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LO RUSSO Stefano Credo che ce ne metterò meno. Oggi arriva in Aula, finalmente aggiungiamo, il Piano di Rigenerazione e Riqualificazione del complesso della Cavallerizza, uno dei progetti di riqualificazione più importanti dell’Amministrazione, che fin d’ora, possiamo dire senza alcun dubbio, condividiamo, e anzi ad onor del vero riteniamo che il percorso che è stato fatto ha portato alcuni miglioramenti, questo va dato atto, rispetto alla vecchia versione che veniva citata è stata più e più volte evocata durante questi anni ormai del Piano della Cavallerizza a suo tempo fatto dall'Amministrazione precedente. A onor del vero, miglioramenti che si sono resi necessari anche in virtù di un'evoluzione di un quadro generale piuttosto articolato e complesso, relativamente a quelli che potevano essere gli stakeholder interessati a collaborare con il Demanio, con noi, come Città di Torino, alla rigenerazione e alla riqualificazioni di uno dei complessi culturali più importanti d'Europa e sicuramente in prospettiva e auspichiamo, speriamo davvero, uno dei cuori pulsanti dell'attività culturale della nostra città. Resta un rammarico, rammarico che questa impostazione, che noi siamo disponibili a riconoscere a chi oggi porta in Aula questa deliberazione, non ha un carattere di reciprocità quantomeno nel riconoscimento, nel senso che è del tutto evidente che, come impostazione generale, questo Piano di Riqualificazione segue sostanzialmente quello precedente. Riconosciamo che ci sono stati dei miglioramenti, alcune integrazioni, alcune lievi modifiche che riteniamo comunque compatibili con il quadro d’insieme e in questi termini abbiamo approcciato una discussione che, secondo noi, avrebbe dovuto essere sviluppata fin dall'inizio di questa vicenda, perché nessuno aveva la pretesa di avere la verità infusa, ma attaccare frontalmente un'impostazione di trasformazione urbana, com’è stato fatto in questi cinque anni e poi arrivare cinque anni dopo con un'impostazione sostanzialmente strutturalmente analoga, lascia un po' l'amaro in bocca per tutto il tempo perso che oggettivamente alla fine per cui Torino avrebbe potuto oggi già avere la Cavallerizza pienamente operativa e poterne apprezzare le bellezze architettoniche e in qualche modo gli usi di carattere culturale. Purtroppo la nostra Sindaca è rimasta un pochino ostaggio di un'ala un po' ideologica che ha affrontato questa questione in maniera simbolica, ormai, perché la Cavallerizza è diventata un simbolo al punto tale che diventa quasi incomprensibile cogliere quelli che sono gli elementi, se vogliamo di fondo, che impediscono, io aggiungo all'unanimità, al Consiglio comunale di votare questo provvedimento, perché credo davvero che tutto quello che era stato, che è stato possibile mettere in campo è stato messo. Da un lato l'esigenza di garantire una sostenibilità economica alla trasformazione urbana, l’insediamento di funzioni di pregio, di funzioni urbane rilevanti, di istituzioni importanti di questa Città che auspichiamo, come dire, abbiamo ancora voglia di credere in questo grande progetto in cui noi abbiamo sempre creduto; e dall'altro una legittima e giusta esigenza di una comunità che è stata una comunità attiva e che ha anche posto - quando si è posta in maniera corretta e nel rispetto di quelle che sono le regole democratiche - anche in maniera intelligente relativamente all'esigenza di avere uno spazio da adibire alla cultura che fosse in qualche modo non vincolato ad una programmazione culturale dell'Assessorato, ma invece decisamente più libera di potersi esprimere. Si poteva fare questa discussione con tutti altri toni già nel 2017, non era il caso di arrivare al 2021 e invece purtroppo la Cavallerizza, e qui, non me ne voglia Sindaca Appendino, la responsabilità è sostanzialmente sua, è stata gestita inizialmente dal già Vicesindaco Guido Montanari, che fondamentalmente ha, di fatto, non gestito politicamente la partita, anzi in molti casi ha remato contro e poi è stato sostituito dal buon Iaria, il quale, io lo ricordo bene, in alcuni passaggi quand'era in Consiglio comunale, ho un fotogramma, che è passato alla storia, di lui che tira via un cassetto e spiega che non c'erano i progetti quando si è insediata quest’Amministrazione e che oggi invece in veste iperistituzionale porta all'attenzione del Consiglio comunale una deliberazione, dicevamo, che è estremamente importante. Quindi, sotto il profilo del contenuto noi, pur non condividendo alcuni aspetti che sono poi, condividendone nel dettaglio, ecco, alcuni aspetti compositivi o se vogliamo in generale di riallocazione di alcuni spazi, riteniamo questa deliberazione e il piano che verrà deliberato dal Consiglio comunale un buon piano su cui lavorare e, aggiungo, sicuramente un buon piano da presentare agli investitori istituzionali che si sono già rappresentati e palesati che hanno interesse ad aiutare la Città a far rivivere quel luogo. Sotto il profilo dell’impostazione invece politica, qui dico cose forse di minore interesse per i cittadini, ma che riguardano forse più le questioni legate alla politica d'Aula, noi abbiamo valutato e ritenuto di…, quando ci è stato sostanzialmente chiesto di collaborare con una parte della Maggioranza nel bloccare l'ostruzionismo di una parte delle Minoranze, abbiamo sostanzialmente chiesto due cose: la prima quella che ci fosse un appello pubblico da parte della Sindaca di richiedere politicamente il sostegno delle Minoranze nell'interesse della Città, mettendo per una volta l’interesse collegiale e collettivo dei torinesi davanti all'interesse del Movimento 5 Stelle; e la seconda cosa è che ci fosse analoga presa d'atto, rispetto a quella che abbiamo fatto noi, che l’impostazione era di fatto strutturata esattamente in analogia a quello che poteva essere il cosiddetto vecchio piano, il vecchio PUR Cavallerizza. Su questo secondo aspetto non abbiamo ricevuto alcuna manifestazione, né pubblica, né privata, e quindi, nonostante questo, il Partito Democratico voterà a favore della deliberazione. Abbiamo valutato di non comprimere la possibilità di esprimere una legittima forma di ostruzionismo da parte di altri colleghi per due fondamentali ragioni: la prima perché dopo cinque anni, non erano in cinque anni una settimana in più che avrebbero spostato più di tanto le questioni, ma poi anche per una questione, come dire, mi si passi il termine, deontologica tra forze di Minoranza che ovviamente devono poter esercitare tutte le prerogative che ritengono e, aggiungo, noi l’abbiamo fatto pur non condividendo nulla del merito di quello che è stato presentato dal collega Carretto o da altri Consiglieri. Tanto per essere chiari, abbiamo una concezione dell’istituzione che deve in qualche modo evitare di costruire e preconfigurare azioni lesive del diritto di fare ostruzionismo da parte di alcuni altri colleghi. Ribadisco, pur nel merito: a) non condividendo niente del contenuto degli emendamenti del Consigliere Carretto, cito lui, ma ovviamente non me ne voglia, ma per citare tutti i firmatari, b) condividendo la delibera, abbiamo ritenuto di non sottoscrivere né la mozione di accorpamento e aggiungo non parteciperemo né alla discussione, né alle votazioni sui singoli emendamenti. Prendiamo atto che, invece, la Destra si è prestata a un discorso diverso; abbiamo preso atto che la Lega, Forza Italia e altre liste di Destra hanno fatto l'accordo con il Movimento 5 Stelle per sottoscrivere la mozione di accorpamento, diciamo così che, lecito, ci manca ancora, siamo in politica e vale tutto, ci teniamo però a sottolineare il nostro diverso comportamento nei confronti dei colleghi delle Minoranze da cui, ripeto, ci distanzia in maniera siderale il merito con il contenuto. Questo, a onor del vero, era utile dirlo in conclusione, cioè che il Gruppo del Partito Democratico per queste ragioni che ho provato a esporre non parteciperà a nessuna, non interverrà, anche se immagino verrà provocato, tirato per la giacca, personalmente, il PD, perché siamo veramente l'oggetto del contendere sempre, e non parteciperà a nessuna delle votazioni sugli accorpamenti; mentre invece parteciperà e voterà convintamente alla deliberazione, in ultima analisi quando questa deliberazione arriverà alla votazione finale. Rientra nelle regole… ultima cosa che dico. Rientra nelle regole democratiche fare ostruzionismo, rientra nelle prerogative della Maggioranza e del nostro Regolamento cercare di limitare l’ostruzionismo, ovviamente queste regole presuppongono accordi politici. Rilevo il fatto che il Movimento 5 Stelle, invece che cercare un'intesa, e ho spiegato quali erano i parametri dell’intesa con il Partito Democratico, ha preferito accordarsi con la Lega Nord e con Forza Italia. Sono scelte politiche, ma è giusto che lasciamo a verbale questa decisione, perché la ritengo piuttosto significativa per le parole che ogni tanto mi capita di dover sentire o leggere quando si danno lezioni di demo… LO RUSSO Stefano Quando si danno lezioni di che cos'è la Sinistra. Ecco, forse noi abbiamo una concezione sia della democrazia, che dell'istituzione, di che cosa è Destra e cos’è Sinistra un pochino diversa. Grazie, Presidente. |