Interventi |
FERRERO Viviana (Vicepresidente) Passiamo alla trattazione delle interpellanze, di cui verifico, per la n. mecc. 202100115, la presenza della Consigliera Artesio e dell’Assessore Unia. ARTESIO Eleonora Presente. UNIA Alberto (Assessore) Presenti tutti. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Perfetto, ne do lettura: “Conseguenze occupazionali dell’appalto di gestione del Canile Sanitario” FERRERO Viviana (Vicepresidente) È stata presentata dalla Consigliera Artesio in data 4 marzo del 2021. Do subito la parola all’Assessore Unia per la risposta, grazie. UNIA Alberto (Assessore) Grazie, Presidente. La Consigliera ha presentato un’interpellanza, richiedente informazioni sulle conseguenze occupazionali, in seguito all’appalto di gestione del Canile Sanitario. Alla luce dei principi nazionali e comunitari vigenti in materia, si ritiene escluso che dal soggetto aggiudicatario possa addebitarsi, nel caso di specie, l’obbligo di assumere in forma automatica e generalizzata il personale già utilizzato dall’operatore uscente, in quanto il possibile riassorbimento opera nei limiti di esigenze, di armonizzazione e compatibilità con la struttura organizzativa subentrante, che nel caso in questione ha natura pubblica e pertanto, sulla base delle indicazioni del gestore subentrante, Università degli Studi di Torino, non risulterebbe applicabile. La clausola sociale costituisce un importante strumento di tutela dei lavoratori, ma nel contempo non deve comportare un onere per l’appaltatore subentrante che non sia nelle condizioni economiche ed organizzative da poter impiegare i dipendenti dell’operatore economico uscente e ritenga di poter ragionevolmente svolgere il servizio utilizzando una minor componente di lavoro rispetto al precedente gestore, la cui valutazione viene determinata dall’appaltante, dunque, ottenendo economie e costi di valorizzazione a fini competitivi nella procedura di affidamento. In questo senso si è espressa la giurisprudenza in modo consolidato, Consiglio di Stato, Sezione III, del 5 aprile 2013, n. 1896, insomma, poi c’è un elenco di sentenze del Consiglio di Stato, sono circa una decina, che ovviamente invierò con la nota alla Capogruppo Artesio. In tale contesto pertanto l’ente appaltante non può ingerirsi limitando la libertà di iniziativa economica, e soprattutto occorre evitare venga attribuito un effetto automatico rigidamente escludente alla clausola sociale. Inoltre, poiché nel caso specifico l’attuale appaltante è risultato essere un Ente Pubblico, esso soggiace all’osservanza di inderogabili vincoli di rango costituzionale, come risulta dalla nota formulata dall’Università degli Studi, che allegherò poi alla Consigliera Artesio. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Allora, ringrazio l’Assessore Unia e do la parola alla Consigliera Artesio per i cinque minuti assegnati. ARTESIO Eleonora Grazie. La ricostruzione di tipo giuridico che è stata svolta sicuramente ha basi predisposte dai competenti uffici consistenti, sui quali però l’interpellanza non pretendeva di interferire; semmai si trae dalla lettura di queste sentenze un giudizio di incompletezza relativamente al valore della continuità occupazionale della salvaguardia dei posti di lavoro e della tutela dei soggetti più fragili inseriti nei posti di lavoro. La questione, se trasferita dall’andamento delle sentenze alla condizione materiale, riguarda la condizione lavorativa e personale di 13 lavoratori, che erano precedentemente impegnati nella gestione, quando questa era governata da ENPA e che, nell’esito dell’operazione di trasferimento attraverso procedura di evidenza pubblica, non saranno più impegnati presso l’Università di Torino. Quindi abbiamo una prima questione. Nel momento in cui l’Amministrazione Comunale ritiene di costruire requisiti che enfatizzino gli aspetti qualitativi della gestione, e quindi nulla da obiettare rispetto all’esito della procedura di evidenza pubblica, assistiamo al paradosso per il quale questa procedura comporta un danno oggettivo a delle persone storicamente impegnate nella stessa attività, si dice, nella nota dell’Assessore, perché il nuovo soggetto ritiene di poter svolgere autonomamente questi compiti, senza dover sottostare all’assorbimento contemplato dalla clausola sociale. Ora, quello che io volevo evidenziare era questo: non sono in grado, non è mio compito, di ragionare sull’effettiva possibilità di dare corso a tutte le funzioni garantite con un organico ridotto su quei profili che attengono alle 13 persone di cui sto parlando. È evidente che non c’è soltanto un compito di cura degli animali affidati, c’è anche un compito di governo rispetto gli spazi, rispetto ai luoghi, funzioni materiali da svolgere, che, viene detto, il nuovo soggetto ritiene di poter fare senza il contributo di questi 13 lavoratori. Quindi, il dato di fatto oggettivo è che la procedura che è stata adottata e l’esito che ne è derivato, che tutti ci auguriamo essere qualitativamente all’altezza delle aspettative, ha prodotto di fatto una condizione di difficoltà sulla città di Torino, che trova 13 lavoratori che saranno nelle condizioni di dover ricorrere ai sostegni sociali quando prima erano dignitosamente impegnati in un’attività di lavoro. La questione vede un contenzioso tra il soggetto precedente e l’attuale soggetto gestore rispetto, invece, al livello di necessità, per cui questi operatori erano precedentemente coinvolti, e peraltro lo erano storicamente, non stiamo parlando di trasferimento di persone assunte temporaneamente negli ultimi mesi dell’attività precedente, ma di una storica attività svolta all’interno di quella funzione. Quindi, c’è in questo momento un contenzioso, ovviamente rappresentato da chi tutela i diritti del lavoro, quindi dalle organizzazioni sindacali, al quale contenzioso la Città di Torino non partecipa - e giuridicamente è assolutamente logico -, ma nemmeno sembra interessarsi. Quindi, in sintesi, la risposta che mi è stata fornita è una risposta chiara sul piano dell’applicazione delle norme, almeno dal punto di vista dell’interpretazione delle sentenze. La concreta risposta, cioè come la Città di Torino si occupa del fatto che, anche a seguito di una scelta operata dalla Città ci sono delle persone che in questa particolare fase hanno perso il posto di lavoro, questa risposta non mi è stata data. Avrei almeno desiderato, per contribuire alla risoluzione di un problema professionale e umano, di sentir dire che la Città però ha ascoltato le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori, sta cercando di valutare quali siano le forme possibili da percorrere e via discorrendo, in direzione della tutela delle condizioni del lavoro. Quindi, la risposta purtroppo non è soddisfacente, ma mi rendo conto che nemmeno… FERRERO Viviana (Vicepresidente) Concluda, gentilmente, Consigliera. ARTESIO Eleonora ...se in Commissione potrebbe risolverla, mi affido e spero in modo positivo alla risoluzione nell’incontro tra le parti. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Allora ringrazio. ARTESIO Eleonora (Incomprensibile) e 10, quindi correttamente nei cinque minuti. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Sì, sì, la ringrazio. Grazie, Consigliera Artesio. La prossima volta dirò: “Si avvii a concludere”, così è più gentile e ci comprendiamo meglio. |