maggio 2021. Proprio perché è stata approfondita e abbiamo fatto il sopralluogo anche sulla pista ciclabile di corso Novara, diciamo a chi ascolta e a chi rimarrà poi naturalmente nella decisione dell’Aula: la pista di corso Novara, che c’è in questa mozione in cui si chiede lo spostamento… quindi da dove adesso è attaccata al marciapiede, a fianco al viale alberato, così com’è tutto il tratto che va da via Bologna fino a piazza Baldissera, perché, per chi ci ascolta, tutto il tratto viaggia a fianco al viale alberato, senza andare ad incidere il viale alberato, invece nel tratto tra via Bologna e corso Palermo-via Aosta è stato fatto a fianco al marciapiede, andando quindi… in doppio senso naturalmente, perché se no non bastava un senso solo, in doppio senso, dove ci sono più vie che subentrano sul controviale, dove la visibilità, dettata sia dai bidoni sia dalle auto che vengono parcheggiate in prossimità, dà un senso non dico di insicurezza soggettiva, una insicurezza oggettiva - ci sono stati già degli incidenti quindi non è che stiamo raccontando barzellette -, anche perché, come dice qualcuno, la faccio tutti i giorni, l’attraverso tutti i giorni, quindi certe volte la bellezza di essere Consiglieri e di vivere in una certa zona e poi andare a fare una mozione o un’interpellanza, ti fa anche essere quello che ha visto, non solamente quello che recepisce quello che dice la gente, che ha recepito. Ci sono dei cittadini che hanno fatto una petizione, Roberto; alcune signore del…, alcune attività sul posto. Io…, quando abbiamo fatto il sopralluogo, chi c’era? C’era anche il Presidente Mensio, che oggi è assente purtroppo, però lui l’ha vista quella e aveva dato come giustificazione, me lo ricordo bene, che sia oggi un’interessenza di far sì che la pista ciclabile corra a fianco al marciapiede per poter poi usufruire molto meglio di quelli che sono i servizi dei negozi e delle attività vicine. Cosa giusta, vista in un’ottica di mobilità, cosa che va in una discrasia pazzesca per quello che poi è stato il progetto che è stato poi presentato su quella che vi è in piazza Arbarello, su corso Siccardi, dove la pista ciclabile viaggia sul centro. Ecco perché c’è questa mozione, al che abbiamo detto: “Ma la periferia a Nord di Torino, sempre perché è Barriera naturalmente, deve sempre essere quella in cui tutti si fanno naturalmente belli, passano tutti quanti e poi alla fine la portano in una maniera diversa, oppure il centro ha una prerogativa naturalmente diversa da quella che è la Barriera di Milano?”. Non solo, i commercianti di quel tratto di via, quelle attività artigianali, quelle autocarrozzerie, quella di Bosch e via discorrendo, hanno il diritto di poter far entrare i loro clienti in santa pace e in sicurezza oppure, come spesso sta avvenendo adesso, che qualcuno passa, viene bloccata la pista ciclabile con il furgone che sta sulla pista ciclabile? Cosa che non dovrebbe succedere, ci mancherebbe, però anche questo sta succedendo. Ovvero, questo discorso di andare a farla a fianco, che io avevo già detto a suo tempo, perché è partito già tutto da prima, è partito da una interpellanza, è partito da delle segnalazioni, quando erano in corso i lavori, quindi uno dice: “Ma Petrarulo tu oggi vai e cerchi di spostare”, sì cerco di spostare perché il male minore è quello di far sì di dare una continuità; chi la vede… cioè, perché qui dobbiamo capire una cosa, le piste ciclabili a me piacciono, non è che io sono uno di quelli a cui non piacciono le piste ciclabili. Una pista ciclabile… io invito veramente molti di voi ad andare a vedere come sono fatte in Emilia Romagna; non è come qua. In Emilia Romagna le città (incomprensibile) sinistra, quindi va benissimo, ma fatte bene. Cioè, invece qui abbiamo fatto delle piste ciclabili che viaggiano a fianco ai dehors, bloccano i dehors - via Nizza è una di quelle celeberrime - e poi noi abbiamo, invece, dove c’è da fare una cosa che è fattibile, era solo da fare…, perché poi è fatta con due strisce per terra, noi invece cosa facciamo? Tutto il tratto, e il tratto è stato fatto anche dopo, da via Cigna a piazza Baldissera, fatto dopo, lì si fa a fianco al viale alberato, invece il tratto precedente, in (incomprensibile), no, si deve fare a fianco all’autostrada. Allora, a questo punto, tanto, parlare e spiegare non serve, abbiamo fatto sempre quello che vogliamo, quindi quando si ha l’ottusità di non capire che certe volte riconoscere un errore vuol dire essere intelligenti e qui io reputo che la continuità di quello…, la maggioranza del tratto stradale deve far sì che chi l’ha visto deve capire che non può essere fatto diversamente, allora, a questo punto, se invece c’è l’ottusità di dire: “Quello che facciamo è giusto o quello che ho fatto è giusto”, perfetto, bocciamola, bocciatela, non è quello che mi interessa, di sicuro chi abita lì saprà almeno… dice: “Almeno qualcuno ci ha tentato a far sì che forse qualche incidente nel futuro non succederà”, sperando che non siano incidenti gravi e/o, fra virgolette, “mortali” sui monopattini, che girano vicino alle vie che si intersecano, perché a quel punto io non è che mi lavo le mani, e sono Ponzio Pilato, io ho la coscienza a posto, qualcun altro poi dopo ci dovrà pensare, perché non è il caso, eh. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo con gli interventi, prego, Presidente Malanca. MALANCA Roberto Grazie, Presidente. Bene ha fatto il presentatore di questa mozione a porre in evidenza la discontinuità della pista di quel tratto di corso Novara con il resto della pista già realizzata. E, come è stato detto anche nel sopralluogo…, perché, come ha ricordato il presentatore, è stata fatta un’ampia discussione in Commissione, seguita proprio da un sopralluogo, dove c’è stato modo di sentire anche la spiegazione da parte dei tecnici delle motivazioni per cui un tratto della pista è stato progettato in un certo modo e un altro tratto è stato progettato in un altro, sullo stesso sedime stradale. La discontinuità c’è stata, c’è stata anche nell’Amministrazione, c’è stata nella logica con cui si progettano le piste ciclabili; non si può continuare a progettare delle piste ciclabili, secondo criteri che prevedevano logiche come quella, appunto, realizzata su corso Vigevano, come quella realizzata su corso Principe Oddone, come quella realizzata su altri corsi e vedere i ciclisti che fanno altre strade perché quelle piste non riescono a raggiungerle, non riescono a entrarci, se non ai semafori, non riescono a uscirne e, soprattutto, non servono, se uno vuole vedere un negozio ed entrare dentro. È chiaro che questa discontinuità si è vista non soltanto su questa pista, si è vista sulla pista di via Nizza, si è vista sulla pista di corso Lecce, si è vista su tutte le nuove piste ciclabili che vengono, anche a detta dei tecnici, progettate secondo un diverso criterio di ciclabilità della Città, che non prevede soltanto i lunghi percorsi veloci, dove non si guarda nulla durante il percorso e che non prevedono nemmeno i percorsi turistici all’interno dei parchi, come succede per alcune piste che sono state progettate anni e anni e anni fa anche in questa Città. Oggi, le piste si progettano in questo modo, non soltanto a Torino, si progettano secondo criteri moderni dove la mobilità ciclistica è diventata la mobilità a tutto tondo che ha la stessa dignità di tutti gli altri tipi di mobilità che vengono utilizzati per gli spostamenti quotidiani sia per lavoro, che per studio, che per altro. Bene ha detto, parlando di senso di sicurezza; il senso di sicurezza è proprio l’artefice della maggior parte degli incidenti che succedono nel territorio urbano, ovvero che coloro, per un falso senso di sicurezza, prendono determinate decisioni alla guida di un mezzo pesante, pesante rispetto a quello di una persona o di una bicicletta, e in questo modo, essendo sicuri, vanno sicuramente a causare un incidente. Il senso di insicurezza invece è proprio tipico di quelle zone cosiddette anche… chiamate anche “shared spaces” che sono tanto usate nei centri storici e in tantissime Città, dove lo spazio è uno spazio condiviso, non è uno spazio esclusivo. A maggior ragione, quando c’è una delimitazione esclusiva dello spazio di un sedime stradale, che evidentemente per la larghezza consente anche il doppio senso, a maggior ragione si deve essere consci tutti che quello spazio è condiviso e che ci sono alcuni punti di quello spazio dove, in realtà, bisogna fare attenzione perché in quel punto lì lo spazio diventa condiviso e non diventa più esclusivo e quindi bisogna fare attenzione, abbandonare quel falso senso di sicurezza che tanti danni provoca in coloro che ce l’hanno e negli altri soprattutto. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) A lei. Prego, Presidente Albano, ne ha facoltà per tre minuti. ALBANO Daniela Grazie, Presidente. Mah, molto breve. Soltanto perché il mio collega Malanca ha già detto tutto. Ci tengo a ribadire che le piste ciclabili vengono realizzate e progettate per chi utilizza la mobilità dolce e sostenibile e quindi a favore, appunto, di questo tipo di mobilità e per garantire, appunto, la fruibilità da parte di questa mobilità, devono essere ovviamente sicure, ma devono anche poter garantire la permeabilità con il tessuto viario e stradale locale della zona. Quindi avere una pista ciclabile lato marciapiede non solo rende, appunto, la pista più permeabile al tessuto viario, quindi permette più facilmente la svolta lungo le traverse o l’immissione sulla pista ciclabile dalle traverse, ma permette anche comunque a chi decide di spostarsi in città in bicicletta o con altri mezzi sostenibili come i monopattini, di poter avere un maggior contatto con il territorio quindi anche con gli esercizi commerciali e quindi, in qualche modo, favorire anche il commercio nella zona, perché ricordiamoci che comunque sono possibili clienti anche coloro che si spostano in monopattino o in bicicletta. Inoltre, ci tengo anche a ribadire il fatto… io a Bologna ho pedalato per tantissimi anni; a Bologna le piste ciclabili in centro erano tutte realizzate tra le auto parcheggiate e i portici, quindi lato marciapiede: marciapiede, pista ciclabile e auto parcheggiate. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliera Scanderebech. SCANDEREBECH Federica Sì grazie, Presidente. Mah, solo perché sono stata sollecitata dagli ultimi interventi a fare una considerazione. Allora, come Forza Italia, alla Camera, abbiamo depositato una proposta di Legge che riguarda, in particolare, e adesso vi spiego perché collego questo all’ultimo argomento che ho sentito, i monopattini e il fatto che chiaramente chi va con il monopattino deve lasciare le mani agganciate al monopattino e non deve avere borse addosso, soprattutto di ampia dimensione. Quindi, vede collega Albano, forse siamo proprio su una concezione totalmente diversa, perché io non mi immagino proprio… lei mi indica lo zainetto, perfetto, lo zainetto comunque è pur sempre un peso; allora io posso immaginare una bici dotata di un cestello davanti, piuttosto che di un carico di una borsa dietro, a posteriori, ma non mi immagino, e non vorrei dare questa visione in questo Consiglio Comunale, una persona che vada in giro a fare shopping con una bici o con un monopattino e magari, lasciatemi consentire questa battuta, si carica uno stendino e lo porta con il monopattino o con la bicicletta. Quindi dipende sempre quale shopping uno vuole fare in bicicletta e in monopattino; andrebbe forse specificato perché invece qua stiamo, veramente, lasciando e concedendo fare di tutto e di più, stiamo lasciando e concedendo andare persone, anche tre persone insieme, sui monopattini, stiamo concedendo di tutto e di più anche in bicicletta, quindi forse… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Consigliere, metta a verbale, se si sente così sicuro dell’espressione che sta dicendo, se no glielo metto io a verbale quello che lei dice; non mi sembra… SICARI Francesco (Presidente) Può andare avanti con il suo intervento? Si rivolga alla Presidenza. SCANDEREBECH Federica Presidente, mi rivolgo a lei. Non mi sembra opportuno che in un’Aula un Consigliere dica di sparare a della gente, a dei cittadini. SICARI Francesco (Presidente) Da qua, non ho sentito nulla. SCANDEREBECH Federica Scusi, ma veramente lo ritengo offensivo nei confronti della nostra città e qua concludo perché mi vergogno. SICARI Francesco (Presidente) Vada avanti. Prego, Consigliere Carretto. CARRETTO Damiano Hanno finito di litigare? Posso intervenire? Grazie. Mah, allora io credo che ci sia un equivoco di fondo che ormai affrontiamo da cinque anni, ovvero che, quando si parla di mobilità attiva, la prima cosa a cui si pensa sono le auto; ovvero la reazione delle auto, degli automobilisti, la sicurezza degli automobilisti e di chi svolta, di chi non svolta eccetera eccetera, e ogni volta che si progetta o si realizza una pista ciclabile, un intervento comunque per la mobilità dolce o attiva, come si vuol chiamare, che quindi deve essere pensata e realizzata a uso e consumo di quella categoria, la prima cosa che succede in questa città è la protesta di chi: “Eh, ma io ho l’auto; eh, io mo non vedo la svolta; eh, io… ma di qua, di su e di giù” e credo che sia un errore concettuale molto forte e credo che, dal punto di vista culturale, sia una battaglia che forse si può dire che questa Amministrazione non ha vinto, mi ci metto anch’io non l’abbiamo vinta. Non l’abbiamo vinta perché, purtroppo, in questo consesso, dove dovremmo essere, diciamo, tutti un po’ più consapevoli del perché si effettuano certe azioni sul territorio, abbiamo chi, appunto, ragiona ancora nel vecchio modo; quindi l’utilizzatore e l’utente principale privilegiato della strada è l’automobilista: chi usa l’auto per lavorare, per fare tutto quello che vuole, però è l’automobilista. Quando invece forse dovremmo riuscire tutti a capire che non c’è più un’egemonia dell’auto e chi guida, chi va in bici, chi va in monopattino eccetera eccetera ha la stessa pari dignità delle auto, e così come chiunque sia un utente della strada è tenuto a rispettare il Codice della Strada, chiunque. Quindi ci sono delle regole anche per il trasporto merci, sulle bici, sulle auto, sui furgoncini; ci sono delle regole per il trasporto merci, non è che uno può caricarsi un divano in bici: viene, probabilmente, fermato dai Vigili che lo sanzionano, perché comunque sia, chi percorre la strada, deve percorrerla in sicurezza, in sicurezza per sé stesso e per gli altri. Quindi non facciamo degli esempi che sono campati in aria, nel senso che, se io vedo qualcuno che viaggia in bici con uno stendino è palese che qualunque Vigile probabilmente lo multerebbe o comunque sia lo fermerebbe. Quindi non facciamo paradossi, che sappiamo essere senza senso, perché se no uno può mettersi a citare tutto il campionario di trasporto merci che avviene con i mezzi, con le automobili o via dicendo che sono… diciamo, ce n’è. Quindi cerchiamo sempre di ragionare evolvendo anche il modo di affrontare certi temi. Io credo che, appunto, come il candidato Sindaco ha pubblicamente dichiarato, le piste ciclabili sotto i viali siano un qualcosa di trent’anni fa, quarant’anni fa, cinquanta anni fa; le piste ciclabili vanno fatte dal lato del marciapiede: marciapiede, pista ciclabile, parcheggio, e si devono restringere i controviali perché restringendo i controviali si diminuisce la velocità, diminuendo la velocità aumenta la sicurezza. Quindi anche le famose svolte, gli attraversamenti, uno li fa a velocità minore e quindi con maggiore sicurezza. Quindi iniziamo a ragionare in quest’ottica; se iniziamo a ragionare tutti in quest’ottica si vedrà che tanti interventi hanno senso e sono fatti come devono essere fatti. Il problema sta nel comunicarlo, nel far capire a chi magari non è un soggetto privilegiato, perché si occupa di Amministrazione Pubblica, il perché certe scelte vengono fatte, perché certe scelte tecniche vengono fatte. Quindi io invito sempre tutti a spostare in avanti il limite, non cercare sempre di arretrare e di tornare alle concezioni… e a come si pensava la città negli anni ’70 o negli anni ’80 perché se no non si va avanti, si torna indietro e tornare indietro non è mai un bene. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliere Carretto. Non ho ulteriori richieste di intervento e quindi procederei con il mettere in votazione l’atto. Prego, Consiglieri votate. Tutti i Consiglieri e le Consigliere hanno votato? Procedo con il chiudere la votazione: favorevoli 3, contrari 19 e astenuti 0. Il Consiglio Comunale quindi respinge l’atto. |