Interventi |
CURATELLA Cataldo Grazie, Presidente. Io ringrazio l’Assessore per quanto ha detto, perché quando a settembre del 2020 abbiamo appreso della scelta di Torino come sede dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, l’abbiamo considerato un sicuro riconoscimento per le attività di innovazione e ricerca, svolte sul nostro territorio ad esempio da Università e Politecnico, ed anche un apprezzamento per il dinamismo rappresentato dagli incubatori di impresa, fondamentali per il supporto delle startup innovative e per la valorizzazione dell’attività di ricerca. Soprattutto in questo periodo di incertezza, l’arrivo di questo Istituto può rappresentare per il nostro territorio…, può fungere da attrattore sia di know-how, competenze e conoscenze, sia attrattore di nuovi investimenti, rendendoci un punto focale per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale su tutto il territorio del nostro Paese e anche a livello europeo, visto che, come ricordava l’Assessore, siamo stati i primi a livello europeo a prevedere questo Centro. Oltre agli aspetti legati al budget di 80 milioni di euro o alle possibili stimate assunzioni di circa 600 persone, questo Istituto rappresenta, credo, un passaggio fondamentale non solo per l’innovazione e il trasferimento tecnologico, che ho sempre sentito nominare, ma anche per la definizione dei paradigmi di riferimento a cui dovranno attenersi i diversi sistemi basati sull’intelligenza artificiale, quelli che in letteratura lo scrittore russo Isaac Asimov aveva definito come le leggi della robotica, che sono un punto focale all’interno della discussione di come sviluppare l’intelligenza artificiale. La notizia della scomparsa della città di Torino dall’elenco delle sedi indicate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per ospitare l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, comunicata dal Governo italiano in sede europea, mi ha fortemente preoccupato, anche se si trattava delle bozze; perché questo? Perché qualcuno, un Viceministro in contatto diretto con questa Amministrazione - questa volta l’ha detto lei - lo ha definito un “mero errore di traduzione”, leggo testualmente quello che è comparso anche su tutti i quotidiani, le dichiarazioni; ma non può essere banalmente declassato come tale il fatto che scompaia la Città di Torino. Ci sono state difficoltà di traduzione dall’italiano all’inglese della parola “Torino”? Perché, in effetti, la traduzione è molto complessa, è nota solo ai massimi esperti della lingua anglosassone. Inquieta pensare che, nonostante i diretti e continui contatti tra l’attuale Amministrazione, in particolare la Sindaca, e il precedente Ministro dell’Innovazione, che ha fatto tanto bene alla nostra città quando era Assessore alle Anagrafi, non ci si sia resi conto di aver comunicato in un documento ufficiale - quindi a Bruxelles - un Centro nazionale in cui solo Torino è scomparsa come città; su sette Centri, di cui parlava l’Assessore, l’unica a sparire è stata Torino. Un messaggio che rischia di dare l’impressione che la volontà politica reale possa discostarsi, in qualche modo, dagli annunci e dare la soddisfazione espressa a tutti i media; un messaggio che potrebbe anche creare incertezza sull’affidabilità della nostra città di poter gestire tale Istituto, un’incertezza, Assessore, che io non ritengo di tipo tecnico-professionale, viste le realtà esistenti sul nostro territorio, visto il know-how di grande valore e la rete sistemica di altissimo livello che offre supporto alle imprese. La debolezza di questo contesto è legata alle conseguenti incapacità di tipo politico di saper gestire tutti i Centri che stanno arrivando su Torino e quindi di poter fare sinergia tra il mondo dell’impresa, il mondo della ricerca e tutti i vari Centri di competenza che stanno arrivando sulla città. Io spero che questa correzione…, quanto è accaduto possa fare da insegnamento ed evitare successivamente che si diano dei messaggi che possano andare anche in contraddizione e recare danno alla città, e quindi di fare attenzione quando si fanno delle comunicazioni; anche se sono solo in bozza, che ci sia tutto e che sia realmente espresso nei fatti quanto dichiarato, perché sarà anche una bozza, ma non ci si può nascondere dietro un errore di traduzione, perché è questo che è stato detto, Assessore, si è detto che questa… CURATELLA Cataldo Certo …è dovuta ad un errore di traduzione. Chi ha tradotto non si è reso conto che ha tolto Torino dal centro della discussione? Grazie. |