Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Il tempo nel quale è stata presentata questa interpellanza, tempo che si è disteso su circa tre settimane, due delle quali per richiesta dell’Assessora, ha evidentemente mutato il quadro, molto preoccupato, nel quale era avvenuta la stesura della prima interpellanza. Tuttavia, anche se la situazione sembra essere orientata ad una progressiva e positiva conclusione, nessuno di noi può ignorare che la questione delle vaccinazioni presso le persone fragili a domicilio sia stata per il Piemonte una delle difficoltà prevalenti, tanto che lo stesso Commissario al Piano delle Vaccinazioni ha segnalato la necessità della tutela sulla quale procedere più speditamente di queste fasce di età e tanto che tutti abbiamo avuto contezza della complessità di organizzare a domicilio le squadre del personale sanitario adibito ai vaccini per le molte ragioni collegate ai tempi necessari alla tutela del personale e alla tutela della persona presso il cui domicilio ci si recava. Tutte queste informazioni, se sono accessibili a me, come lo sono alla grande platea di qualunque lettore di un quotidiano o di persona che intende informarsi, in realtà, dal mio punto di vista, dovrebbero essere ben più compiute e approfondite da parte di chi ha una responsabilità e compartecipa alla definizione delle condizioni di non autosufficienza delle persone malate croniche, in specie quando assistite a domicilio, in specie quando, come accade con i regolamenti del Comune di Torino e le delibere Regionali, si è parte in causa anche della gestione del Piano di Assistenza Individuale. Il fatto di non aver ascoltato in questa sede o nelle Commissioni Consiliari competenti gli esiti di questa specifica attenzione, che presumibilmente saranno stati invece forniti attraverso un percorso tecnico, ma non trasferiti su un percorso di comunicazione pubblica, mi ha indotto a chiedere con una interpellanza quale fosse la situazione, anche perché non ho certo la pretesa che né l’Assessore né i Servizi Centrali monitorino quotidianamente le condizioni di salute degli anziani domiciliati per i quali hanno realizzato il PAI, ma la questione pandemica ha una tale strutturalità e una tale diffusione e una tale sensibilità che almeno su questo versante che rientra tra le competenze dirette dell’Amministrazione Comunale attendevo una visibilità di un governo e di una regia che desse anche conforto alle persone malate, ai loro familiari e a coloro che accudiscono in questo momento le condizioni degli anziani. Non casualmente infatti nella risposta dell’interpellanza è mancato tutto il riferimento, che pure era contenuto nei quesiti, relativo alle modalità con le quali sono stati tutelati i caregiver, gli assistenti domiciliari, cioè tutta quella rete, che per rendere consentita e possibile la domiciliarità delle persone non autosufficienti, si attiva, vuoi sul volontariato intrafamiliare, vuoi su personale professionale che la Città, peraltro, contribuisce a formare e ad assegnare, attraverso tutto l’impianto dei soggetti accreditati dell’attività di formazione volta per le OSS e della supervisione, che, almeno, stando ai protocolli, viene fatta relativamente alle condizioni di salute. Non credo rivelo alcuna cosa misteriosa nel segnalare che quando ho presentato l’interpellanza avevo anche raffrontato gli andamenti diversi di altre ASL, ma penso ad esempio a quella della TO 3, in modo particolare riferito alla relazione intercorsa tra gli operatori, le cooperative che li organizzano, le Amministrazioni Comunali e il Servizio Sanitario, proprio perché ben sappiamo che persone impossibilitate a muoversi un unico veicolo di contagio potevano avere ed era evidentemente la frequenza della loro abitazione da parte delle persone che li devono assistere e che quindi insieme ai malati dovevano essere prioritariamente messe in sicurezza. Ora, la risposta la assumo come una risposta, come dire, conclusiva del tema, soprattutto perché spero che, come tutti ormai cerchiamo di augurarci, la vicenda, almeno nelle forme più acute, sia alle nostre spalle; sono sempre un po’ rammaricata della grande assenza del Comune di Torino sulla questione delle vaccinazioni, io lo dico in questa occasione, l’ho detto in IV Commissione, attendevo che il Presidente convocasse una Commissione apposita, ma ho sentito Sindaci di varie Maggioranze politiche offrire le sedi per gli hub vaccinali, non ho mai sentito il Comune di Torino. Abbiamo avuto molti imprenditori che lo hanno fatto, evidentemente l’Amministrazione Pubblica non l’ha ritenuto necessario. Ho chiesto quale fosse il ruolo delle Farmacie Comunali… ARTESIO Eleonora Ho finito… quale fosse il ruolo delle Farmacie Comunali, altrettanto non è arrivata risposta. Ho suggerito delle ipotesi di aiuto e accompagnamento alle persone verso gli hub, come il ruolo dei taxi, nemmeno; quindi, francamente, trovo che la Città sia stata molto distante in questo momento. |