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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 1 Febbraio 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-02459
PROGETTO UNITARIO DI RIQUALIFICAZIONE (P.U.R.) RELATIVO AL COMPLESSO DELLA CAVALLERIZZA REALE PREVISTO DALLA SCHEDA NORMATIVA AT N. 29 DELLE N.U.E.A. DI P.R.G. - APPROVAZIONE.#2+1+5# PGC 401/2021
Interventi
TRESSO Francesco
Grazie, Presidente. La vicenda della Cavallerizza ci ha accompagnato in tutti questi
cinque anni di consiliatura e devo dire che l'epilogo che oggi si che verifica non è quello
che probabilmente ci si aspettava da parte di quest’Amministrazione, che non per nulla
oggi dimostra una frattura all’interno anche dei Consiglieri di Maggioranza. Dico
questo perché io ho preso parte fin dall'inizio a quegli incontri, a dire il vero un po'
sbrigativi, che credo inizio 2017 avevano avviato un percorso che voleva essere
partecipativo, all’epoca con alcuni incontri condotti dall’Assessore Montanari che aveva
poi chiuso questo ciclo mi sembra di qualche incontro, dicendo che lui avrebbe prodotto
tre paginette in cui definiva qual era la possibilità di concludere un processo che
avrebbe davvero coinvolto in una fase partecipativa tutti gli attori. Era sembrato fin da
subito un po' velleitario e forse superficiale questo tipo di approccio e devo dire che la
grande pecca di quest’Amministrazione è stata di non prendere poi mano seriamente
questo tipo di percorso, che viceversa avrebbe potuto coinvolgere probabilmente tutti i
partner istituzionali che di cultura si occupano a livello torinese in un processo
realmente di elaborazione di un progetto forte, un progetto forte, un progetto di
rilevanza sicuramente europea. Però sicuramente l'Amministrazione si è resa conto che
un conto è stare all'opposizione e un conto è trovarsi a governare, quindi capire anche
come in una situazione finanziaria sicuramente complessa, ma occuparsi degli oltre
40.000 metri quadri di Cavallerizza con i costi necessari per ricomprare quando serviva
per comprare dal Demanio e decartolarizzare quando era stato cartolarizzato, e quindi
insomma si parlava di cifre inferiori ai 17-18 milioni, più tutto quello che era invece
necessario per ripristinare, rifunzionalizzare tutti quegli spazi erano cifre sicuramente
importanti e quindi si strette fermi. Io credo di aver provveduto insieme ad altri
Consiglieri, ma io in prima persona, a fare almeno tre interpellanze in cui evidenziavo
uno stato tra l'altro di occupazione che in situazioni di sicurezza molto precarie, questo
spaventava in una Città come quella di Torino che ha vissuto tragedie come il Cinema
Statuto e poi ancora in tempi più recenti piazza San Carlo e quant'altro, e viceversa
l’Amministrazione ha sempre voluto, in particolare l’Assessore all'epoca Montanari fare
un po’ orecchie da mercante su questo, si voleva soprassedere. Però in tutto ciò invece
si fosse cercato di portare avanti un processo che faceva di quello che dovevano essere i
requisiti, che poi penso si possano riassumere sostanzialmente nel fatto che si volesse
fare un polo realmente dedicato unitariamente alla cultura, e che quindi su questo ci
fosse un confronto aperto, laico che coinvolgesse davvero le istituzioni per capire anche
cosa fosse la volontà della Città. Io poi, come penso di aver dato più volte esempio in
questi anni di consiliatura, non sono contrario ad un partenariato pubblico-privato
purché il pubblico abbia la sua funzione di regolazione, di indirizzo. In questo modo
invece abbiamo assistito nel tempo a un progressivo nulla concludere, un po' di ignavia
direi anche su questo tema, che ha parlato poi a quello che sappiamo, a seguito
dell'ennesimo incidente, l'ennesimo incendio, il Prefetto a dover intervenire di autorità,
lo sgombero che per fortuna si è condotto anche secondo criteri assolutamente
tranquilli, a una trattativa con quelle parti che avevano avuto un ruolo importante
sicuramente anche nel riposizionare la necessità di un ruolo realmente pubblico di
questo bene di una capacità anche di produrre un certo tipo di cultura che sicuramente
hanno avuto un ruolo io trovo importante anche nel dialogo e nel dibattito, però poi se
non ci sono tempi che la politica sa darci, se non ci sono soluzioni che la politica sa
dare, cosa succede che poi le cose precipitano. A me spiace che in tutto ciò la Città
abbia avuto un ruolo molto secondario, molto poco proattivo, molto di subordine
rispetto a quello che poi sono state invece iniziative portate avanti da altri, ma su cui poi
è difficile tornare indietro, è difficile non dare risposte quando mancano capacità di
elaborazione come in questo modo. Ora, credo che per esempio ci potesse essere la
possibilità di valutare come far fronte con un Piano Economico Finanziario a quanto era
necessario per la decartolarizzazione e per il ripristino con un sistema anche di affitti, di
affitti ovviamente intesi a quei soggetti che potevano avere una partecipazione proprio
perché si occupano di cultura in senso ampio: dall’Università, ai teatri, a tutto quanto
potesse essere verificabile con quelle che sono, come dicevo prima, le istituzioni che di
questo si occupano. Però questo fu fin da subito accantonato, non si pensò che invece
fosse un progetto forte e che la Città poteva coordinare, non farsene carico in prima
persona, poteva arrivare ad avere un progetto di una certa consistenza, coordinandolo e
poi andare istituzionalmente a parlare con le banche, a parlare con le fondazioni per
capire se questo poteva essere visto come un progetto di fattibilità economica
finanziaria sostenibile, robusto, eccetera, ma non si intese invece spendere proattività su
questo, si preferì andare avanti con questo discorso dei Beni Comuni che poi di fatto
cosa ha prodotto, prodotto che siamo di nuovo al punto di partenza. Ecco, io temo che
questa sia un po' una sconfitta per tutti, ma non voglio fare polemica sul Gruppo di
Maggioranza, ma è stato davvero una mancanza di un confronto un pochino più capace
di ascoltare anche quelle che erano le città, però coordinando con un'iniziativa forte, con
una visione concreta e reale di quello che potesse essere l'obiettivo da raggiungere. Oggi
ci troviamo in questa situazione. Io credo che sia necessario comunque andare avanti e
quindi questo PUR che sicuramente apre delle le possibilità concrete di procedere,
anche se viene meno rispetto a quello che potevano essere degli obiettivi che all'epoca
io anche avevo condiviso come volontà di poter avere una maggiore unitarietà di intenti
nel vedere quello che è la nuova possibilità di dare a questo complesso di natura unica
una forte vocazione molto più mirata e molto più definita in cui la Città avesse un ruolo
più importante, insomma, mi spiace perché davvero è stata un po' una vicenda che ha
avuto dei tempi non compatibili e soprattutto delle soluzioni non ben valutate fin
dall'inizio, che potevano essere perseguite con maggior forza, con maggior impegno e
questo credo che paghi scotto oggi. Io annuncio che la mia posizione sarà quella di
votare positivamente la delibera in sede finale e non mi esprimo sul fatto della
mancanza di, diciamo di democrazia se vogliamo, nell'avere accorpato gli emendamenti.
Io li ho letti, in parte devo dire che erano sicuramente anche difficilmente ascrivibili a
puri emendamenti di opposizione, erano sicuramente di merito. Questo forse denota
però il fatto che, come dicevo, la lacuna viene prima, la carenza è stata quella propria di
un dibattito, di una capacità di confronto che fosse maggiormente capace di coinvolgere
in maniera migliore tutte quelle che erano delle sensibilità diverse. Oggi siamo qui,
credo che valga la pena procedere speditamente perché la politica deve saper dare anche
soluzioni che nei tempi siano compatibili. Grazie.

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