Interventi |
SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Buongiorno. Per affrontare il tema oggetto delle polemiche degli ultimi giorni occorre innanzitutto sgomberare il campo da un possibile equivoco. Nessuno in questa Città pensa che il dono… SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Mi sentite male? Provo a tenere più vicino alla bocca il… Così è meglio? SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Okay, grazie. Dicevo, il punto che ci tocca ancora una volta chiarire, come peraltro fatto in varie Commissioni Consiliari e di Circoscrizione, è invece il fatto che per alcune persone, non tutti, ricevere offerte in denaro, nel caso in cui la quantità sia abbastanza consistente, possa essere un deterrente all’accettazione di un percorso di ritorno all’autonomia, che passa attraverso la presa in carico del Servizio Adulti in Difficoltà, la collocazione temporanea in dormitorio o in progetti di autonomia, incluso l’Housing First, e la ripresa di quella fiducia in se stessi e nella comunità che sono indispensabili per uscire dalla situazione di vita in strada. La collocazione in una via centrale, sotto i portici, consente indubbiamente una visibilità e una capacità di raccolta piuttosto consistenti. Spesso riceviamo richieste da parte di commercianti del centro, che chiedono che la Città intervenga in termini di decoro e che, dal momento che cambiano le monete in banconote, hanno una capacità piuttosto precisa di stimare la raccolta. È chiaro che non c’è di per sé nulla di male e che chiunque è libero di dare quello che vuole, quanto vuole e a chi vuole, ma non possiamo non segnalare che non è infrequente che le stesse persone che donano si rivolgano alle istituzioni chiedendo in modo piccato il ripristino del decoro. È per questo che è onesto intellettualmente dire che l’ostinazione a non spostarsi da alcuni spazi è determinata anche, non sempre, da una rendita di posizione che garantisce una raccolta di fondi. Poi, come sempre, la complessità non è così facile da spiegare, ci sono storie di sofferenza, di malattia, di dipendenza, storie che hanno portato una persona a rifiutare un percorso di integrazione, ma il denaro, che spesso ci scarica la coscienza in pochi secondi, a volte non fa del bene alle persone. Altro è il lavoro dei volontari, la costruzione di una relazione, sostituire una maglia sporca da buttare con una pulita, portare un piatto caldo quando proprio non si riesce a convincere la persona a recarsi presso una mensa. Questo è quello che fanno i molti volontari, che, coordinandosi con i Servizi della Città, cercano ogni giorno di rendere la vita di chi sta in strada meno dura e possibilmente di togliere dalla strada il maggior numero possibile di persone. Dal punto di vista del diritto a un reddito, per chi non ha nulla, vorrei ricordare che il Reddito di Cittadinanza è anche per chi non ha una dimora, salvo naturalmente la quota di contributo all’affitto, e i Servizi cercano di aiutare i senza dimora percettori di Reddito di Cittadinanza a trovare anche solo soluzioni temporanee in coabitazione, per iniziare da lì un cammino di uscita dalla vita di strada. In base ai dati raccolti dal Servizio Adulti in Difficoltà, derivanti dalle prese in carico e dalla conoscenza diretta delle persone, si ha riscontro certo di almeno 250 persone senza dimora con Reddito di Cittadinanza, che significa un terzo degli iscritti nella residenza fittizia Casa Comunale 2, in quanto senza dimora. Il dato è tuttavia sicuramente più elevato, dal momento che molte persone senza dimora hanno mantenuto il vecchio indirizzo di residenza. Su Torino, che vede complessivamente oltre 5.300 iscritti ai tre indirizzi di Casa Comunale, vi sono oltre 1.500 beneficiari di Reddito di Cittadinanza iscritti nei tre indirizzi di Casa Comunale. Naturalmente dobbiamo precisare che Casa Comunale 1 è per i cittadini non necessariamente senza dimora e non seguiti dai Servizi, e Casa Comunale 3, stranieri in percorsi di protezione internazionale. Negli ultimi anni, e in particolare nell’ultimo anno, la Polizia Municipale ha incrementato molto la sua attività di collaborazione con i Servizi Sociali per la gestione delle persone senza dimora, tanto che a volte diciamo che è quasi come avere un Servizio di Boa in più. La collaborazione della Polizia Locale si è concretizzata nell’ultimo anno anche nelle attività del Centro Emergenza Freddo, la cui ultima collocazione è in via Traves. Come è noto, durante i mesi invernali la Città mette a disposizione questa struttura, idonea per l’accoglienza salvavita delle persone senza dimora, anche prive di documenti o di quelle caratteristiche che darebbero diritto a un dormitorio. Si tratta di un sito umanitario emergenziale, gestito dalla Croce Rossa, e il personale del Reparto Operativo Speciale funge da collegamento con il Servizio Adulti in Difficoltà e l’Ufficio Stranieri per la soluzione di casi particolari e inviando nel sito umanitario persone che non sono a conoscenza di questa opportunità. La Polizia Locale svolge, di iniziativa o su segnalazione, una costante attività di monitoraggio, soccorso, attivazione dei vari Enti e Servizi competenti e collabora con gli stessi nella trattazione dei casi, l’ascolto e, non ultimo, il ripristino delle condizioni di decoro. In particolare, negli ultimi anni il Comando Sezione 1ª Centro e il Reparto Operativo Speciale - il primo per il grande numero di soggetti senza fissa dimora presenti sul proprio territorio e il secondo per la propria specificità - si sono trovati spesso coinvolti nelle attività dedicate alle persone senza dimora, arrivando in alcuni casi a svolgere un importante ruolo, nel raggiungimento dell’obiettivo finale e condiviso, costituito dal permettere alle persone di trovare una migliore e più dignitosa sistemazione o una valida alternativa di vita. In altri casi si è svolta un’azione di contenimento del fenomeno e, solo come ultima ipotesi, ove sono risultate vane tutte le soluzioni offerte, e alla presenza di veri e propri accampamenti, con tanto di cumuli incontrollati di masserizie e spesso rifiuti ammassati in luoghi di pubblico passaggio, vengono invitati a spostarti e viene pulita l’area. Si aggiunga che l’attività svolta dai due reparti citati viene organizzata in modo che il Comando Sezione 1ª Centro monitora e censisce costantemente le persone presenti nella zona centrale della città, occupandosi delle incombenze del caso di volta in volta, mentre il Reparto Operativo Speciale si fa carico dei casi più critici su tutto il territorio cittadino. Spesso, a seguito di richiesta di intervento del 118, con opportuna visita medica, i sanitari richiedono alla Città di attivare i Centri di Salute Mentale per una valutazione psichiatrica. Nel corso del 2020 la Polizia Locale ha ricevuto 120 segnalazioni e ha effettuato 1.005 interventi e 200 interventi di supporto all’AMIAT. Vorrei brevemente raccontarvi alcuni casi complessi, gestiti recentemente dalla Polizia Locale, collaborando con i Servizi e le istituzioni competenti, dai quali deriva la conoscenza diretta del contesto, delle fragilità e delle abitudini di una parte, probabilmente quella più difficile, delle persone senza dimora. Un gruppo di cinque persone senza dimora, che aveva occupato con una cospicua quantità di masserizie buona parte dei portici di un noto edificio storico del centro: l’attività di monitoraggio è iniziata nel mese di giugno del 2020, a seguito di segnalazione, e ha portato all’individuazione di cinque persone, che, con la preziosa collaborazione dei Servizi Adulti in Difficoltà, Servizi Sociali, Servizio Stranieri e Servizi Psichiatrici dell’ASL di questa città hanno avuto questo esito: un alcolista inserito poi in un dormitorio; un ex tossicodipendente preso poi in carico dal SERT; un alcolista in seguito inserito in comunità dal SERT; un cittadino straniero regolarmente presente sul territorio inserito in un dormitorio; un invalido al 100% affetto da importante patologia inserito in una pensione, nonostante occasionalmente torni spontaneamente a dormire in strada. Un altro caso è quello di una persona accampata da alcuni anni presso una pensilina del bus, unitamente a cinque cani, alcuni di taglia molto grande; questa persona è affetta da problemi psichici e è stata oggetto di numerosi interventi da parte di tutti i Servizi competenti e delle varie Forze di Polizia. Recentemente è stata ricoverata in ospedale, a causa del peggioramento del suo stato di salute, e in seguito ha accettato finalmente un percorso di cure; i cani sono stati dati in custodia a idonea struttura, con la possibilità per la persona di tenerne almeno qualcuno con sé in base al progetto di vita che si sta costruendo, ed è stato naturalmente ripristinato l’utilizzo della pensilina. Anche in questo caso l’intermediazione della Polizia Municipale è stata particolarmente utile. Due donne, accampate da tempo sotto i portici di una piazza del centro, che versavano in condizioni igienico-sanitarie di salute precarie: a seguito di attivazione del Servizio Adulti in Difficoltà e Psichiatrico, sono state inizialmente ricoverate mediante ASO e poi inserite in strutture d’accoglienza, anche se purtroppo spesso ritornano in strada, accettando al più occasionalmente di passare una notte presso il Centro Emergenza Freddo di via Traves. Una coppia di italiani, che da tempo vivevano accampati sotto i portici di una importante piazza della zona centrale cittadina, ammassando una notevolissima quantità di rifiuti. I due hanno sempre categoricamente rifiutato offerte di assistenza o comunque alternative di vita, nonostante, a loro dire, percepissero il Reddito di Cittadinanza, oltre alle offerte ricavate dalle attività della questua. Una delle due persone era stata più volte accolta in comunità, ma aveva più volte abbandonato i percorsi. Recentemente, a seguito di una prolungata attività di monitoraggio e propositiva, effettuata dal personale del comitato... del Commissariato Centro con i Servizi competenti, vista la loro non collaborazione e le proteste della cittadinanza e degli esercenti le attività commerciali limitrofe, sono stati spostati, con conseguente smaltimento del materiale accumulato, e sono stati caricati su tre autocarri dell’AMIAT i materiali, naturalmente. Io credo che in questa occasione occorra ancora ribadire che Torino è una città che accoglie, con strumenti e azioni che sono andate aumentando nel tempo. Le azioni rivolte alle persone senza dimora si disegnano e si realizzano grazie a un mix di soluzioni, complesso e articolato, che va dalla più tradizionale accoglienza in dormitori, dove ricordo che da marzo è prevista l’apertura h24, fino allo strumento dell’Housing First, nel quale la Città è stata pioniera e continua ad essere un’eccellenza, aumentando ogni anno i posti. Fondamentale nel lavoro dei Servizi è lo strumento del Piano di Inclusione Sociale, che garantisce di moltiplicare le risorse grazie alla co-progettazione e al lavoro di squadra con il Terzo Settore, con la Diocesi e con tutte le realtà della società civile disposte a mettersi in gioco. Il lavoro di squadra, che è andato crescendo negli anni, è anche prezioso ai fini della costruzione di un linguaggio comune e di un agire condiviso e coordinato, e parte della squadra sono - non dimentichiamolo - la nostra Protezione Civile e la nostra Polizia Locale. Ho terminato, grazie. |