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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 1 Febbraio 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 14

Comunicazioni della Sindaca su “Dichiarazioni Comandante Bezzon su senzatetto presenti nel centro cittadino”.
Interventi
TRESSO Francesco
Sì, credo che la questione che stiamo dibattendo, su cui anch’io ho presentato una
richiesta di comunicazioni, riguarda sostanzialmente due aspetti: uno è più prettamente
formale, riguarda una modalità di comunicazione, che mi sembra in questo momento
mancare da parte dell’Amministrazione Comunale, e io su questo chiedo che si faccia
una riflessione. Non ritengo che debba essere il Comandante dei Vigili Urbani, il
Comandante Bezzon, a occuparsi di comunicare quali siano le strategie delle Politiche
Sociali della Città, lo ritengo un atto grave. Ritengo ulteriormente un atto anche, oltre
che grave, anche sminuente che l’Assessora alle Politiche Sociali, l’Assessora
Schellino, debba intervenire a inseguire su queste dichiarazioni il giorno successivo sui
media e ancora oggi cerchi di provvedere una scusante rispetto a quello che è stato
indubbiamente un errore, non solo comunicativo, ma anche proprio di mancanza di una
visione strategica coordinata. Mi chiedo se si parlano gli Assessori, la Sindaca e il
Comandante Bezzon, perché ogni tanto, anche rispetto a situazioni pregresse, in cui il
Comandante si è permesso di fare delle esternazioni, sembra che forse questo telefono
non squilli da una parte all’altra, non ci sia una modalità di comunicare, ma credo che
questo sia il pessimo esempio che una Città debba dare, soprattutto quando si toccano
argomenti così delicati, così attuali, così urgenti come quello che riguarda le Politiche
Sociali in una situazione come quella che stiamo vivendo attualmente.
Il secondo aspetto che è decisamente molto più di merito invece riguarda la natura delle
esternazioni che il Comandante Bezzon ha fatto e che sono state riprese, ahimè, anche
dall’Assessore, che invece dovrebbe su questo avere delle visioni e delle valutazioni un
po’ differenti. Sono state parole sprezzanti quelle del Comandante Bezzon, quasi: “Il
centro non è un bancomat per gli homeless che ricevono l’elemosina ed è per questo che
rifiutano le soluzioni offerte dalla Città” e lo trovo anche questo sminuente nei confronti
di tutta una serie di persone che lavorano come mediatori nei Servizi Sociali e che sanno
bene che c’è una storia molto più complessa dietro le persone senza fissa dimora e forse
questo tipo di storie, che sono variegate e non ascrivibili così semplicisticamente a una
categoria unica… a dire: “Sono persone che rifiutano”, il motivo del rifiuto è veramente
dettato da situazione molto diverse. Il rifiuto di un posto letto non ci racconta nulla di
queste storie, sono storie articolate, complesse, che richiedono un’attenzione molto
diversa. Io capisco che ci dia più fastidio vederle per una questione di decoro in centro,
ma guardate che anche in periferia, guardiamo che cosa succede in via Leoncavallo,
guardiamo cosa succede in altri posti. Allora cerchiamo di andare un pochino più a
fondo, interroghiamoci su cosa porti queste persone a rifiutare questo tipo di supporto
che gli si sta offrendo, perché forse, se questo è il nostro obiettivo e non solo quello di
rendere invisibili agli occhi dei più queste realtà, forse quello allora se davvero abbiamo
in testa una città inclusiva deve essere l’aspetto che ci guida. In questo termine credo
che sia utile anche ricordare quello che l’Arcivescovo Nosiglia ha ribadito senza se e
senza ma; dietro clochard ci sono anziani soli, famiglie monoreddito prive di
sussistenza, persone che da un giorno all’altro hanno perso il lavoro, questo è un fatto
gravissimo che si sta verificando in tutta la sua emergenza in una situazione come quella
pandemica che stiamo vivendo. E ancora è l’Arcivescovo che ci chiede una lezione di
solidarietà che dobbiamo tutti ancora apprendere e studiare perché ogni gesto di
vicinanza a chi ha bisogno è un segnale che lanciamo alla città intera. Ricordo che
ancora l’Arcivescovo ha avuto delle espressioni molto dure nei confronti di alcune
soluzioni in cui sono stati collocati i senza fissa dimora e mi riferisco proprio ai
container di via Traves, definiti da Nosiglia più adatti alle bestie che agli uomini. E
ancora Nosiglia ci ricorda che l’accoglienza deve assicurare a tutti una dignità e
un’attenzione alla persona. Ecco, allora questo che io trovo un monito forte alla politica
ci fa capire che probabilmente si debbono anche mettere in essere delle politiche nuove,
diverse, avere il coraggio di individuare delle forme che siano innovative, dei piccoli
centri di accoglienza, nelle zone in cui gli homeless sono più presenti perché è ovvio
che lì faticheremo a convincere le persone a spostarsi. Quindi anziché ampi luoghi di
accoglienza in zone periferiche della città forse bisogna iniziare a pensare anche a delle
strutture diverse che siano maggiormente, come dire, tagliate su quelle che sono le
esigenze di una categoria che si sta, ahimè, tragicamente allargando e che investe
persone che hanno storie, background, connotazioni, provenienza molto molto
diversificate. Allora di nuovo non possiamo semplificare e diamo dei segnali molto
scorretti alla città se semplifichiamo con le parole del Comandante e facendo un
tutt’uno di queste persone che hanno dietro una storia umana, una dignità
completamente diversa tra loro. Non dimentichiamo appunto che quest’anno la
pandemia ha reso molto più complicato l’accesso a quelli che erano i dormitori per
motivi ovviamente di esigenze anche sanitarie e quindi questa cosa si sta aggravando.
Insomma io credo che sia stata veramente una cosa grave questo tipo di affermazione e
trovo ancora più grave il tipo di risposta che la Città, nella persona dell’Assessore, non
ha voluto dare, anzi ha voluto ribadire quasi come subordinato a quello che sono le
politiche di chi si deve occupare di sicurezza, si deve occupare di traffico, ma non deve
occuparsi di queste politiche o almeno lo deve fare e pensiamo a quello che sia…

TRESSO Francesco
… che è un’esigenza importantissima della città, però bisogna dare dei messaggi chiari
e non cercare, e vado a chiudere, di modificare un paradigma che vede la colpa
dell’esibizione fastidiosa della povertà come qualcosa da combattere. Forse sarebbe
molto più utile in un’ottica di una città davvero inclusiva vedere che cosa sta dietro
quelle persone. Grazie.

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