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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 1 Febbraio 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-02459
PROGETTO UNITARIO DI RIQUALIFICAZIONE (P.U.R.) RELATIVO AL COMPLESSO DELLA CAVALLERIZZA REALE PREVISTO DALLA SCHEDA NORMATIVA AT N. 29 DELLE N.U.E.A. DI P.R.G. - APPROVAZIONE.#2+1+5# PGC 401/2021
Interventi
PAOLI Maura
Grazie, Presidente. Questa non è la situazione per la quale avrei voluto dibattere in Aula
della Cavallerizza Reale. Dal mio punto di vista è sconfortante essere arrivati oggi a
discutere una delibera che di fatto porta avanti il progetto della scorsa Amministrazione,
un progetto contro il quale abbiamo combattuto facendo delle promesse, prendendo dei
voti di cittadini che hanno creduto in quella promesse. Oggi ci troviamo di fronte allo
stesso progetto. L’Assessore Iaria ha cercato di fare un po' di restyling accontentando
anche qualche cittadino, diverso da quelli a cui facevo riferimento prima, andando al
sodo, sa anche lui che non è quello per cui abbiamo lottato. Vedendo però l'approccio
che fin qui è stato usato dalla Giunta, dal mio Gruppo politico, credo sia importante
oggi fare un po' di storia, perciò volevo leggervi un pezzo di questa storia raccontata
direttamente dall'Assemblea Cavallerizza 14.45, ovvero da chi questo bene lo conosce e
lo segue da anni. La storia della liberazione di un bene comune dall'abbandono e dalla
mala gestione dell'Amministrazione comunale torinese. Nel maggio 2014 un gruppo di
cittadini denominatosi poi Assemblea Cavallerizza 14.45, dall’orologio fermo sulla
facciata, ha riaperto questo luogo quasi sconosciuto ai torinesi e alla cittadinanza per
poterlo godere e conoscere. La Cavallerizza Reale, insieme ad altre 22 residenze, è
iscritta tra i beni UNESCO dal 1997, un bene che deve rimanere pubblico affinché non
solo i cittadini di oggi, ma anche le generazioni di domani possano continuare a
goderne. Costruita tra il 1740 e il 1742 da Benedetto Alfieri, la Cavallerizza è stata per
quasi dieci anni anche sede del Teatro Stabile di Torino e di Festival culturali, funzione
che ha permesso alla cittadinanza di considerarlo luogo della cultura. Nel 2009 il
Comune con il bilancio paurosamente in passivo per gli enormi debiti lasciati dalla
precedente Amministrazione, pur sempre dal PD, decide di vendere la Cavallerizza alla
CTT, società di cartolarizzazione della Città di Torino, società di cui il Comune stesso è
socio unico. Questo abile gioco da un lato sanifica il bilancio comunale, dall'altro aprì
l'ennesimo debito con Intesa Sanpaolo, l’imperativo dal 2009 ad oggi è stato quindi
vendere ad ogni costo, a qualsiasi prezzo, a qualsiasi privato. Diverse delibere vengono
approvate per azzerare le tutele a cui il compenso è sottoposto e per renderlo così più
appetibile agli investitori. Le idee sono molte e sempre le stesse: appartamenti di lusso,
negozi, alberghi. A dicembre 2013 il Teatro Stabile di Torino lascia per tagli e mancati
finanziamenti la Cavallerizza Reale. La notizia dello stato di abbandono anche dei teatri
provoca una forte reazione anche nella cittadinanza, un gruppo di compagni teatrali
divulga un appello per un'assemblea davanti alle porte del Maneggio Alfieriano. Dal
23 maggio 2014 ad oggi molte cose sono state fatte: nel 2014 a luglio è stato
organizzato un'assemblea cittadina nel cortile della Cavallerizza, invitando Consiglieri
Comunali e Sindaco, all'assemblea hanno partecipato più di 400 persone, diversi
Consiglieri, dimostrando che il desiderio e la determinazione della Città a pretendere un
futuro diverso dal degrado per il complesso della Cavallerizza. A fine agosto in una
serata che sapeva ancora d'estate, mentre la musica jazz suonava nei cortili, un incendio
divampava all’interno del circolo beni demaniali. L'incendio è risultato doloso innescato
da cherosene a quanto pare. Dopo un atto di tale barbarie ci aspettavamo l'appoggio e la
solidarietà delle istituzioni, eppure le stesse istituzioni che dovrebbero tutelare la
cittadinanza guardavano Assemblea Cavallerizza con diffidenza, quasi a dare credito
alle inverosimili ipotesi che l’occupazione volesse autoincendiarsi ed autosgomberarsi.
Nei mesi successivi mentre l'Amministrazione continuava nel suo silenzio, l'assemblea
creava nella Cavallerizza uno spazio di cultura accessibile ed eterogeneo: teatro,
musica, installazioni, performances, art…

PAOLI Maura
Sì, concludo. Arrivo al punto. A settembre l’artista Mauro Cuppone del MAAM, Museo
dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, città meticcia, di via Prenestina, ha realizzato
l’istallazione “not here”, “not here”, non qui è una gigantesca X gialla che è stata
studiata e pensata per essere vista nelle mappe di Google Heart. Sono croci bersaglio
che vogliono dire non demolire, non sgomberare, una croce gialla, per eccellenza il
colore della segnaletica d’urgenza, che serve a rendere visibile un luogo, come nelle
mappe del tesoro, nello specifico un posto marginale che vale la pena di scoprire e
difendere. Grazie.

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