Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso con il punto n 10 del nostro Ordine dei Lavori, la deliberazione 202100038, che ha come oggetto: “Realizzazione presidi socio-sanitari per persone anziane non autosufficienti - Linee guida” SICARI Francesco (Presidente) È presentata dall’Assessore Iaria e dalla Vicesindaca Schellino e sono stati inoltre presentati tre emendamenti da parte della Giunta. Lascio, quindi, ora la parola ai proponenti per illustrare il provvedimento, prego. IARIA Antonino (Assessore) Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti e tutte. Comincerei io dal punto di vista dell’Assessorato all’Urbanistica, poi se l’Assessora Schellino vuole integrare le lascerei la parola. Abbiamo affrontato questa delibera in due Commissioni e abbiamo cercato di far comprendere ai Consiglieri lo scopo di questa deliberazione. Lo scopo di questa delibera va ad analizzare la situazione rispetto alle possibilità di insediamento di residenze socio-sanitarie per anziani nella Città di Torino. Abbiamo una situazione che è molto diversificata: abbiamo già tre tipologie di residenze, che hanno tutte e tre delle caratteristiche legate alla possibilità di accreditamento, l’articolo ex 8 ter della Regione Piemonte, per, insomma, poter avere dei posti accreditati e convenzionati con le strutture sanitarie. Abbiamo una situazione in cui nella Città di Torino sono presenti tre tipologie di RSA: RSA con posti totalmente accreditati, RSA con posti parzialmente accreditati, RSA con nessun posto accreditato. Lo scopo della delibera è quello di trovare delle altre possibilità di convenzionamento per aumentare i servizi che possono essere destinati alla popolazione anziana della città di Torino, in collaborazione con le indicazioni che vengono dalle esigenze dei Servizi Sociali torinesi. In particolare, la problematica relativa al fatto che non ci sono più disponibili posti accreditati ex articolo 8 ter fa sì che, appunto, ci dobbiamo porre questo problema. L’aumento di servizi pubblici, che chiaramente fanno diventare anche le parti non accreditate, le parti totalmente private di interesse pubblico portano delle conseguenze che sono, dal punto di vista urbanistico, una diversa considerazione degli oneri sul costo di costruzione e anche un diverso reperimento degli standard. È chiaro che l’aspetto più importante è legato alla possibilità di insediamento di RSA totalmente private. Con questa delibera noi diamo un’indicazione di possibile scelta alle RSA che vogliono insediarsi, appunto, con nessun posto regionale accreditato, di poter fare una convenzione che, come ho detto prima, porterà dei vantaggi dal punto di vista socio-assistenziale ai cittadini della città di Torino. Per sintetizzare - ma sono molo ben spiegati gli emendamenti che poi illustrerò insieme all’illustrazione della delibera -, sono, appunto, l’aumento di quote alberghiere a carico della struttura e anche tutta una serie di funzioni e possibilità di nuovi servizi, concordati con i Servizi Sociali. Specialmente per le residenze totalmente private con, appunto, nessun posto accreditato, diciamo, la grande libertà di interlocuzione per attivare questo tipo convenzione - che non è obbligatoria chiaramente per l’operatore privato -, è molto ampia e anche modificabile relativamente anche alle esigenze legate al luogo dove si potrebbe insediare questo nuovo tipo di RSA, quindi può anche essere legata rispetto alle esigenze particolari di un quartiere della città o di un’area delle città. Abbiamo presentato… (audio disturbato)… discussione in Commissione ci è stato chiesto ulteriormente da una parte di descrivere il quadro in cui ci stiamo muovendo adesso, dal punto di vista di posti letto disponibili, posti letto disponibili futuri, e nel primo emendamento, il n. 83, abbiamo ripercorso e inserito tutta una serie di dati e di analisi sui posti letto accreditati a novembre 2020 e anche sul totale dei posti letto che, appunto, possano essere accreditati. Nell’emendamento successivo, l’emendamento n. 84, abbiamo ulteriormente aggiunto delle indicazioni dal punto di vista delle possibilità di convenzionamento, specialmente per, come ho detto prima, per le RSA senza nessun posto accreditato, che danno la possibilità di aumentare tutta un’altra serie di servizi: dalla residenza per anziani autosufficienti a possibilità di housing sociale a servizi diurni, eccetera, ma lasciando anche libertà di lavorare con convenzioni specifiche, con un’interlocuzione diretta tra i Servizi Sociali e eventuali operatori che scelgono questa strada. L’ultimo emendamento invece riguarda, sempre su sollecitazione dei Consiglieri, in particolare, penso, del Capogruppo Lo Russo, abbiamo aggiunto una garanzia, appunto, per far sì che questi adempimenti, che si configurano con un vantaggio per la Città e una riduzione di oneri, una garanzia fideiussoria pari al valore della prima annualità dei servizi che vengono allegati a seconda dei diversi casi. Io avrei finito. Se l’Assessora Schellino vuole aggiungere qualcosa, le lascio parte, appunto... penso che abbiamo ancora dei minuti per poter aggiungere… SICARI Francesco (Presidente) Sì, ha tre minuti. Prego, Vicesindaca, ha tre minuti. SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Grazie. Molto brevemente, cerco di non occupare più dei tre minuti. Ha già fatto un’ampia descrizione il collega Iaria, io volevo solo ricordare come ci sia consapevolezza che le sensibilità su questo tema, nell’ambito del Consiglio, non sono univoche. Una cosa che volevo aggiungere, e che è risultata dalle descrizioni che abbiamo fatto durante le riunioni di Commissione, è che in questo momento, dal punto di vista della normativa regionale, è possibile sul territorio della nostra città, costruire, far nascere delle RSA anche in regime completamente privatistico; non c’è più un tetto superiore, come c’era fino a qualche anno fa. Quindi, in questo momento è possibile costruirle. Quindi, l’intenzione, cioè il lavoro che abbiamo fatto, come Servizi, è stato quello di dare qualche regola affinché delle strutture, che potrebbero avere un regime completamente privatistico, possano dare un beneficio, in qualche modo, alla città in termini di apertura al territorio e di servizi per la collettività, nel caso di strutture completamente private, e in termini di un certo numero di posti da usufruire per persone inserite, per persone fragili inserite dalla Città nel caso di strutture convenzionate o parzialmente convenzionate, questo proprio per cercare un po’ di mitigare quell’effetto di totale privato di alcune strutture, che, ripeto, è libero in questo momento nella sua costruzione; è chiaro, però, che l’accordo con il gestore andrà ad approfondire quali saranno, in termini pratici, queste possibilità. Ora, nell’ambito di una delibera con una valenza urbanistica molto importante, si mettono dei vincoli per garantire l’abbattimento di oneri, ma quando poi ci sarà il contratto di gestione si andrà a dettagliare quali possono essere i benefici per il territorio. Li abbiamo, nell’ambito di uno degli emendamenti, esemplificati, perché questo ci è stato correttamente richiesto nell’ambito delle Commissioni Consiliari, perché è opportuno che chi va a votare questa deliberazione, anche attraverso una esemplificazione, si renda conti di quali potrebbero essere, di quali potranno essere i benefici per la collettività, sempre un po’ con questa lente, che è possibile, per normativa regionale, costruire queste strutture; se vogliamo dare dei benefici in termini di costi per il costruttore, deve esserci una restituzione per la Città e in particolare in termini di benefici per persone fragili e quindi dedicati a persone inserite dai Servizi della Città, sia in termini di persone prettamente RSA, ma anche di Housing temporaneo di persone in emergenza, con ovviamente caratteristiche di fragilità, se non di età, perlomeno dal punto di vista delle loro fragilità fisiche o psichiche, che sono le persone delle quali la Città si occupa per statuto, per missione, diciamo così. Quindi, il lavoro che è stato fatto, come Servizio, è proprio quello di spiegare, di mettere negli emendamenti quale tipo di restituzione alle persone fragili, alla Città in termini di abbattimento dei costi del comparto, sono possibili a fronte di una mitigazione degli oneri dal punto di vista urbanistico, questo è un po’ il lavoro che abbiamo fatto insieme all’Assessorato all’Urbanistica. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo adesso con gli interventi nel merito della discussione. Ho la Capogruppo Artesio, che ne ha facoltà per dieci minuti, prego. ARTESIO Eleonora Grazie, Presidente. Riprenderò sinteticamente alcuni elementi di preoccupazione che avevo già avanzato in corso di Commissione, rendendomi conto che, se in tre Commissioni non sono riuscita a convincere la Giunta a procedere diversamente, evidentemente o i mei argomenti non sono sufficientemente convincenti o, viceversa, la Giunta è determinata esclusivamente in questa direzione. Quindi, il mio intervento è un intervento di testimonianza. La premessa è, nel principio e nella condizione di realtà, il fatto che le strutture di RSA corrispondano pienamente alla soddisfazione di un bisogno di interesse generale e quindi assolvano pienamente ad una funzione pubblica. Credo che tutti noi ne siamo particolarmente convinti dopo la triste esperienza vissuta durante la fase di emergenza Covid, e tutti noi ne siamo consapevoli in relazione all’andamento del quadro demografico e alla diffusione delle patologie croniche in questo quadro demografico, al punto da rendere necessarie soluzioni di assistenza e cura continuative, sia a livello domiciliare, sia a livello di residenzialità. Quindi chi parla è convinta che definire queste strutture come servizi pubblici, e non servizi privati di interesse pubblico, sia un punto di principio condivisibile e giusto, in virtù del quale si può ben rinunciare alla quota parte dei contribuiti di costruzione, proprio in ragione della necessità di questo tipo di opportunità e proprio in ragione della necessità che queste opportunità siano distribuite nel territorio torinese, ad evitare faticosi e dolorosi pellegrinaggi dei congiunti e dei familiari in RSA interne alla provincia, quando non anche esterne. Quindi la volontà politica di favorire l’organizzazione di questa offerta complementariamente a quella dell’assistenza domiciliare nella città di Torino è un elemento che apprezzo. La difficoltà che mi induce a non riconoscermi all’interno della proposta deliberativa è quella riferita ai parametri individuati dalla Giunta per determinare la caratteristica pubblica di convenzionamento che viene qui proposta, sia per le strutture che hanno posti letto in copertura quota parte dalla competenza sanitaria, sia per le strutture che hanno posti accreditati e posti privati, sia per le strutture che hanno posti privati esclusivamente. Perché? Perché ci è stato ribadito - ma è un elemento di valutazione e conoscenza diffusa - il fatto che le previsioni regionali di accreditamento siano largamente insufficienti rispetto al fabbisogno e che quindi la battaglia condivisibile con le associazioni di tutela dei malati e con le associazioni di professione sanitaria per ampliare l’accreditamento e pretenderlo dall’Amministrazione regionale sono tutte confermate dai dati. Quindi il primo elemento perché si possa promuovere una battaglia per la funzione pubblica delle RSA sarebbe quello di attivare, esattamente in alleanza coi soggetti che ho indicato, le opportune relazioni con l’Amministrazione regionale, piuttosto che cercare delle subordinate, a scala locale e municipale, di qualificazione del servizio pubblico. C’è una via maestra, sono servizi pubblici di fatto e l’Amministrazione regionale li deve riconoscere, in quanto tali, per la parte di responsabilità sanitaria. Il momento per fare questa battaglia, che è di principio e di sostanza, è particolarmente interessante perché siamo all’interno di una fase in cui il Governo nazionale ha costituito una Commissione nazionale per la non autosufficienza, di rivisitazione dell’insieme delle prestazioni e dei servizi del sistema, in cui o si fa riconoscere la voce della competenza sanitaria in merito e della qualificazione della quota parte sanitaria, innalzando anche gli standard di questa competenza sanitaria, oppure sicuramente rinunciamo ad una platea e a un appuntamento che sono in questo momento cruciali sul piano nazionale. La seconda questione è che il riconoscimento pubblico da convenzionare con la Sanità introduce anche minori oneri nei confronti degli interessati e, se gli interessati sono rappresentati dalle famiglie, nei confronti delle famiglie, perché conosciamo bene l’onere della quota totalmente a carico del privato, che è una quota che si accompagna alla qualificazione delle prestazioni, le quali prestazioni, se pretese - come io credo debba essere - in termini di maggiore affinità delle cure, sicuramente hanno un costo, che dovrebbe essere riconosciuto dalla competenza sanitaria. Perché mi ostino a rappresentare i limiti di questo atto deliberativo? Perché io ritengo che, quando l’Amministrazione determina il valore pubblico di queste strutture e definisce alcuni parametri, lo faccia poco nella direzione della tutela delle persone ospiti e di quelle che lo saranno, ma lo faccia prevalentemente in funzione della propria competenza e della propria responsabilità, il che è sempre pubblico, perché stiamo parlando del Comune di Torino e della funzione pubblica del Comune di Torino, ma non è immediatamente percepibile come interesse pubblico e generale. Mi spiego: chiedere alle strutture accreditate o parzialmente accreditate di sgravare la Città di Torino di un numero di quote di retta alberghiera, fino ad un massimo di cinque, sicuramente vorrà dire che quanto la Città risparmierà di compartecipazione potrà essere destinato a spese di assistenza nei confronti delle persone fragili, ma non necessariamente innalza il livello qualitativo dell’organizzazione sanitaria e tutelare delle strutture di RSA. Quindi, non necessariamente viene percepito e non è, per la popolazione generale, come un vantaggio diretto di riconoscimento, da parte del Comune, del valore essenziale di queste prestazioni e di questi servizi. Analogamente, avanzare nei confronti delle strutture che funzioneranno a regime esclusivamente privatistico - e noi conosciamo con quali quote mensili questo regime privatistico può funzionare - soltanto da parte del Comune la richiesta di avanzare progetti di cooperazione nei confronti del territorio circostante, senza meglio definirli, da quelli degli spazi anziani a quello della mensa o lavanderia, ma senza avere da parte del Comune una progettualità esplicitata, che vincoli indirizzi, orienti e faccia vedere l’interesse genarle, quindi con un Comune in attesa, in attesa di proposizione da parte dei soggetti gestori, di nuovo non mi pare che consenta di interpretare l’interesse generale. In sintesi, e per anticipare e risparmiare i tempi della dichiarazione di voto, io sono sospesa, nel mio giudizio, tra un riconoscimento favorevole del fatto che si parli di questi servizi come servizi pubblici, per le ragioni che ho esposto, dell’interesse generale sempre più crescente che c’è nei confronti di questi servizi, dall’altro sono insoddisfatta del modo con il quale la Città di Torino propone quel riconoscimento pubblico, che mi sembra insufficiente e parziale, soprattutto rispetto all’obiettivo - che credo che sinceramente sia comune - di tutela delle persone in condizione di non autosufficienza. Quindi, proprio perché sono sospesa tra un principio che condivido e un modo di praticarlo che mi pare inadeguato, il mio voto sarà di astensione. SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso con l’intervento della Consigliera Tisi, ne ha facoltà per dieci minuti. Prego. TISI Elide Sì, grazie Presidente. Io non ripeterò quanto nelle numerose Commissioni è già stato esplicitato, perché, credo, le occasioni di approfondimento ci sono state e credo anche le indicazioni e i suggerimenti alla Giunta, oltre al recepimento dell’emendamento che è stato richiamato, che mi pare però non abbiamo trovato, se non in parte, la possibilità di vedere questa delibera cambiare, anche alla luce della situazione particolare che stiamo vivendo, e credo anche in considerazione dei problemi che la pandemia ha fatto emergere proprio relativamente a queste tipologie di strutture e che peraltro gli stessi gestori sono venuti in Commissione a rappresentarci, rappresentando peraltro anche le loro preoccupazioni, anche nel merito di questo atto. Io mi limiterò a richiamare due aspetti: il primo che riguarda le tematiche che afferiscono alla programmazione; io credo che questo è un atto col quale in qualche modo la Città, diciamo, mette una toppa - scusatemi l’espressione - a una situazione in cui la mancanza di programmazione, di cui, secondo me, la Conferenza di Programmazione cittadina dovrebbe in qualche modo farsi promotore, è particolarmente evidente. Certamente noi non abbiamo soltanto bisogno oggi di rilevare i bisogni dei nostri anziani e delle persone non autosufficienti, delle persone malate croniche che necessitano di interventi importanti, e abbiamo anche bisogno di fare nella nostra Città una programmazione che tenga conto delle diverse possibilità che il sistema dovrebbe poter garantire, e quindi sia la residenzialità che le cure domiciliari. È chiaro che solo da questa analisi potrebbe emergere quanto davvero serve di residenzialità e quanto invece ci sarebbe da potenziare in termini di cure domiciliari; mi rendo conto che per fare questo occorre un attore che è imprescindibile, che è la Sanità, che va assolutamente coinvolto, ma credo anche che consentire e monetizzare, diciamo così, una pubblica utilità, come previsto in questa delibera, possa non essere sufficiente soprattutto ad assicurare, appunto, dei servizi corrispondenti ai bisogni della nostra popolazione anziana in questo momento. Certamente la pandemia ha messo in evidenza ulteriori problematiche, ha anche evidenziato come la componente sanitaria in queste strutture sia necessaria e indispensabile. Lo richiamava la collega Artesio: è in corso un’analisi, che, da livello nazionale, spero, si dipanerà anche sui territori per quanto riguarda i modelli di strutture residenziali e di interventi, che oggi necessitano, e proprio alla luce delle criticità passate, presenti e temo dei prossimi anni, noi avremo bisogno di rimodulare anche non solo standard, ma anche dei modelli di servizi che tengano sempre più conto di un contesto mutato, di bisogni sanitari diversi e di bisogni sociali che tali devono essere e ai quali occorre dare risposte diverse. Credo che il monetizzare servizi non sia l’unica risposta; lo sforzo fatto di definire anche, laddove le strutture si muovano in una dimensione squisitamente privatistica, servizi sul territorio, credo andrebbe meglio definita e quantificata e anche valorizzata, questo credo sia una passaggio fondamentale, come pure credo sia necessario, sarebbe stato necessario - queste erano le raccomandazioni - produrre un atto che, in qualche modo, servisse ad arginare un fenomeno che, purtroppo, ci è stato rappresentato dai gestori, ma che conosciamo, credo, tutti molto bene, che è l’insediamento di strutture con sedi in altri Paesi, di grandi multinazionali che in questo settore sono presenti e che spesso, in qualche modo, penalizzano le organizzazioni di territorio e non sempre hanno un legame col territorio adeguato a garantire i migliori interventi possibili. Quindi, da questo punto di vista, certamente alcune indicazioni sono state raccolte, ma altre invece mi pare non siano rappresentate all’interno di questo atto. La ringrazio, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera. Ci sono ulteriori interventi per quanto riguarda la discussione? Allora, non rilevo richieste di intervento. Assessore Iaria, vuole replicare, prima che io proceda con gli emendamenti? IARIA Antonino (Assessore) Guardi, solo brevemente rispetto a delle cose che abbiamo già detto anche in Commissione. Abbiamo audito… (incomprensibile)… dei rappresentati di settore, che hanno palesato tutta una serie di difficoltà, ma io ribadisco che, come abbiamo già detto, non possiamo impedire, con una delibera comunale, delle cose permesse, delle possibilità permesse con altri Regolamenti di stampo sovraordinato. Quindi, posso anche essere, come dire, d’accordo sulle problematiche, ma in questo caso, come ho già detto prima, noi stiamo dando una possibilità al Comune di Torino e ai Servizi Sociali di aumentare i servizi, cercando di regolare e dare atto di una situazione che può prospettarsi nella Città di Torino. Quindi non ho altro da dire, grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Assessore Iaria. Quindi, adesso possiamo procedere con gli emendamenti. Come ho già detto prima, sono tre e sono stati presentati dalla Giunta. SICARI Francesco (Presidente) Siamo all’emendamento n. 1. Lascerei, quindi, la parola al Segretario Generale per procedere con la votazione con appello nominale. Prego, Segretario, può procedere con la votazione dell’emendamento n. 1, presentato dalla Giunta. SPOTO Mario (Segretario Generale) (Votazione per appello nominale). Lei ha sentito il voto di Albano, Presidente? SICARI Francesco (Presidente) No, io non ho sentito alcun voto di Albano. SPOTO Mario (Segretario Generale) Okay, perfetto. Allora sono 21 presenti, 19 favorevoli e 2 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio, Segretario. Quindi, con 21 Consiglieri presenti e 19 voti a favore, il Consiglio Comunale approva l’emendamento n. 1. SICARI Francesco (Presidente) Se non ci sono contrarietà, darei lo stesso esito per l’emendamento n. 2. Stesso esito concesso. SICARI Francesco (Presidente) Procedo con il proporre lo stesso esito per l’emendamento n. 3. No? FOGLIETTA Chiara No, Presidente. L’ultimo emendamento lo votiamo, grazie. SICARI Francesco (Presidente) Va bene. Quindi, stesso esito emendamento n. 2. E adesso poniamo in votazione l’emendamento n. 3. Quindi, lascio nuovamente la parola al Segretario Generale per l’appello nominale, prego. SPOTO Mario (Segretario Generale) (Votazione per appello nominale). In chat non c’è... SICARI Francesco (Presidente) In chat nulla. SPOTO Mario (Segretario Generale) Allora, io ho 28 presenti, 2 astenuti e 26 favorevoli. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Quindi, con 28 Consiglieri presenti e 26 voti a favore, il Consiglio Comunale approva l’emendamento n. 3. SICARI Francesco (Presidente) Procederei adesso con le dichiarazioni di voto da parte dei Gruppi consiliari. Non ci sono dichiarazioni di voto e allora possiamo procedere con la votazione della deliberazione così come emendata. Lascio nuovamente la parola a lei, Segretario Generale, per l’appello nominale. Prego. SPOTO Mario (Segretario Generale) (Votazione per appello nominale). Dunque, Presidente, ho 22 presenti, 3 astenuti e 19 favorevoli. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Con 22 Consiglieri presenti e 19 voti a favore, il Consiglio Comunale approva la deliberazione. SICARI Francesco (Presidente) Essendo necessari 21 favorevoli per poter procedere con l’immediata eseguibilità, poniamo in votazione adesso l’immediata eseguibilità. Lascio nuovamente la parola a lei, Segretario Generale. SPOTO Mario (Segretario Generale) (Votazione per appello nominale). Sono 20, 1 astenuto, 19 favorevoli. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Con 20 Consiglieri presenti non è più presente il numero legale. |