Interventi |
PAOLI Maura Grazie, Presidente. Questa non è la situazione per la quale avrei voluto dibattere in Aula della Cavallerizza Reale. Dal mio punto di vista è sconfortante essere arrivati oggi a discutere una delibera che di fatto porta avanti il progetto della scorsa Amministrazione, un progetto contro il quale abbiamo combattuto facendo delle promesse, prendendo dei voti di cittadini che hanno creduto in quella promesse. Oggi ci troviamo di fronte allo stesso progetto. L’Assessore Iaria ha cercato di fare un po' di restyling accontentando anche qualche cittadino, diverso da quelli a cui facevo riferimento prima, andando al sodo, sa anche lui che non è quello per cui abbiamo lottato. Vedendo però l'approccio che fin qui è stato usato dalla Giunta, dal mio Gruppo politico, credo sia importante oggi fare un po' di storia, perciò volevo leggervi un pezzo di questa storia raccontata direttamente dall'Assemblea Cavallerizza 14.45, ovvero da chi questo bene lo conosce e lo segue da anni. La storia della liberazione di un bene comune dall'abbandono e dalla mala gestione dell'Amministrazione comunale torinese. Nel maggio 2014 un gruppo di cittadini denominatosi poi Assemblea Cavallerizza 14.45, dall’orologio fermo sulla facciata, ha riaperto questo luogo quasi sconosciuto ai torinesi e alla cittadinanza per poterlo godere e conoscere. La Cavallerizza Reale, insieme ad altre 22 residenze, è iscritta tra i beni UNESCO dal 1997, un bene che deve rimanere pubblico affinché non solo i cittadini di oggi, ma anche le generazioni di domani possano continuare a goderne. Costruita tra il 1740 e il 1742 da Benedetto Alfieri, la Cavallerizza è stata per quasi dieci anni anche sede del Teatro Stabile di Torino e di Festival culturali, funzione che ha permesso alla cittadinanza di considerarlo luogo della cultura. Nel 2009 il Comune con il bilancio paurosamente in passivo per gli enormi debiti lasciati dalla precedente Amministrazione, pur sempre dal PD, decide di vendere la Cavallerizza alla CTT, società di cartolarizzazione della Città di Torino, società di cui il Comune stesso è socio unico. Questo abile gioco da un lato sanifica il bilancio comunale, dall'altro aprì l'ennesimo debito con Intesa Sanpaolo, l’imperativo dal 2009 ad oggi è stato quindi vendere ad ogni costo, a qualsiasi prezzo, a qualsiasi privato. Diverse delibere vengono approvate per azzerare le tutele a cui il compenso è sottoposto e per renderlo così più appetibile agli investitori. Le idee sono molte e sempre le stesse: appartamenti di lusso, negozi, alberghi. A dicembre 2013 il Teatro Stabile di Torino lascia per tagli e mancati finanziamenti la Cavallerizza Reale. La notizia dello stato di abbandono anche dei teatri provoca una forte reazione anche nella cittadinanza, un gruppo di compagni teatrali divulga un appello per un'assemblea davanti alle porte del Maneggio Alfieriano. Dal 23 maggio 2014 ad oggi molte cose sono state fatte: nel 2014 a luglio è stato organizzato un'assemblea cittadina nel cortile della Cavallerizza, invitando Consiglieri Comunali e Sindaco, all'assemblea hanno partecipato più di 400 persone, diversi Consiglieri, dimostrando che il desiderio e la determinazione della Città a pretendere un futuro diverso dal degrado per il complesso della Cavallerizza. A fine agosto in una serata che sapeva ancora d'estate, mentre la musica jazz suonava nei cortili, un incendio divampava all’interno del circolo beni demaniali. L'incendio è risultato doloso innescato da cherosene a quanto pare. Dopo un atto di tale barbarie ci aspettavamo l'appoggio e la solidarietà delle istituzioni, eppure le stesse istituzioni che dovrebbero tutelare la cittadinanza guardavano Assemblea Cavallerizza con diffidenza, quasi a dare credito alle inverosimili ipotesi che l’occupazione volesse autoincendiarsi ed autosgomberarsi. Nei mesi successivi mentre l'Amministrazione continuava nel suo silenzio, l'assemblea creava nella Cavallerizza uno spazio di cultura accessibile ed eterogeneo: teatro, musica, installazioni, performances, art… PAOLI Maura Sì, concludo. Arrivo al punto. A settembre l’artista Mauro Cuppone del MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, città meticcia, di via Prenestina, ha realizzato l’istallazione “not here”, “not here”, non qui è una gigantesca X gialla che è stata studiata e pensata per essere vista nelle mappe di Google Heart. Sono croci bersaglio che vogliono dire non demolire, non sgomberare, una croce gialla, per eccellenza il colore della segnaletica d’urgenza, che serve a rendere visibile un luogo, come nelle mappe del tesoro, nello specifico un posto marginale che vale la pena di scoprire e difendere. Grazie. |