Interventi |
TRESSO Francesco Sì, credo che la questione che stiamo dibattendo, su cui anch’io ho presentato una richiesta di comunicazioni, riguarda sostanzialmente due aspetti: uno è più prettamente formale, riguarda una modalità di comunicazione, che mi sembra in questo momento mancare da parte dell’Amministrazione Comunale, e io su questo chiedo che si faccia una riflessione. Non ritengo che debba essere il Comandante dei Vigili Urbani, il Comandante Bezzon, a occuparsi di comunicare quali siano le strategie delle Politiche Sociali della Città, lo ritengo un atto grave. Ritengo ulteriormente un atto anche, oltre che grave, anche sminuente che l’Assessora alle Politiche Sociali, l’Assessora Schellino, debba intervenire a inseguire su queste dichiarazioni il giorno successivo sui media e ancora oggi cerchi di provvedere una scusante rispetto a quello che è stato indubbiamente un errore, non solo comunicativo, ma anche proprio di mancanza di una visione strategica coordinata. Mi chiedo se si parlano gli Assessori, la Sindaca e il Comandante Bezzon, perché ogni tanto, anche rispetto a situazioni pregresse, in cui il Comandante si è permesso di fare delle esternazioni, sembra che forse questo telefono non squilli da una parte all’altra, non ci sia una modalità di comunicare, ma credo che questo sia il pessimo esempio che una Città debba dare, soprattutto quando si toccano argomenti così delicati, così attuali, così urgenti come quello che riguarda le Politiche Sociali in una situazione come quella che stiamo vivendo attualmente. Il secondo aspetto che è decisamente molto più di merito invece riguarda la natura delle esternazioni che il Comandante Bezzon ha fatto e che sono state riprese, ahimè, anche dall’Assessore, che invece dovrebbe su questo avere delle visioni e delle valutazioni un po’ differenti. Sono state parole sprezzanti quelle del Comandante Bezzon, quasi: “Il centro non è un bancomat per gli homeless che ricevono l’elemosina ed è per questo che rifiutano le soluzioni offerte dalla Città” e lo trovo anche questo sminuente nei confronti di tutta una serie di persone che lavorano come mediatori nei Servizi Sociali e che sanno bene che c’è una storia molto più complessa dietro le persone senza fissa dimora e forse questo tipo di storie, che sono variegate e non ascrivibili così semplicisticamente a una categoria unica… a dire: “Sono persone che rifiutano”, il motivo del rifiuto è veramente dettato da situazione molto diverse. Il rifiuto di un posto letto non ci racconta nulla di queste storie, sono storie articolate, complesse, che richiedono un’attenzione molto diversa. Io capisco che ci dia più fastidio vederle per una questione di decoro in centro, ma guardate che anche in periferia, guardiamo che cosa succede in via Leoncavallo, guardiamo cosa succede in altri posti. Allora cerchiamo di andare un pochino più a fondo, interroghiamoci su cosa porti queste persone a rifiutare questo tipo di supporto che gli si sta offrendo, perché forse, se questo è il nostro obiettivo e non solo quello di rendere invisibili agli occhi dei più queste realtà, forse quello allora se davvero abbiamo in testa una città inclusiva deve essere l’aspetto che ci guida. In questo termine credo che sia utile anche ricordare quello che l’Arcivescovo Nosiglia ha ribadito senza se e senza ma; dietro clochard ci sono anziani soli, famiglie monoreddito prive di sussistenza, persone che da un giorno all’altro hanno perso il lavoro, questo è un fatto gravissimo che si sta verificando in tutta la sua emergenza in una situazione come quella pandemica che stiamo vivendo. E ancora è l’Arcivescovo che ci chiede una lezione di solidarietà che dobbiamo tutti ancora apprendere e studiare perché ogni gesto di vicinanza a chi ha bisogno è un segnale che lanciamo alla città intera. Ricordo che ancora l’Arcivescovo ha avuto delle espressioni molto dure nei confronti di alcune soluzioni in cui sono stati collocati i senza fissa dimora e mi riferisco proprio ai container di via Traves, definiti da Nosiglia più adatti alle bestie che agli uomini. E ancora Nosiglia ci ricorda che l’accoglienza deve assicurare a tutti una dignità e un’attenzione alla persona. Ecco, allora questo che io trovo un monito forte alla politica ci fa capire che probabilmente si debbono anche mettere in essere delle politiche nuove, diverse, avere il coraggio di individuare delle forme che siano innovative, dei piccoli centri di accoglienza, nelle zone in cui gli homeless sono più presenti perché è ovvio che lì faticheremo a convincere le persone a spostarsi. Quindi anziché ampi luoghi di accoglienza in zone periferiche della città forse bisogna iniziare a pensare anche a delle strutture diverse che siano maggiormente, come dire, tagliate su quelle che sono le esigenze di una categoria che si sta, ahimè, tragicamente allargando e che investe persone che hanno storie, background, connotazioni, provenienza molto molto diversificate. Allora di nuovo non possiamo semplificare e diamo dei segnali molto scorretti alla città se semplifichiamo con le parole del Comandante e facendo un tutt’uno di queste persone che hanno dietro una storia umana, una dignità completamente diversa tra loro. Non dimentichiamo appunto che quest’anno la pandemia ha reso molto più complicato l’accesso a quelli che erano i dormitori per motivi ovviamente di esigenze anche sanitarie e quindi questa cosa si sta aggravando. Insomma io credo che sia stata veramente una cosa grave questo tipo di affermazione e trovo ancora più grave il tipo di risposta che la Città, nella persona dell’Assessore, non ha voluto dare, anzi ha voluto ribadire quasi come subordinato a quello che sono le politiche di chi si deve occupare di sicurezza, si deve occupare di traffico, ma non deve occuparsi di queste politiche o almeno lo deve fare e pensiamo a quello che sia… TRESSO Francesco … che è un’esigenza importantissima della città, però bisogna dare dei messaggi chiari e non cercare, e vado a chiudere, di modificare un paradigma che vede la colpa dell’esibizione fastidiosa della povertà come qualcosa da combattere. Forse sarebbe molto più utile in un’ottica di una città davvero inclusiva vedere che cosa sta dietro quelle persone. Grazie. |