Interventi |
TEVERE Carlotta Grazie, Presidente. Sì, ho presentato questa delibera e ringrazio anche il Presidente Napolitano, che l’ha sottoscritta insieme a me. Ne abbiamo parlato stamattina in Commissione e cercherò di fare un breve riassunto. Parto dal presupposto che l’istituzione della DE.CO. era nel nostro programma del 2016 e mi dispiace essere arrivata, insomma, quasi alla fine della consiliatura, però io credo che sia uno strumento di cui la Città di Torino ha bisogno per incrementare l’appoggio ai prodotti, alle feste tipiche, ai saperi e ai territori che sono nel nostro comune. Questo perché, a mio parere, il patrimonio enogastronomico culturale e artigianale italiano sappiamo bene che ha un rilievo importantissimo nel panorama normativo nazionale e questo strumento della DE.CO. è proprio uno strumento che permette ai comuni di valorizzare, nell’ambito, appunto, delle proprie competenze, questi prodotti tipici. Perché dico “nell’ambito delle proprie competenze”? Perché intanto, quando si parla di DE.CO., subito vengono in mente i prodotti, che sono quelli che oggi hanno la maggior parte delle DE.CO. comunali, ma in realtà esistono diverse tipologie di DE.CO., che sono anche… - chiedo scusa, uso l’acronimo per fare più in fretta, perché altrimenti la denominazione è lunga, quindi DE.CO. - ci sono altri tipi di DE.CO., che possono essere, appunto, le feste tipiche, i terreni, e poi farò un esempio per far capire a cosa mi riferisco, i prodotti artigianali, eccetera. Perché dicevo, appunto, “nell’ambito delle competenze”? Perché, quando si pensa a un prodotto tipico, soprattutto agroalimentare, si pensa ai marchi di qualità, come lo sono i prodotti IGP, come lo sono le PAT, come lo sono, per quanto riguarda i vini, le DOC e le DOCG. Non è così, la Denominazione di Origine Comunale non è un marchio di qualità, ma è un marchio invece che lega il prodotto gastronomico, artigianale, la ricetta, la produzione, quello che è caratteristico del territorio, proprio al luogo storico stesso, e di fatto si tratta di un certificato notarile, contrassegnato, appunto, dal Sindaco, a seguito di una delibera comunale, che rappresenta, appunto, un censimento di produzioni e tipicità che hanno un valore identitario per la nostra comunità. Perché questo è importante? Perché abbiamo oltre 7.000 Comuni in Italia e ciascun Comune ha le proprie caratteristiche, che devono essere valorizzate, e quindi non si tratta, diciamo, di fare una gara, ecco, per vedere chi ha più DE.CO., ci mancherebbe, ma a maggior ragione tutti i Comuni italiani hanno, secondo me, delle specificità che vanno assolutamente evidenziate e promosse, anche le più piccole, e poi farò un esempio anche per quanto riguarda la nostra Città. Ecco, spiego solo la differenza per quanto riguarda le DOP, questo ci tengo, e le IGP: sappiamo che questi marchi di qualità possono venire registrati solo su una ristretta categoria di prodotti agroalimentari e attestano loro delle caratteristiche qualitative specifiche; sono anche marchi comunitari, quindi è chiaro che la DE.CO. non va a impattare con loro. E preciso anche che ovviamente, nel momento in cui un prodotto ha questo marchio di qualità, è chiaro che non possa avere il marchio di origine comunale. Faccio alcuni esempi su Torino, perché ovviamente, nel momento in cui ho scritto questa delibera, ho pensato a tutte le eccellenze del nostro territorio, dalle più famose, uno su tutti il “Gianduiotto”, che è tipico di Torino, che nasce addirittura nel 1865; poi abbiamo il famoso “Bicerin”, ovviamente, servito nel locale storico di fronte alla Consolata, anche qui una ricetta, ecco, questa è una ricetta tipica e, come ho detto stamattina, sarà solo da verificare se queste ricette sono state già registrate o meno e possono avere quindi la Denominazione Comunale; altro esempio tipico, il “Vermut”, che è un liquore nato in una bottega di piazza Castello tantissimi anni fa. Ma ancora, per quanto riguarda i territori, per esempio, come sappiamo bene, Torino è una delle poche città, insieme a Parigi e Vienna, che ha la Vigna storica, quindi la Vigna di Villa della Regina, il cui vino ha ovviamente un riconoscimento DOC o DOCG, non ricordo, il “Freisa” di Chieri, ma il terreno è un terreno tipico ovviamente urbano, questo per fare un altro esempio. Poi a Torino ricordiamo tutti che è nato il famoso “Pinguino”: il famoso Pinguino nasce nel 1884 a Torino, grazie, appunto, al maestro gelataio Pepino, e anche qui sarebbe bene che, ovviamente se i produttori vogliono fregiarsi, insomma, di questa denominazione, sarebbe un’ulteriore promozione, anche se è chiaro che tutti questi prodotti che ho elencato…, chiedo scusa, Presidente, c’è un sottofondo sgradevole. TEVERE Carlotta Ecco, non che questi prodotti…, sono già famosi nel mondo, non che abbiano bisogno della DE.CO. comunale, ma potrebbe essere comunque uno strumento da essere utilizzato. Ancora il “Tramezzino”, un altro prodotto che nasce a Torino grazie alla signora Angela Demichelis Nebiolo, che ha avuto l’idea di fare, appunto, questo sandwich italiano col pane bianco non tostato, e tra l’altro, come tutti sapranno, il nome di tramezzino venne attribuito da D’Annunzio, che si ispirò al termine architettonico tramezzo e coniò, insomma, questo nuovo nome per questa tipologia di sandwich, appunto, italiano. Infine, ancora un altro esempio, “Grissinopoli”, era il nome della…, è una ricetta antica che non si trova più nei ristoranti, sono pochi a Torino quelli che oggi la fanno ancora: è una sorta di cugina, passatemi il termine, della cotoletta alla milanese, che viene fatta, appunto, con grissini “Rubatà” sminuzzati grossolanamente, Rubatà che di nuovo sono nati a Torino. Quindi, adesso io ho fatto gli esempi più famosi, però ci sono veramente tantissimi prodotti che possono fregiarsi, secondo me, di questa denominazione. Velocissima, ancora un esempio che mi è venuto in mente dopo aver scritto questa delibera, ho letto un articolo su La Stampa - e l’ho detto stamattina in Commissione - di una farmacista torinese che ha ripreso un’antica ricetta del nonno di un rabarbaro, che l’ha chiamato “Rabarbaro Sport”. La farmacia, è la farmacia Cesano, e ha quindi riscritto, decifrato soprattutto la calligrafia del nonno e adesso produce questo “Rabarbaro Sport”; questo secondo me sarebbe un ottimo prodotto DE.CO, perché tra l’altro è a 360 gradi perché, oltre ad essere appunto un prodotto che nasce a Torino, in realtà questa farmacista ha coinvolto gli studenti del Gobetti Marchesini per quanto riguarda la formula chimica, insomma, e tra l’altro dalla prima versione se n’è già passati ad una seconda, perché è stata affinata grazie al lavoro dei ragazzi, quindi mi sembra che possa essere un prodotto che a tutto tondo identifica questa Denominazione di Origine Comunale. Quindi, mi sembra di aver detto tutto, di averla descritta, questa è la delibera. Il Regolamento è allegato e quindi chiedo, insomma, all’Aula di votare questa Denominazione di Torino. Grazie. TEVERE Carlotta Sì, grazie Presidente. Ma, allora, sì va beh, è stato già detto che la delibera ovviamente è stata depositata il 12 di maggio e mi dispiace che nessuno mi abbia contattata per redigere insieme il Regolamento o comunque per presentare emendamenti che sono stati eventualmente pensati. C’è da dire che, diciamo, la procedura è stata pensata anche in riferimento a degli appositi disciplinari che verranno successivamente emanati dal Comune, quindi diciamo che per quanto riguarda gli aspetti delle feste, dei saperi e dei terreni, sicuramente si fa riferimento ai disciplinari che sarà ovviamente cura degli Uffici predisporre per quanto riguarda i prodotti diversi dai prodotti enogastronomici, che meglio sono stati ricompresi all’interno di questo Regolamento. Come ho già detto stamattina, è chiaro che, posto che siamo tutti d’accordo a promuovere qualsiasi festa, sapere, evento, prodotto tipico della nostra città, quello che ho detto stamattina è che sicuramente verranno coinvolti…, a parte che è stato dato atto che questo Regolamento è stato esposto in maniera informale alla Camera di Commercio, che si è detta entusiasta, ed è chiaro che coinvolgerà… il Comune coinvolgerà tutte le Associazioni di categoria, per quanto riguarda le diverse categorie merceologiche, ma anche, appunto, gli altri aspetti che ho voluto ricomprendere tutti in un unico atto, in un’unica delibera e in un unico Regolamento, posto che per ciascuna festa o prodotto si procederà all’emanazione degli appositi disciplinari, all’interno dei quali verranno meglio specificate le caratteristiche che devono avere i prodotti che ambiscono ad avere questa DE.CO.. Quindi, questo era, se ho dimenticato qualcosa rispondo, ma mi pare di aver detto tutto. |