Interventi |
CARLEVARIS Cinzia Sì, grazie. Solo per annunciare il mio voto favorevole e per ringraziare il Vicepresidente Lavolta per avere presentato questa mozione declinata in 10 punti concreti, la cui approvazione renderà Torino una delle prime Amministrazioni in Italia ad aderire fattivamente all’invito della Commissione Europea, che ha lanciato la campagna “No Women, No Panel”, senza donne non se ne parla, che è stata rilanciata, proprio come diceva prima Lavolta, nell’ultimo mese, nel solco del Next Generation EU per sostenere il talento e la professionalità delle donne con lo scopo di promuovere e far rispettare l’equilibrio di genere nel dibattito pubblico, quindi nei convegni, nei congressi e nelle conferenze, perché se in un dibattito o in uno confronto ci sono solo uomini, solo esperti uomini, il panel non può essere rappresentativo, perché non consente il pluralismo necessario e si traduce, di fatto, in una privazione per tutta la società, perché non consente alle donne di partecipare al dibattito pubblico ed eventualmente di affermarsi come figure di riferimento di quell’ambito e quindi di affermare la propria competenza e di divenire anche modelli di riferimento per le nuove generazioni. Vorrei aggiungere anche che questo ha un importante riverbero culturale, perché l’invisibilità delle donne è in genere quella che viene detta la pedagogia del maschio come unico intelligente, l’esperto è maschio e questa superiorità non è esplicitamente detta, però è esplicitamente mostrata ogni qual volta solo uomini siano invitati a parlare. Nel Manifesto della Commissione Europea c’è un passo che ho trovato molto illuminante e ve lo leggo, dice: “Un panel con rappresentanti solo maschili è la fotografia di un piccolo mondo antico, di un dibattito monco, inutile e dannoso”. Quindi questi panel solo al maschile restituiscono rappresentazioni del reale in qualsiasi ambito che sono parziali e quindi fuorvianti e quindi monchi, inutili e dannosi. Per cui, niente, ben venga questa mozione, che è un ulteriore tassello per rafforzare, nella società, la cultura della parità. Grazie, Presidente. |