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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 1 Febbraio 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 14

Comunicazioni della Sindaca su “Dichiarazioni Comandante Bezzon su senzatetto presenti nel centro cittadino”.
Interventi
APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. In realtà occuperò anche meno tempo perché ovviamente condivido
l’intervento del Vicesindaco Schellino e ringrazio lei e tutti coloro che sono attivi nel
campo del sociale, che, a differenza di quanto ha appena detto la Consigliera
Scanderebech, costantemente attivano Politiche Sociali guidate dal pubblico nella
ricerca di affrontare un tema che, purtroppo, non è così facilmente risolvibile; non è
risolvibile, come dire, non solo per il contesto economico e sociale che stiamo vivendo,
ma perché, purtroppo, lo dimostra quello che sta accadendo in tutte le grandi città, il
tema dei senzatetto è un tema che tutte le grandi città si trovano ad affrontare e che
spesso viene affrontato mettendo in contraddizione, o uno contro l’altro, il tema del
decoro urbano, che è stato peraltro citato, e dall’altra parte il tema dell’inclusione. Ora,
in realtà non è la prima volta che dibattiamo di questo, è successo più volte e la
sottoscritta il 1° settembre 2018 ha detto pubblicamente qual è la sua opinione; io
rispetto che ci siano sensibilità diverse sul tema e penso che sia stato opportuno che
questo sia anche emerso in ambito del dibattito Consiliare e credo che sia normale a
fronte di un tema così complesso, però non accetto la narrazione del Capogruppo Tresso
che dice che rincorriamo le dichiarazioni del Comandante. Io il 1° settembre 2018 ho
detto testualmente e pubblicamente: “Non fate l’elemosina ai senzatetto”. Lo rileggo:
“La solidarietà dei cittadini torinesi è nota e di questo vi ringrazio infinitamente;
tuttavia, dare denaro a chi sta in strada molto spesso finisce per alimentare…” - non
sempre, evidentemente - “…dipendenze o, nella peggiore delle ipotesi, veri e propri
racket”.
Allora, il dibattito era su una questione che la Città di Torino ha deciso di non adottare e
su cui riconfermo il mio posizionamento e cioè, proprio perché si legava al tema
prettamente alla questione del decoro urbano, al tema del “DASPO urbano”. Voi sapete
che molte città hanno deciso di introdurre il “DASPO urbano” legato alla questione dei
senzatetto, cosa che la Città di Torino non ha fatto e non è intenzionata a fare; a questo
si aggiunge un altro tema che ha detto correttamente il Vicesindaco Schellino e cioè che
paradossalmente è proprio l’efficienza dei sistemi di assistenza della Città che fa sì che
ogni inverno, in particolare nei mesi freddi, senzatetto provenienti da fuori Torino
vengano verso il centro e vengano verso il capoluogo; questo avviene in tutte le regioni,
in tutti i capoluoghi, quindi da una parte la decisione che io condivido e che continuo a
sostenere, e mi auguro che avvenga così anche in futuro, del non utilizzo - scelta
politica, sì - del “DASPO urbano” sui senzatetto, dall’altra parte l’attrattività - seppur
con tutti i suoi limiti, non sto dicendo che è un sistema perfetto, ma con tutti i suoi limiti
- del nostro sistema di rete sociale fa sì evidentemente che il tema sia più complesso di
quello che forse noi possiamo immaginare, che non si risolve evidentemente con un
foglio di via, che io ritengo qualcosa di disumano, e lo ripeto anche oggi, ma che
soprattutto non si risolve dando l’elemosina. E quindi il messaggio che io avevo già
detto allora, parliamo di settembre 2018 e che ripeto oggi, è che noi ringraziamo, io
ringrazio, tutti coloro che donano, e ringrazio tutti coloro che si mettono in gioco -
volontarie e volontari - per aiutare chi è in difficoltà, ma la donazione prettamente
economica intesa come “elemosina” ha un rischio e questo non significa che non
chiediamo di donare o che non ringraziamo chi dona, ma anche in quel contesto, come
ha ribadito peraltro il Vicesindaco, l’intento e il messaggio è di farlo il più possibile
tramite quelle Associazioni che conoscono il tema, e che io ringrazio, che costantemente
sono sul fronte per cercare di aiutare queste persone, per tirarle fuori e inserirle in un
percorso di autonomia; è molto complesso ed è frutto di tutta una serie di elementi che
non sono solo contestualizzati e non è neanche facile spiegare perché una persona
decide di dormire sotto i portici, perché decide magari di non andare consapevolmente
in un dormitorio.
Ogni persona ha la sua storia, non c’è dubbio, ma io ripeto quello che ho già detto a
settembre 2018, che l’elemosina di per sé, l’elemosina non è lo strumento migliore e
non è lo strumento, ripeto, più adatto per aiutare chi è in difficoltà. C’era stato un lungo
dibattito anche allora, com’è normale che sia, come si è scatenato probabilmente anche
oggi in Consiglio, però mi sembrava giusto ribadirlo qui, non tanto perché ci siano state
le comunicazioni specifiche, ma perché mi sembra opportuno ripetere una cosa che già
dissi nel settembre 2018 e che, a distanza di due anni e mezzo, continuo a sostenere e in
cui continuo sinceramente a credere. Il lavoro che dobbiamo fare e che stiamo cercando
di fare - non solo i Servizi Sociali, mi sento di dire, comunali, ma insieme al Terzo
Settore, insieme alla Regione e insieme al Governo, che, anche a fronte dell’emergenza
che stiamo vivendo, avrà bisogno di ridisegnare il sistema di welfare - è di ricostruire
una rete che sia sempre più capace a tirare fuori e accompagnare in un percorso di
autonomia chi sta affrontando dei momenti di fragilità e, ripeto, ogni singola persona ha
un suo percorso perché ha le sue fragilità; entrare in contatto, costruire un rapporto di
fiducia con chi è in una situazione di fragilità per un’Istituzione forse è la cosa più
difficile da fare.
Chiudo quindi ringraziando, ripeto, tutti i Consiglieri e le Consigliere che sono
intervenuti nel dibattito, e ringraziando il Vicesindaco che ha portato anche la mia voce,
su cui però tenevo ad intervenire io per lasciare anche a verbale qual è il mio pensiero.
Grazie, Presidente.

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