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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Marzo 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 4
INTERPELLANZA 2021-00108
LAVORATRICI E LAVORATORI RIDERS IN ASSEMBLEA NAZIONALE. LA PROCURA DI MILANO SANZIONA LE PIATTAFORME. IL COMUNE DI TORINO ESISTE?
Interventi
ARTESIO Eleonora
Presente.

ARTESIO Eleonora
Sono lieta di apprendere che, dopo le numerose sollecitazioni svolte dalle interpellanze,
almeno tre a mia firma, ma soprattutto dopo l’indirizzo fornito dalla mozione votata dal
Consiglio sui diritti dei lavoratori dell’economia digitale, la Giunta abbia avviato sia un
Tavolo di relazione, sia un programma operativo concreto. È evidente che la tematica
complessiva delle condizioni del lavoro attenga, in specie in condizioni diffuse in tutto
il territorio nazionale, a strumenti di regolazione di livello superiore. Dal mio punto di
vista, essendo anche non soddisfacenti gli impegni che erano stati assunti in passato -
penso all’insediamento del primo Governo Conte e all’impegno che su quel tema aveva
assunto il Ministro Di Maio -, penso che insufficiente sia stata l’attività di carattere
legislativo e che quindi molto avrebbero pesato, se assunte a tempo debito, le iniziative
dei livelli locali, anche iniziative che rientrano nelle competenze dei livelli locali, come
la tutela della sicurezza stradale, cui sappiamo, per i rischi connessi alle condizioni di
lavoro, essere particolarmente esposti proprio i lavoratori rider.
Ora, il fatto che questo tema sia stato il punto iniziale di attività concertata con la
Consulta della Mobilità, che si era anch’essa già espressa, e con le Organizzazioni
Sindacali, mi pare molto utile e anche coerente con gli indirizzi legislativi che il
Piemonte, nella passata legislatura, aveva assunto con una proposta di legge a livello
nazionale.
Accanto a questo dato, che è un elemento di stretta competenza, ci sono poi tutte le
attività che possono non avere immediati risvolti giuridici o immediate soluzioni
concrete, ma danno il senso, nella relazione tra le parti, di quelle Istituzioni che si
schierano in rappresentanza e a favore dei diritti. Il fatto di avere audito in
Commissione, ad esempio, i referenti locali di Foodora ci aveva fatto comprendere
come serenamente gli stessi affermassero di voler agire e di agire in buon diritto per
quel poco diritto che il livello nazionale sulla materia aveva esplicitato. Come a dire:
Paese in cui vai, legislazione che trovi. E noi evidentemente la utilizzeremo al meglio
delle possibilità di vantaggio che per le piattaforme esistono.
Quindi, anche introdurre gli elementi, a valere dal punto di vista dell’Ente Locale, di
oggettiva svalorizzazione della funzione lavorativa, oltre che di non considerazione dei
requisiti minimi del termine “lavoro”, sarebbe stata sicuramente non un’azione di
modifica contrattuale o di atti legislativi nazionali, ma altrettanto sicuramente un’azione
dissuasiva nei confronti dei comportamenti peggiori, perché sappiamo bene che le
imprese, questo tipo di imprese, ovviamente, ricercano i margini di vantaggio, ma
altrettanto sono attenti all’immagine pubblica. Quindi, tutta quella promozione che
adesso si dice di voler fare - e io sono contenta che si vada in quella direzione - per
sensibilizzare sia coloro che affidano la consegna delle merci, sia la popolazione diffusa
che riceve le merci che sono state richieste, e quindi sostenere i lavoratori nella loro
richiesta di condizioni più sicure e soprattutto più dignitose, sarebbe stata comunque
un’azione che, nel quadro generale dei rapporti di forza, avrebbe sostenuto la dignità del
lavoro. Lo facciamo ora, lo facciamo a seguito di una sentenza della Magistratura. Bene,
io sono soltanto un po’ dispiaciuta del fatto che la politica non abbia avuto, né nel
livello nazionale, né per quello che adesso ascolto e che sapevo non essere ancora stato
fatto a livello della Città di Torino, la politica non abbia potuto precedere una sentenza,
che per la prima volta parla espressamente di condizioni di sfruttamento, indica
espressamente la condizione di lavoro dipendente di questi lavoratori, segnala
espressamente la necessità dei trattamenti dignitosi. Quindi, è uno di quei casi in cui la
politica non ha svolto completamente il proprio ruolo di rappresentanza dei diritti
fondamentali e non l’abbiamo fatto nemmeno noi. Sono lieta che si proceda in una
direzione più operativa. Grazie.

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