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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Marzo 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 29
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2021-00038
REALIZZAZIONE?PRESIDI?SOCIO-SANITARI?PER?PERSONE?ANZIANE?NON?AUTOSUFFICIENTI -?LINEE?GUIDA.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo adesso con il punto n 10 del nostro Ordine dei Lavori, la deliberazione
202100038, che ha come oggetto:

“Realizzazione presidi socio-sanitari per persone anziane
non autosufficienti - Linee guida”

SICARI Francesco (Presidente)
È presentata dall’Assessore Iaria e dalla Vicesindaca Schellino e sono stati inoltre
presentati tre emendamenti da parte della Giunta.
Lascio, quindi, ora la parola ai proponenti per illustrare il provvedimento, prego.

IARIA Antonino (Assessore)
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti e tutte. Comincerei io dal punto di vista
dell’Assessorato all’Urbanistica, poi se l’Assessora Schellino vuole integrare le lascerei
la parola. Abbiamo affrontato questa delibera in due Commissioni e abbiamo cercato di
far comprendere ai Consiglieri lo scopo di questa deliberazione. Lo scopo di questa
delibera va ad analizzare la situazione rispetto alle possibilità di insediamento di
residenze socio-sanitarie per anziani nella Città di Torino. Abbiamo una situazione che
è molto diversificata: abbiamo già tre tipologie di residenze, che hanno tutte e tre delle
caratteristiche legate alla possibilità di accreditamento, l’articolo ex 8 ter della Regione
Piemonte, per, insomma, poter avere dei posti accreditati e convenzionati con le
strutture sanitarie.
Abbiamo una situazione in cui nella Città di Torino sono presenti tre tipologie di RSA:
RSA con posti totalmente accreditati, RSA con posti parzialmente accreditati, RSA con
nessun posto accreditato. Lo scopo della delibera è quello di trovare delle altre
possibilità di convenzionamento per aumentare i servizi che possono essere destinati
alla popolazione anziana della città di Torino, in collaborazione con le indicazioni che
vengono dalle esigenze dei Servizi Sociali torinesi. In particolare, la problematica
relativa al fatto che non ci sono più disponibili posti accreditati ex articolo 8 ter fa sì
che, appunto, ci dobbiamo porre questo problema. L’aumento di servizi pubblici, che
chiaramente fanno diventare anche le parti non accreditate, le parti totalmente private di
interesse pubblico portano delle conseguenze che sono, dal punto di vista urbanistico,
una diversa considerazione degli oneri sul costo di costruzione e anche un diverso
reperimento degli standard. È chiaro che l’aspetto più importante è legato alla
possibilità di insediamento di RSA totalmente private. Con questa delibera noi diamo
un’indicazione di possibile scelta alle RSA che vogliono insediarsi, appunto, con nessun
posto regionale accreditato, di poter fare una convenzione che, come ho detto prima,
porterà dei vantaggi dal punto di vista socio-assistenziale ai cittadini della città di
Torino. Per sintetizzare - ma sono molo ben spiegati gli emendamenti che poi illustrerò
insieme all’illustrazione della delibera -, sono, appunto, l’aumento di quote alberghiere
a carico della struttura e anche tutta una serie di funzioni e possibilità di nuovi servizi,
concordati con i Servizi Sociali. Specialmente per le residenze totalmente private con,
appunto, nessun posto accreditato, diciamo, la grande libertà di interlocuzione per
attivare questo tipo convenzione - che non è obbligatoria chiaramente per l’operatore
privato -, è molto ampia e anche modificabile relativamente anche alle esigenze legate
al luogo dove si potrebbe insediare questo nuovo tipo di RSA, quindi può anche essere
legata rispetto alle esigenze particolari di un quartiere della città o di un’area delle città.
Abbiamo presentato… (audio disturbato)… discussione in Commissione ci è stato
chiesto ulteriormente da una parte di descrivere il quadro in cui ci stiamo muovendo
adesso, dal punto di vista di posti letto disponibili, posti letto disponibili futuri, e nel
primo emendamento, il n. 83, abbiamo ripercorso e inserito tutta una serie di dati e di
analisi sui posti letto accreditati a novembre 2020 e anche sul totale dei posti letto che,
appunto, possano essere accreditati.
Nell’emendamento successivo, l’emendamento n. 84, abbiamo ulteriormente aggiunto
delle indicazioni dal punto di vista delle possibilità di convenzionamento, specialmente
per, come ho detto prima, per le RSA senza nessun posto accreditato, che danno la
possibilità di aumentare tutta un’altra serie di servizi: dalla residenza per anziani
autosufficienti a possibilità di housing sociale a servizi diurni, eccetera, ma lasciando
anche libertà di lavorare con convenzioni specifiche, con un’interlocuzione diretta tra i
Servizi Sociali e eventuali operatori che scelgono questa strada.
L’ultimo emendamento invece riguarda, sempre su sollecitazione dei Consiglieri, in
particolare, penso, del Capogruppo Lo Russo, abbiamo aggiunto una garanzia, appunto,
per far sì che questi adempimenti, che si configurano con un vantaggio per la Città e una
riduzione di oneri, una garanzia fideiussoria pari al valore della prima annualità dei
servizi che vengono allegati a seconda dei diversi casi.
Io avrei finito. Se l’Assessora Schellino vuole aggiungere qualcosa, le lascio parte,
appunto... penso che abbiamo ancora dei minuti per poter aggiungere…

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, ha tre minuti. Prego, Vicesindaca, ha tre minuti.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Grazie. Molto brevemente, cerco di non occupare più dei tre minuti. Ha già fatto
un’ampia descrizione il collega Iaria, io volevo solo ricordare come ci sia
consapevolezza che le sensibilità su questo tema, nell’ambito del Consiglio, non sono
univoche. Una cosa che volevo aggiungere, e che è risultata dalle descrizioni che
abbiamo fatto durante le riunioni di Commissione, è che in questo momento, dal punto
di vista della normativa regionale, è possibile sul territorio della nostra città, costruire,
far nascere delle RSA anche in regime completamente privatistico; non c’è più un tetto
superiore, come c’era fino a qualche anno fa. Quindi, in questo momento è possibile
costruirle. Quindi, l’intenzione, cioè il lavoro che abbiamo fatto, come Servizi, è stato
quello di dare qualche regola affinché delle strutture, che potrebbero avere un regime
completamente privatistico, possano dare un beneficio, in qualche modo, alla città in
termini di apertura al territorio e di servizi per la collettività, nel caso di strutture
completamente private, e in termini di un certo numero di posti da usufruire per persone
inserite, per persone fragili inserite dalla Città nel caso di strutture convenzionate o
parzialmente convenzionate, questo proprio per cercare un po’ di mitigare quell’effetto
di totale privato di alcune strutture, che, ripeto, è libero in questo momento nella sua
costruzione; è chiaro, però, che l’accordo con il gestore andrà ad approfondire quali
saranno, in termini pratici, queste possibilità. Ora, nell’ambito di una delibera con una
valenza urbanistica molto importante, si mettono dei vincoli per garantire
l’abbattimento di oneri, ma quando poi ci sarà il contratto di gestione si andrà a
dettagliare quali possono essere i benefici per il territorio.
Li abbiamo, nell’ambito di uno degli emendamenti, esemplificati, perché questo ci è
stato correttamente richiesto nell’ambito delle Commissioni Consiliari, perché è
opportuno che chi va a votare questa deliberazione, anche attraverso una
esemplificazione, si renda conti di quali potrebbero essere, di quali potranno essere i
benefici per la collettività, sempre un po’ con questa lente, che è possibile, per
normativa regionale, costruire queste strutture; se vogliamo dare dei benefici in termini
di costi per il costruttore, deve esserci una restituzione per la Città e in particolare in
termini di benefici per persone fragili e quindi dedicati a persone inserite dai Servizi
della Città, sia in termini di persone prettamente RSA, ma anche di Housing temporaneo
di persone in emergenza, con ovviamente caratteristiche di fragilità, se non di età,
perlomeno dal punto di vista delle loro fragilità fisiche o psichiche, che sono le persone
delle quali la Città si occupa per statuto, per missione, diciamo così.
Quindi, il lavoro che è stato fatto, come Servizio, è proprio quello di spiegare, di
mettere negli emendamenti quale tipo di restituzione alle persone fragili, alla Città in
termini di abbattimento dei costi del comparto, sono possibili a fronte di una
mitigazione degli oneri dal punto di vista urbanistico, questo è un po’ il lavoro che
abbiamo fatto insieme all’Assessorato all’Urbanistica. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo adesso con gli interventi nel merito della discussione. Ho la
Capogruppo Artesio, che ne ha facoltà per dieci minuti, prego.

ARTESIO Eleonora
Grazie, Presidente. Riprenderò sinteticamente alcuni elementi di preoccupazione che
avevo già avanzato in corso di Commissione, rendendomi conto che, se in tre
Commissioni non sono riuscita a convincere la Giunta a procedere diversamente,
evidentemente o i mei argomenti non sono sufficientemente convincenti o, viceversa, la
Giunta è determinata esclusivamente in questa direzione. Quindi, il mio intervento è un
intervento di testimonianza.
La premessa è, nel principio e nella condizione di realtà, il fatto che le strutture di RSA
corrispondano pienamente alla soddisfazione di un bisogno di interesse generale e
quindi assolvano pienamente ad una funzione pubblica. Credo che tutti noi ne siamo
particolarmente convinti dopo la triste esperienza vissuta durante la fase di emergenza
Covid, e tutti noi ne siamo consapevoli in relazione all’andamento del quadro
demografico e alla diffusione delle patologie croniche in questo quadro demografico, al
punto da rendere necessarie soluzioni di assistenza e cura continuative, sia a livello
domiciliare, sia a livello di residenzialità. Quindi chi parla è convinta che definire
queste strutture come servizi pubblici, e non servizi privati di interesse pubblico, sia un
punto di principio condivisibile e giusto, in virtù del quale si può ben rinunciare alla
quota parte dei contribuiti di costruzione, proprio in ragione della necessità di questo
tipo di opportunità e proprio in ragione della necessità che queste opportunità siano
distribuite nel territorio torinese, ad evitare faticosi e dolorosi pellegrinaggi dei
congiunti e dei familiari in RSA interne alla provincia, quando non anche esterne.
Quindi la volontà politica di favorire l’organizzazione di questa offerta
complementariamente a quella dell’assistenza domiciliare nella città di Torino è un
elemento che apprezzo. La difficoltà che mi induce a non riconoscermi all’interno della
proposta deliberativa è quella riferita ai parametri individuati dalla Giunta per
determinare la caratteristica pubblica di convenzionamento che viene qui proposta, sia
per le strutture che hanno posti letto in copertura quota parte dalla competenza sanitaria,
sia per le strutture che hanno posti accreditati e posti privati, sia per le strutture che
hanno posti privati esclusivamente. Perché? Perché ci è stato ribadito - ma è un
elemento di valutazione e conoscenza diffusa - il fatto che le previsioni regionali di
accreditamento siano largamente insufficienti rispetto al fabbisogno e che quindi la
battaglia condivisibile con le associazioni di tutela dei malati e con le associazioni di
professione sanitaria per ampliare l’accreditamento e pretenderlo dall’Amministrazione
regionale sono tutte confermate dai dati. Quindi il primo elemento perché si possa
promuovere una battaglia per la funzione pubblica delle RSA sarebbe quello di attivare,
esattamente in alleanza coi soggetti che ho indicato, le opportune relazioni con
l’Amministrazione regionale, piuttosto che cercare delle subordinate, a scala locale e
municipale, di qualificazione del servizio pubblico. C’è una via maestra, sono servizi
pubblici di fatto e l’Amministrazione regionale li deve riconoscere, in quanto tali, per la
parte di responsabilità sanitaria. Il momento per fare questa battaglia, che è di principio
e di sostanza, è particolarmente interessante perché siamo all’interno di una fase in cui il
Governo nazionale ha costituito una Commissione nazionale per la non autosufficienza,
di rivisitazione dell’insieme delle prestazioni e dei servizi del sistema, in cui o si fa
riconoscere la voce della competenza sanitaria in merito e della qualificazione della
quota parte sanitaria, innalzando anche gli standard di questa competenza sanitaria,
oppure sicuramente rinunciamo ad una platea e a un appuntamento che sono in questo
momento cruciali sul piano nazionale.
La seconda questione è che il riconoscimento pubblico da convenzionare con la Sanità
introduce anche minori oneri nei confronti degli interessati e, se gli interessati sono
rappresentati dalle famiglie, nei confronti delle famiglie, perché conosciamo bene
l’onere della quota totalmente a carico del privato, che è una quota che si accompagna
alla qualificazione delle prestazioni, le quali prestazioni, se pretese - come io credo
debba essere - in termini di maggiore affinità delle cure, sicuramente hanno un costo,
che dovrebbe essere riconosciuto dalla competenza sanitaria.
Perché mi ostino a rappresentare i limiti di questo atto deliberativo? Perché io ritengo
che, quando l’Amministrazione determina il valore pubblico di queste strutture e
definisce alcuni parametri, lo faccia poco nella direzione della tutela delle persone ospiti
e di quelle che lo saranno, ma lo faccia prevalentemente in funzione della propria
competenza e della propria responsabilità, il che è sempre pubblico, perché stiamo
parlando del Comune di Torino e della funzione pubblica del Comune di Torino, ma
non è immediatamente percepibile come interesse pubblico e generale. Mi spiego:
chiedere alle strutture accreditate o parzialmente accreditate di sgravare la Città di
Torino di un numero di quote di retta alberghiera, fino ad un massimo di cinque,
sicuramente vorrà dire che quanto la Città risparmierà di compartecipazione potrà essere
destinato a spese di assistenza nei confronti delle persone fragili, ma non
necessariamente innalza il livello qualitativo dell’organizzazione sanitaria e tutelare
delle strutture di RSA. Quindi, non necessariamente viene percepito e non è, per la
popolazione generale, come un vantaggio diretto di riconoscimento, da parte del
Comune, del valore essenziale di queste prestazioni e di questi servizi. Analogamente,
avanzare nei confronti delle strutture che funzioneranno a regime esclusivamente
privatistico - e noi conosciamo con quali quote mensili questo regime privatistico può
funzionare - soltanto da parte del Comune la richiesta di avanzare progetti di
cooperazione nei confronti del territorio circostante, senza meglio definirli, da quelli
degli spazi anziani a quello della mensa o lavanderia, ma senza avere da parte del
Comune una progettualità esplicitata, che vincoli indirizzi, orienti e faccia vedere
l’interesse genarle, quindi con un Comune in attesa, in attesa di proposizione da parte
dei soggetti gestori, di nuovo non mi pare che consenta di interpretare l’interesse
generale. In sintesi, e per anticipare e risparmiare i tempi della dichiarazione di voto, io
sono sospesa, nel mio giudizio, tra un riconoscimento favorevole del fatto che si parli di
questi servizi come servizi pubblici, per le ragioni che ho esposto, dell’interesse
generale sempre più crescente che c’è nei confronti di questi servizi, dall’altro sono
insoddisfatta del modo con il quale la Città di Torino propone quel riconoscimento
pubblico, che mi sembra insufficiente e parziale, soprattutto rispetto all’obiettivo - che
credo che sinceramente sia comune - di tutela delle persone in condizione di non
autosufficienza. Quindi, proprio perché sono sospesa tra un principio che condivido e
un modo di praticarlo che mi pare inadeguato, il mio voto sarà di astensione.

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo adesso con l’intervento della Consigliera Tisi, ne ha facoltà per dieci
minuti. Prego.

TISI Elide
Sì, grazie Presidente. Io non ripeterò quanto nelle numerose Commissioni è già stato
esplicitato, perché, credo, le occasioni di approfondimento ci sono state e credo anche le
indicazioni e i suggerimenti alla Giunta, oltre al recepimento dell’emendamento che è
stato richiamato, che mi pare però non abbiamo trovato, se non in parte, la possibilità di
vedere questa delibera cambiare, anche alla luce della situazione particolare che stiamo
vivendo, e credo anche in considerazione dei problemi che la pandemia ha fatto
emergere proprio relativamente a queste tipologie di strutture e che peraltro gli stessi
gestori sono venuti in Commissione a rappresentarci, rappresentando peraltro anche le
loro preoccupazioni, anche nel merito di questo atto.
Io mi limiterò a richiamare due aspetti: il primo che riguarda le tematiche che
afferiscono alla programmazione; io credo che questo è un atto col quale in qualche
modo la Città, diciamo, mette una toppa - scusatemi l’espressione - a una situazione in
cui la mancanza di programmazione, di cui, secondo me, la Conferenza di
Programmazione cittadina dovrebbe in qualche modo farsi promotore, è particolarmente
evidente. Certamente noi non abbiamo soltanto bisogno oggi di rilevare i bisogni dei
nostri anziani e delle persone non autosufficienti, delle persone malate croniche che
necessitano di interventi importanti, e abbiamo anche bisogno di fare nella nostra Città
una programmazione che tenga conto delle diverse possibilità che il sistema dovrebbe
poter garantire, e quindi sia la residenzialità che le cure domiciliari. È chiaro che solo da
questa analisi potrebbe emergere quanto davvero serve di residenzialità e quanto invece
ci sarebbe da potenziare in termini di cure domiciliari; mi rendo conto che per fare
questo occorre un attore che è imprescindibile, che è la Sanità, che va assolutamente
coinvolto, ma credo anche che consentire e monetizzare, diciamo così, una pubblica
utilità, come previsto in questa delibera, possa non essere sufficiente soprattutto ad
assicurare, appunto, dei servizi corrispondenti ai bisogni della nostra popolazione
anziana in questo momento. Certamente la pandemia ha messo in evidenza ulteriori
problematiche, ha anche evidenziato come la componente sanitaria in queste strutture
sia necessaria e indispensabile. Lo richiamava la collega Artesio: è in corso un’analisi,
che, da livello nazionale, spero, si dipanerà anche sui territori per quanto riguarda i
modelli di strutture residenziali e di interventi, che oggi necessitano, e proprio alla luce
delle criticità passate, presenti e temo dei prossimi anni, noi avremo bisogno di
rimodulare anche non solo standard, ma anche dei modelli di servizi che tengano
sempre più conto di un contesto mutato, di bisogni sanitari diversi e di bisogni sociali
che tali devono essere e ai quali occorre dare risposte diverse.
Credo che il monetizzare servizi non sia l’unica risposta; lo sforzo fatto di definire
anche, laddove le strutture si muovano in una dimensione squisitamente privatistica,
servizi sul territorio, credo andrebbe meglio definita e quantificata e anche valorizzata,
questo credo sia una passaggio fondamentale, come pure credo sia necessario, sarebbe
stato necessario - queste erano le raccomandazioni - produrre un atto che, in qualche
modo, servisse ad arginare un fenomeno che, purtroppo, ci è stato rappresentato dai
gestori, ma che conosciamo, credo, tutti molto bene, che è l’insediamento di strutture
con sedi in altri Paesi, di grandi multinazionali che in questo settore sono presenti e che
spesso, in qualche modo, penalizzano le organizzazioni di territorio e non sempre hanno
un legame col territorio adeguato a garantire i migliori interventi possibili. Quindi, da
questo punto di vista, certamente alcune indicazioni sono state raccolte, ma altre invece
mi pare non siano rappresentate all’interno di questo atto. La ringrazio, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliera. Ci sono ulteriori interventi per quanto riguarda la discussione?
Allora, non rilevo richieste di intervento. Assessore Iaria, vuole replicare, prima che io
proceda con gli emendamenti?

IARIA Antonino (Assessore)
Guardi, solo brevemente rispetto a delle cose che abbiamo già detto anche in
Commissione. Abbiamo audito… (incomprensibile)… dei rappresentati di settore, che
hanno palesato tutta una serie di difficoltà, ma io ribadisco che, come abbiamo già detto,
non possiamo impedire, con una delibera comunale, delle cose permesse, delle
possibilità permesse con altri Regolamenti di stampo sovraordinato. Quindi, posso
anche essere, come dire, d’accordo sulle problematiche, ma in questo caso, come ho già
detto prima, noi stiamo dando una possibilità al Comune di Torino e ai Servizi Sociali
di aumentare i servizi, cercando di regolare e dare atto di una situazione che può
prospettarsi nella Città di Torino. Quindi non ho altro da dire, grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Assessore Iaria.
Quindi, adesso possiamo procedere con gli emendamenti. Come ho già detto prima,
sono tre e sono stati presentati dalla Giunta.

SICARI Francesco (Presidente)
Siamo all’emendamento n. 1. Lascerei, quindi, la parola al Segretario Generale per
procedere con la votazione con appello nominale. Prego, Segretario, può procedere con
la votazione dell’emendamento n. 1, presentato dalla Giunta.

SPOTO Mario (Segretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
Lei ha sentito il voto di Albano, Presidente?

SICARI Francesco (Presidente)
No, io non ho sentito alcun voto di Albano.

SPOTO Mario (Segretario Generale)
Okay, perfetto. Allora sono 21 presenti, 19 favorevoli e 2 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, Segretario. Quindi, con 21 Consiglieri presenti e 19 voti a favore, il
Consiglio Comunale approva l’emendamento n. 1.

SICARI Francesco (Presidente)
Se non ci sono contrarietà, darei lo stesso esito per l’emendamento n. 2. Stesso esito
concesso.

SICARI Francesco (Presidente)
Procedo con il proporre lo stesso esito per l’emendamento n. 3. No?

FOGLIETTA Chiara
No, Presidente. L’ultimo emendamento lo votiamo, grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Va bene. Quindi, stesso esito emendamento n. 2. E adesso poniamo in votazione
l’emendamento n. 3. Quindi, lascio nuovamente la parola al Segretario Generale per
l’appello nominale, prego.

SPOTO Mario (Segretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
In chat non c’è...

SICARI Francesco (Presidente)
In chat nulla.

SPOTO Mario (Segretario Generale)
Allora, io ho 28 presenti, 2 astenuti e 26 favorevoli.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Quindi, con 28 Consiglieri presenti e 26 voti a favore, il Consiglio
Comunale approva l’emendamento n. 3.

SICARI Francesco (Presidente)
Procederei adesso con le dichiarazioni di voto da parte dei Gruppi consiliari. Non ci
sono dichiarazioni di voto e allora possiamo procedere con la votazione della
deliberazione così come emendata. Lascio nuovamente la parola a lei, Segretario
Generale, per l’appello nominale. Prego.

SPOTO Mario (Segretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
Dunque, Presidente, ho 22 presenti, 3 astenuti e 19 favorevoli.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Con 22 Consiglieri presenti e 19 voti a favore, il Consiglio Comunale
approva la deliberazione.

SICARI Francesco (Presidente)
Essendo necessari 21 favorevoli per poter procedere con l’immediata eseguibilità,
poniamo in votazione adesso l’immediata eseguibilità. Lascio nuovamente la parola a
lei, Segretario Generale.

SPOTO Mario (Segretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
Sono 20, 1 astenuto, 19 favorevoli.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Con 20 Consiglieri presenti non è più presente il numero legale.
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