Interventi |
RUSSI Andrea Sì, grazie, Presidente. Allora, io sin dall’inizio del nostro mandato amministrativo mi sono battuto affinché il mercato del libero scambio, il Suk di Torino in pratica, venisse spostato dall’area di Borgo Dora all’area di via Carcano, perché la situazione stava diventando davvero ingestibile, il quartiere si era trasformato in una polveriera, pronta ad esplodere da un momento all’altro. Dopo diversi tentativi di mediazione, siamo riusciti a trovare una soluzione che per la prima volta ha davvero messo d’accordo tutti, rendendo inoltre più gestibile e controllabile un’attività che, attualmente, è l’unica fonte di sostentamento per 1.700 espositori alla settimana, ultimamente, come ha detto l’Assessore, anche italiani. Il mercato del Suk, infatti si svolge in un’area recintata con accessi sorvegliabili e contingentati nel luogo dove, appunto, gli ultimi cercano di portare a casa quel minimo indispensabile per poter sopravvivere. Attualmente non costituisce, dunque, in alcun modo, un problema di ordine pubblico. È una situazione talmente sicura da garantire quelle misure di contingentamento che altri mercati in questo momento non possono garantire. Io invito gli altri Consiglieri a pensare che cosa fosse successo…. a che cosa sarebbe successo se non fosse stato spostato all’epoca, in una situazione di pandemia come quella in cui ci troviamo adesso, quindi ragionate anche su questo. In tempi di difficoltà, appunto, economica, come quelli in cui stiamo vivendo, pensare di sottrarre a 1.700 operatori, anche ai loro frequentatori, perché anche i frequentatori si recano al Suk, per trovare affari a poco prezzo, un’integrazione al loro reddito rischia di portare a reazioni sociali davvero molto pericolose e proprio per questo trovo inaccettabile alcune dichiarazioni della Giunta Regionale relative all’intenzione di chiuderlo. Poi sia chiaro, Presidente, io sono il primo ad avere sempre auspicato un superamento del Suk ed ha ragione la Consigliera Artesio a ricordare il mio intervento, perché era il mio intervento, relativo a quanto detto in quel Consiglio Comunale, le mie parole però erano diverse. Io auspicavo un superamento del Suk, perché servirebbe un modello di gestione sano, volto a migliorare la condizione di disagio sociale, che spinge alcuni soggetti più deboli a raccattare merce recuperata dalle cantine o dalle soffitte, per sopravvivere. A queste persone dovrebbe essere concessa la possibilità di migliorare la propria condizione sociale ed economica, e in questo bisogna riconoscere che questo progetto, nato ormai 20 anni fa ed era il progetto proprio di chi lo ha ideato, è stato un fallimento su tutta la linea. Cioè la concezione di chi lo ha ideato era proprio quella di avvicinare le persone ad un miglioramento della loro condizione. Nella mia idea, il Suk dovrebbe dare agli operatori la possibilità reale di crescita, su questo c’è davvero ancora molto da fare e io rimango ancora di quell’idea, però non si può pensare di risolvere questo problema in chiave repressiva, senza avere delle soluzioni alternative adeguate, sia dal punto di vista del sostegno al reddito e sia dal punto di vista del controllo dell’ordine pubblico. Serve una progettualità a lungo, lunghissimo termine che qui in alcun modo non vedo, perché la semplice chiusura del Suk porterà soltanto problemi enormi di ordine pubblico, su cui, tra l’altro, la Regione stessa non ha alcuna competenza e che resteranno a carico della Città. La Città non è in grado di gestire alcune situazioni, il rischio immediato è quello dell’abusivismo. Abbiamo già visto cos’è successo durante il primo spostamento dall’area di via Monte Verdi con gli operatori che, fino a quando non è stata avviata la seconda soluzione, continuavano ad occupare quell’area ed era impossibile spostarli da quella situazione e abbiamo visto cosa è successo dopo il secondo spostamento da Borgo Dora a via Carcano. Sono proprio esempi di che cosa succede quando un fenomeno del genere resta incontrollato, come abbiamo già visto e non è l’unico (incomprensibile) di tensioni sociali e di altre situazioni polveriera che si verrebbero a creare, di rischi di situazioni di scontro frontale con le istituzioni. A mio giudizio, è una scelta che in questo momento, presa in questo modo, è dettata, esclusivamente, da ragioni ideologiche ed è portata avanti da chi, effettivamente, del problema non ci ha capito moltissimo. Io, poi, sono davvero preoccupato che sia questa Giunta Regionale a volersi occupare del Suk, perché visti i risultati disastrosi che si stanno raggiungendo negli altri campi e di cui abbiamo parlato prima, in particolar modo per quanto riguarda la sanità, mi preoccupa molto che la Regione si voglia occupare, anche, di questa… di una situazione così delicata come quella di via Carcano, chissà cosa non potrà succedere. Grazie. |