Interventi |
UNIA Alberto (Assessore) Grazie, Presidente. Grazie anche al Consigliere Capogruppo Petrarulo, che ha presentato un’interpellanza simile nei contenuti a quella pervenuta in Assessorato ai sensi dell’articolo 45 del Regolamento del decentramento, del Consiglio di Circoscrizione 6, alla Giunta Comunale, riguardante una richiesta di aggiornamento sull’ex campo nomadi di via Germagnano. Per quanto di competenza di questo Assessorato, richiesta una relazione ad AMIAT, l’azienda ha riferito che i cumuli di rifiuti, oggetto delle fotografie allegate all’interpellanza, identificati come presenti presso l’area ponte dell’ex campo nomadi Germagnano, sono già stati in parte asportati e la parte restante verrà rimossa in occasione degli interventi di prossima programmazione. Il completamento delle attività di asporto rifiuti dell’ex campo nomadi Germagnano è previsto, salvo condizioni meteorologiche avverse, entro la fine del mese di giugno. Per lo smantellamento dei campi nomadi regolare e irregolare di via Germagnano la Città, nell’anno 2020, ha sostenuto un costo di 295.085,98 euro per le attività affidate ad AMIAT; nell’anno 2021, inoltre, i servizi AMIAT, tuttora in fase di completamento, comporteranno una spesa complessiva di circa 210.000 euro. Il quantitativo complessivo di rifiuti smaltiti nel 2020 e ’21 si attesterà a fine intervento intorno alle 2.500 tonnellate di rifiuto. L’Area Qualità del territorio - Igiene Urbana e Ciclo dei Rifiuti, a corollario della nota AMIAT, ha riferito, a seguito di sopralluogo del 26 maggio, che rimangono da rimuovere alcuni cumuli difficilmente gestibili dal punto di vista logistico e di sicurezza, che necessitano di ulteriori attività, il cui termine è previsto entro il mese di giugno, sempre salvo condizioni avverse metereologiche. Nella relazione pervenuta dal Comandante Bezzon del Corpo di Polizia Municipale, si comunica che da tutta l’area di via Germagnano sono stati allontanati 225 nuclei familiari, di cui 42 di etnia slava e 183 rom rumeni, suddivisi come di seguito riportato: campo denominato “Lato Slavi”, 4 di etnia slava e 26 rom rumeni; campo denominato “Ponte” 95, rom rumeni; campo denominato “Amiat”, 8 di etnia slava e 62 rom rumeni e campo autorizzato di via Germagnano 10, 30 di etnia slava. I nuclei familiari di etnia slava, che a seguito dello sgombero hanno occupato abusivamente gli alloggi ATC, sono 17 e i soggetti di etnia rom rumena che occupano esclusivamente aree private risultano in totale n. 66. Tutti i nuclei familiari che vivono itineranti sul territorio comunale con mezzi propri, roulotte e camper, non provengono dallo sgombero di via Germagnano, ad eccezione di due famiglie presenti in piazza d’Armi. La Vicesindaca, avente deleghe alle Politiche Sociali, per quanto di competenza, ha comunicato che ogni volta che viene portato all’attenzione il tema Germagnano, occorre premettere che i superamenti sono stati due, in due periodi diversi, e hanno coinvolto due realtà molto diverse dal punto di vista formale e sostanziale: il primo è “Germagnano 10”, un’area di sosta autorizzata nata nel 2004, abitata esclusivamente da rom bosniaci con regolare nullaosta e residenza; è stata definitivamente chiusa a dicembre 2019 e i 13 nuclei familiari, 86 persone che vi abitavano, sono stati tutti contestualmente collocati in civile abitazione, con contributo all’affitto e alle spese: 3 nuclei in città e 10 nella cintura torinese. Il secondo è “Germagnano abusivo”, un’area di sosta spontanea, ovvero terreni occupati abusivamente, sulla quale si costruivano baracche con materiale riciclato, che si è formata in alcuni anni a partire dal 2007; la popolazione era costituita al 95% da nuclei rom rumeni non residenti a Torino, ma regolarmente residenti in villaggi o cittadine della Romania. Il superamento si è concluso a fine agosto 2020 ed è stato preceduto da ripetuti censimenti della Polizia Municipale, per identificare le persone che vi dimoravano; risultano 104 nuclei familiari, per un totale di 240 persone. In questo caso, nell’ottica di riconoscimento dell’autodeterminazione del diritto a promuovere in modo attivo la propria inclusa nel tessuto cittadino o nel Paese d’origine, alle famiglie rom rumene sono state proposte dalla Città dei percorsi di supporto alternativi, e questi sono i casi: sostegno al ritorno in Romania, incentivo economico sui rientri in Romania di 1.000 euro a nucleo familiare, cifra che corrisponde a due stipendi medi in Romania. La normativa rumena prevede che la residenza verificata sui romeni corrisponda alla disponibilità di un’abitazione; l’incentivo previsto copriva anche le spese di viaggio, che variano dai 120 ai 200 euro, a seconda del mezzo utilizzato. Sostegno all’inserimento in civile abitazione, con un incentivo economico su ingresso in abitazione autonoma per Torino e provincia, indicativamente si sono quantificati, al pari della misura precedente, 1.000 euro per caparra e spese di entrata. 13 nuclei, che erano già stati coinvolti senza esito positivo nel progetto di inclusione sociale abitativa e lavorativa, l’ex progetto “Città possibile” del 2013-2015, hanno avuto 400 euro, corrispondenti alle spese per il viaggio di ritorno in Romania, in quanto la Città di Torino aveva già investito progettualmente su di loro senza riscontri di integrazione e scelte di illegalità. Solo un nucleo familiare, in cui era presente un minore disabile, ha avuto come ulteriore opzione la possibilità di idonea contemporanea collocazione in accoglienza per garantire il proseguimento delle cure ortopediche presso il presidio sanitario cittadino. Riguardo al restante 5% delle famiglie presenti in “Germagnano abusivo”, costoro risultavano rom balcanici, ovvero tre nuclei di nazionalità serba non conosciuti dai servizi e un nucleo di nazionalità bosniaca, genitori e sorelle di rom residenti in cintura: si trattava di persone arrivate a Torino solo negli ultimi anni, provenienti da Roma, Milano e dalla Francia, con scelte consolidate di marginalità o attività non legali, con motivazioni all’inclusione abitativa e all’autonomia fragili. I nuclei serbi, dopo aver rifiutato la collocazione in area autorizzata hanno fatto… UNIA Alberto (Assessore) Sì, Presidente, un minuto e ho finito, …hanno fatto perdere le loro tracce. Il nucleo bosniaco ha acquistato un camper e ha deciso di sostare in un parcheggio apposito, in attesa di essere definitivamente ospitati presso una figlia, in una casa extraurbana ora in fase di completamento. La correlazione delle due chiusure, avvenute a dicembre ’19 e a agosto ’20, e le attuali occupazioni abusive di alloggi ATC non emerge dai dati in loro possesso, o meglio, delle due descritte appaiono casuali. Infatti, degli 80 alloggi occupati e degli altrettanti nuclei che si dichiarano rom, nessun nucleo rom rumeno censito a “Germagnano abusivo” è allo stato attuale identificato come occupante degli alloggi ATC, dove comunque la presenza romena è tutt’oggi residuale, un nucleo. I nuclei occupanti sono praticamente tutti bosniaci più un serbo; solo un alloggio risulta essere abilitato, gennaio 2021, da famiglia rom non romena, ma serba, proveniente da Milano e censita Germagnano nel luglio scorso. E concludo, Presidente. Solo un alloggio risulta, nel gennaio 2021, essere abitato da famiglia rom bosniaca ex Germagnano 10, già collocata in abitazione civile a dicembre 2019, che volontariamente ha deciso di lasciare i progetti comunali nell’estate 2020, rifiutando ulteriori percorsi di integrazione attiva. |