Interventi |
LO RUSSO Stefano Oggi ci apprestiamo a votare un atto che fu presentato ormai nel febbraio 2019, quindi è un atto che data due anni fa. Quando, insieme ad altri colleghi delle Minoranze, proponemmo alla Maggioranza l’idea di candidare Torino a Capitale Europea della Cultura per il 2033, eravamo in una fase in cui, sicuramente più che in questa, l’elemento della messa in discussione dell’Unione Europea e la presenza di alcune Forze politiche che facevano della demolizione, del concetto stesso di Unione Europea l’elemento caratterizzante la propria azione di Governo, era oggetto del principale dibattito politico. La modalità con cui abbiamo valutato, quindi, di proporre la candidatura di Torino Capitale Europea per il 2033 è una modalità che centrava il punto della tematizzazione di questa candidatura, e nell’articolata premessa e poi nella narrativa della mozione si faceva esplicito riferimento ad alcuni... che poi mi pare di aver colto, sono anche gli elementi che sono emersi nel successivo lavoro di cui la mozione che è stata illustrata poc’anzi ha dato conto. È in particolar modo una tematizzazione che poneva l’Unione Europea, e quindi la candidatura di Torino Capitale Europea della Cultura, come elemento centrale dell’immagine prospettica della nostra città, e soprattutto relativamente ai temi dell’integrazione europea, integrazione di culture, integrazione di etnie, integrazione di messaggi, integrazione di forme artistiche, integrazione anche fisica e, diciamo così, di interconnessione. Il secondo punto, che è in qualche modo stato centrato anche nella successiva fase di cui è stato dato conto poc’anzi, riguarda la grande sfida che abbiamo tutti di coniugare l’umanesimo, un nuovo umanesimo con la tecnologia e lo sviluppo tecnico-scientifico; peraltro, sono questi argomenti che hanno caratterizzato anche altre iniziative che nel frattempo si sono sviluppate, penso alla Biennale Tecnologia del Politecnico di Torino o altre iniziative analoghe che hanno in qualche modo posto al centro della discussione culturale, e non solo della discussione relativa alla forma organizzativa dell’erogazione culturale, ma proprio dal punto di vista antropologico di sistema, questo nodo centrale. Siamo convinti che Torino Capitale Europea della Cultura 2033 possa essere un obiettivo ambizioso, è un grande evento, anzi, teoricamente è un grandissimo evento, non possiamo far altro che essere anche contenti del fatto che la Maggioranza ha accolto questa nostra proposta con uno spirito costruttivo, con uno spirito propositivo, questo era l’intento, questo resta l’intento di questa mozione; sarà la prossima Amministrazione che ovviamente dovrà raccogliere il frutto di quel lavoro importante, di cui diamo atto al Presidente Giovara, di ascolto delle realtà culturali, di in qualche modo anche capacità di mettere a sistema sensibilità che sono, per loro stessa definizione, differenti, attraverso questo percorso che, dentro la cornice che descrivevamo prima - e cioè una cornice piuttosto chiara e piuttosto netta relativamente al messaggio che si vuole lanciare - fa dell’ipotesi di Torino Capitale Europea della Cultura del 2033 un’ipotesi realistica e soprattutto sfidante attorno proprio al tema dell’integrazione europea, soprattutto in tempi come quelli che stiamo vivendo, in cui processi disgregativi ulteriormente, come dire, messi in evidenza o limiti messi in evidenza dall’attuale e dalla passata gestione dell’emergenza pandemica, ha messo chiaramente in evidenza che l’Unione Europea è contemporaneamente una enorme opportunità e che però, allo stesso tempo, deve essere in qualche modo promossa in termini positivi. Siamo convinti che le prossime azioni di carattere amministrativo, che verranno messe in campo nei prossimi mesi, anni, saranno occasioni importanti di confronto e di discussione, quindi a nome, credo, anche degli altri firmatari voglio ringraziare il Movimento 5 Stelle di aver accolto con spirito costruttivo questa nostra istanza, che non aveva alcuna altra finalità di essere una cosa fatta nell’interesse della città, come credo tante altre cose che sono state proposte in questi anni. Visto che ho la parola, faccio una piccola richiesta: a questa mozione sono stati presentati degli emendamenti, alcuni emendamenti in particolar modo fanno riferimento alle modalità attuative, penso agli emendamenti del Presidente Giovara, altri invece fanno riferimento a casi più specifici, che sono quelli del collega Carretto, che riguarda la Cavallerizza. Ora, io vorrei solo evitare, come dire, che si utilizzasse la strumentazione di un emendamento, un atto che non si è sottoscritto e che in qualche modo ha avuto una sua genesi e una sua dimensione di ricognizione generale dei fabbisogni che hanno portato alla scrittura in questi termini, per fare emendamenti su argomenti che c’entrano in maniera molto tangenziale, hanno carattere estremamente divisivo e che non producono, secondo me, quell’unità di intenti che in questi momenti, su questo tipo di argomenti, invece, sarebbe utile che fosse molto più trasversale sulle Forze politiche. Quindi io, nell’ottica di questo spirito costruttivo, chiederei ai proponenti la valutazione relativamente al mantenimento dei loro emendamenti, chiedendo fondamentalmente di produrre un ritiro di questi emendamenti, soprattutto per quelli che riguardano il... quelli presentati dal Consigliere Carretto, che fanno riferimento ad una vicenda molto specifica, diciamo così, molto puntuale nell’ottica, nel quadro di insieme di cui stiamo discutendo, non sono da me, ma da noi condivisi e che rischiano di vanificare quello spirito unitario che invece era alla base di questa iniziativa e che credo sia stato colto per quello che era durante questi anni, ormai, di lavoro, perché sono anni che questa mozione attendeva di essere votata, e quindi chiederei se fosse possibile al collega Carretto un ritiro, nello spirito ovviamente della concordia istituzionale che vede, diciamo così, l’esigenza di poter votare un atto effettivamente poi condiviso. Grazie. LO RUSSO Stefano Solo per capire la discussione sugli emendamenti, che, ho appena appreso dal collega Carretto, non verranno ritirati, come avviene in termini di discussione sugli emendamenti, Presidente. LO RUSSO Stefano Ho capito. Grazie, Presidente. Allora, aspetto poi il mio turno. Grazie. LO RUSSO Stefano Sì, io ce ne metterò meno. Ho riletto gli emendamenti presentati. Non me ne voglia il collega Giovara, per le ragioni su esposte non parteciperò alla votazione dei suoi emendamenti e non parteciperò alla votazione dell’emendamento del collega Carretto, il n. 1. Invece il n. 4 del collega Carretto è piuttosto impegnativo, perché, io ne do lettura: “impegna”, addirittura un’impegnativa inserisce questa frase, “rendendo parte integrante del progetto di candidatura l’esperienza della Cavallerizza Reale in un’ottica di ripubblicizzazione del bene culturale di una gestione secondo il modello dei beni comuni che ne impedisca qualsiasi privatizzazione e ne mantenga la vocazione di polo culturale autogestito e indipendente”. Ora, al netto della, come dire, un po’ anacronistica discussione su questa questione, davvero questo è un emendamento che snatura completamente l’impostazione della mozione di Torino Capitale Europea della Cultura, che ha veramente una valenza larga. Quindi, io invito veramente il Consigliere Carretto a riconsiderare l’opportunità di produrre questo emendamento comunque, e invece gli chiederei davvero di ritirarlo, perché personalmente, se permanesse, voterei contro. Su questo non mi dispiacerebbe conoscere l’opinione della Maggioranza, ecco, sul merito di questo emendamento, perché, o della Giunta stessa, perché è un emendamento che, siccome gli atti che votiamo hanno una loro importanza, mi pare anche un certo qual grado di solennità, stante quella che è la calendarizzazione dei lavori di oggi, le parole hanno un peso e quindi, insomma, vorrei un po’ capire qual è l’orientamento della Maggioranza, come pensa di orientarsi la Maggioranza consiliare, immagino votando a favore a quelli del Consigliere Giovara, vorrei capire sul resto come la vede. Chiedo, quindi, all’Assessora Leon, l’Assessora Leon, alla Capogruppo, insomma chi vuole intervenire, in maniera tale anche da poterci regolare noi. Grazie. LO RUSSO Stefano Io non voglio incrinare nulla, Collega Giovara, ci manca ancora. Come le ho accennato, noi non avremo difficoltà a votare a favore della sua mozione, quindi voteremo favorevolmente. Le avevo chiesto la gentilezza e l’accortezza di non modificare in maniera sostanziale la mozione che era stata largamente condivisa e da lei sottoscritta. Di norma, la procedura è quella che, quando un atto lo si riceve, ancorché lo si sottoscrive e si propone di emendarlo e lo si concorda…, quindi non la veda come una, come dire, una scorrettezza o una non condivisione relativamente al merito; infatti, come ho ribadito, non sono contrario al fatto che i suoi emendamenti possano trovare approvazione da parte di quest’Aula, diciamo che, come ho avuto modo di dirle più e più volte, a lei ed alla Collega Sganga in Conferenza dei Capigruppo, è buona prassi, è buona norma che, quando un atto viene presentato da un Collega della Minoranza, gli emendamenti vengano concordati da parte degli esponenti della Maggioranza e non, sostanzialmente, depositati senza essere concordati. Quindi questa è la ratio del ragionamento che è un misto tra un politico e l’istituzionale. I suoi emendamenti arricchiscono il documento, danno delle chiavi di lettura che certamente non lo stravolgono, lo completano, lo integrano; io quindi le riconosco sicuramente nel merito questa questione. Nel metodo non lo ritengo una procedura, invece, diciamo così, estremamente corretta, proprio perché invece da parte delle Minoranze c’è stata piena adesione a promuovere quello che lei ha egregiamente condotto in questi anni. Questa è la ratio della non partecipazione al voto. Discorso completamente diverso riguarda il merito, invece, degli emendamenti di Carretto, che distinguo in due considerazioni, come ho detto prima: l’emendamento n. 1 fa riferimento generico al tema della Cavallerizza, per carità, è…, diciamo così, in una mozione che parla di integrazione europea, parlare di uno specifico punto…, lei l’ha citato prima, avremmo potuto inserire la Biblioteca di Torino Esposizioni, cioè avremmo potuto inserire “n” elementi puntuali di discussione e di contenitori culturali, ma, diciamo così, anche l’eventuale approvazione di quell’emendamento è un’approvazione di un emendamento che segna una bandierina, segna un punto. Ribadisco, avremmo potuto inserire altri “n” contenitori culturali; Carretto, legittimamente, per carità, propone di inserire la Cavallerizza e va bene. L’emendamento n. 4, invece, fa una cosa diversa; l’emendamento n. 4 va nell’impegnativa e con chiarezza individua un percorso che, al netto che non è più neanche praticabile per come è stato deliberato il Piano di Rigenerazione e Riqualificazione Urbanistica… Urbana della Cavallerizza, comunque segna un punto decisamente differente. Allora, sotto questo profilo, mentre, come dire, non ho particolari contrarietà da estensore materiale del documento e da primo firmatario a veder approvato l’emendamento n. 1, proposto dal Consigliere Carretto - ribadisco, credo, davvero, che avremmo potuto mettere un elenco corposo di contenitori culturali che necessitano di interventi dentro questo ragionamento e non solo la Cavallerizza -, sul n. 4, invece, esprimo un parere decisamente contrario perché non condivido proprio l’impostazione di partenza. Questo era il senso nella correttezza dei rapporti che mi piace avere, nella chiarezza dei rapporti che mi piace avere per spiegare la ratio. Quindi non la prenda, Consigliere Giovara, come un elemento politico; è un elemento che, come le ho detto, non ho particolarmente apprezzato, perché, ribadisco, la Maggioranza di norma, emenda atti delle Minoranze quando le Minoranze condividono il merito e non, diciamo così, facendosi forza dell’essere Maggioranza. È una questione anche un pochino di impostazione e di rispetto dei Colleghi e dell’Istituzione. LO RUSSO Stefano Sì, grazie. Guardi, io non ho nessuna intenzione di creare precedenti, Consigliere Giovara. Quello che facciamo in quest’Aula virtuale è rilevante, a prescindere da quello che viene, in qualche modo, comunicato all’esterno o meno. Mi asterrò sui suoi emendamenti per darle il segnale che, come dire, le vengo incontro rispetto alla sua sollecitazione, quindi, contrariamente a quanto preannunciato precedentemente, pronuncerò il voto di astensione sui suoi emendamenti. |