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PIRONTI Marco (Assessore) Grazie, Presidente. Mi permetto di unificare le due richieste, visto che sono sostanzialmente simili e chiedono ragguagli in relazione al famoso I3A, il Centro di competenza nazionale sull’Intelligenza Artificiale. Mi permetto di fare solo un excursus per inquadrare un po’ il tema: il tutto partiva il 4 di luglio del 2020, quando… quindi ancora prima di tutta la discussione legata al Recovery, al PNRR, il 4 di luglio il MISE pubblicava un rapporto stilato da una trentina di esperti del settore, sia del mondo accademico che del mondo professionale, inquadrato come proposte per una strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale, un centinaio di pagine che identificavano il tema dell’Intelligenza Artificiale come un tema strategico per il nostro Paese. Ma in quello stesso documento, soprattutto nella parte legata ai financial, agli allegati quantitativi, veniva citato proprio un Business Plan con dei numeri, con delle cornici e con un Piano temporale. Da quel 4 luglio la Città si è mossa, facendo propria quella suggestione, ed entro due mesi successivi, quindi quel famoso 3 settembre, il Consiglio dei Ministri in allora, quindi parliamo del Governo Conte 2, riconosceva a Torino la sede di questo centro. Di lì ovviamente è iniziata una fase 2, quello di…, al di là di questo forte carico da parte del Governo centrale, quello di costruire una progettualità sulla base delle linee di indirizzo del MISE, che era in quel momento il Ministero di competenza. In quella fase cominciò un po’ tutta la discussione legata al PNRR, cosa che in qualche modo oggi è oggetto di discussione. Ma ricordo ancora che nel mese di dicembre, nei primi giorni di gennaio, la forte volontà della Città, di quest’Amministrazione di farlo partire e farlo partire in tempi rapidi, perché per la prima volta l’Italia aveva, all’interno dell’Unione Europea, identificato come primo Paese la sede per far partire questa occasione di sviluppo assolutamente unica, in tema di nuove tecnologie e in particolare di Intelligenza Artificiale. Si era lavorato affinché fosse inserita nella Legge di Bilancio, ma, come ben sappiamo, proprio in quei giorni poi il Governo fu sostituito e nacque il Governo Draghi. Perché ho fatto questa premessa? Perché la domanda dei due Consiglieri parte da un presupposto, quello del perché non sia stato inserito nel PNRR. In realtà quella partita iniziava in un contesto ben diverso ed è stata già inizialmente una forte volontà, non solo dell’Amministrazione, ma tutte le forze che poi hanno cercato di convergere su questa importante occasione, affinché non venisse considerato nel PNRR, ma semplicemente perché quei tempi che prima richiamavo dovessero essere i più stretti possibili e far partire subito questa importante progettualità. In tutto questo, appunto, nasce il PNRR, che in questi giorni è in discussione al Parlamento e che proprio oggi il Presidente Draghi identifica come un’occasione epocale, epocale perché è un’occasione estremamente complessa, complessa perché tocca in maniera pervasiva tutte le funzioni più strategiche del nostro Paese. E tutto questo, vi ripeto, nella parte dedicata ai famosi centri di eccellenza, ai “campioni”, vengono definiti in termini di ricerca, ricerca applicata e di trasferimento tecnologico, il richiamo inizialmente all’Intelligenza Artificiale è venuto meno. È venuto meno perché il Governo ha deciso di non inserire questa partita nel processo competitivo, legata a questa linea di investimenti del PNRR, ma sostanzialmente rispettare, riconoscere quelli che erano stati gli impegni presi già nel mese di settembre. E quindi, come immagino, in particolare i Consiglieri che si sono preoccupati - e li ringrazio anche per questo - di questo tema assolutamente caldo in questi giorni, la tematica dell’Intelligenza Artificiale, appunto, è stata levata dai temi principali su cui inciderà questa manovra. Sono rimaste le macro-verticalizzazioni legate al Fintech, legate all’Agritech, legate all’idrogeno. Sono partite che, come giustamente il PNRR richiede, verranno sviluppate attraverso un ruolo fondamentale dei Ministeri competenti e attraverso i bandi competitivi, che è l’unico strumento che l’Europa ha sempre considerato nella gestione dei propri fondi e credo che sia anche l’unico, forse sicuramente non il migliore in assoluto, perché non esistono strumenti in assoluto migliori, ma quello che comunque considera un confronto competitivo tra le diverse proposizioni e ovviamente la scelta di quella migliore. Ovviamente sono partite su cui Torino e il Piemonte giocherà la sua: ricordo solo, ad esempio, la sfida sull’idrogeno, uno di questi centri verrà dedicato, appunto, al tema dell’idrogeno e a tutta la sua filiera, e proprio non più di due settimane fa la Città di Torino e la Regione, in una lettera congiunta, hanno manifestato la propria disponibilità a giocare quella partita, quindi si è detta disponibile, come territorio e come principali operatori che su quella filiera oggi incidono. E quindi sicuramente saranno componenti e ambiti competitivi su cui la Città e la Regione non dovranno ovviamente mancare. Ma diversa è, invece, la questione sull’Intelligenza Artificiale. Intelligenza artificiale che, ricordo, fu una delle prime sfide, quando ci fu questa occasione, identificata strategica per il nostro territorio, perché l’Intelligenza Artificiale, sebbene complessa, perché al di là di tutte le altre tematiche, il Fintech, l’Agritech, che sono tematiche molto verticali, cioè dai confini molto definiti, l’Intelligenza Artificiale ha un grosso vantaggio, ma ha un elemento di estrema complessità, quello di essere trasversale in diversi ambiti, si passa dalla salute, alla manifattura, all’idrogeno, al patrimonio culturale, quindi un tema estremamente trasversale e quindi estremamente complesso, ma nonostante questo la Città ha voluto fortemente puntare su questo ambito per un motivo fondamentale: che l’Intelligenza Artificiale non è altro che quella tecnica - perché di questo si parla - che consentirà di non disperdere quello che è il grande patrimonio industriale e imprenditoriale del nostro territorio e fargli vivere una seconda vita. Passare dalla città che costruiva automobili alla città in cui si fa nascere e si sviluppa l’intelligenza che su quelle automobili andrà ad operare. Una città che ha fatto dei propri vantaggi competitivi, nei decenni passati, l’economia di scala, le grandi produzioni che oggi ovviamente non possono più essere immaginate sul nostro territorio, ma un tentativo di spostare quella produzione di massa verso la produzione di valore. Ed è per questo che il tema dell’Intelligenza Artificiale è estremamente importante e sul quale, in maniera estremamente coraggiosa, perché non è un tema semplice, non è un tema semplice perché è una sfida che comporta anche elementi infrastrutturali, le infrastrutture di calcolo, penso al cosiddetto “High Performance Computing”, questi grandi elaboratori che consentiranno di fare e di supportare queste nuove tecnologie, ma soprattutto da non sottovalutare lo scambio, il necessario equilibrio che dovrà essere previsto rispetto al tessuto industriale, perché l’Intelligenza Artificiale dovrà fondarsi su una ricerca seria di valore internazionale, ma anche rispondere a quelle che sono sfide reali, sfide del mondo del fare, del mondo industriale, della società civile, è un po’ questa l’altra grande sfida che quest’incarico dovrà prevedere. Consentitemi di fare un’ultima riflessione: proprio in questi giorni è stato estremamente importante nella discussione, anche a livello Paese, che tutte le Forze politiche convergessero nel supportare questo tipo di iniziativa per far sì che Torino venisse ancora una volta confermata come la principale sede. Ovviamente non sarà l’unica. L’idea iniziale, quella che il MISE in allora scrisse, è quella di una struttura a rete in cui, al di là dell’hub centrale, dell’hub di coordinamento che avrà sede a Torino, dovrà essere forte e sinergico lo scambio bidirezionale con le altre sedi per intercettare competenze specifiche, le eccellenze che nel nostro Paese sono presenti, sia in ambito di ricerca che nel trasferimento tecnologico. Ma c’è stata una forte convergenza di tutte le Forze politiche e credo che sia un po’ questo lo spirito che dovrà necessariamente caratterizzare lo sforzo di quest’Amministrazione e di quelle che seguiranno per la gestione della macro sfida del Recovery Plan, una sfida che non dovrà, sulle grandi componenti, sulle grandi partite, trovare discordanze, penso al Parco della Salute, alla Città dell’Aerospazio, alla Città della Manifattura, cioè quelle grandi sfide che necessariamente dovranno trovare la convergenza di tutte le Forze politiche, per far sì che queste diventino effettivamente le sfide del nostro territorio, in un, come dice oggi il Presidente Draghi, in una fase epocale che non possiamo non vincere. Grazie, Presidente. PIRONTI Marco (Assessore) Grazie, Presidente. E mi scuso perché evidentemente non sono stato molto chiaro. Quello che è indicato dal Consigliere Napoli e dal Consigliere Magliano, è proprio quella la strada che il Governo ha scelto e infatti all’ultima bozza vedete che nelle varie tematiche ritenute strategiche dal nostro Paese, su cui utilizzare lo strumento dei bandi competitivi, il tema dell’Intelligenza Artificiale, che è il primo tema citato nelle precedenti bozze, è stato eliminato proprio perché lo strumento sarà lo strumento complementare ai fondi europei e questo ci consentirà di bypassare questa forma di selezione, ma non perché Torino vuole sottrarsi alla selezione, l’abbiamo già fatto, l’abbiamo fatto con coraggio e anche in alcuni casi con successo, cito solo l’ultima esperienza di Casa delle Tecnologie Emergenti, quindi un bando competitivo rivolto alle principali città oggetto di un certo tipo di sperimentazione, che ha visto la nostra Città, proprio richiamando quello che giustamente tutti voi state sottolineando: il valore dell’ecosistema industriale territoriale innovativo perché, da questo punto di vista, l’utilizzare lo strumento dei bandi avrebbe un punto di difficoltà, quello di allungare i tempi ed è questo che non volevamo e non vogliamo ancora prolungare. Ed è per questo che non vuole essere un sottrarsi ad una importante e libera competizione, ripeto, sulla quale, come giustamente state sottolineando voi, l’ecosistema torinese e piemontese non ha nulla da invidiare, ed è quello che abbiamo raccontato ed è per quello che l’allora Consiglio dei Ministri ha riconosciuto questo ruolo. Mi rifaccio, però, alla riflessione inziale del Consigliere Tresso e anche, in parte, a quella del Consigliere Lo Russo, quella di un eccesso comunicazionale; mi permetto solo di ricordare un po’ gli ultimi passaggi in termini di comunicazione: sebbene tutto il processo sia partito il 4 luglio e sia stato ratificato non da un gruppo di amici, ma dal Consiglio dei Ministri del nostro Paese nella serata del 3 settembre, dal 4 luglio al 3 settembre invito tutti a cercare una riga, una dichiarazione, una manifestazione di questa Amministrazione, che nel frattempo stava lavorando, e in quel periodo ricordo che è un mese… è il mese di agosto e sapete quanto è complicato, per la cultura italiana, lavorare nel mese di agosto, ma in quei due mesi questa Amministrazione ha lavorato senza fermarsi, perché non potevamo fermarci. La prima comunicazione che abbiamo fatto sul tema - e, vi ripeto, invito tutti a ricostruire anche la storia di quelle comunicazioni - è stata fatta il 3 sera, cioè qualche minuto dopo la pubblicazione di questa volontà del Consiglio dei Ministri del nostro Paese di affidare alla Città di Torino questo importante ruolo, quindi almeno in quel caso non mi sembra ci sia stata un’anticipazione o un’enfasi, come qualcuno di voi ha ricordato. Abbiamo solo raccontato quello che lo strumento del Governo del nostro Paese aveva, in qualche modo, ratificato. E ricordo che questo modus operandi ha un po’ caratterizzato tutta una serie di nostre azioni: ricordo che il Progetto “Valentino”, che correttamente veniva richiamato dal Consigliere Lo Russo, è stato annunciato tre giorni dopo la ratifica da parte del Ministero competente del Ministro Franceschini; le azioni su… (incomprensibile) i famosi 70 milioni di euro sono stati annunciati due giorni dopo la ratifica da parte dell’Ente preposto a certificare quei numeri, quindi in qualche modo, soprattutto in questa fase epocale, dobbiamo fare molta attenzione e lo stiamo facendo, ma non sempre si riesce a misurare e a valutare le comunicazioni, perché tutto possiamo fare tranne che creare false aspettative, e io credo l’abbiamo anche fatto in maniera estremamente responsabile… PIRONTI Marco (Assessore) Sì, vado Presidente, …nel racconto del Recovery Plan, siamo stati una delle poche Città che non hanno stilato una lista di desideri, ma ha cercato di raccontare progettualità reali e concrete, quelle comunque strategiche per il nostro territorio. Rispondo alla domanda del Consigliere Magliano, se sono tranquillo: assolutamente no, non lo siamo da quel famoso 3 settembre, non dobbiamo, non possiamo essere tranquilli fin quando non solo il tutto verrà in qualche modo certificato e ratificato, ma ricordo che anche in questo caso non è una vittoria, così come non sarebbe stata una sconfitta qualora non fosse stato previsto. Qui non si parla di vittoria o sconfitta, perché la vera partita comincerà all’indomani della definizione della cornice di valori, di tempi e di modalità, e in quel caso ci dovrà essere una risposta estremamente responsabile di tutto il nostro territorio, di tutti i soggetti, privati e pubblici, a far sì che questa partita non solo trovi la luce a Torino, ma ne trovi anche lo sviluppo. Grazie, Presidente. |