Interventi |
TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. A me spiace che né la Sindaca né l’Assessora abbiano voluto spiegare le motivazioni che hanno determinato un’operazione così eclatante come lo sgombero dei senza fissa dimora avvenuto giovedì 4 febbraio scorso. E uso volutamente questo termine, “sgombero”; è un termine che si addice alle cantine più che alle persone, ma perché così si è agito: si è voluto rimuovere persone e spazzare via le loro coperte e i loro cartoni, esattamente come si fa quando bisogna pulire un locale, quando bisogna pulire un sottoscala. Anche quest’atto di gettare via le coperte, dover spazzare tutto, l’idea di pulire, di nascondere tutta la polvere sotto il tappeto... Ecco, io credo si stiano confondendo le questioni del decoro urbano con quelle che sono invece delle fragilità umane che, in un momento come questo, un momento particolare come una fase pandemica stanno affliggendo nuove fasce di cittadini, nuove fasce di vulnerabilità. Purtroppo, è di questa mattina la notizia di un senza fissa dimora morto in un dehors di corso Re Umberto, una persona che aveva un lavoro, aveva una macchina, aveva una sua posizione, ha perso tutto ed era costretto a morire nel dehors e non voleva andare a dormire nei dormitori; “per scelta sua”, si dirà... certo, per scelta sua. Ma io credo che la questione non si possa semplicemente ascrivere, come ha fatto il Comandante dei Vigili, ad una questione di elemosina. Allora, la questione dei mendicanti è quella che richiede una città, come dice l’Arcivescovo, una società capace di umanità e io vorrei che la mia città fosse capace di dare in questo momento maggiore livello di umanità. Discuteremo di questo più avanti, ci è stato detto che… (voci sovrapposte)… TRESSO Francesco Credo si sia persa un’occasione per dare consecutivamente a quello che era successo una spiegazione, perché non possiamo attendere delle risposte rispetto a fatti di tale gravità. Grazie. |