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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 1 Marzo 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 6
INTERPELLANZA 2021-00065
VIA VAGNONE 15: DA RESIDENZA PER ANZIANI A 'SOCIAL HOUSE', DA RESIDENZIALE A COMMERCIALE. QUALI ACCORGIMENTI A TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI?
Interventi
SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Sono qui.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Benissimo, cercherò di essere sintetica, anche se sei quesiti complessi sono un po’
lunghi, però cercherò di leggere velocemente. In merito alla tutela della salute dei
residenti durante i lavori, si rimanda alle precisazioni operative previste dal Piano di
sicurezza nell’ambito della valutazione del rischio, che tengono conto della tutela degli
ambienti circostanti l’area di cantiere, nonché delle maestranze ivi operanti.
In merito alla salute degli ospiti a opera finita, relativamente agli aspetti legati alle
bonifiche ambientali, finché la struttura sarà utilizzata per Social Housing, con
permanenza temporanea, come previsto in sede di chiusura del procedimento di
bonifica, non ci sono obblighi. Si evidenzia che, sulla base delle indagini disponibili
svolte sul sito, la contaminazione è ascrivibile alla presenza di terreno di riporto, del
quale ARPA ha richiesto la rimozione. La contaminazione è stata riscontrata
generalmente nel primo metro di terreno, eccezion fatta per un punto centrale del sito,
fino a circa 2,5 metri. Nel corso degli scavi edilizi, per necessità legate alla gestione del
cantiere, è stata finora rimossa una porzione rilevante di terreno, per uno spessore di
circa 1,4 metri, mentre è previsto l’approfondimento dello scavo fino a circa 5 metri, in
corrispondenza dell’impronta dell’edificio in costruzione, che determinerà pertanto
anche la rimozione del suddetto, appunto, contaminato, rispetto ai limiti residenziali, più
profondo. Al termine degli scavi, quindi, sarà stata ragionevolmente rimossa tutta la
potenziale sorgente di contaminazione, in ottica residenziale.
Come da parere urbanistico rilasciato a gennaio 2018, l’area libera di proprietà della
Città, sulla quale è previsto l’intervento in oggetto, risulta destinata a servizi e in
particolare, secondo le indicazioni della scheda normativa, il tipo di servizio previsto è
“Area per attrezzature di interesse comune”, quale si configura la residenza temporanea,
Social House. Le percentuali di destinazione d’uso delle utilizzazioni edificatorie citate,
minimo 80% residenze, massimo 20% servizi, sono valide esclusivamente qualora la
Città avesse dato in concessione gratuita il diritto edificatorio ad un privato, e non è
questo il caso, in quanto il diritto edificatorio è esercitato dalla Città, in quanto
proprietaria dell’area. Il vigente Piano Regolatore prescrive, in caso di edificazione, il
completamento della cortina edilizia su via Vagnone, quindi il costruire in aderenza
rispetto agli stabili esistenti non è stata una scelta progettuale, ma un adempimento
normativo. Tra il nuovo edificio e quello adiacente di via Vagnone 17 non si creerà
alcuna intercapedine propriamente detta, ma le rispettive pareti risulteranno
strutturalmente indipendenti e parimenti accostate.
Il Progetto Esecutivo ha previsto e valutato economicamente le opere necessarie per
realizzare tale accostamento a regola d’arte; non contiene elaborati grafici specifici, in
quanto trattasi di dettagli prettamente costruttivi, come tali da (incomprensibile) nel
corso dei lavori e non in sede progettuale.
Il condominio del civico 17 ha rotto il silenzio che ha sempre serbato nei confronti delle
richieste del Comune, comunicandoci di accettare un sopralluogo congiunto tra i propri
tecnici e quelli del Comune, che sta avvenendo in questi giorni; prima, a differenza del
civico 13, il 17 non aveva accettato i sopralluoghi.
La residenza temporanea che verrà realizzata prevede al piano terreno due sale comuni,
rispettivamente di 85 e 38 metri quadri. Nella convenzione stipulata col futuro
concessionario dell’opera da realizzare, si potrebbe inserire la clausola di rendere
disponibili tali locali anche per attività aperte alla comunità di quartiere. L’utilizzazione
a parcheggio dell’area era stata concessa dalla Civica Amministrazione a titolo
temporaneo, fino al completamento dell’iter progettuale per l’edificazione dell’area.
Le ragioni di destinazione ad housing sociale furono quelle di intercettare le varie
esigenze sociali, di breve o medio periodo, di chi necessita di soluzioni abitative
temporanee, con specifico riferimento all’emergenza abitativa, cercando di creare, se
possibile, un adeguato mix di presenze, in modo da garantire da un lato la sostenibilità
economica della gestione e dell’altro l’inclusione sociale delle fragilità. Da un punto di
vista tecnico, la proposta di riconversione a residenza permanente per disabili
presuppone lo stravolgimento, sia in termini progettuali che economici, di un progetto
già appaltato con congruo accorpo e quindi potrebbe generare onerose conseguenze: lo
sforamento delle tempistiche collegate ai fondi europei, che hanno finanziato in gran
parte la realizzazione del complesso di via Vagnone 15 in argomento, cioè PON Metro,
risorse che così verrebbero irrimediabilmente perse; lo scioglimento unilaterale da parte
della Città del contratto, con conseguente pagamento di cospicui indennizzi
all’appaltatore; la predisposizione di un ulteriore iter finanziario ad adeguamento delle
procedure di valutazione del rischio ambientale; la redazione di una nuova
progettazione e l’indizione di una nuova gara d’appalto con i connessi costi. La richiesta
di sopralluogo congiunto presso il civico 17, formulata per verificare lo stato di fatto
delle strutture confinanti e redigere dei verbali di constatazione prima dei lavori, è stata
non solo opportuna, ma addirittura doverosa, in quanto finalizzata sia allo svolgimento
dei lavori in sicurezza che alla tutela di quei condomini. Si ricorda che l’appaltatore ha
per legge l’onere di stipulare idonee polizze, per danni di esecuzione e responsabilità
civili presso terzi, che cautelano anche il condominio di via Vagnone 17; senza la
stesura della suddetta documentazione, gli eventuali danni subiti dai proprietari dello
stabile non avrebbero potuto essere appurati con immediatezza e quindi ristorati, se non
dopo le procedure più complesse e lunghe. Precisando che non esisteva all’epoca, e né
sussiste ora, alcun divieto di procedere a tali sopralluoghi a causa della pandemia in
atto, a fronte del permanere delle esigenze realizzative del pubblico interesse, si deve
ribadire che tali operazioni sarebbero state condotte con l’osservanza di tutte le regole
prescritte dalla normativa “Prevenzione e Salvaguardia della Salute”.
A piena riprova di quanto asserito, si osserva che la medesima richiesta di sopralluoghi
è stata accolta dalla proprietà di via Vagnone 13; si è quindi proceduto a eseguirli in
sicurezza presso le parti comuni e a ben nove alloggi, non risultando in proposito
lagnanze degli inquilini in merito al cattivo o mancato utilizzo di dispositivi.
Mette conto concludere che l’azione della Città si è quindi basata strettamente non solo
su canoni di pubblico interesse, come visto, ma anche sull’instaurazione di un dialogo
collaborativo con i due condomini adiacenti, via Vagnone 13 e 17, il quale ha ispirato la
presente interpellanza. Tale spirito però non è stato da quest’ultimo corrisposto in un
primo momento, stante il costante silenzio che quei proprietari hanno serbato a lungo.
Ora però, come dicevo, oggi pomeriggio si sta facendo un sopralluogo e quindi si
suppone che si possa interloquire anche con quell’immobile adiacente. Ho terminato,
grazie.

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