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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 15 Febbraio 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 15

Comunicazioni della Sindaca su “Sgombero dei senza fissa dimora”.
Interventi
CURATELLA Cataldo
La ringrazio, Presidente. Ringrazio la Sindaca Appendino per la risposta, che ci trova,
come Gruppo Azione, un po’ perplessi, nel senso che, sia in funzione di quello che ha
detto oggi la Sindaca, sia di quello che nella Commissione della settimana scorsa ha
detto l’Assessora Schellino, ci sono due grossi aspetti che emergono: il primo aspetto è
che non sembra la Città avere nessun tipo di stima, di idea, di valutazione su quanto sia
esteso numericamente il fenomeno dei senza fissa dimora; ci è stata presentata tutta una
serie di numeri, ma manca una stima di quante sono attualmente le persone che
potenzialmente, quindi, come diceva anche la Capogruppo Artesio in precedenza, qual è
la base, i benefici, qual è la domanda rivolta al Comune di Torino per affrontare questa
grave problematica. Nella Casa Comunale di Torino sono iscritte circa 5.300 persone,
sono tutte quante potenzialmente a rischio di dover essere servite dalla Città di Torino,
quindi di dover utilizzare i servizi forniti dalla Città di Torino, che attualmente, tra
accoglienza e inclusione, va a coprire circa 1.000 posti? Manca una stima dell’attuale
domanda, manca anche una stima delle previsioni su come questo fenomeno possa
ulteriormente estendersi in futuro. Il secondo aspetto che emerge - che anche adesso la
Sindaca Appendino ha presentato i numeri - è che circa dei circa 8,6 milioni che la Città
ha utilizzato per attività di accoglienza e inclusione, più del 60% sono rivolti
all’accoglienza, ma per quello che riguarda l’inclusione sociale, ovvero progetti di
inserimento sociale e lavorativo, siamo a delle cifre che sono inferiori al milione, perché
in quei 959.000 euro è anche compresa tutta la parte legata alle mense benefiche e
progetti di sostegno alimentare. Quindi manca una visione che non sia solo “Assistiamo
puntualmente le necessità”, ma predisporre, progettare dei percorsi di inclusione
lavorativa e quindi investire in questi percorsi, aumentando la possibilità di poter dare
un nuovo futuro a queste persone, che non è che si divertono, che troppo spesso
purtroppo alcuni componenti di questa Amministrazione hanno molto semplicemente
raffigurato come malfattori, pregiudicati, l’ultima volta si è parlato, appunto, che sono
dei pregiudicati, prima ancora “fanno parte del racket”. Bisogna anche capire, quali
sono le diverse situazioni? Quali sono le problematiche che possono avere queste
tipologie di persone? Mancano delle risposte da questo punto di vista. Quindi, credo
che, dal punto di vista della politica, quello che è necessario per la Città di Torino sia
innanzitutto capire qual è l’impatto del fenomeno, quindi quante sono potenzialmente le
persone che sono a rischio attualmente e che in futuro potrebbero essere a rischio,
quindi, numericamente: questo numero non c’è da nessuna parte. Secondo aspetto: è
necessario che la Città investa in modo particolare nei progetti di inclusione sociale e
lavorativa, e non soltanto in progetti di mera accoglienza. Grazie.

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