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TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Anch’io ho sottoscritto gli ordini del giorno che richiamano i comunicati di ANFIA e Unione Industriale che sollecitano quindi al Governo un appello per l’attuazione di misure urgenti, per il sostegno del settore dell’automotive. Sono ordini del giorno, come è stato detto, già datati, ma continuano a mantenere la loro urgenza e attualità. Credo che il Paese abbia da tempo abdicato al ruolo di definire e sostenere una politica industriale chiara e, purtroppo, il risultato è evidente: la deindustrializzazione, la cessione di marchi, la perdita di posti di lavoro, appena mascherata da precarizzazione e sommerso, e bisogna dire che questo, a parte rare eccezioni - e ahimè Torino non è tra queste -, segue le stesse logiche anche a livello locale, cioè: lasciare accadere e interrogarsi tardivamente. Torino ha una legacy molto forte industriale e purtroppo l’ha sperperata; ha lasciato al suo destino attività labour- intensive, senza definire una politica di medio o lungo periodo di replacement. La prima scelta deve essere quindi di vocazione; se vogliamo mantenere un profilo industriale importante, bisogna crederci, puntare all’eccellenza, investire e questo, ovviamente, va fatto a livello di sollecito sulle politiche nazionali perché la capacità della politica è quella di guidare processi inarrestabili di trasformazione, garantendo saldi occupazionali gestibili e, dov’è possibile, ambire al rilancio; se questo equilibrio si rompe c’è impoverimento, c’è disagio sociale, la Città diventa meno attrattiva, il commercio ne risente, il mercato immobiliare paga un prezzo altissimo e, sappiamo, le periferie poi si isolano e questa è un po’ la storia che conosciamo bene e abbiamo vissuto. Cosa fare quindi? Sicuramente, favorire programmi di sviluppo, quindi investire energie, soldi e competenze a costo anche di dare priorità rispetto ad altre voci di bilancio, pensare a un partenariato pubblico e privato: imprese eccellenti, Università, banche, fondazioni, Unione Industriale, ovviamente i sindacati e poi guardare ad altre esperienze europee; io ho in mente qualche “success cases” come Wolfsburg della Volkswagen. Wolfsburg era Volkswagen dipendente, ma ne ha fatto un tema espansivo e d’eccellenza combattendo la perdita dei posti di lavoro naturale con diversificazioni e sviluppo, senza mai rinunciare alla vocazione naturale industriale e devo dire che, anche in Germania, il sindacato è partner e spesso è più partner che controparte; ma esistono anche altri casi, pensiamo a Seat in Spagna, Volkswagen l’ha acquisita e l’ha rilanciata e se cito Seat è per dire che un merger, quindi un’acquisizione, come quella di Stellantis, non solo di per sé è un rischio, possono essere delle opportunità, se… non vanno viste come grandi operazioni industriali che mettono a rischio, nonostante (incomprensibile) arrivi da Peugeot, la maggioranza sia riconducibile a Peugeot nel CDA e la partecipazione stessa del Governo francese diano una chiara indicazione di chi ha comprato chi e da che parte penderà l’ago delle decisioni, cioè, nonostante Exor sia l’azionista di maggioranza; ma ricordiamoci che le decisioni non saranno comunque politiche, ma saranno ancora una volta politiche di business e quindi se i posti di lavoro lasceranno l’Italia, le ragioni saranno quelle di sempre: competitività, produttività, chiarezza di politiche di sviluppo, certezza del quadro normativo, affidabilità delle Istituzioni, cioè i soliti ingredienti che consentono di poter fare business e quindi poter credere nell’investimento nel Paese. Bisogna giocare sul terreno di creare le condizioni affinché non sia l’Italia, in questo caso non sia Torino, a pagare pegno e questa è una sfida di alto profilo e credo che noi come Comune, il Sindaco…, io tempo fa ho chiesto di avere un incontro e che la Sindaca ci rendesse noto in Capigruppo di un incontro che potesse chiedere ai vertici Stellantis, ma non mi è mai stata data risposta; mi associo alla richiesta della Capogruppo Artesio di organizzare un Consiglio aperto perché è ovvio che il Sindaco deve poter giocare un ruolo, la Città deve poter giocare un ruolo e io credo che Torino debba avere un supporto all’industria nel processo di trasformazione soprattutto nella parte motoristica che è quella a maggiore vocazione, vocazione da sempre; nonostante tutto, è ancora una grande eccellenza. Si è parlato di elettrificazione, ma non solo: ricordiamo l’idrogeno, il gas, quindi formazione per la trasformazione di geo profiles, staffetta generazionale all’interno delle competenze, incentivi per le startup, infrastrutture per rendere attrattivo il territorio, creazione app digitali; insieme all’Università e al Comune, le imprese possono fare cose importanti in questo senso e poi, ricordiamoci, avviare borse di studio per attrarre qui menti, cervelli, competenze, un’infrastruttura come catalizzatore, fare leva su un design industriale che ha un grosso appeal e che Torino ha sempre avuto come eccellenza, tutto ciò, ricordiamocelo, con una forte alleanza di territorio tra pubblico e privato. Quindi io credo che sia necessario rivolgere quest’appello con un ordine del giorno al Governo, ma sia anche necessario che Torino faccia una parte importante come ecosistema che si dichiara disponibile a mettere in campo queste energie e a creare un tessuto che possa essere fertile, proprio per cercare un rilancio in questo senso. Grazie, Presidente. |