Interventi |
POLLICINO Marina Grazie, Presidente. Con questa delibera si approva uno strumento, il Progetto Unitario di Riqualificazione della Cavallerizza, sulla base della scheda 29 del Piano Regolatore Generale vigente. La discussione in Commissione, il 10 e il 17 dicembre scorsi, non era stata considerata da molti tra Consiglieri e cittadini esaustiva, in quanto dovevano essere approfonditi alcuni aspetti rilevanti che analizzerò in seguito. Il colpo di mano della Sindaca di applicare l’articolo 35 del Regolamento e di portare la proposta direttamente in Aula è espressione di una chiara volontà di sottrarre alla cittadinanza la possibilità di poter incidere sull'atto finale di un percorso che si conclude amaramente con la vendita della Cavallerizza. A nulla sono valsi gli importanti contributi raccolti in Commissione da parte di soggetti portatori di interessi diffusi che hanno evidenziato aspetti di rilevante criticità e che qui vorrei almeno citare e che potrebbero minare la fondatezza dell’atto in discussione. Il PUR si fonda su quanto prevede la scheda 29 del PRG vigente. Quella scheda è frutto dell’approvazione della Variante parziale numero 217 del gennaio 2011 che azzera la prevalente destinazione pubblica della Cavallerizza. Presupposto della Variante 217 è un decreto dell’agosto 2005 della Soprintendenza che autorizza l’alienazione del complesso e fissa le destinazioni d’uso e i tempi di intervento ammessi sugli edifici. Quel decreto potrebbe essere dichiarato inefficace perché non considera o non tiene conto dell’iscrizione della Cavallerizza nel Patrimonio UNESCO, nel sito seriale residenze sabaude con altri 21 siti: da Palazzo Reale, a Stupinigi, fino a Pollenzo. Se dovesse decadere la tutela UNESCO, anche solo su una di queste residenze, anche tutte le altre verrebbero cancellate dal Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La relazione del febbraio 2017 di ICOMOS, L’Organismo Tecnico Indipendente Unesco di Parigi è fondamentale per stabilire se le destinazioni d’uso previste dal PUR siano coerenti o meno con l’iscrizione di Cavallerizza Reale nel patrimonio UNESCO. Da una puntuale lettura della relazione, nota anche al Comune di Torino, si evince in modo palese che l’intero complesso deve caratterizzarsi per una destinazione e fruizione pubblica, non episodica, né occasionale, neppure frutto di quei meccanismi di accordi tra soggetti pubblici e privati dove, invece della gratuità dell’uso garantito al pubblico, questo viene esercitato a fronte di un corrispettivo. Chi sono i soggetti fruitori finali che beneficiano dell’approvazione del PUR? Non certo i cittadini, perché per la grande maggioranza in percentuale gli spazi sono utilizzati a destinazioni private. Solo una minima parte, limitate ai piani terreno delle parti di CTT Srl, sono adibite ad usi pubblici. Ma noi ben sappiamo cosa può significare uso pubblico, un’elegante definizione con cui si maschera una destinazione che nominalmente è a servizi pubblici, ma che in realtà può prevedere l’insediamento di attività di somministrazione o altri servizi alla persona. Viene meno quindi la destinazione di polo culturale dichiarato dall’Assessore competente, laddove verifichiamo che il PUR è sostanzialmente destinato a operatori privati con destinazioni d’uso in larga parte private, dal ricettivo, al terziario, al direzionale. Un vero polo culturale alla Cavallerizza si sarebbe potuto attuare all'interno di una visione progettuale che avesse superato lo smembramento in atto, ad esempio, faccio un esempio, con la previsione di una bibliomediateca di vaste dimensioni che per la sua collocazione in una posizione ad elevata accessibilità, prossima all’Università, all’Accademia delle Belle Arti, al Conservatorio e alle principali istituzioni culturali della Città, potrebbe, a buon ragione, costituire il centro di un polo culturale pubblico. Per la sua realizzazione si potrebbe pensare a decartolarizzare la parte di CTT s.r.l. in Cavallerizza, cartolarizzando parti di immobili della Città inutilizzati. Per non parlare dei fondi europei che soprattutto con l’utilizzo delle risorse del Recovery fund potrebbero atterrare su tale progetto. Ovviamente per tutto questo sarebbe necessaria una precisa volontà politica in tal senso. L'ultimo punto riguarda gli oneri di costruzione… POLLICINO Marina Sì, sto concludendo. A carico dei soggetti attuatori. Le nuove destinazioni previste nel PUR non sono considerate cambi di destinazione d’uso rispetto a quelle esistenti e da qui nasce la mia perplessità di capire se questa modalità attuativa determinerebbe un rilevante minore introito per il bilancio nel caso in cui venissero considerati cambi d’uso a tutti gli effetti. È stata condotta una riflessione in tal senso? Purtroppo, alla luce di quanto esposto, possiamo solo prendere atto che la volontà della Giunta e della Maggioranza è quella di approvare il PUR per consentire la vendita a privati della Cavallerizza e lo dimostra il video appena girato sui social. POLLICINO Marina Sì, ho terminato. Con il quale sembra quasi che la Maggioranza cerchi di giustificare a priori le decisioni che si appresta ad assumere in Sala Rossa oggi, ma si sa: excusatio non petita, ca va sans dire. |