Interventi |
APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. In realtà occuperò anche meno tempo perché ovviamente condivido l’intervento del Vicesindaco Schellino e ringrazio lei e tutti coloro che sono attivi nel campo del sociale, che, a differenza di quanto ha appena detto la Consigliera Scanderebech, costantemente attivano Politiche Sociali guidate dal pubblico nella ricerca di affrontare un tema che, purtroppo, non è così facilmente risolvibile; non è risolvibile, come dire, non solo per il contesto economico e sociale che stiamo vivendo, ma perché, purtroppo, lo dimostra quello che sta accadendo in tutte le grandi città, il tema dei senzatetto è un tema che tutte le grandi città si trovano ad affrontare e che spesso viene affrontato mettendo in contraddizione, o uno contro l’altro, il tema del decoro urbano, che è stato peraltro citato, e dall’altra parte il tema dell’inclusione. Ora, in realtà non è la prima volta che dibattiamo di questo, è successo più volte e la sottoscritta il 1° settembre 2018 ha detto pubblicamente qual è la sua opinione; io rispetto che ci siano sensibilità diverse sul tema e penso che sia stato opportuno che questo sia anche emerso in ambito del dibattito Consiliare e credo che sia normale a fronte di un tema così complesso, però non accetto la narrazione del Capogruppo Tresso che dice che rincorriamo le dichiarazioni del Comandante. Io il 1° settembre 2018 ho detto testualmente e pubblicamente: “Non fate l’elemosina ai senzatetto”. Lo rileggo: “La solidarietà dei cittadini torinesi è nota e di questo vi ringrazio infinitamente; tuttavia, dare denaro a chi sta in strada molto spesso finisce per alimentare…” - non sempre, evidentemente - “…dipendenze o, nella peggiore delle ipotesi, veri e propri racket”. Allora, il dibattito era su una questione che la Città di Torino ha deciso di non adottare e su cui riconfermo il mio posizionamento e cioè, proprio perché si legava al tema prettamente alla questione del decoro urbano, al tema del “DASPO urbano”. Voi sapete che molte città hanno deciso di introdurre il “DASPO urbano” legato alla questione dei senzatetto, cosa che la Città di Torino non ha fatto e non è intenzionata a fare; a questo si aggiunge un altro tema che ha detto correttamente il Vicesindaco Schellino e cioè che paradossalmente è proprio l’efficienza dei sistemi di assistenza della Città che fa sì che ogni inverno, in particolare nei mesi freddi, senzatetto provenienti da fuori Torino vengano verso il centro e vengano verso il capoluogo; questo avviene in tutte le regioni, in tutti i capoluoghi, quindi da una parte la decisione che io condivido e che continuo a sostenere, e mi auguro che avvenga così anche in futuro, del non utilizzo - scelta politica, sì - del “DASPO urbano” sui senzatetto, dall’altra parte l’attrattività - seppur con tutti i suoi limiti, non sto dicendo che è un sistema perfetto, ma con tutti i suoi limiti - del nostro sistema di rete sociale fa sì evidentemente che il tema sia più complesso di quello che forse noi possiamo immaginare, che non si risolve evidentemente con un foglio di via, che io ritengo qualcosa di disumano, e lo ripeto anche oggi, ma che soprattutto non si risolve dando l’elemosina. E quindi il messaggio che io avevo già detto allora, parliamo di settembre 2018 e che ripeto oggi, è che noi ringraziamo, io ringrazio, tutti coloro che donano, e ringrazio tutti coloro che si mettono in gioco - volontarie e volontari - per aiutare chi è in difficoltà, ma la donazione prettamente economica intesa come “elemosina” ha un rischio e questo non significa che non chiediamo di donare o che non ringraziamo chi dona, ma anche in quel contesto, come ha ribadito peraltro il Vicesindaco, l’intento e il messaggio è di farlo il più possibile tramite quelle Associazioni che conoscono il tema, e che io ringrazio, che costantemente sono sul fronte per cercare di aiutare queste persone, per tirarle fuori e inserirle in un percorso di autonomia; è molto complesso ed è frutto di tutta una serie di elementi che non sono solo contestualizzati e non è neanche facile spiegare perché una persona decide di dormire sotto i portici, perché decide magari di non andare consapevolmente in un dormitorio. Ogni persona ha la sua storia, non c’è dubbio, ma io ripeto quello che ho già detto a settembre 2018, che l’elemosina di per sé, l’elemosina non è lo strumento migliore e non è lo strumento, ripeto, più adatto per aiutare chi è in difficoltà. C’era stato un lungo dibattito anche allora, com’è normale che sia, come si è scatenato probabilmente anche oggi in Consiglio, però mi sembrava giusto ribadirlo qui, non tanto perché ci siano state le comunicazioni specifiche, ma perché mi sembra opportuno ripetere una cosa che già dissi nel settembre 2018 e che, a distanza di due anni e mezzo, continuo a sostenere e in cui continuo sinceramente a credere. Il lavoro che dobbiamo fare e che stiamo cercando di fare - non solo i Servizi Sociali, mi sento di dire, comunali, ma insieme al Terzo Settore, insieme alla Regione e insieme al Governo, che, anche a fronte dell’emergenza che stiamo vivendo, avrà bisogno di ridisegnare il sistema di welfare - è di ricostruire una rete che sia sempre più capace a tirare fuori e accompagnare in un percorso di autonomia chi sta affrontando dei momenti di fragilità e, ripeto, ogni singola persona ha un suo percorso perché ha le sue fragilità; entrare in contatto, costruire un rapporto di fiducia con chi è in una situazione di fragilità per un’Istituzione forse è la cosa più difficile da fare. Chiudo quindi ringraziando, ripeto, tutti i Consiglieri e le Consigliere che sono intervenuti nel dibattito, e ringraziando il Vicesindaco che ha portato anche la mia voce, su cui però tenevo ad intervenire io per lasciare anche a verbale qual è il mio pensiero. Grazie, Presidente. |