Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Il Consiglio aperto del 28 aprile ci ha confermato e istituito in maniera più puntuale il grande peso che la questione dell’Automotive riveste per la nostra economia e per la nostra Città, per l’intero territorio piemontese, è un interesse che riguarda la storica competenza produttiva della nostra Città, ma anche il modo con il quale quella competenza si è qualificata e come ha innervato un ampio livello di settori produttivi tutto il distretto dell’Automotive. Voglio qui ricordare l’importanza che ci è stata sottolineata della componentistica che con 736 imprese impiega 60.000 addetti e per il 48% pratica collaborazioni con FCA che costituiscono tali collaborazioni il 41% del fatturato. Abbiamo quindi la responsabilità di accompagnare un’evoluzione di questa competenza produttiva del nostro territorio insieme alla preoccupazione oltre che economica, sociale delle conseguenze che possono derivare da un progressivo depauperamento di questa competenza sulla Città di Torino, in modo particolare dopo 14 anni di cassaintegrazione che ha interessato gli stabilimenti ex FIAT, ora FCA. Quali sono gli elementi di forza di questa nuova situazione? Sicuramente la riconversione in senso di compatibilità ambientale e in senso di sostenibilità dei consumi e dei comportamenti, vale a dire tutta la grande questione degli obiettivi europei di emissioni 0 nel 2050 già anticipati autonomamente da alcune nazioni come la Germania che al 2030 fissa la conclusione definitiva dei motori a scoppio. In questo quadro, quindi, c’è una fortissima necessità di accompagnare nella riconversione produttiva nella direzione giudicata socialmente sostenibile ed economicamente possibile e non è casuale, quindi, che la stessa FCA abbia annunciato di triplicare i veicoli o ibridi o elettrici in una direzione poderosa di 40.000 unità di nuove vetture, soltanto che in questa direzione quando abbiamo ascoltato il Consiglio del 28 aprile noi abbiamo sentito dire, per quello che riguarda gli stabilimenti torinesi, limitatamente alla produzione della nuova 500 elettrica e agli investimenti programmati per Ghibli e Levante in forma ibrida. Ora, quanto si coniuga questa previsione così significativa con quella che era stata la domanda prevalente nel dibattito pubblico di nuovi modelli e nuovi volumi per consentire il mantenimento dell’occupazione e la qualificazione di questo segmento produttivo, alla luce della fusione PSA e FCA e quindi alla luce del nuovo soggetto Stellantis quali sono gli elementi complessi presentati? Sicuramente il fatto che in questa fusione ci sono stati dei benefici, sicuramente PSA accede al mercato americano attraverso il rapporto con FCA, sicuramente il contesto PSA si avvale di una partecipazione statale, ma gli elementi di preoccupazione che potrebbero anche essere convertiti in risorsa riguardano i possibili aspetti di sovrapposizione, sovrapposizione sulla gamma di prodotti, quindi concorrenzialità, sovrapposizione sulle progettazioni, quindi di nuovo competizione concorrenzialità che riguarda non soltanto la parte degli addetti alla produzione, ma anche la parte degli addetti alla ricerca e alla progettazione. Voglio ricordare qui che negli Enti centrali sono impiegati 7.000 addetti, quindi con alte qualifiche e alte professionalità, il tema è: questa fusione che registra una sovrapposizione, produce una possibile attività di sinergia a valere su entrambi i soggetti e quindi su entrambi i territori o rischia di essere una situazione che sacrificherà il polo italiano e nella fattispecie quello torinese-piemontese? Vorrei fare riferimento ad una novità che è intercorsa nel dibattito tra il 28 aprile e oggi, una novità che riprende un tema che molti interlocutori di quella seduta ci hanno qui rappresentato, il futuro è nelle batterie, nella possibilità, nella produzione di batterie e nell’intera filiera delle batterie, proprio perché la conversione sui modelli nella direzione del consumo pulito della ricarica elettrica è quella prevalente. Se questo è il futuro, di pochissimi giorni è la notizia riportata dalle riviste di settore di un incontro avvenuto a Roma tra Elkann, Tavares e il Ministro proprio relativamente alla mobilità elettrica, mobilità elettrica per la quale verrebbero stanziate nel Recovery Fund 25 miliardi suddivisi tra il finanziamento all’attività di ricerca e di sostegno alla mobilità elettrica e quota parte di altri per la strutturazione delle ricariche, comprendendo in queste previsioni il rinnovo della flotta dei mezzi pubblici in versione ecologica e anche la previsione di un programma di stazioni pubbliche e di ricarica, quindi il tema batterie, fabbrica delle batterie diventa essenziale, in questo quadro diventa essenziale capire dove Stellantis collocherà questo filone produttivo perché noi sappiamo di una hub di cui c’è stato dato annuncio durante il dibattito del 28 aprile, ma un conto è l’hub, un conto è il vero e proprio distretto sulle batterie che ne accompagni tutti i momenti e tutti i livelli dal momento della ricerca della progettazione fino a quello dello smaltimento, quindi l’ipotesi di poter avanzare la candidatura della storica sede torinese per questa fabbrica di batterie che si coniuga con il fatto che la Città ha già interagito con quella imprenditoria per la messa a disposizione del terreno e degli investimenti in TNE, quindi una grossa dimensione di spazi, una porzione di Città che è stata impegnata nella direzione di sostenere la produzione, ma questo punto di vista quindi, dal punto di vista della possibile localizzazione, della necessità e dell’interesse economico, sociale, istituzionale di mantenere la produzione dell’auto a Torino, della scommessa che questa Città che ha investito sulla mobilità dolce può più di altre giocare di rendere compatibili i sistemi di mobilità tra di loro e di renderli compatibili con gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento, credo che questo sia il momento nel quale avanzare la candidatura della Città di Torino, accompagnare la relazione con i gruppi imprenditoriali, in modo particolare con Stellantis, sostenere così facendo l’intera filiera e quindi quel distretto dell’auto che tanta parte ha avuto nella storia della nostra Città, probabilmente abbiamo molto tardato nel considerare l’importanza di queste relazioni e di farne il perno anche del nostro dibattito istituzionale, si tratta di recuperare questo tempo e c’è questa coincidenza importante dell’incrocio con Recovery Fund ed i pronunciamenti fino a questo momento comunicati da parte del Governo, quindi credo che Città di Torino e Regione Piemonte possano ben procedere in questa direzione. Grazie. |