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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 15 Marzo 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 25
ORDINE DEL GIORNO 2021-08152
TUTELA DELLA SALUTE DELLA DONNA E DEL RUOLO DEI CONSULTORI.
Interventi
CARLEVARIS Cinzia
Grazie, Presidente. Come ha evidenziato lei, questo è un atto che ha molte firme. Il fatto
lo conosciamo, credo, tutti, si tratta di questa novella iniziativa dell’Assessore regionale
Marrone, che fa seguito alle sue esternazioni di settembre, esternazioni che la Giunta
Cirio aveva assicurato non avrebbero avuto un seguito, e invece ci troviamo oggi con
una determina dirigenziale che prevede l’inserimento nei consultori anche delle
associazioni che abbiano nel proprio Statuto la finalità di tutela della vita fin dal
concepimento, quindi degli anti-abortisti, diciamo dei pro-gravidanza forzata, e questo è
stato fatto, appunto, con una determina, quindi un atto amministrativo e non politico,
quindi di fatto sottratto a qualsiasi dibattito pubblico e/o democratico. Una determina
che, immaginavo, potevo aspettarmi di vedere scritta sulla cartapecora, non su carta
intestata della Regione Piemonte nel 2021, che è veramente vergognoso. La Legge dello
Stato garantisce il diritto all’aborto tramite la Sanità pubblica, e se le Istituzioni stesse
chiamano a raccolta gli anti-abortisti all’interno del Servizio pubblico, proprio nei
percorsi assistenziali preposti a garantire un diritto, allora abbiamo un problema. Credo
che a tutte sia capitato, a me è capitato più volte di entrare al Sant’Anna, lato via
Ventimiglia, e di trovarmi, sul marciapiede davanti all’ingresso, dei volantinatori
molesti che, con fare accusatorio, mi davano dell’assassina, così, sulla sfiducia, senza
nemmeno sapere perché stessi entrando, solo perché ero donna; e invece di togliere
questi molestatori, che hanno il solo fine di colpevolizzare, invece di toglierli anche dai
marciapiedi, vorremmo addirittura farli entrare dentro. Io vi invito a fare un giro sulle
pagine web delle associazioni pro-vita: hanno attive, in questo momento, una trentina di
petizioni, con decine di migliaia di firme raccolte tra l’altro, troverete per esempio la
petizione al Governo per chiedere che l’aborto non sia considerato un intervento
indispensabile o urgente durante la pandemia, cioè chiedono la sospensione degli aborti
per decreto. Poi chiaramente trovate anche la petizione contro il DDL Zan, contro la
teoria gender nelle scuole, comunque sia, contro l’aborto chiaramente, affinché non sia
più riconosciuto come un diritto, ma poi anche contro l’eutanasia, le disposizioni fine
vita, addirittura c’è una petizione contro la blasfemia di Sanremo 2021 e anche una
contro i cartoni della Disney. Troverete anche dei percorsi di cura per le persone
omosessuali, che possono guarire avvicinandosi a Dio. Con tutta la necessaria
democratica tolleranza per il fondamentalismo, però fuori dai consultori pubblici, queste
associazioni considerano la donna che vuole abortire un’assassina, e non si può dire di
no perché i manifesti in giro hanno la loro firma sotto. Farli entrare nei consultori
significa approvare la loro pressione psicologica, che alla fine diventa una violenza
psicologica, perché il messaggio che sostengono è quello della donna assassina. E allora
non diventano più un supporto, ma diventano terrorismo psicologico, e siccome ogni
donna è libera di autodeterminarsi, a me questa iniziativa fa schifo.
La Regione vuole diminuire il numero degli aborti? Ma va benissimo; il trend, lo
sappiamo, nel corso degli anni è già calato, però va bene. Cioè, si vuole fare qualcosa?
Allora si faccia prevenzione: si inizi col distribuire i contraccettivi gratuitamente ai
giovani e alle donne, ma questa è la stessa Regione che non lo sta facendo, nonostante
abbia già approvato la relativa delibera nel 2018; ci si adoperi, allora, a fare una corretta
educazione sessuale nelle scuole, ma si è contrari anche a quello, all’educazione
sessuale, perché viene vista come se fosse una materia di chissà quale scalpore.
Però, per fare prevenzione, allora dobbiamo sostenere le politiche sociali, come il
reddito di cittadinanza, che dà un sostegno economico alle donne che si trovano in una
situazione svantaggiata, che non consentirebbe loro di mantenere un bambino, quindi
liberiamo la donna dal bisogno economico; e a quel punto, allora, rimane solo la libertà
di scelta, perché, sapendo che ha un sostegno economico, perché ha il reddito di
cittadinanza, sapendo che ha fatto sesso consapevole, perché ha avuto l’educazione
sessuale a scuola, sapendo che ha avuto accesso ai contraccettivi gratuiti, perché la
Regione deve darli in maniera gratuita, allora, se arriva a fare una scelta del genere, è
proprio solo perché è consapevole e libera e sa di volerlo fare.
Con questo ordine del giorno, infatti, noi chiediamo che, così come già stabilito e già
approvato dalla Giunta della Regione Piemonte con la deliberazione 300 del
3 luglio 2018, venga assicurato l’accesso gratuito ai contraccettivi nei consultori per i
giovani under 26 e per le donne in difficoltà fino ai 45 anni, delibera approvata, ma che
a distanza di tre anni è ancora in attesa di finanziamento, perché se l’obiettivo a cuore
della Giunta Regionale è seriamente quello di diminuire il numero degli aborti, allora la
strada che la Regione aveva individuato è quella corretta. E chiediamo ovviamente
anche che questa determina venga ritirata subito, perché è inaccettabile, perché è
irricevibile e perché è vergognosa. E forse chiederei anche all’Assessore, che oggi nella
Giunta Regionale si dichiara interessato e preoccupato per le donne, di ascoltarle le
donne prima di prendere iniziative, perché altrimenti ogni illuminato provvedimento -
tipo questo - si potrebbe ridurre - tipo questo - ad una personale e patriarcale, misogina,
sprezzante, faziosa iniziativa ideologica. Aggiungo anche un forte invito ad adeguare la
Legge Regionale elettorale del Piemonte alla doppia preferenza di genere, in
ottemperanza alla Legge dello Stato, anche questa di cinque anni fa, anche per evitare
questi scivoloni vergognosi. Ho finito Presidente, grazie.

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