Interventi |
MENSIO Federico Guardi Presidente, io ora intervengo su quanto già detto in parte durante la Commissione, dove si sono trattati questi atti. Io concepisco lo spazio pubblico come tale e, essendo uno spazio pubblico, quello spazio pubblico, se occupato, va, come dire, occupato con un titolo, che è un titolo… in questo caso parliamo di un titolo di parcheggio. Io capisco che le visioni sono, credo, diametralmente opposte tra gli interventi che ho sentito prima e probabilmente anche non solo il mio, ma quello di molti Consiglieri della Maggioranza. Da anni il mondo, diciamo, dell’Automotive è cambiato, e non solo è cambiato il mondo dell’Automotive, ma è cambiato anche il modo di usufruire della mobilità privata; sempre di più sono le persone che scelgono, giustamente o non giustamente, quello di… il mondo dell’utilizzo del veicolo in sharing, e non è questo quello che succede in Italia, questo succede in quasi tutti i Paesi europei, soprattutto nelle grandi città. In più, nelle grandi Città, specialmente in quelle europee, anzi, in particolare in quelle Europee, per non dire quasi solo in quelle Europee, la scelta è sempre più verso una mobilità di tipo sostenibile, individuale e dolce. Questa è la scelta che molte Amministrazioni Comunali, non solo italiane, stanno facendo e Amministrazioni che tra l’altro, devo dire, tipo quelle francesi, hanno gli stessi interessi che io ho sentito dire, anzi, hanno ancora più interessi, perché addirittura in quel caso lo Stato è partecipe direttamente in alcune società produttrici di automobili. Dire che noi dobbiamo continuare a favorire la mobilità individuale privata per aiutare una società privata, visto che non possiamo dire che dobbiamo aiutare o sostenere una società privata come il ToBike, ecco, io non vorrei sentire le stesse. Noi dobbiamo tutelare sicuramente i posti di lavoro, dobbiamo aiutare queste società, in particolare quella che ha sede, o meglio, che ha qualche impianto produttivo a Torino, perché la sede ricordo che né quella legale, né quella economica sono più in Torino, e neanche in Italia, tanto per dirne una, e dobbiamo cercare di aiutare queste a sostenere il lavoro da una parte, ma soprattutto a capire in che direzione sta andando il mondo. Ora, dire che sostituire l’auto a motore endotermico con un’auto elettrica, favorendo lo sviluppo dell’auto elettrica, cambia il mondo dell’Automotive, non è del tutto vero, primo; secondo, non è che il problema di alcuni ingorghi in città… a me viene sempre fatto da persone che si occupano di ambiente in piazza Baldissera, se sostituiamo cento auto a motore endotermico con cento auto elettriche, il problema si risolve, no, non si risolve, rimane uguale. Aggiungo, peraltro, che non mi sembra che il Gruppo Stellantis in questo momento, per parola del suo Presidente, abbia intenzione di puntare sull’elettrico, e quindi, cioè, mi sembra abbastanza anacronistico quello che viene detto a volte in questo consesso. Io ritengo che è giusto agevolare le forme di mobilità più sostenibile rispetto al motore endotermico, il motore tradizionale, ma lo sharing è una di queste modalità. Poi non è detto che uno che compra un’auto elettrica oggi compri un modello italiano, anche perché di modelli italiani in questo momento prodotti ce n’è uno, mentre le altre Case ne producono almeno due o tre, quindi anche su questo va fatto un ragionamento. Ragionamento che quindi porta a dire, tra l’altro il sottoscritto, che usufruisce, spesso e volentieri, utilizza una macchina elettrica, che è un ragionamento che ha un senso fino ad un certo punto, perché la ratio anche del pagamento delle strisce blu nelle zone centrali anche per i mezzi elettrici è quella del principio di rotazione, perché non è che io, se vado col mezzo elettrico, ho più diritto di un altro di occupare uno spazio perché è un mezzo elettrico, salvo fatto il fatto che dove ci sono le colonnine per la ricarica già lo posso fare gratuitamente mettendola in ricarica, non è che se utilizzo quello spazio a mio favore, a discapito di un altro che il mezzo elettrico non ce l’ha, ho più diritto di stare di lui, perché, se vogliamo incentivare la mobilità elettrica, sicuramente si possono fare eventualmente delle riduzioni tariffarie, questo è un invito che si può fare, si può fare un ragionamento ad esempio anche sui sistemi di ricarica, sull’omogeneizzare ad esempio la possibilità di ricaricare in maniera più semplice i mezzi, ma sulla gratuità io non sono d’accordo, proprio per quel motivo che ho detto prima, cioè se devo occupare uno spazio, lo devo occupare per il tempo che mi serve; se io ho diritto ad occuparlo gratuitamente, so già che lo occuperò… o perlomeno, tendenzialmente… (incomprensibile) tenerlo occupato molto più tempo di quanto evidentemente serve a me e soprattutto ad un altro utente, perché se no rischiamo di intasare… MENSIO Federico Sì, grazie…, di non dare spazio a chi ne ha veramente bisogno, intasando sostanzialmente di nuovo il centro città, anzi, tutte le zone blu a favore di una mobilità che, sì, è sostenibile o più sostenibile, ma che sempre occupa spazio. Grazie. |