Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie, Presidente. Poche osservazioni per integrare la ottima sintesi del Presidente di V Commissione, Consigliere Giovara. La intenzione di proporre all'Aula una discussione e una posizione su questo tema deriva da due motivazioni. La prima motivazione, è stato ricordato, è quello di esprimere solidarietà ai coordinatori scientifici, agli operatori del Museo, un Museo del sistema universitario, un Museo particolarmente apprezzato e visitato, un Museo che va conservato con consecutivi investimenti. Solidarietà obbligata rispetto al fatto che dopo le esternazioni che sono state ricordate, la realtà museale è stata oggetto delle classiche esternazioni da testiera e non solo. La seconda ragione riguarda la necessità che sembrava davvero non obbligata perché si dava per scontato la comprensione e la sensibilità culturale, la necessità, dicevo, di rifare il punto, il punto in questa Città rispetto al valore e alla comprensione che si dà dei percorsi museali e del loro ruolo di ricostruzione storica. Come credo non sia necessario ribadire sappiamo che i musei non sono il luogo della cristallizzazione delle verità temporanee, tantomeno lo sono i musei che riprendono e documentano i percorsi scientifici. La Scienza per sua definizione procede per l’espressione di tesi avendo il dovere di ricercare, prima che la conferma delle tesi stesse, la confutazione delle tesi e questo è l'essenza dei provvedimenti scientifici e dei percorsi di ricerca scientifica, quello di esprimere dati di relativi traguardi raggiunti, dove il relativo è legato all'evoluzione costante, solo dopo aver cercato tutte le possibili confutazioni ed è quindi evidente che si ricostruisce e si conserva anche un percorso che muovendo da tesi, ha visto le stesse tesi confutate, respinte e modificate. E questo è il lavoro di ricerca della scienza e della scoperta da parte dell'umanità, diversamente potremmo giudicare espressioni di carattere etico- morale che attengono a convinzioni, appartenenze, orientamenti religiosi, o diversamente, potremmo apprezzare o meno l'interpretazione di carattere letterario. Se discutessimo dell’origine dei comportamenti degli uomini sotto un piano letterario, potremmo fare riferimento al “Il fu Mattia Pascal” e a Pirandello che faceva muovere gli uomini con un lanternino che dava loro la possibilità di conoscere il bene e il male, il buio e il chiaro e di orientarsi con il proprio libero arbitrio dentro a questo processo decisionale. Se parliamo di scienza, la scienza indaga le motivazioni e le ragioni dei comportamenti delle persone e lo fa, come dicevo, avendo rifiutato un'analisi antropometrica, ma avendo anche attraverso quell’analisi introdotto degli elementi che appartengono alla nostra cultura giuridica e alla nostra cultura clinica, perché oggi riconosciamo come condizioni legati ad esempio al disagio mentale, come condizioni legate a determinanti ambientali, orientino i comportamenti purtroppo anche i comportamenti aggressivi e come queste valutazioni attengono al nostro codice di procedura, attengono ai nostri doveri di cura. Abbiamo quindi introdotto negli anni, anche grazie a quelle teorie confutate, la tematica che ci fa comprendere come i comportamenti abbiano molte origini, ciascuna delle quali vada analizzata e studiata, sia per giudicare, sia per mitigare i giudizi e questo, chi meglio di me, avendo studiato la dottrina del diritto potrebbe spiegarlo ed approfondirlo. Quindi è un ragionamento che ci appartiene sul profilo scientifico, che credo fosse necessario riprendere e ribadire in questo momento particolarmente acuto di una contrapposizione che periodicamente si ripropone e credo che la Città di Torino bene faccia con questa testimonianza a conservare un proprio patrimonio, a valorizzarlo nel modo con il quale ne abbiamo discusso e affiancare il costante lavoro della ricerca scientifica. |