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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 8 Marzo 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 18
ORDINE DEL GIORNO 2020-01196
"SOSTEGNO E SALVAGUARDIA DEL SETTORE DELL'AUTOMOTIVE" PRESENTATA IN DATA 27 MAGGIO 2020 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO. #3# - STILO (202101016) RESPINTO [PODG 1016/2021]
Interventi
LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. Oggi, per decisione della Conferenza dei Capigruppo, trattiamo atti
che in realtà sono piuttosto vecchi, dal punto di vista della loro presentazione, e uno di
questi riguarda, a mia prima firma e poi sottoscritta da altri Consiglieri, riguarda un
auspicio di iniziativa da parte della Città di Torino, relativo alla messa in cantiere di
incentivi di carattere finanziario e fiscale per un intervento dello Stato a sostegno del
Settore dell’Automotive. Il documento, che è stato da me presentato e che poi è stato
sottoscritto da altri colleghi, in realtà ricalca un documento che Unione Industriale e
ANFIA avevano rappresentato a restituzione del territorio, che sostanzialmente
chiedeva... - ricordo che il documento data giugno 2020, quindi, insomma, parecchi
mesi fa - chiedeva all’allora Governo di intervenire relativamente alla dinamica in
essere a valle della crisi del Settore Automotive, connessa alla pandemia. In sintesi
estrema, ci sembra di poter dire che il Governo, perlomeno quello precedente, ha fatto
quello che poteva fare, nelle condizioni politiche date, e sicuramente non possiamo far
altro che, sotto questo profilo, esprimere il plauso a una iniziativa che, per quanto non
risolutiva relativamente alla crisi del Settore Automotive italiano, ma che, stante,
appunto, la conflittualità anche su questo punto specifico che c’era nell’allora
Maggioranza di Governo e più in generale rispetto alla visione del ruolo dello Stato
centrale nelle vicende di politica industriale, poteva in qualche modo essere sviluppata.
L’occasione, al netto, quindi, del contenuto dell’ordine del giorno, è utile per formulare
alcune considerazioni di carattere generale; ci spiace che questa discussione avvenga in
assenza della nostra Sindaca Appendino, che proprio relativamente alle questioni
dell’automotive, in questo mandato ha più e più volte rappresentato anche, forse più
mediaticamente che nella sostanza, questioni che avevano quel tipo di finalità, pensiamo
alla famosa vicenda dell’area di crisi complessa, pensiamo alla famosa Free Tax area,
tutta una serie di iniziative che purtroppo, va dato atto, in taluni casi si sono
concretizzate con intervento di altre istituzioni, pensiamo al Manufacturing Center, che
è partito grazie all’intervento dell’Unione Industriale, ma soprattutto del Policlinico di
Torino, pensiamo al polo di corso Marche, in altri casi purtroppo per noi questo non è
avvenuto, ma ovviamente questo non toglie che gli argomenti e titoli che sono stati
enunciati nei post e nella campagna mediatica, nella propaganda mediatica, siano
comunque titoli utili da richiamare. Qual è il nodo, ovviamente, che si trova a dover
affrontare il nostro territorio in questa fase, anche alla luce delle evoluzioni societarie,
del principale gruppo industriale italiano, nel settore dell’auto e in tutto quello che è il
Settore dell’Automotive, che è il suo indotto? Sicuramente c’è un ragionamento di
sistema relativo alla opportunità che il nostro Comune possa supportare delle politiche
attive relative a quello che di fatto si sta configurando come una frontiera industriale,
ovviamente nell’ambito di un ragionamento più generale di carattere anche ambientale,
che è quello della transizione ecologica. La riconversione industriale verso modalità più
green di azione è sicuramente uno degli assi su cui anche le nostre industrie del
territorio si stanno orientando, stanno orientando le loro politiche e sotto questo profilo
sicuramente Torino può, per quello che riguarda il suo comparto produttivo esistente e -
aggiungiamo - anche di quello prospettico, rappresentare una punta di eccellenza
avanzata, coniugando una tradizione storica industriale piuttosto robusta,
ultracentenaria, attività di ricerca e di formazione di carattere industriale e tecnico-
scientifico e una buona connessione con il sistema dell’alta formazione.
C’è un grande tema che riguarda la mobilità elettrica, che è una delle frontiere intorno
alle quali si sta sviluppando anche il ragionamento del nuovo gruppo Stellantis - al
quale gruppo formuliamo il nostro migliore in bocca al lupo -, che riguarda, proprio
nello specifico, la migrazione delle intere flotte delle unità produttive verso una mobilità
ibrida e la mobilità elettrica, al netto di alcune considerazioni di carattere sistemico e di
carattere forse più globale che riguardano la prospettiva di sostenibilità ambientale a
lungo termine di questo tipo di politiche, sia per quello che riguarda tutto l’elemento
della filiera di approvvigionamento delle materie prime, necessarie a supportare la
elettrificazione della mobilità, pensiamo a una difficile e quanto mai utile, dal punto di
vista anche tecnico-scientifico, esigenza di approfondire gli elementi di sostenibilità a
lungo periodo di approvvigionamento, banalmente per la costruzione di batterie, di
batterie per i veicoli elettrici, pensiamo a tutto il macro tema dello smaltimento, adesso
noi non ci stiamo ponendo il problema, ma a questi ritmi di elettrificazione della
mobilità, alcune stime parlano che nel 2030 avremo oltre 85-90 milioni di veicoli da
smaltire, in quanto il ciclo vita di un’auto elettrica è stimato, dalle principali case
automobilistiche mondiali, non superiore ai 5.000-6.000 cicli di carica-scarica di una
batteria, esattamente come quella del nostro telefonino, il che vuol dire 8-9 anni. Quindi
noi abbiamo una serie di emergenze globali che forse sono un pochino fuori dal
mainstream generale intorno al quale si sviluppa il dibattito anche della riconversione
industriale, che invece potrebbero, ve lo dico, anche essere un elemento piuttosto
interessante di riconversione industriale, pensiamo a tutto il tema non solo della
costruzione delle batterie, ma pensiamo al più grande tema dello smaltimento delle
batterie e al riciclo e al recupero degli elementi essenziali. Ma, al netto di queste
questioni ambientali, piuttosto di larga scala e piuttosto rilevanti, che però restano sullo
sfondo di una politica industriale e di una scelta che credo debba essere comunque
sempre ponderata nell’ottica di coniugare sviluppo e sostenibilità ambientale, non
solamente nel nostro centro storico e nella nostra ZTL, ma, aggiungo, a scala globale e a
scala planetaria, soprattutto una crescita che poi si trascina dietro elementi anche di
eticità nella azione di..., penso, ad esempio, sarebbe interessante approfondire tutti gli
elementi connessi proprio all’approvvigionamento di materia prima e come queste
materie prime vengono estratte nel cosiddetto “sud del mondo”. Ma, al netto di questa
questione, stando al tema il tessuto industriale torinese, sicuramente l’elemento che in
qualche modo formula questo ordine del giorno è quello di una richiesta, di un auspicio
che questo nuovo Governo può sicuramente interpretare, anche forse in virtù di una più
larga coesione di maggioranza parlamentare, di una sostanziale unità nazionale,
nell’ottica di un impulso alla politica industriale del Paese, fondamentalmente senza
replicare modelli antichi di un intervento diretto dello Stato nelle politiche industriali,
ma contemporaneamente un modello che vede lo Stato presente ai tavoli dove si
decidono le questioni. Sicuramente l’attuale compagine azionaria di gruppo Stellantis,
che vede il Governo francese seduto direttamente come proprietario della società, pone
il nostro Governo in una condizione di anche ridefinire e ripensare al proprio modello
organizzativo di definizione delle politiche industriali, che ovviamente non sono solo
esclusivamente politiche di incentivi al cambio dell’auto, come quelle forse citate
nell’odine del giorno, ma sono politiche che attengono insieme a una molteplicità di
fattori: pensiamo al tema, appunto, degli approvvigionamenti, pensiamo al tema
dell’infrastrutturazione territoriale, pensiamo al tema, ad esempio, della gestione
operativa dei siti industriali. Ci sono tante questioni in cui lo Stato, la Repubblica
Italiana può intervenire, non tanto a tutela della specificità territoriale per una mera
logica di campanile, che comunque è importante, stante i numeri e in qualche modo le
persone che sono coinvolte, ma quanto piuttosto per poter direzionare anche una
strategia, una politica di investimenti che vede nel nostro territorio in qualche modo uno
dei potenziali player internazionali. Sotto questo profilo le condizioni politiche
nazionali sono sicuramente più favorevoli, perché ovviamente un Governo di unità
nazionale come quello che in questo momento sta governando il Paese è un Governo
che può mettere in campo un’iniziativa più decisa, meno anche conflittuale, un pochino
meno soggetta alle polemiche politiche dei Partiti…

LO RUSSO Stefano
…e in conseguenza di questi elementi auspichiamo che il nostro Governo possa davvero
sviluppare questo tipo di intervento. Concludo, Presidente, richiamando brevemente alla
memoria alcuni degli elementi - concludo davvero, mi dia ancora 30 secondi - che sono,
secondo me, secondo noi in qualche modo elementi su cui si può lavorare: sicuramente
incentivazione alla industrializzazione, rapporto di connessione tra ricerca universitaria,
industriale e produzione; sicuramente una forte spinta al rinnovamento delle flotte
pubbliche; sicuramente un’attenzione alla dotazione infrastrutturale del nostro territorio,
cercando di far diventare Torino da punto marginale in alto a sinistra nella cartina
dell’Italia a snodo del Nord-Ovest di rango europeo, e in quest’ottica ovviamente
auspichiamo al rilancio infrastrutturale, sia del trasporto merci che del (audio disturbato)
e più in generale una politica anche fiscale, attenta alla reale autentica incentivazione di
questo comparto produttivo che ha segnato la storia, per decine e decine di anni,
ultracentenaria del nostro territorio e che auspichiamo davvero possa continuare a
caratterizzarla per il prossimo futuro. Grazie, Presidente.

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